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Lo scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città
Le indagini archeologiche in Piazza della Vittoria rivelano uno spaccato significativo della storia di Reggio Emilia dalle origini ai giorni nostri
Comunicato stampa
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Ci sono i pavimenti a mosaico di una domus romana, una lucerna figurata rinvenuta nel vicino Palazzo Busetti, una selezione dei pezzi più notevoli del celebre tesoro romano-barbarico trovato in Via Crispi nel 1957, un frammento di scuola antelamica attribuibile forse alla fabbrica del Duomo e decine di altri reperti provenienti dallo scavo di Piazza della Vittoria.
E c’è la cosiddetta “via obliqua”, una strada di orientamento anomalo -in deroga al perfetto reticolo ortogonale della città romana incentrato sulla via Emilia- che inciderà sulla fisionomia urbana fino al pieno medioevo e di cui è emerso un tratto anche sotto Palazzo Busetti.
È sulla traccia di questa strada obliqua che si dipana la mostra “Lo scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città” allestita ai Musei Civici di Reggio Emilia dall'8 aprile al 3 settembre 2017.
Promossa dal Comune di Reggio Emilia e dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’esposizione illustra -con l’ausilio di apparati didattici e digitali- la storia e le trasformazioni del quartiere urbano situato nel settore nord-occidentale.
Cuore della mostra i contestati scavi in Piazza della Vittoria effettuati dal novembre 2014 al marzo 2016 per costruire un parcheggio interrato. A un anno dalla fine dei lavori, gli scavi archeologici si mettono letteralmente in piazza per rivelare a reggiani e non uno spaccato significativo della storia di Reggio Emilia dalle origini ai giorni nostri.
Proprio perché molto esteso e profondo, lo scavo ha potuto indagare una serie di strati che vanno dalle origini tardo-repubblicane del piccolo centro romano di Forum Lepidi alla costruzione, nel 1339, della Cittadella, sorta per volontà di Luigi Gonzaga.
I dati di scavo hanno evidenziato una funzione assai mutevole dell'area, che passa dalla vocazione produttiva dell'età tardo-repubblicana a quella residenziale di età proto-imperiale per poi tornare a connotarsi nuovamente in senso produttivo in età tardoantica e altomedioevale, come attestano le calcare e le fucine di questo periodo. Solo in epoca comunale l’area troverà il proprio assetto definitivo con la costruzione di case a torre, monasteri e chiese, come il monastero dei Santi Nazario e Celso, poi inglobato nella Cittadella e oggi probabilmente sepolto sotto Parco del Popolo.
Tema-guida della mostra è appunto la “via obliqua”, una strada di origini romane che partiva direttamente dalla via Emilia non in modo ortogonale come il resto della città -orientata sull'asse della via Aemilia, decumano massimo di Regium Ledipi- ma obliquamente, allineando attorno a sé l’intero quartiere residenziale di età romana. Questa strada, molto importante per la fisionomia urbana, avrà anche una lunga vita, assumendo in età medioevale la funzione di "percorso processionale" che collegava direttamente la città al luogo in cui, fino al 991, erano conservate le spoglie di San Prospero, patrono della città.
Il nucleo centrale della mostra è rappresentato dai resti di una domus romana emersi nel settore sud-orientale dell'odierno parcheggio. Nonostante le consistenti spoliazioni subite dall’edificio e i numerosi interventi di demolizione e rifunzionalizzazione dell'area nel corso del tempo, si è riusciti a ricomporre buona parte della planimetria della casa romana e a proporne una ricostruzione virtuale coerente con il quadro delle domus note in ambito cisalpino.
Il percorso della mostra segue la cronologia stratigrafica: età repubblicana, età imperiale, età tardo-antica e alto-medievale, età medievale e moderna. I reperti, oltre che da testi, sono descritti dalla viva voce di restauratori, conservatori e archeologi grazie a video che proiettano anche immagini tridimensionali e foto.
