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Il ritratto fotografico tra alienazione e partecipazione
quattro posizioni di quattro artiste di fama internazionale Diane Arbus – Nan Goldin – Ulrike Ottinger – Cindy Sherman ampliano il percorso espositivo negli spazi del secondo piano. L’identità, l’alterità, la trasformazione e messa in scena del corpo e di sé stessi e della vita intima i temi trattati dal nuovo nucleo di fotografie.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Museion e la Sammlung Goetz rinnovano la collaborazione: da giovedì 23/03 prossimo un nuovo nucleo di
oltre venti opere dalla prestigiosa raccolta di Monaco andrà ad arricchire la mostra sulla collezione Museion, “La
forza della fotografia” (fino al 17/09/2017). Nel 2013 Museion aveva ospitato l’esposizione “When Now is
Minimal. Il lato sconosciuto della Sammlung Goetz” con oltre cento opere che testimoniavano i più diversi
riferimenti contemporanei al minimalismo. In questa occasione il focus è invece la fotografia: quattro posizioni di
quattro artiste di fama internazionale Diane Arbus – Nan Goldin – Ulrike Ottinger – Cindy Sherman
ampliano il percorso espositivo negli spazi del secondo piano. L’identità, l’alterità, la trasformazione e messa
in scena del corpo e di sé stessi e della vita intima i temi trattati dal nuovo nucleo di fotografie.
Nei lavori delle quattro artiste selezionate emerge un aspetto che si dipana come un fil rouge attraverso la mostra
della collezione di Museion, ovvero il clima di contaminazione che negli anni sessanta si comincia a delineare
tra fotografia e arte contemporanea. Ciò si manifesta soprattutto in un’attenzione aumentata ad azioni e
comportamenti, in cui il ruolo della fotografia non è un semplice mezzo di riproduzione della realtà, ma uno
strumento che instaura una relazione con essa.
La sezione si apre con i lavori di Diane Arbus (New York 1923-1971) di cui sono in mostra 14 fotografie
realizzate tra il 1962 e il 1970. Che si tratti di travestiti, giovani coppie o bambini, i soggetti ritratti risultano
comunque inquietanti. Da una parte emerge l’interesse dell’artista per la diversità – non a caso in una delle sue
biografie viene definita “la fotografa dei mostri”. Dall’altro le immagini comunicano un senso di distacco e
mancata partecipazione, un atteggiamento che la celebre critica americana Susan Sontag ha definito
“partecipazione alienata”.
Anche Nan Goldin (Washington, 1953), presente in mostra con sei lavori, è interessata al diverso, ma il suo è
uno sguardo vibrante di partecipazione emotiva. L’universo conturbante e sconvolgente delle drag queen è
ritratto in immagini d’intensa intimità e delicatezza, al di là di ogni voyeurismo. Un mondo che l’artista conosce
per esperienza personale, per aver condiviso da adolescente per anni la stessa abitazione di una drag queen, di
cui si era innamorata: “Le fotografavo così, come loro stesse si vedevano, e non sentivo alcuno bisogno di
smascherarle con la macchina fotografica”.
Le fotografie della tedesca Ulrike Ottinger (Costanza, 1942) sono legate alla sua produzione filmica e ritraggono
con predilezione un mondo di emarginati e di eccentrici. L’approccio è quello della messa in scena e dell’iper-
rappresentazione, come in “Fräulein Mausi und Paulchen“, 1981 e „Die Kalinka Sisters“,1988, in mostra a
Museion. Come per tutte le immagini esposte in questa sezione, il mezzo fotografico è un segno che, attraverso
l’imitazione, rivela codici sociali e culturali con cui lo spettatore si può identificare e confrontare.
Mascherarsi, entrare in ruolo per smascherare i clichè impressi nella nostra società è il gioco messo in atto
da Cindy Sherman (Glen Ridge, USA, 1954). I suoi celebri autoritratti – in mostra ne sono esposti quattro, dal
1990 al 2008- non rivelano la personalità dell’artista, ma, giocando con la moda e la storia dell’arte in maniera
grottesca e provocatoria, mettono in luce convenzioni e artifici e del mondo contemporaneo.
