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Luisa Fontalba / Ida Rosa Scotti – Poetiche mediterranee
I dipinti di Luisa Fontalba e le sculture di Ida Rosa Scotti in dialogo tra loro
Comunicato stampa
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Colori azzurri e brillanti, gialli brucianti, rossi e aranci infiammati, dinnanzi al cielo dai lucenti smalti marini, si diffonde una calda luce, quasi polvere di sole che s'infrange sulla porosa e candida pietra leccese, sensibile al tempo, all'energia. La natura si sprigiona dinnanzi a noi in tutta la sua bellezza, i cromatismi suggeriti da Luisa Fontalba e le asciutte pietre di Ida Rosa Scotti ci raccontano una visione immaginifica comune, idea evocativa, profumo di Mediterraneo, un luogo fra le terre, elemento geografico di contatto e in(s)contro fra diverse civiltà.
Un rapporto così stretto con questo territorio che vede in Luisa Fontalba sciogliersi masse di colore, intervallate da attimi di respiro e di luce. L'energia esplode libera fra la materia brulicante, che si stempera in alcuni tratti immergendosi nell'acqua, rapida, fluida, coglie atmosfere naturali e dell'universo. Uno scenario primordiale ci accoglie, ribolle dinnanzi a noi ed ogni forma e segno gestuale si vaporizza divenendo sogno, essenza che ci avvolge in un abbraccio cromatico. Colori caldi, freddi, nessuna gradazione della tavolozza è esclusa, le terre arse dal sole, i blu degli abissi e le nuance aranciate, incendiate da bagliori. Laddove balena il nero è ridotto a linea e guizzo incessante, con un incedere istintivo e fulmineo, valore segnico e materico che si riverbera nella morbida e soffusa atmosfera. I colori sciamano autonomi e slegati dalla mimesi della realtà, cercano un riscontro nei titoli, una sintomatica richiesta di concretezza, la quale assurge a pretesto prefigurando storie, intessendo eventi immersi in ambienti liquidi o gassosi che alla stregua di note musicali sviluppano una rapsodia ancestrale ed emozionale. L'acquarello vive il presente, non può tornare indietro, solo avanzare e diluire ogni tonalità, si scontra con il filamentoso acrilico il cui rapido essiccarsi ferma quell'istante, quel momento impalpabile e leggero dell'emozione. In Luisa, energia mentale ed emotiva, coesistono l'aria e l'acqua. La prima crea spazi, separa, cerca di definire chiaramente la visione, in perenne movimento non si afferra, la si sente sulla propria pelle e porta con sé il profumo e i suoni del Mediterraneo. La seconda in perenne trasformazione, echeggia l'infrangersi del mare sulla riva, veloce, precipitosa scorre e trascina ogni cosa, assorbe e si disperde oltre i confini per legarsi e unirsi in un unico atavico abbraccio.
Un territorio mediterraneo esplorato anche da Ida Rosa Scotti, ma con la grevità della terra e la forza del fuoco. Energia fisica e vitale in Ida. La pietra è affrontata con impegno fisico, un corpo a corpo e una lotta che placano la sua profonda ed inesauribile tempra. Il fuoco ribolle nella terra, esuberanza ancestrale che vive al suo interno con la speranza di uscire, di ardere e disperdersi nell'aria scaldandola, per salire sempre più in alto, verso l'assoluto, essenza totale. Un fuoco che cerca di slegarsi, elevarsi dalla terra, che scava nelle viscere arenarie per liberarsi e arrivare all'anima delle cose. Un pressante bisogno di agire che non dà voce ai delicati sentimenti. E allora, senza sosta, si susseguono sculture su sculture, si cerca di far emergere l'unicità minimale della geometria, nei confronti del collettivo, dell'altro. Incontri, dialoghi, combattimenti in cui si scopre di essere diversi e in alcuni punti uguali, laddove la personalità cerca di affermarsi attraverso l'azione, la quale dà forma e contenuto al vigore confuso e indefinito che spinge a differenziarsi, ad affermare se stessi. Lo slancio vitale cerca di affiorare dal fondo, dalla buia notte, dalla massa omogenea della pietra e si fa spazio, si differenzia come elemento individuale per consolidarsi. Allorché si ferma, si cristallizza e costruisce qualcosa di più definito, di tangibile. Il tempo dell'impeto è qui condotto al tempo dell'attesa, incontro con l'altro, che non è più nemico o amante, ma si rivela uguale a se stesso. Quelle anime che possono apparire scomposte, ad incastro, abbracciate o scisse, in lotta o in dialogo fanno intravedere la luce, una fenditura, un'apertura e passaggio tagliante. La visione qui si fa aptica, un “toccare” con l’occhio le forme di vita che scorrono sulla grana fine e sulla spugnosa superficie. La pietra ci conduce a quel luogo di calma e contemplazione, è presente, blocca un attimo e si lasciaDipinti di Luisa Fontalba e sculture di Ida Rosa Scotti in dialogo tra loro toccare, ama le carezze e le mani che ascoltano gli spessori, le superfici ruvide o lisce. Dinnanzi all'acqua, al cielo di Luisa Fontalba, qui le arenarie pugliesi di Ida Rosa Scotti hanno il colore della sabbia, tonalità argentee e lattescenti, ove la luce sulla porosa pelle incespica creando materici giochi chiaroscurali.