La mostra si inserisce nell'ambito del progetto “2200 anni lungo la Via Emilia”
E c’è la cosiddetta “via obliqua”, una strada di orientamento anomalo -in deroga al perfetto reticolo ortogonale della città romana incentrato sulla via Emilia- che inciderà sulla fisionomia urbana fino al pieno medioevo e di cui è emerso un tratto anche sotto Palazzo Busetti.
È sulla traccia di questa strada obliqua che si dipana la mostra “Lo scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città” allestita ai Musei Civici di Reggio Emilia dall'8 aprile al 3 settembre 2017.
Promossa dal Comune di Reggio Emilia e dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’esposizione illustra -con l’ausilio di apparati didattici e digitali- la storia e le trasformazioni del quartiere urbano situato nel settore nord-occidentale.
Cuore della mostra i contestati scavi in Piazza della Vittoria effettuati dal novembre 2014 al marzo 2016 per costruire un parcheggio interrato. A un anno dalla fine dei lavori, gli scavi archeologici si mettono letteralmente in piazza per rivelare a reggiani e non uno spaccato significativo della storia di Reggio Emilia dalle origini ai giorni nostri.
Proprio perché molto esteso e profondo, lo scavo ha potuto indagare una serie di strati che vanno dalle origini tardo-repubblicane del piccolo centro romano di Forum Lepidi alla costruzione, nel 1339, della Cittadella, sorta per volontà di Luigi Gonzaga.
I dati di scavo hanno evidenziato una funzione assai mutevole dell'area, che passa dalla vocazione produttiva dell'età tardo-repubblicana a quella residenziale di età proto-imperiale per poi tornare a connotarsi nuovamente in senso produttivo in età tardoantica e altomedioevale, come attestano le calcare e le fucine di questo periodo. Solo in epoca comunale l’area troverà il proprio assetto definitivo con la costruzione di case a torre, monasteri e chiese, come il monastero dei Santi Nazario e Celso, poi inglobato nella Cittadella e oggi probabilmente sepolto sotto Parco del Popolo.
Tema-guida della mostra è appunto la “via obliqua”, una strada di origini romane che partiva direttamente dalla via Emilia non in modo ortogonale come il resto della città -orientata sull'asse della via Aemilia, decumano massimo di Regium Ledipi- ma obliquamente, allineando attorno a sé l’intero quartiere residenziale di età romana. Questa strada, molto importante per la fisionomia urbana, avrà anche una lunga vita, assumendo in età medioevale la funzione di "percorso processionale" che collegava direttamente la città al luogo in cui, fino al 991, erano conservate le spoglie di San Prospero, patrono della città.
Il nucleo centrale della mostra è rappresentato dai resti di una domus romana emersi nel settore sud-orientale dell'odierno parcheggio. Nonostante le consistenti spoliazioni subite dall’edificio e i numerosi interventi di demolizione e rifunzionalizzazione dell'area nel corso del tempo, si è riusciti a ricomporre buona parte della planimetria della casa romana e a proporne una ricostruzione virtuale coerente con il quadro delle domus note in ambito cisalpino.
Il percorso della mostra segue la cronologia stratigrafica: età repubblicana, età imperiale, età tardo-antica e alto-medievale, età medievale e moderna. I reperti, oltre che da testi, sono descritti dalla viva voce di restauratori, conservatori e archeologi grazie a video che proiettano anche immagini tridimensionali e foto.
La mostra si inserisce nell'ambito del progetto “2200 anni lungo la Via Emilia”
08
aprile 2017
Lo scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città
Dall'otto aprile al 03 settembre 2017
archeologia
Location
MUSEI CIVICI REGGIO EMILIA – PALAZZO DEI MUSEI
Reggio Emilia, Via Lazzaro Spallanzani, 1, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Emilia, Via Lazzaro Spallanzani, 1, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 9-12
sabato, domenica e festivi 10-13 e 16-19
luglio e agosto 21-23
lunedì chiuso
Vernissage
8 Aprile 2017, h 18