Giovedì 23/03 alle ore 19 si svolge una vista guidata della direttrice Letizia Ragaglia alla mostra di fotografia e
alla nuova sezione sulla collezione Goetz.
oltre venti opere dalla prestigiosa raccolta di Monaco andrà ad arricchire la mostra sulla collezione Museion, “La
forza della fotografia” (fino al 17/09/2017). Nel 2013 Museion aveva ospitato l’esposizione “When Now is
Minimal. Il lato sconosciuto della Sammlung Goetz” con oltre cento opere che testimoniavano i più diversi
riferimenti contemporanei al minimalismo. In questa occasione il focus è invece la fotografia: quattro posizioni di
quattro artiste di fama internazionale Diane Arbus – Nan Goldin – Ulrike Ottinger – Cindy Sherman
ampliano il percorso espositivo negli spazi del secondo piano. L’identità, l’alterità, la trasformazione e messa
in scena del corpo e di sé stessi e della vita intima i temi trattati dal nuovo nucleo di fotografie.
Nei lavori delle quattro artiste selezionate emerge un aspetto che si dipana come un fil rouge attraverso la mostra
della collezione di Museion, ovvero il clima di contaminazione che negli anni sessanta si comincia a delineare
tra fotografia e arte contemporanea. Ciò si manifesta soprattutto in un’attenzione aumentata ad azioni e
comportamenti, in cui il ruolo della fotografia non è un semplice mezzo di riproduzione della realtà, ma uno
strumento che instaura una relazione con essa.
La sezione si apre con i lavori di Diane Arbus (New York 1923-1971) di cui sono in mostra 14 fotografie
realizzate tra il 1962 e il 1970. Che si tratti di travestiti, giovani coppie o bambini, i soggetti ritratti risultano
comunque inquietanti. Da una parte emerge l’interesse dell’artista per la diversità – non a caso in una delle sue
biografie viene definita “la fotografa dei mostri”. Dall’altro le immagini comunicano un senso di distacco e
mancata partecipazione, un atteggiamento che la celebre critica americana Susan Sontag ha definito
“partecipazione alienata”.
Anche Nan Goldin (Washington, 1953), presente in mostra con sei lavori, è interessata al diverso, ma il suo è
uno sguardo vibrante di partecipazione emotiva. L’universo conturbante e sconvolgente delle drag queen è
ritratto in immagini d’intensa intimità e delicatezza, al di là di ogni voyeurismo. Un mondo che l’artista conosce
per esperienza personale, per aver condiviso da adolescente per anni la stessa abitazione di una drag queen, di
cui si era innamorata: “Le fotografavo così, come loro stesse si vedevano, e non sentivo alcuno bisogno di
smascherarle con la macchina fotografica”.
Le fotografie della tedesca Ulrike Ottinger (Costanza, 1942) sono legate alla sua produzione filmica e ritraggono
con predilezione un mondo di emarginati e di eccentrici. L’approccio è quello della messa in scena e dell’iper-
rappresentazione, come in “Fräulein Mausi und Paulchen“, 1981 e „Die Kalinka Sisters“,1988, in mostra a
Museion. Come per tutte le immagini esposte in questa sezione, il mezzo fotografico è un segno che, attraverso
l’imitazione, rivela codici sociali e culturali con cui lo spettatore si può identificare e confrontare.
Mascherarsi, entrare in ruolo per smascherare i clichè impressi nella nostra società è il gioco messo in atto
da Cindy Sherman (Glen Ridge, USA, 1954). I suoi celebri autoritratti – in mostra ne sono esposti quattro, dal
1990 al 2008- non rivelano la personalità dell’artista, ma, giocando con la moda e la storia dell’arte in maniera
grottesca e provocatoria, mettono in luce convenzioni e artifici e del mondo contemporaneo.
Giovedì 23/03 alle ore 19 si svolge una vista guidata della direttrice Letizia Ragaglia alla mostra di fotografia e
alla nuova sezione sulla collezione Goetz.
23
marzo 2017
Il ritratto fotografico tra alienazione e partecipazione
Dal 23 marzo al 17 settembre 2017
fotografia
Location
MUSEION
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Biglietti
7 Euro, ridotto 3,50 Euro.
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.00 – 18.00. Giovedì 10.00 – 22.00, con ingresso gratuito dalle 18.00 e visita guidata gratuita alle 19. Ogni sabato e domenica ore 14-18 “dialoghi sull’arte” in mostra.
Lunedì chiuso.
Vernissage
23 Marzo 2017, ore 19.00 visita guidata della direttrice Letizia Ragaglia
Autore
Curatore