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Andrea Pescio – The imagined line. La linea e il segno
La Galleria Pirra presenta una personale, a cura di Simonetta Pavanello, dell’artista novarese Andrea Pescio.
In mostra oltre venti opere, anche di grandi dimensioni, realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la grafite o l’acquerello e inconsuete come la penna Bic.
Comunicato stampa
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L'artista è niente senza il dono, e il dono è niente senza il lavoro.
Émile Zola
Nell’essenzialismo di Émile Zola si raffrontano due valori che definiscono e racchiudono il concetto di arte promosso dall’artista novarese Andrea Pescio.
Il dono, senza dubbio si esplicita nella straordinaria capacità tecnica ed esecutiva che contraddistingue le sue opere, mentre il lavoro identifica l’uomo che di fronte all’arte si disciplina e si mette al suo servizio.
Il percorso di studi si invera dal liceo artistico all’Accademia di Brera, prendendo in seguito una deriva che lo porterà a stretto contatto con l’ambiente della moda.
Milano diventa la città che per molti anni lo vede impegnato nell’high fashion con marchi celebri per i quali dipinge stoffe di rara bellezza e purezza stilistica.
Nascono collezioni prestigiose che lo impegnano sempre di più e sempre di più lo allontanano dalla sua vera vocazione di artista. Inizia a riunire quelli che diventeranno i “Cahiers di tendenza”, una raccolta di alcuni volumi che contengono disegni, stoffe dipinte, modelli e foto legati in una texture elegante nella quale prevale la ricercatezza della linea e della forma.
Qui testerà l’uso dell’acquerello, imparato sul tessuto prima ancora che sulla carta. L’ambiente è stressante ma paga molto e questo gli consente di studiare in modo sempre più approfondito l’uso del colore, dei materiali e soprattutto del disegno.
Lo attraggono gli acquerelli post transavanguardisti di Francesco Clemente, Van Gogh lo affascina con le opere meno esibite, le gouache di Martigny per inderci. Approfondisce ed esalta le sue doti innate di grande disegnatore, affinate da un gusto elegante e ricercato del colore.
L’incontro tra arte e moda in cui Andrea Pescio affonda le radici, si contraddistingue nella capacità di sospendere le sue figure in uno status elettivo, che sull’orma delle Avanguardie novecentesche, prosegue con un impulso creativo intimo e raffinato.
La mostra apre un percorso fruibile attraverso le diverse tecniche che mettono in relazione la maestria e la padronanza del mezzo, qualunque esso sia, dalla grafite all’acquerello alla penna Bic, la traccia stilistica è sempre evidente nell’intenzione segnica e intellettiva.
Nella piccola collezione di grafite troviamo in nuce la linea pragmatica che contraddistingue le opere su juta, caratterizzate dallo sfondo a tappezzeria che compenetra l’immagine disegnata.
Gli acquerelli sono evanescenti istantanee di un backstage immaginario, figure ritratte in pose improbabili e mise teatrali, avvolte nell’eleganza di pizzi appena suggeriti. Sono personaggi raccolti in un mondo rarefatto, dove l’umano si confronta con un bestiario di élite favolistica.
Anticipano il racconto riproposto in modo minuzioso nelle grandi tele disegnate a penna Bic, tecnica che l’artista predilige ormai da tempo. Si aprono scenari fantastici, volti celestiali contrassegnati da un popolo faunistico sotteso che si rileva nel gioco di chiaro scuro sempre molto accurato.
Anche il tessuto degli abiti diventa un incastro di geometriche variazioni tonali, qui l’esperienza pregressa nell’ambito della moda si manifesta palesemente nella scelta accurata degli abiti e delle tappezzerie del fondo.
L’occhio attento allora coglierà l’allegoria di mondi paralleli che abitano i personaggi, il soffio vitale col quale l’artista anima le sue storie.
Émile Zola
Nell’essenzialismo di Émile Zola si raffrontano due valori che definiscono e racchiudono il concetto di arte promosso dall’artista novarese Andrea Pescio.
Il dono, senza dubbio si esplicita nella straordinaria capacità tecnica ed esecutiva che contraddistingue le sue opere, mentre il lavoro identifica l’uomo che di fronte all’arte si disciplina e si mette al suo servizio.
Il percorso di studi si invera dal liceo artistico all’Accademia di Brera, prendendo in seguito una deriva che lo porterà a stretto contatto con l’ambiente della moda.
Milano diventa la città che per molti anni lo vede impegnato nell’high fashion con marchi celebri per i quali dipinge stoffe di rara bellezza e purezza stilistica.
Nascono collezioni prestigiose che lo impegnano sempre di più e sempre di più lo allontanano dalla sua vera vocazione di artista. Inizia a riunire quelli che diventeranno i “Cahiers di tendenza”, una raccolta di alcuni volumi che contengono disegni, stoffe dipinte, modelli e foto legati in una texture elegante nella quale prevale la ricercatezza della linea e della forma.
Qui testerà l’uso dell’acquerello, imparato sul tessuto prima ancora che sulla carta. L’ambiente è stressante ma paga molto e questo gli consente di studiare in modo sempre più approfondito l’uso del colore, dei materiali e soprattutto del disegno.
Lo attraggono gli acquerelli post transavanguardisti di Francesco Clemente, Van Gogh lo affascina con le opere meno esibite, le gouache di Martigny per inderci. Approfondisce ed esalta le sue doti innate di grande disegnatore, affinate da un gusto elegante e ricercato del colore.
L’incontro tra arte e moda in cui Andrea Pescio affonda le radici, si contraddistingue nella capacità di sospendere le sue figure in uno status elettivo, che sull’orma delle Avanguardie novecentesche, prosegue con un impulso creativo intimo e raffinato.
La mostra apre un percorso fruibile attraverso le diverse tecniche che mettono in relazione la maestria e la padronanza del mezzo, qualunque esso sia, dalla grafite all’acquerello alla penna Bic, la traccia stilistica è sempre evidente nell’intenzione segnica e intellettiva.
Nella piccola collezione di grafite troviamo in nuce la linea pragmatica che contraddistingue le opere su juta, caratterizzate dallo sfondo a tappezzeria che compenetra l’immagine disegnata.
Gli acquerelli sono evanescenti istantanee di un backstage immaginario, figure ritratte in pose improbabili e mise teatrali, avvolte nell’eleganza di pizzi appena suggeriti. Sono personaggi raccolti in un mondo rarefatto, dove l’umano si confronta con un bestiario di élite favolistica.
Anticipano il racconto riproposto in modo minuzioso nelle grandi tele disegnate a penna Bic, tecnica che l’artista predilige ormai da tempo. Si aprono scenari fantastici, volti celestiali contrassegnati da un popolo faunistico sotteso che si rileva nel gioco di chiaro scuro sempre molto accurato.
Anche il tessuto degli abiti diventa un incastro di geometriche variazioni tonali, qui l’esperienza pregressa nell’ambito della moda si manifesta palesemente nella scelta accurata degli abiti e delle tappezzerie del fondo.
L’occhio attento allora coglierà l’allegoria di mondi paralleli che abitano i personaggi, il soffio vitale col quale l’artista anima le sue storie.
23
febbraio 2017
Andrea Pescio – The imagined line. La linea e il segno
Dal 23 febbraio al 26 marzo 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE PIRRA
Torino, Corso Vittorio Emanuele II, 82, (Torino)
Torino, Corso Vittorio Emanuele II, 82, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 9,30-12,30; 15,30-19,30.
Domenica 10-12,30
Vernissage
23 Febbraio 2017, ore 18
Autore
Curatore