Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giuseppe Bosich – La grande Giostra
“La Grande Giostra”,opera che da titolo alla mostra e, al contempo quella di copertina, “il sogno di Empedocle” ci introducono in un racconto fatto per immagini e, percepibile solo con gli occhi e le orecchie dell’ anima, né spiegano tutto il senso, ne sono l’ essenza.Alberto Severino, Ilaria Giaco
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il ‘pianeta’ MArte Venerdì 2 Dicembre 2016, alle 19.30, presso lo Spazio MCasa, in via Cagliari 275/277, ad Oristano, presenta l’appuntamento del mese di Dicembre dal titolo ‘La Grande Giostra’, con la Personale di Pittura dell'artista Giuseppe Bosich, e in esclusiva i prodotti dell'azienda Alf da Free.
All’evento interverranno l'Artista Giuseppe Bosich, il direttore artistico di MArte dott.ssa AnnaSanna, il patron di STC GiovanniCorbia e il presidente di Morsi d’arte e curatore della mostra Alberto Severino, ospite della serata la critica d'arte Ilaria Giacobbi.
MArte 10.16
Il progetto MArte presenta il Decimo ed ultimo evento 2016 dal titolo ‘La Grande Giostra’
Nel mese di Dicembre sarà un Grandissimo Artista Pittore e scultore di eccezione il protagonista della Mostra Giuseppe Bosich, “La Grande Giostra”,opera che da titolo alla mostra e, al contempo quella di copertina, “il sogno di Empedocle” ci introducono in un racconto fatto per immagini e, percepibile solo con gli occhi e le orecchie dell’ anima, né spiegano tutto il senso, ne sono l’ essenza: le opere si susseguono con andamento sinusoidale e parallelo nella vita dell’ Uomo e in quella dell’ Artista.
Una mostra, un racconto, la VITA nella sua accezione più pura e l’ UOMO il protagonista: NASCITA, MORTE E RINASCITA, ma interiore.Il sogno di Empedocle è il lavoro più antico tra i pochi superstiti del grande rogo che distrusse il suo atelier, un segno, una prova o uno scherzo del destino, che ha fatto rinascere come la tradizione vuole la fenice dalle ceneri, più splendente e visibile a tutti.Giuseppe Bosich negli anni illuminerà la sua pittura e con essa chiunque a suo contatto sia capace di percepire, di contenere la paura della scoperta della sua condizione “d’uomo”.
Illuminarsi per staccare le catene da quella Giostra (rappresentata da un palo conficcato nel nulla), abbandonare la superficialità, il qualunquismo e decidere di scendere per uscire da un vortice di banalità e donarsi alla VERA ESISTENZA, con amore.
Una sequenza di allegorie e simboli che non va spiegata, ma va compresa, nulla può la parola dove non coglie il cuore.
Se mettessero in un sol mucchio i cuori disseccati sotto terra e se vi dessero fuoco, chi saprebbe dire quanti colori avrebbe la fiamma?
Fortunato colui che ne trova risposta.
Ilaria Giacobbi Alberto Severino
Biografia Giuseppe Bosich
Giuseppe Bosich nasce a Tempio Pausania nel 1945. Pittore, incisore, scultore, è stato docente di tecniche calcografiche e pittoriche. Attualmente lavora a Ghilarza nel suo atelier. Nel 1967 E. Rossi Ròiss cura la prima delle oltre 500 mostre che contraddistinguono la sua fortunata carriera. Nel 1965 studia calcografia (W. Piacesi, C. Leoni) e nel 1970 lavora a Milano con L. Dalla Vigna; conosce i surrealisti P. Waldberg e M. Henry e il cubista I. Kodra. Negli anni ‘80 per A. Agriesti illustra Il volo della Far/Falla e Poesie Nere; collabora per Humor Graphic e pubblica il Catalogo della grafica e delle sculture a cura di R. Modesti; illustra inoltre Libellule Scarlatte e Il Galoppo delle Stagioni di G. Pau, Micromi - tologie di Agriesti e Il Corvo di E. A. Poe. Per l’editore S’Alvure pubblica il volume monografico Sculture a cura di S. Naitza. Tra gli anni ‘90 e il 2000 stampa e cura prestigiose cartelle di incisioni: Vizi e Virtù, Lo Zodiaco, Tarocchi e Grillincubi; esce la sua seconda monografia Pitture a cura di R. Margonari e nel frattempo scrive e illustra il volume di poesie e racconti Il Buco in Gola. Negli stessi anni per M. Bua illustra Il Bestiario di Sandaliotis e Il Riso dell’Ornitorinico mentre per Pau illustra le sue Poesie. Il 17.12.2001 l’atelier di Ghilarza BRUCIA distruggendo gran parte della sua produzione ma segnando contestualmente una rinascita della sua pittura testimoniata dal volume Bosich a cura di F. Fanari e P. Sirena del 2003 e da un incredibile numero di esposizioni che da allora si sono susseguite in Italia e all’estero. Nel 2015 la quarta monografia Epifanie-Epifonie, a cura di Agriesti, racchiude la produzione dell’ultimo decennio di Bosich.
