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Graham Hudson – I’m empty like a vegetable
L’artista inglese, principalmente noto per installazioni site specific di grandi dimensioni, presenterà negli spazi della galleria un nuovo corpo di opere che comprenderanno per la prima volta una serie di lavori pittorici, oltre che installazioni e video realizzati tra il 2014 e il 2017.
Comunicato stampa
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Monitor è lieta di annunciare una nuova mostra personale di Graham Hudson (Sussex, 1977) che torna ad esporre in Italia a più di sei anni di distanza.
1528 circa. Il marchese Fonda della Repubblica di Genova, ha tentato di rovesciare il governo aristocratico al fine di consentire ai cittadini comuni di eleggere doge e Senato, ma i suoi sforzi sono falliti. Bollato come traditore, lascia il paese passando per la Francia e i Paesi Bassi. La famiglia Fonda si stabilisce così nei pressi di New York, combattendo nella rivoluzione americana e nella guerra civile. Henry Fonda si arruola nella Marina degli Stati Uniti per combattere nel Pacifico, per cui riceverà una Stella di Bronzo e una citazione del presidente Roosvelt, così come si vede nel film 'The Bulge' e 'Il giorno più lungo'.
La figlia di Fonda, Jayne, viene chiamata come la sua antenata, la terza moglie di Enrico VIII, Lady Jayne Seymour.
Sua madre, Frances Seymour, internata in un sanatorio per depressione, si taglia la gola con una lama di rasoio quando Jayne ha dodici anni. Nel 1957, appena maggiorenne, Jayne Fonda si trasferisce a Parigi per diventare pittrice, ispirata dal sogno dell'avanguardia radicale.
Incontra Roger Vadim e Brigitte Bardot (che in seguito si sposarono) che come lei iniziano ad entrare in contatto con la cultura e la politica della ‘Rive Gauche'. Dopo tre mesi però la ragazza è costretta a lasciare Parigi, a seguito di un piccolo scandalo per aver posato nuda per un fotografo. A questo punto Jane segue il padre a Hollywood, firmando un contratto con uno studio ed entrando così nel mondo spietato dello star system americano.
"Per il mio primo film, Jack Warner ha voluto tingermi i capelli, mi ha messo in un corsetto, un reggiseno imbottito, mi ha fatto rompere e rimettere a posto la mia mandibola affinchè avessi una linea più morbida, e non so che altro.
Ogni studio voleva la propria personale versione di Marilyn Monroe”.
Nel corso degli anni, Jane Fonda torna regolarmente in Europa, fidanzandosi nel 1965 con Vadim, che la dirigerà in Barbarella nel 1968. Da sex symbol a donna politicamente impegnata -la più affascinante protagonista del disimpegno americano, come qualcuno la definì-, la Fonda sostiene il movimento delle Pantere Nere e affianca i vietcong per incoraggiare l' ammutinamento tra i militari americani in Vietnam (da qui il soprannome Jane Hanoi). Con la solita ironia che la distingue, la Fonda ricorda di quel periodo:
"Il mio unico rammarico è di non essere andata a letto con Che Guevara”.
Il 2018 segnerà il 50° anniversario degli eventi del 1968 e il 2028 sarà il 500° anniversario dai fatti del 1528. (Graham Hudson, appunti sparsi).
Il nuovo progetto di Hudson si struttura dunque intorno alla mitica figura dell’attrice americana.
L’artista inglese utilizza infatti il personaggio e la storia emblematica della Fonda per introdurre una serie di tematiche legate alla politica attuale, rivelando uno stretto legame tra ciò che succedeva nel 1968 in Europa e cio' che sta accadendo oggi nello stesso continente: dalla nascita dei recenti movimenti populisti, al grande dibattito sorto di fronte alla questione della sicurezza della società occidentale.
L’artista inglese, principalmente noto per installazioni site specific di grandi dimensioni (Material Presence, 176/ Zabludowicz Collection,Londra, 2008, ROCRO Ape., 2012, Museo MACRO Roma) presenterà negli spazi della galleria un nuovo corpo di opere che comprenderanno per la prima volta una serie di lavori pittorici, oltre che installazioni e video realizzati tra il 2014 e il 2017.
Partendo dalla bellezza iconica dell’attrice, nella serie di dipinti che la ritraggono nelle varie fasi della sua lunghissima e trasversale carriera, Hudson mostra una Fonda spersonalizzata dallo star sistema di Hollywood.
Le sculture e il lavoro video presenti in mostra, delineeranno un filo conduttore incentrato sulla radicalizzazione non solo nella storia politica ma anche nella storia dell’arte contemporanea, come se, mezzo secolo dopo gli avvenimenti del '68, fossimo arrivati nuovamente a fare un punto sulle istanze sociali, politiche culturali di un’ epoca.
