È una lezione artistica e umana che ancora pochi conoscono, una pagina di storia dell’arte che non ha ancora ottenuto, a mezzo secolo dalla sua straordinaria espressione, il giusto spazio nei percorsi espositivi delle istituzioni culturali lombarde. Così Michele Tavola, critico d’arte e membro della giuria del Premio Morlotti Imbersago 2016, spiega il riconoscimento alla carriera assegnato a Giansisto Gasparini, classe 1924, esponente di spicco del Realismo esistenziale, uno dei movimenti artistici e culturali più significativi e interessanti della Milano di metà Novecento.
All’estro anticipatore e visionario di Gasparini la Leogalleries dedica una personale dal 9 al 25 febbraio. Una nutrita carrellata di opere: dall’intimo e commovente ritratto dell’anziana nonna, datato 1943, alle tele che rielaborano in maniera originale e suggestiva la lezione di Francis Bacon, le carni appese e le carcasse di animali del ciclo “Macelleria” e poi ancora gli sguardi penetranti di alti prelati e cardinali. «Fu uno dei primi in Italia a metabolizzare l’arte di Bacon e a rispondere immediatamente a quel tipo di sollecitazioni con un linguaggio personale», continua Tavola. Presenti in mostra anche un angolo perduto e attuale di Milano, crocevia di fili elettrici, segno di una ricostruzione ancora agli albori e il provocatorio “Lo spogliarello” del 1978. Un mondo travagliato e in ricerca, quello raccontato da Giansito Gasparini, palcoscenico delle paure e dei travagli umani, con il tema della città e del mondo del lavoro, ma anche le lotte sociali e le contestazioni delle fabbriche.
Giovedì 9 febbraio, alle 18.30, Michele Tavola, curatore della mostra, sarà presente all’inaugurazione.