Dal testo in catalogo di Giovanni Cerri:
[…]Infatti, a sua prima vista il suo lavoro potrebbe sembrare informale, traente spunti dagli artisti che fecero nascere quel movimento dopo la seconda guerra mondiale (ed esploso poi con ancor più veemenza negli anni Cinquanta e Sessanta). E in effetti, talune assonanze è indubbio che vi siano e si trovino nella spontaneità del gesto e dell'intervento segnico che incide ed esplora la densità cromatica, nel sottopelle della pittura, fino a raggiungere il supporto della tela o della tavola, negli interventi più decisi e marcati. Ma, superate queste riflessioni su “parentele” più o meno enunciate, direi che i quadri di Lucilla sono più in sintonia con una moderna figurazione, evocativa e allusiva. C'è, insomma, sempre una traccia di racconto, di frase poetica nell'affrontare la composizione la pagina pittorica. I soggetti sono quasi simbolici, tenui, appena accennati, come un'impronta, che quasi sfugge e pare sfumare una volta captata, intercettata dal nostro sguardo. Una foglia, un seme, un cuore, un aquilone...in sfondi dorati, o di un azzurro che ricorda inevitabilmente l'acqua e il suo scorrere fugace, oppure ricorda la vastità del cielo, così sconfinata da perdersi dentro, in quel grande mistero che è lo spazio.[…]