Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Clara Orlandi – Tjukurpa e Daidirri
Nelle opere di Clara si avverte molto chiaramente che nel dipingere non ci sono ripensamenti o incertezze, ma semplici riferimenti con quel mondo antico, dove c’è una verità nascosta che ognuno di noi può riscoprire proprio attraverso questi suoi racconti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tjukurpa e Daidirri nelle opere di Clara Orlandi
Clara Orlandi attraverso questa Mostra ci introduce nel mondo fantastico del “Daidirri” . Una mostra-evento che vuole essere un omaggio a questo popolo, al popolo del “Tjukurpa ovvero Tempo del Sogno”.
Lei stessa all’inizio del suo brevissimo racconto autobiografico afferma: “le mie tele raccontano storie: storie che sono in cammino, proprio come il walk-about degli aborigeni; si svolgono nel momento stesso in cui acquistano forma mentre si muovono sulla tela”. L’arte aborigena sebbene molto distante dalla cultura orientale, ha qualche riferimento con l’arte zen del Sumi-e cino-giapponese. Il Sumi-e non è solo un’arte pittorica, come si intende in occidente, ma è uno strumento per entrare in sintonia con le leggi della natura e con le leggi dell’Universo; proprio come l’arte aborigena che della natura ne fa una convivenza strettamente legata alle sue leggi, un riscontro di due poli opposti del pianeta, che converge nello stesso percorso.
Infatti l’arte aborigena (“aborigeno” deriva dal latino ab origine e significa “fin dall’origine”) è un linguaggio che riflette anch’esso le leggi della natura in assoluta sintonia con le leggi dell’universo, e nella sua immensa e antica conoscenza esprime i suoi 50.000 anni di storie e di simboli sempre legati al vissuto della loro terra. Là dove il rapporto con la natura è diretto e profondamente viscerale e, Clara Orlandi ha saputo interpretarlo con quello spirito di ricerca interiore, come fece Antonin Artaud nella narrazione del suo incontro con gli indios in Messico “Nel paese dei Tarahumara” o ancora più direcente Marlo Morgan, nel suo romanzo autobiografico ambientato nell’Australia degli aborigeni: “E venne chiamata Due Cuori”.
Clara Orlandi attraverso questa Mostra ci introduce nel mondo fantastico del “Daidirri” . Una mostra-evento che vuole essere un omaggio a questo popolo, al popolo del “Tjukurpa ovvero Tempo del Sogno”.
Lei stessa all’inizio del suo brevissimo racconto autobiografico afferma: “le mie tele raccontano storie: storie che sono in cammino, proprio come il walk-about degli aborigeni; si svolgono nel momento stesso in cui acquistano forma mentre si muovono sulla tela”. L’arte aborigena sebbene molto distante dalla cultura orientale, ha qualche riferimento con l’arte zen del Sumi-e cino-giapponese. Il Sumi-e non è solo un’arte pittorica, come si intende in occidente, ma è uno strumento per entrare in sintonia con le leggi della natura e con le leggi dell’Universo; proprio come l’arte aborigena che della natura ne fa una convivenza strettamente legata alle sue leggi, un riscontro di due poli opposti del pianeta, che converge nello stesso percorso.
Infatti l’arte aborigena (“aborigeno” deriva dal latino ab origine e significa “fin dall’origine”) è un linguaggio che riflette anch’esso le leggi della natura in assoluta sintonia con le leggi dell’universo, e nella sua immensa e antica conoscenza esprime i suoi 50.000 anni di storie e di simboli sempre legati al vissuto della loro terra. Là dove il rapporto con la natura è diretto e profondamente viscerale e, Clara Orlandi ha saputo interpretarlo con quello spirito di ricerca interiore, come fece Antonin Artaud nella narrazione del suo incontro con gli indios in Messico “Nel paese dei Tarahumara” o ancora più direcente Marlo Morgan, nel suo romanzo autobiografico ambientato nell’Australia degli aborigeni: “E venne chiamata Due Cuori”.
27
gennaio 2017
Clara Orlandi – Tjukurpa e Daidirri
Dal 27 gennaio al 09 febbraio 2017
arte contemporanea
Location
HARA – OLISTIC ARTS ACADEMY
Roma, Via Dei Salumi, 51, (Roma)
Roma, Via Dei Salumi, 51, (Roma)
Orario di apertura
da Lunedì a Domenica ore 9.30-13.30 - 15.30-19
Vernissage
27 Gennaio 2017, ore 19.00
Autore
Curatore