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Come posso
mostra collettiva
Comunicato stampa
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Le opere d’arte molto frequentemente vengono modificate, si adeguando alle emozioni e sensazioni di chi le crea e, come ogni uomo, sono tutte diverse. Essendo il frutto delle emozioni più intime dell’uomo, cambiano quando lui lo impone e divengono espressione sempre diversa. All’inizio del nuovo anno si è deciso di avviare un‘esposizione provocatoria, in un periodo in cui è così tanto difficile cambiare e ricominciare con opere d’arte particolari che detengono stratificazioni importanti e grandi cambiamenti. Quattro artisti sono i prescelti per parlare di cambiamento, Franco Bulfarini, Saverio Feligini, Maco Lazzarini, Daniela Tollis che sui testi di una citazione del film ‘Invictus’ hanno mostrato la loro diversità tra tecniche essenziali e maestria complessa. Opere per nulla convenzionali sono esposizione, in un percorso raffinato ed innovativo, semplice ed intricato insieme, tra innovazione e convenzionalità esito inevitabile dei cambiamenti che tutti viviamo e vorremmo attuare. Il titolo dell’esposizione è uno sprono ad operare perché c’è SEMPRE qualcosa da fare e nessun cambiamento è impossibile.
Franco Bulfarini si avvale del suo forte legame con il sociale e il contesto umano per creare opere intense ed attente, ricercate e sempre ben studiate. Avviando le sue creazioni con l’iperrealismo è proteso nella ricerca continua di un senso, di un perchè al nostro operare avviando una esplorazione cosmica sino alla creazione del ’determinismo estetico‘. Creativo di grande portata, tra astrazione e figurazione si avvale, in particolare, di quella che definisce ‘figurazione avveniristica’ con l’obiettivo di porre l’osservatore in una dimensione diversa. Lungi dal rappresentare lo spazio, si avvale di immagini costruite dalla sua mente rese con opere squadrate che raccolgono e contengono forme circolari con cui si intersecano altre geometrie in un tripudio di concettualità che intrigano e lasciano riflettere l‘osservatore. Ogni opera d’arte è un piccolo cosmo, sia a livello interiore poiché frutto di studi, riflessioni e pensieri, che a livello esteriore perché piccolo concentrato di un mondo ideale infinito. Continuamente teso a rappresentare la luce, con i toni trova e giunge in luoghi inesplorati aprendo sempre lunghe riflessioni.
Saverio Feligini intrappola l’osservatore in dimensioni sempre diverse. Librando i protagonisti in spazi ideali si assiste ad una vaghezza così soave e leggera davanti alle sue opere da restare lì, per ore, a guardare tentando di coglierne il particolare. Colori sempre simili, mai invadenti al punto di distogliere l’osservatore da un viaggio ideale in cui perdersi. I toni, le forme, la leggerezza a cui si assiste divengono trappole visive dalle quali piuttosto che liberarsi si vorrebbe restare ed essere mai svincolati.
Marco Lazzarini è una mano matura ed esperta che racconta dei paesaggi della sua terra attraverso piccoli tratteggi. Una tecnica corposa ma leggera, resa dallo spessore addensante del colore identifica paesaggi caldi, vividi, soleggiati. Apparentemente astratti i dipinti di Lazzarini si apprezzano da lontano poiché da vicino si coglie la tecnica, quello spatolato piccolo ed intenso che prende forma ad ogni passo indietro, come per magia compaiono viali, case, barche. Ed allora pare di essere confusi, più ci si allontana e più compaiono dettagli, come in un fantastico gioco a cui si aggiungono odori, tatto ed emozioni a completare la grandezza di piccole grandi creazioni.
Daniela Tollis realizza i suoi cambiamenti attraverso un’arte leggera e leggiadra insieme. Tanta innovazione e particolarità si percepiscono in un’arte ruvida solo al tatto e protetta dalla linearità del plexiglass. Astratta e concettuale la sua carta washi realizzata a mano nasce naturalmente, senza stimoli particolari, poiché tutto è custodito nel suo animo. Attratta dai libri riesce a dare corpo alla leggerezza della carta attraverso la creazione di libri d’arte che sono pagine non scritte in cui la tramatura, le velature, le sovrapposizioni e le trasparenze parlano senza null’altro aggiungere creando la trama del libro. Avvalendosi di laboratori crea da sola la carta con una facilità innata poiché l’arte le appartiene talmente profondamente che tutto è spontaneo. Toni sempre eleganti e mai invadenti e veli di carta abbracciati dal plexiglass sono i protagonisti di un mondo speciale in cui la creazione sta non nella mente dell’artista come nelle altre forme d’arte, ma nella mano laboriosa e creatrice che in laboratorio vive come un bozzolo per poi librarsi come rara farfalla.
