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Ivano Gonzo – Oltre il segno
Ciò che più colpisce, nelle opere di Ivano Gonzo, è l’essenzialità, la straordinaria capacità, cioè, di esprimere un’infinità di cose pur senza descriverle ma facendo leva solo ed esclusivamente sui toni, sulle atmosfere, sulla leggerezza poetica.
Comunicato stampa
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Alla Galleria d'Arte Contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura alle ore 18, la mostra personale di Ivano Gonzo dal titolo “Oltre il segno”.
Nato a San Vito di Leguzzano, in provincia di Vicenza, dove anche attualmente vive e lavora, Ivano Gonzo è un artista di lunga esperienza, con alle spalle un ampio e variegato curriculum critico-espositivo. Interessante e degna di attenzione anche la sua formazione perchè non accademica, non legata a nessun maestro più o meno noto, ma libera, autonoma e personale, costruita giorno dopo giorno attraverso l'applicazione costante, la ricerca, la visita attenta e metodica a musei, pinacoteche e a rassegne di livello internazionale.
E' partito dal “figurativo tradizionale” il nostro artista, da paesaggi ispirati alla natura e alla vita campestre, dai ricordi della sua giovinezza poi, gradualmente, una lenta e naturale evoluzione seguendo il filo del suo istinto e della sua creatività, ascoltando, soprattutto, la voce intima delle sue emozioni e dei suoi sentimenti. E' nata così la sua attuale espressione, dall'ascolto silenzioso e meditato della sua interiorità, dai suggerimenti preziosi e segreti della sua coscienza che lo consigliavano alla sintesi, alla riduzione dei toni cromatici e alla valorizzazione del segno. E il titolo di questa mostra, come di altre, è proprio giocato sul “segno” perchè, è l'artista stesso che lo afferma, “Il segno è sempre qualcosa di mutevole, mi fa percepire il tempo che inesorabilmente trascorre e che ha condiviso con me le sensazioni vissute finora”. Il segno, insomma, porta dentro di sé il cuore e l'anima dell'autore, è il suo marchio indelebile, la sua vera, inimitabile firma. Ma ciò che più colpisce, nelle opere di Ivano Gonzo, è l’essenzialità, la straordinaria capacità, cioè, di esprimere un’infinità di cose pur senza descriverle ma facendo leva solo ed esclusivamente sui toni, sulle atmosfere, sulla leggerezza poetica. Proprio per questo i suoi colori sono sempre ridotti al minimo e proprio per questo non hanno mai toni alti e chiassosi. I suoi colori non stupiscono e non incantano, ma fanno vibrare l’anima, muovono le emozioni e i sentimenti, evocano ricordi, pezzi di vita, richiamano attimi e momenti che ci sono fortemente appartenuti. Nel complesso, dunque, un’espressione di forte impatto visivo proprio perché, come scrivevo qualche mese fa, resa volutamente scarna, spoglia, essenziale. Pittura che trae ispirazione dalle bellezze della natura ma che, anziché esaltare il colore, gradualmente si prosciuga vestendosi di polvere e cenere, di tinte grigie e ferrigne a richiamare con evidente chiarezza le crudezze della vita, le problematiche umane ed esistenziali dei nostri giorni complessi.
Arte fortemente poetica e percorsa sempre da una sottile, impalpabile malinconia, una sorta di intima e profonda meditazione interiore di leopardiana memoria. Si avverte, nelle opere di questo bravissimo artista, il bisogno di bandire tutto ciò che è inutile e dispersivo, omologato e globalizzato per raggiungere di ogni cosa la sostanza e della vita l’essenza. Paesaggi assorti e silenti, una realtà trasfigurata che diventa visione interiore, viaggio nell’anima e nella coscienza. E, pur nella sua austera e ridotta scala cromatica, l’espressione di questo artista ci mostra quanto possa essere alta e preziosa la qualità pittorica, quanto possa essere delicata e poetica la materia, quanta forza evocativa possa sprigionare un semplice segno, un colpo di colore posato con l’anima. Colori mentali, spirituali, oserei dire “morandiani” nelle loro tonalità chiare e inafferrabili, nella delicata morbidezza delle atmosfere e nella sensualità tattile della materia cromatica.