Giuseppe Bosich testo critico
La produzione pittorica, grafica e scultoria di Bosich è stata a lungo studiata e in parte spiegata. Si è voluto delinearne la vicinanza e comunanza ai simbolisti, al Goya dei “Capricci”, a Magritte, al delirante metamorfismo di Bosch o di Andrèe Masson.
Sono oltre 100 gli interventi critici che lo riguardano e che vantano nomi autorevoli, M. Henry, G. Dorfles, S. Naitza, R. Margonari, A. Agriesti, M. Brigaglia, solo per citarne alcuni.
Sono due i tratti comuni che emergono da questi interventi: il primo insiste sull’originalità del pittore che sfugge a qualsiasi inquadramento artistico, se non fosse per una certa vicinanza ad un ipotetico terzo surrealismo; in secondo luogo si parla di lui come di un Maudit profondo indagatore dei sentimenti e degli istinti umani che nessuno di noi osa mettere a nudo, ma che anzi dimentica di avere per non rabbrividire di fronte a se stesso.
La caratteristica deformità delle creature di Bosich va ricondotta all’uso sistematico del simbolo, un desiderio di sintesi che determina una compenetrazione concettuale di forme in un unico essere: noi siamo quello che pensiamo di essere, ma anche quello che sembriamo agli altri e, infine, quello che siamo realmente o potenzialmente. La riflessione sull’uomo e sull’Io non va, però, vista in funzione dell’esistenza terrena, ma di una vita futura, quando, liberati dal nostro fardello materiale, saremo ricondotti al nulla da cui proveniamo. Il nulla, lo zero, l’incipit del nostro viaggio che è anche la nostra meta, il punto di arrivo cui giungiamo dopo tanti affanni e tante inutili sofferenze.
Testo critico tratto dal libro “Bosich. Letture simboliche e interpretazioni critiche” a cura di Flaminia Fanari e Paolo Sirena.
All’evento interverranno l'Artista Giuseppe Bosich, il direttore artistico di MArte dott.ssa AnnaSanna, il patron di STC GiovanniCorbia e il presidente di Morsi d’arte e curatore della mostra Alberto Severino, ospite della serata la critica d'arte Ilaria Giacobbi.
MArte 10.16
Il progetto MArte presenta il Decimo ed ultimo evento 2016 dal titolo ‘La Grande Giostra’
Nel mese di Dicembre sarà un Grandissimo Artista Pittore e scultore di eccezione il protagonista della Mostra Giuseppe Bosich, “La Grande Giostra”,opera che da titolo alla mostra e, al contempo quella di copertina, “il sogno di Empedocle” ci introducono in un racconto fatto per immagini e, percepibile solo con gli occhi e le orecchie dell’ anima, né spiegano tutto il senso, ne sono l’ essenza: le opere si susseguono con andamento sinusoidale e parallelo nella vita dell’ Uomo e in quella dell’ Artista.
Una mostra, un racconto, la VITA nella sua accezione più pura e l’ UOMO il protagonista: NASCITA, MORTE E RINASCITA, ma interiore.Il sogno di Empedocle è il lavoro più antico tra i pochi superstiti del grande rogo che distrusse il suo atelier, un segno, una prova o uno scherzo del destino, che ha fatto rinascere come la tradizione vuole la fenice dalle ceneri, più splendente e visibile a tutti.Giuseppe Bosich negli anni illuminerà la sua pittura e con essa chiunque a suo contatto sia capace di percepire, di contenere la paura della scoperta della sua condizione “d’uomo”.
Illuminarsi per staccare le catene da quella Giostra (rappresentata da un palo conficcato nel nulla), abbandonare la superficialità, il qualunquismo e decidere di scendere per uscire da un vortice di banalità e donarsi alla VERA ESISTENZA, con amore.
Una sequenza di allegorie e simboli che non va spiegata, ma va compresa, nulla può la parola dove non coglie il cuore.
Se mettessero in un sol mucchio i cuori disseccati sotto terra e se vi dessero fuoco, chi saprebbe dire quanti colori avrebbe la fiamma?
