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Federico Lombardo / Massimiliano Mirabella – Portraits
doppia personale
Comunicato stampa
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“Se non lo stesso disegnatore, è il disegno a essere cieco".
Questo tema paradossale, per non dire provocatorio, è stato lanciato dal filosofo Jacques Derrida negli anni Novanta. Non si tratta di presentare direttamente il disegnatore e, l’artista visuale in genere, come un cieco, ma di riflettere su ciò che ha potuto portare il disegnatore a interessarsi alla vista, e questo va da sé, ma anche alle mani. Interessandosi all’occhio e alla mano, dunque il gesto, il disegnatore è già nella situazione della riflessione speculare. Coglie se stesso come un possibile cieco, qualcuno che cammina con la mano, se si può dire così, che lavora con la mano. Tale interesse del disegnatore per lo sguardo conduce alla questione del ritratto, vale a dire dell’artista che cerca di sorprendersi mentre disegna, dipinge, fotografa se stesso o un possibile modello. La direzione dello sguardo, la posizione del volto, ci danno tuttavia degli indizi che lasciano supporre la presenza dello specchio. Nel ritratto, e ancora di più nell’autoritratto, l’artista visuale assegna allo spettatore il posto dello specchio. Acceca se stesso, maschera il suo specchio consegnandosi allo sguardo dell’altro e installando l’altro al posto dello specchio. Pur seguendo un modello, nel momento in cui crea, l’artista avanza nel buio perché la produzione artistica avanza nell’invisibilità. D’altra parte, il tratto è esso stesso invisibile.
Il tratto è ciò che separa, che sceglie; è l’intervallo e, in quanto tale, non è visibile. L’esperienza della creazione è la prova, per antonomasia, di tale invisibilità nella misura in cui il disegnatore e l’artista visuale in genere, viene presentato frequentemente come colui che vede.
Questo tema paradossale, per non dire provocatorio, è stato lanciato dal filosofo Jacques Derrida negli anni Novanta. Non si tratta di presentare direttamente il disegnatore e, l’artista visuale in genere, come un cieco, ma di riflettere su ciò che ha potuto portare il disegnatore a interessarsi alla vista, e questo va da sé, ma anche alle mani. Interessandosi all’occhio e alla mano, dunque il gesto, il disegnatore è già nella situazione della riflessione speculare. Coglie se stesso come un possibile cieco, qualcuno che cammina con la mano, se si può dire così, che lavora con la mano. Tale interesse del disegnatore per lo sguardo conduce alla questione del ritratto, vale a dire dell’artista che cerca di sorprendersi mentre disegna, dipinge, fotografa se stesso o un possibile modello. La direzione dello sguardo, la posizione del volto, ci danno tuttavia degli indizi che lasciano supporre la presenza dello specchio. Nel ritratto, e ancora di più nell’autoritratto, l’artista visuale assegna allo spettatore il posto dello specchio. Acceca se stesso, maschera il suo specchio consegnandosi allo sguardo dell’altro e installando l’altro al posto dello specchio. Pur seguendo un modello, nel momento in cui crea, l’artista avanza nel buio perché la produzione artistica avanza nell’invisibilità. D’altra parte, il tratto è esso stesso invisibile.
Il tratto è ciò che separa, che sceglie; è l’intervallo e, in quanto tale, non è visibile. L’esperienza della creazione è la prova, per antonomasia, di tale invisibilità nella misura in cui il disegnatore e l’artista visuale in genere, viene presentato frequentemente come colui che vede.
09
dicembre 2016
Federico Lombardo / Massimiliano Mirabella – Portraits
Dal 09 dicembre 2016 al 07 gennaio 2017
arte contemporanea
Location
AA29 PROJECT ROOM
Caserta, Via Filippo Turati, 19, (Caserta)
Caserta, Via Filippo Turati, 19, (Caserta)
Orario di apertura
da martedì e mercoledì ore 17.30-20.00, giovedì venerdì e sabato ore 10.30-13.00 e 17.30-20.00.
Vernissage
9 Dicembre 2016, ore 18.30
Autore