“Oltre il segno”, dunque, per superare la visione superficiale e retinica delle cose e della vita e volare alto, verso mondi sconfinati e leggeri, dove il cielo è più azzurro e l’aria più pulita.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 17 novembre.
Nato a San Vito di Leguzzano, in provincia di Vicenza, dove anche attualmente vive e lavora, Ivano Gonzo è un artista di lunga esperienza, con alle spalle un ampio e variegato curriculum critico-espositivo. Interessante e degna di attenzione anche la sua formazione perchè non accademica, non legata a nessun maestro più o meno noto, ma libera, autonoma e personale, costruita giorno dopo giorno attraverso l'applicazione costante, la ricerca, la visita attenta e metodica a musei, pinacoteche e a rassegne di livello internazionale.
E' partito dal “figurativo tradizionale” il nostro artista, da paesaggi ispirati alla natura e alla vita campestre, dai ricordi della sua giovinezza poi, gradualmente, una lenta e naturale evoluzione seguendo il filo del suo istinto e della sua creatività, ascoltando, soprattutto, la voce intima delle sue emozioni e dei suoi sentimenti. E' nata così la sua attuale espressione, dall'ascolto silenzioso e meditato della sua interiorità, dai suggerimenti preziosi e segreti della sua coscienza che lo consigliavano alla sintesi, alla riduzione dei toni cromatici e alla valorizzazione del segno. E il titolo di questa mostra, come di altre, è proprio giocato sul “segno” perchè, è l'artista stesso che lo afferma, “Il segno è sempre qualcosa di mutevole, mi fa percepire il tempo che inesorabilmente trascorre e che ha condiviso con me le sensazioni vissute finora”. Il segno, insomma, porta dentro di sé il cuore e l'anima dell'autore, è il suo marchio indelebile, la sua vera, inimitabile firma. Ma ciò che più colpisce, nelle opere di Ivano Gonzo, è l’essenzialità, la straordinaria capacità, cioè, di esprimere un’infinità di cose pur senza descriverle ma facendo leva solo ed esclusivamente sui toni, sulle atmosfere, sulla leggerezza poetica. Proprio per questo i suoi colori sono sempre ridotti al minimo e proprio per questo non hanno mai toni alti e chiassosi. I suoi colori non stupiscono e non incantano, ma fanno vibrare l’anima, muovono le emozioni e i sentimenti, evocano ricordi, pezzi di vita, richiamano attimi e momenti che ci sono fortemente appartenuti. Nel complesso, dunque, un’espressione di forte impatto visivo proprio perché, come scrivevo qualche mese fa, resa volutamente scarna, spoglia, essenziale. Pittura che trae ispirazione dalle bellezze della natura ma che, anziché esaltare il colore, gradualmente si prosciuga vestendosi di polvere e cenere, di tinte grigie e ferrigne a richiamare con evidente chiarezza le crudezze della vita, le problematiche umane ed esistenziali dei nostri giorni complessi.
Arte fortemente poetica e percorsa sempre da una sottile, impalpabile malinconia, una sorta di intima e profonda meditazione interiore di leopardiana memoria. Si avverte, nelle opere di questo bravissimo artista, il bisogno di bandire tutto ciò che è inutile e dispersivo, omologato e globalizzato per raggiungere di ogni cosa la sostanza e della vita l’essenza. Paesaggi assorti e silenti, una realtà trasfigurata che diventa visione interiore, viaggio nell’anima e nella coscienza. E, pur nella sua austera e ridotta scala cromatica, l’espressione di questo artista ci mostra quanto possa essere alta e preziosa la qualità pittorica, quanto possa essere delicata e poetica la materia, quanta forza evocativa possa sprigionare un semplice segno, un colpo di colore posato con l’anima. Colori mentali, spirituali, oserei dire “morandiani” nelle loro tonalità chiare e inafferrabili, nella delicata morbidezza delle atmosfere e nella sensualità tattile della materia cromatica.
“Oltre il segno”, dunque, per superare la visione superficiale e retinica delle cose e della vita e volare alto, verso mondi sconfinati e leggeri, dove il cielo è più azzurro e l’aria più pulita.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 17 novembre.
05
novembre 2016
Ivano Gonzo – Oltre il segno
Dal 05 al 17 novembre 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura
Vernissage
5 Novembre 2016, ore 18.00
Autore
Curatore