1528 circa. Il marchese Fonda della Repubblica di Genova, ha tentato di rovesciare il governo aristocratico al fine di consentire ai cittadini comuni di eleggere doge e Senato, ma i suoi sforzi sono falliti. Bollato come traditore, lascia il paese passando per la Francia e i Paesi Bassi. La famiglia Fonda si stabilisce così nei pressi di New York, combattendo nella rivoluzione americana e nella guerra civile. Henry Fonda si arruola nella Marina degli Stati Uniti per combattere nel Pacifico, per cui riceverà una Stella di Bronzo e una citazione del presidente Roosvelt, così come si vede nel film 'The Bulge' e 'Il giorno più lungo'.
La figlia di Fonda, Jayne, viene chiamata come la sua antenata, la terza moglie di Enrico VIII, Lady Jayne Seymour.
Sua madre, Frances Seymour, internata in un sanatorio per depressione, si taglia la gola con una lama di rasoio quando Jayne ha dodici anni. Nel 1957, appena maggiorenne, Jayne Fonda si trasferisce a Parigi per diventare pittrice, ispirata dal sogno dell'avanguardia radicale.
Incontra Roger Vadim e Brigitte Bardot (che in seguito si sposarono) che come lei iniziano ad entrare in contatto con la cultura e la politica della ‘Rive Gauche'. Dopo tre mesi però la ragazza è costretta a lasciare Parigi, a seguito di un piccolo scandalo per aver posato nuda per un fotografo. A questo punto Jane segue il padre a Hollywood, firmando un contratto con uno studio ed entrando così nel mondo spietato dello star system americano.
"Per il mio primo film, Jack Warner ha voluto tingermi i capelli, mi ha messo in un corsetto, un reggiseno imbottito, mi ha fatto rompere e rimettere a posto la mia mandibola affinchè avessi una linea più morbida, e non so che altro.
Ogni studio voleva la propria personale versione di Marilyn Monroe”.
Nel corso degli anni, Jane Fonda torna regolarmente in Europa, fidanzandosi nel 1965 con Vadim, che la dirigerà in Barbarella nel 1968. Da sex symbol a donna politicamente impegnata -la più affascinante protagonista del disimpegno americano, come qualcuno la definì-, la Fonda sostiene il movimento delle Pantere Nere e affianca i vietcong per incoraggiare l' ammutinamento tra i militari americani in Vietnam (da qui il soprannome Jane Hanoi). Con la solita ironia che la distingue, la Fonda ricorda di quel periodo:
"Il mio unico rammarico è di non essere andata a letto con Che Guevara”.
Il 2018 segnerà il 50° anniversario degli eventi del 1968 e il 2028 sarà il 500° anniversario dai fatti del 1528. (Graham Hudson, appunti sparsi).
Il nuovo progetto di Hudson si struttura dunque intorno alla mitica figura dell’attrice americana.
L’artista inglese utilizza infatti il personaggio e la storia emblematica della Fonda per introdurre una serie di tematiche legate alla politica attuale, rivelando uno stretto legame tra ciò che succedeva nel 1968 in Europa e cio' che sta accadendo oggi nello stesso continente: dalla nascita dei recenti movimenti populisti, al grande dibattito sorto di fronte alla questione della sicurezza della società occidentale.
L’artista inglese, principalmente noto per installazioni site specific di grandi dimensioni (Material Presence, 176/ Zabludowicz Collection,Londra, 2008, ROCRO Ape., 2012, Museo MACRO Roma) presenterà negli spazi della galleria un nuovo corpo di opere che comprenderanno per la prima volta una serie di lavori pittorici, oltre che installazioni e video realizzati tra il 2014 e il 2017.
Partendo dalla bellezza iconica dell’attrice, nella serie di dipinti che la ritraggono nelle varie fasi della sua lunghissima e trasversale carriera, Hudson mostra una Fonda spersonalizzata dallo star sistema di Hollywood.
Le sculture e il lavoro video presenti in mostra, delineeranno un filo conduttore incentrato sulla radicalizzazione non solo nella storia politica ma anche nella storia dell’arte contemporanea, come se, mezzo secolo dopo gli avvenimenti del '68, fossimo arrivati nuovamente a fare un punto sulle istanze sociali, politiche culturali di un’ epoca.
15
marzo 2017
Graham Hudson – I’m empty like a vegetable
Dal 15 marzo al 22 aprile 2017
arte contemporanea
Location
MONITOR
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Orario di apertura
Da martedì a sabato, h 13.00 - 19.00
Vernissage
15 Marzo 2017, h 19.00 - 21.00
Autore