[.…]Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono, come posso chiedere agli altri di cambiare?
Invictus, film statunitense del 2009 di Clint Eastwood
Franco Bulfarini si avvale del suo forte legame con il sociale e il contesto umano per creare opere intense ed attente, ricercate e sempre ben studiate. Avviando le sue creazioni con l’iperrealismo è proteso nella ricerca continua di un senso, di un perchè al nostro operare avviando una esplorazione cosmica sino alla creazione del ’determinismo estetico‘. Creativo di grande portata, tra astrazione e figurazione si avvale, in particolare, di quella che definisce ‘figurazione avveniristica’ con l’obiettivo di porre l’osservatore in una dimensione diversa. Lungi dal rappresentare lo spazio, si avvale di immagini costruite dalla sua mente rese con opere squadrate che raccolgono e contengono forme circolari con cui si intersecano altre geometrie in un tripudio di concettualità che intrigano e lasciano riflettere l‘osservatore. Ogni opera d’arte è un piccolo cosmo, sia a livello interiore poiché frutto di studi, riflessioni e pensieri, che a livello esteriore perché piccolo concentrato di un mondo ideale infinito. Continuamente teso a rappresentare la luce, con i toni trova e giunge in luoghi inesplorati aprendo sempre lunghe riflessioni.
Saverio Feligini intrappola l’osservatore in dimensioni sempre diverse. Librando i protagonisti in spazi ideali si assiste ad una vaghezza così soave e leggera davanti alle sue opere da restare lì, per ore, a guardare tentando di coglierne il particolare. Colori sempre simili, mai invadenti al punto di distogliere l’osservatore da un viaggio ideale in cui perdersi. I toni, le forme, la leggerezza a cui si assiste divengono trappole visive dalle quali piuttosto che liberarsi si vorrebbe restare ed essere mai svincolati.
Marco Lazzarini è una mano matura ed esperta che racconta dei paesaggi della sua terra attraverso piccoli tratteggi. Una tecnica corposa ma leggera, resa dallo spessore addensante del colore identifica paesaggi caldi, vividi, soleggiati. Apparentemente astratti i dipinti di Lazzarini si apprezzano da lontano poiché da vicino si coglie la tecnica, quello spatolato piccolo ed intenso che prende forma ad ogni passo indietro, come per magia compaiono viali, case, barche. Ed allora pare di essere confusi, più ci si allontana e più compaiono dettagli, come in un fantastico gioco a cui si aggiungono odori, tatto ed emozioni a completare la grandezza di piccole grandi creazioni.
Daniela Tollis realizza i suoi cambiamenti attraverso un’arte leggera e leggiadra insieme. Tanta innovazione e particolarità si percepiscono in un’arte ruvida solo al tatto e protetta dalla linearità del plexiglass. Astratta e concettuale la sua carta washi realizzata a mano nasce naturalmente, senza stimoli particolari, poiché tutto è custodito nel suo animo. Attratta dai libri riesce a dare corpo alla leggerezza della carta attraverso la creazione di libri d’arte che sono pagine non scritte in cui la tramatura, le velature, le sovrapposizioni e le trasparenze parlano senza null’altro aggiungere creando la trama del libro. Avvalendosi di laboratori crea da sola la carta con una facilità innata poiché l’arte le appartiene talmente profondamente che tutto è spontaneo. Toni sempre eleganti e mai invadenti e veli di carta abbracciati dal plexiglass sono i protagonisti di un mondo speciale in cui la creazione sta non nella mente dell’artista come nelle altre forme d’arte, ma nella mano laboriosa e creatrice che in laboratorio vive come un bozzolo per poi librarsi come rara farfalla.
[.…]Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono, come posso chiedere agli altri di cambiare?
Invictus, film statunitense del 2009 di Clint Eastwood
24
gennaio 2017
Come posso
Dal 24 gennaio al 07 febbraio 2017
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE ZEROUNO
Barletta, Via Indipendenza, 1, (Barletta-andria-trani)
Barletta, Via Indipendenza, 1, (Barletta-andria-trani)
Orario di apertura
lun- ven. 17.30 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso.
Vernissage
24 Gennaio 2017, ore 18.00
Autore