05 dicembre 2008

fino all’8.XII.2008 Alex Webb Lucca, Villa Bottini

 
Scarpe da donna, décolleté con punta e tacco a spillo. Rosse, bianche, azzurre, argento. Tutte allineate lungo il diametro di un cartone a Tijuana e, all’orizzonte, una città in costruzione. Il cemento grigio e anonimo e i colori vibranti dell’umanità...

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Alex Webb (San Francisco, 1952; vive a New York) ama raccontare i contrasti. Soprattutto quando il sottofondo è di natura politica e sociale. A San Ysidro, lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Messico, inquadra un campo di erba alta e verdissima con tanti fiori gialli, un cielo inciso dalle nuvole e un elicottero sull’angolo orientale. In primo piano, due messicani con le braccia alzate mentre vengono perquisiti da agenti che li hanno sorpresi ad attraversare clandestinamente il confine.
La foto è stata scattata nel 1979 e non è un caso che sia stata scelta come icona del LDPF 2008. Intanto perché il fotografo americano è lo special guest di questa quarta edizione, con una retrospettiva presentata per la prima volta in Italia. Ma soprattutto perché i viaggi lungo quel confine e quelli a Haiti, nella seconda metà degli anni ‘70, sono stati determinanti per lui, sia al livello personale che professionale. Inoltre, nel 1979, dopo tre anni di collaborazione, Webb diventava fotografo associato della mitica Agenzia Magnum. Una carriera brillante, coronata di premi e riconoscimenti internazionali, iniziata dopo aver frequentato il Carpenter Center for Visual Arts ed essersi laureato a Harvard in Storia e letteratura.
Alex Webb - Messicani arrestati mentre cercano di attraversare il confine con gli Stati Uniti - Messico 1979
Webb nasce nella tradizione della street photography – la fotografia in bianco e nero dei vari Cartier-Bresson, Kertész, Frank, Klein, Friedlander – ma se ne distacca, trovando proprio nei colori saturi ed esasperati una formula che non è solo stilistica. “Viaggiare ai tropici, dove i colori sono così intensi e brillanti, ha determinato una visione completamente diversa da quella a cui ero abituato, essendo cresciuto nel New England, dove tutto è permeato da un alone di grigio”, spiega l’artista. “È l’intensità del colore che si percepisce in luoghi come il Messico o Haiti. Ho iniziato a vedere differentemente quei luoghi da come li avrei guardati in bianco e nero. Ed è stato questo cambiamento nel mio modo di vedere che mi ha naturalmente portato all’utilizzo del colore. Anche tecnicamente ho scelto di lavorare con pellicole che davano più saturazione al colore, perché volevo che fosse un colpo forte per l’immagine”.
Alex Webb - Etroit - La Gonave (Haïti) 1986
Nella visione di Webb trova spazio anche il suo background culturale. Specialmente nei primi lavori, dove c’è traccia dell’amore per la letteratura: “Quando sono andato a Haiti per la prima volta, nel 1976, fui influenzato dalla lettura del romanzo ‘I Commedianti’ di Graham Greene, che mi ha affascinato da un lato e spaventato dall’altro, e comunque mi ha portato lì”. Altrove c’è l’eco dei libri di Conrad, García Márquez o Vargas Llosa: autori che hanno nutrito profondamente la sua percezione visiva.

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dal 15 novembre all’otto dicembre 2008
Alex Webb – Fotografie
Villa Bottini
Via Elisa – 55100 Lucca
Orario: da lunedì a venerdì ore 13.30-19.30; sabato, domenica e festivi ore 10-19.30
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 05835899215; www.luccadigitalphotofest.it

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