Fortunato colui che ne trova risposta.
Ilaria Giacobbi Alberto Severino
Biografia Giuseppe Bosich
Giuseppe Bosich nasce a Tempio Pausania nel 1945. Pittore, incisore, scultore, è stato docente di tecniche calcografiche e pittoriche. Attualmente lavora a Ghilarza nel suo atelier. Nel 1967 E. Rossi Ròiss cura la prima delle oltre 500 mostre che contraddistinguono la sua fortunata carriera. Nel 1965 studia calcografia (W. Piacesi, C. Leoni) e nel 1970 lavora a Milano con L. Dalla Vigna; conosce i surrealisti P. Waldberg e M. Henry e il cubista I. Kodra. Negli anni ‘80 per A. Agriesti illustra Il volo della Far/Falla e Poesie Nere; collabora per Humor Graphic e pubblica il Catalogo della grafica e delle sculture a cura di R. Modesti; illustra inoltre Libellule Scarlatte e Il Galoppo delle Stagioni di G. Pau, Micromi - tologie di Agriesti e Il Corvo di E. A. Poe. Per l’editore S’Alvure pubblica il volume monografico Sculture a cura di S. Naitza. Tra gli anni ‘90 e il 2000 stampa e cura prestigiose cartelle di incisioni: Vizi e Virtù, Lo Zodiaco, Tarocchi e Grillincubi; esce la sua seconda monografia Pitture a cura di R. Margonari e nel frattempo scrive e illustra il volume di poesie e racconti Il Buco in Gola. Negli stessi anni per M. Bua illustra Il Bestiario di Sandaliotis e Il Riso dell’Ornitorinico mentre per Pau illustra le sue Poesie. Il 17.12.2001 l’atelier di Ghilarza BRUCIA distruggendo gran parte della sua produzione ma segnando contestualmente una rinascita della sua pittura testimoniata dal volume Bosich a cura di F. Fanari e P. Sirena del 2003 e da un incredibile numero di esposizioni che da allora si sono susseguite in Italia e all’estero. Nel 2015 la quarta monografia Epifanie-Epifonie, a cura di Agriesti, racchiude la produzione dell’ultimo decennio di Bosich.
Giuseppe Bosich testo critico
La produzione pittorica, grafica e scultoria di Bosich è stata a lungo studiata e in parte spiegata. Si è voluto delinearne la vicinanza e comunanza ai simbolisti, al Goya dei “Capricci”, a Magritte, al delirante metamorfismo di Bosch o di Andrèe Masson.
Sono oltre 100 gli interventi critici che lo riguardano e che vantano nomi autorevoli, M. Henry, G. Dorfles, S. Naitza, R. Margonari, A. Agriesti, M. Brigaglia, solo per citarne alcuni.
Sono due i tratti comuni che emergono da questi interventi: il primo insiste sull’originalità del pittore che sfugge a qualsiasi inquadramento artistico, se non fosse per una certa vicinanza ad un ipotetico terzo surrealismo; in secondo luogo si parla di lui come di un Maudit profondo indagatore dei sentimenti e degli istinti umani che nessuno di noi osa mettere a nudo, ma che anzi dimentica di avere per non rabbrividire di fronte a se stesso.
La caratteristica deformità delle creature di Bosich va ricondotta all’uso sistematico del simbolo, un desiderio di sintesi che determina una compenetrazione concettuale di forme in un unico essere: noi siamo quello che pensiamo di essere, ma anche quello che sembriamo agli altri e, infine, quello che siamo realmente o potenzialmente. La riflessione sull’uomo e sull’Io non va, però, vista in funzione dell’esistenza terrena, ma di una vita futura, quando, liberati dal nostro fardello materiale, saremo ricondotti al nulla da cui proveniamo. Il nulla, lo zero, l’incipit del nostro viaggio che è anche la nostra meta, il punto di arrivo cui giungiamo dopo tanti affanni e tante inutili sofferenze.
Testo critico tratto dal libro “Bosich. Letture simboliche e interpretazioni critiche” a cura di Flaminia Fanari e Paolo Sirena.
02
dicembre 2016
Giuseppe Bosich – La grande Giostra
Dal 02 dicembre 2016 al 12 gennaio 2017
arte moderna e contemporanea
Location
ATELIER M.O.
Oristano, Via Cagliari, 275/277, (Oristano)
Oristano, Via Cagliari, 275/277, (Oristano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15-19
Vernissage
2 Dicembre 2016, ore 18.30
Autore
Curatore