Luisa e Ida, l'aria e la terra, l'impalpabile e la concretezza si pongono l’una rispetto all’altra in un dialogo incessante. Mondi di confine, luogo fra le terre, che vibrano l’una nell’altra con la conseguente perdita e, al contempo, esaltazione dei propri elementi mediterranei.
Sonia Patrizia Catena
Un rapporto così stretto con questo territorio che vede in Luisa Fontalba sciogliersi masse di colore, intervallate da attimi di respiro e di luce. L'energia esplode libera fra la materia brulicante, che si stempera in alcuni tratti immergendosi nell'acqua, rapida, fluida, coglie atmosfere naturali e dell'universo. Uno scenario primordiale ci accoglie, ribolle dinnanzi a noi ed ogni forma e segno gestuale si vaporizza divenendo sogno, essenza che ci avvolge in un abbraccio cromatico. Colori caldi, freddi, nessuna gradazione della tavolozza è esclusa, le terre arse dal sole, i blu degli abissi e le nuance aranciate, incendiate da bagliori. Laddove balena il nero è ridotto a linea e guizzo incessante, con un incedere istintivo e fulmineo, valore segnico e materico che si riverbera nella morbida e soffusa atmosfera. I colori sciamano autonomi e slegati dalla mimesi della realtà, cercano un riscontro nei titoli, una sintomatica richiesta di concretezza, la quale assurge a pretesto prefigurando storie, intessendo eventi immersi in ambienti liquidi o gassosi che alla stregua di note musicali sviluppano una rapsodia ancestrale ed emozionale. L'acquarello vive il presente, non può tornare indietro, solo avanzare e diluire ogni tonalità, si scontra con il filamentoso acrilico il cui rapido essiccarsi ferma quell'istante, quel momento impalpabile e leggero dell'emozione. In Luisa, energia mentale ed emotiva, coesistono l'aria e l'acqua. La prima crea spazi, separa, cerca di definire chiaramente la visione, in perenne movimento non si afferra, la si sente sulla propria pelle e porta con sé il profumo e i suoni del Mediterraneo. La seconda in perenne trasformazione, echeggia l'infrangersi del mare sulla riva, veloce, precipitosa scorre e trascina ogni cosa, assorbe e si disperde oltre i confini per legarsi e unirsi in un unico atavico abbraccio.
Un territorio mediterraneo esplorato anche da Ida Rosa Scotti, ma con la grevità della terra e la forza del fuoco. Energia fisica e vitale in Ida. La pietra è affrontata con impegno fisico, un corpo a corpo e una lotta che placano la sua profonda ed inesauribile tempra. Il fuoco ribolle nella terra, esuberanza ancestrale che vive al suo interno con la speranza di uscire, di ardere e disperdersi nell'aria scaldandola, per salire sempre più in alto, verso l'assoluto, essenza totale. Un fuoco che cerca di slegarsi, elevarsi dalla terra, che scava nelle viscere arenarie per liberarsi e arrivare all'anima delle cose. Un pressante bisogno di agire che non dà voce ai delicati sentimenti. E allora, senza sosta, si susseguono sculture su sculture, si cerca di far emergere l'unicità minimale della geometria, nei confronti del collettivo, dell'altro. Incontri, dialoghi, combattimenti in cui si scopre di essere diversi e in alcuni punti uguali, laddove la personalità cerca di affermarsi attraverso l'azione, la quale dà forma e contenuto al vigore confuso e indefinito che spinge a differenziarsi, ad affermare se stessi. Lo slancio vitale cerca di affiorare dal fondo, dalla buia notte, dalla massa omogenea della pietra e si fa spazio, si differenzia come elemento individuale per consolidarsi. Allorché si ferma, si cristallizza e costruisce qualcosa di più definito, di tangibile. Il tempo dell'impeto è qui condotto al tempo dell'attesa, incontro con l'altro, che non è più nemico o amante, ma si rivela uguale a se stesso. Quelle anime che possono apparire scomposte, ad incastro, abbracciate o scisse, in lotta o in dialogo fanno intravedere la luce, una fenditura, un'apertura e passaggio tagliante. La visione qui si fa aptica, un “toccare” con l’occhio le forme di vita che scorrono sulla grana fine e sulla spugnosa superficie. La pietra ci conduce a quel luogo di calma e contemplazione, è presente, blocca un attimo e si lasciaDipinti di Luisa Fontalba e sculture di Ida Rosa Scotti in dialogo tra loro toccare, ama le carezze e le mani che ascoltano gli spessori, le superfici ruvide o lisce. Dinnanzi all'acqua, al cielo di Luisa Fontalba, qui le arenarie pugliesi di Ida Rosa Scotti hanno il colore della sabbia, tonalità argentee e lattescenti, ove la luce sulla porosa pelle incespica creando materici giochi chiaroscurali.
Luisa e Ida, l'aria e la terra, l'impalpabile e la concretezza si pongono l’una rispetto all’altra in un dialogo incessante. Mondi di confine, luogo fra le terre, che vibrano l’una nell’altra con la conseguente perdita e, al contempo, esaltazione dei propri elementi mediterranei.
Sonia Patrizia Catena
09
marzo 2017
Luisa Fontalba / Ida Rosa Scotti – Poetiche mediterranee
Dal 09 al 30 marzo 2017
arte contemporanea
Location
INSTITUTO CERVANTES
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 15:00 alle 19:00
Vernissage
9 Marzo 2017, h. 18
Autore
Curatore