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Paolo Petrò – Segno e contaminazioni
Artista bresciano attivo sin dagli anni settanta, ad interessare le sue incisioni sono i soggetti legati alla condizione umana nella civiltà contemporanea ma anche il gioco di luci e ombre che lavorano e plasmano gli oggetti, modificando lo spazio circostante.
Comunicato stampa
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Spazio Mantegna ospita la mostra Paolo Petrò. Segno e contaminazioni, a cura di Patrizia Foglia, una selezione di opere incisorie dell’artista bresciano attivo nel campo dell’arte sin dagli anni settanta.
Ad interessarlo sin dalle prime prove sono i soggetti legati alla condizione umana nella civiltà contemporanea ma anche il gioco di luci e ombre che lavorano e plasmano gli oggetti, modificando lo spazio circostante.
Presente a numerosi concorsi sin dal 1970, ha allestito la sua prima personale alla Galleria Labus di Brescia nel 1977. Molte le tecniche frequentate, dalla pittura ad olio e acrilica all’acquerello ma gradualmente è andato affinando quelle calcografiche, con una particolare propensione per la commistione tra linguaggi diversi. Vincitore del primo premio ex equo alla VI biennale di Suzzara, ha organizzato numerose personali e partecipato a diverse collettive di grafica a Milano, Modica, Brescia, Bagnacavallo, Serra San Quirico.
Allo Spazio Mantegna Petrò presenta opere che ripercorrono la sua vicenda artistica e personale. Nel testo della curatrice che accompagna la mostra si legge
“Oggi ripercorriamo le tappe di un percorso artistico, quello dell’artista bresciano, che parte dall’attenzione per il soggetto priva di sontuosità, in opere studiate nei particolari ma mai di maniera, nelle quali egli affronta sia la figura umana, presente solo come elemento compositivo e non con finalità ritrattistiche, sia gli oggetti quotidiani, semplici recuperi nella memoria dei giorni trascorsi, oggetti che sembrano vivere in una dimensione atemporale, descritti al di fuori di uno spazio, quasi sospesi in un vissuto che è profondamente intimo e personale. Ecco allora i fiori recisi nel vaso, i cesti rovesciati sul tavolo da lavoro dal cui cassetto si intravede un bucranio, i tetti, le conchiglie che ancora una volta richiamano la straordinaria maestria grafica di Rembrandt, pennelli, bicchieri, secchi, piante che vengono creati grazie a commistioni di tecniche diverse, contaminando il rigore della punta con la morbidezza della cera molle, la vischiosità degli inchiostri, l’aggressività dell’acido”.
Ad interessarlo sin dalle prime prove sono i soggetti legati alla condizione umana nella civiltà contemporanea ma anche il gioco di luci e ombre che lavorano e plasmano gli oggetti, modificando lo spazio circostante.
Presente a numerosi concorsi sin dal 1970, ha allestito la sua prima personale alla Galleria Labus di Brescia nel 1977. Molte le tecniche frequentate, dalla pittura ad olio e acrilica all’acquerello ma gradualmente è andato affinando quelle calcografiche, con una particolare propensione per la commistione tra linguaggi diversi. Vincitore del primo premio ex equo alla VI biennale di Suzzara, ha organizzato numerose personali e partecipato a diverse collettive di grafica a Milano, Modica, Brescia, Bagnacavallo, Serra San Quirico.
Allo Spazio Mantegna Petrò presenta opere che ripercorrono la sua vicenda artistica e personale. Nel testo della curatrice che accompagna la mostra si legge
“Oggi ripercorriamo le tappe di un percorso artistico, quello dell’artista bresciano, che parte dall’attenzione per il soggetto priva di sontuosità, in opere studiate nei particolari ma mai di maniera, nelle quali egli affronta sia la figura umana, presente solo come elemento compositivo e non con finalità ritrattistiche, sia gli oggetti quotidiani, semplici recuperi nella memoria dei giorni trascorsi, oggetti che sembrano vivere in una dimensione atemporale, descritti al di fuori di uno spazio, quasi sospesi in un vissuto che è profondamente intimo e personale. Ecco allora i fiori recisi nel vaso, i cesti rovesciati sul tavolo da lavoro dal cui cassetto si intravede un bucranio, i tetti, le conchiglie che ancora una volta richiamano la straordinaria maestria grafica di Rembrandt, pennelli, bicchieri, secchi, piante che vengono creati grazie a commistioni di tecniche diverse, contaminando il rigore della punta con la morbidezza della cera molle, la vischiosità degli inchiostri, l’aggressività dell’acido”.
18
marzo 2017
Paolo Petrò – Segno e contaminazioni
Dal 18 al 28 marzo 2017
arte contemporanea
Location
SPAZIO MANTEGNA
Milano, Via Piero Della Francesca, (Milano)
Milano, Via Piero Della Francesca, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19 su appuntamento
Vernissage
18 Marzo 2017, ore 18
Autore
Curatore