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Paola Levi Montalcini – Libro aperto
Le quattro opere scelte per la mostra, in prestito dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono di dimensioni e forme diverse. Quello che accomuna le opere, oltre alla tecnica, è l’uso che Paola Levi Montalcini fa delle lettere e pseudo lettere, recuperate dalle scritture antiche e dai segni alfabetici di diverse culture. Un interesse che nasce dai primi studi di semiotica avviati dalla Levi Montalcini negli anni Cinquanta e che la porteranno da quel momento a lavorare sulla commistione di lettere e segni intesi come un unico linguaggio pittorico
Comunicato stampa
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In occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, l’iniziativa annuale della European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage, che quest’anno si terrà domenica 18 settembre con il tema “Lingue e dialetti ebraici”, il Museo Ebraico di Roma ospita la mostra Libro Aperto. Opere di Paola Levi Montalcini.
L’idea prende spunto dal ciclo Morsure su rame, realizzato da Paola Levi Montalcini (Torino 1909 – Roma 2000) a partire dagli anni Settanta. In questa serie l’artista coniuga l’astratto codice delle lettere con il linguaggio matematico, elaborando una tecnica complessa attraverso la quale forme geometriche come curve, vortici e spirali si combinano con segni, cifre e lettere.
Le quattro opere scelte per la mostra, in prestito dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono di dimensioni e forme diverse. Quello che accomuna le opere, oltre alla tecnica, è l’uso che Paola Levi Montalcini fa delle lettere e pseudo lettere, recuperate dalle scritture antiche e dai segni alfabetici di diverse culture. Un interesse che nasce dai primi studi di semiotica avviati dalla Levi Montalcini negli anni Cinquanta e che la porteranno da quel momento a lavorare sulla commistione di lettere e segni intesi come un unico linguaggio pittorico.
Quattro lavori che indagano quattro linguaggi distinti. Il testo ebraico (Libro aperto, 1977, da cui prende spunto il titolo della mostra) ci suggerisce una realtà che nasce dalla parola: nella Genesi il Signore si esprime e le cose cominciano ad esistere. Anche l’arabo (Scrittura e curve, 1976) rimanda ad un’antica scrittura che messa in connessione con i segni matematici perde il suo carattere di segno autonomo. Con l’invenzione di nuovi caratteri (Galassia Gutenberg, 1978), invece, l’artista sconfina nella sociologia e critica letteraria. Infine, l’uso dell’alfabeto latino (Interferenze, 1979), razionale quanto la matematica, diventa uno strumento di linguaggio atto ad interrogarsi sulla struttura stessa dell’arte.
Questi lavori ci permettono di comprendere l’indagine dell’artista, in cui la dimensione enigmatica dei segni dà luogo ad un sistema complesso che assurge l’arte a mezzo di ricerca e proseguimento di conoscenza.
L’idea prende spunto dal ciclo Morsure su rame, realizzato da Paola Levi Montalcini (Torino 1909 – Roma 2000) a partire dagli anni Settanta. In questa serie l’artista coniuga l’astratto codice delle lettere con il linguaggio matematico, elaborando una tecnica complessa attraverso la quale forme geometriche come curve, vortici e spirali si combinano con segni, cifre e lettere.
Le quattro opere scelte per la mostra, in prestito dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono di dimensioni e forme diverse. Quello che accomuna le opere, oltre alla tecnica, è l’uso che Paola Levi Montalcini fa delle lettere e pseudo lettere, recuperate dalle scritture antiche e dai segni alfabetici di diverse culture. Un interesse che nasce dai primi studi di semiotica avviati dalla Levi Montalcini negli anni Cinquanta e che la porteranno da quel momento a lavorare sulla commistione di lettere e segni intesi come un unico linguaggio pittorico.
Quattro lavori che indagano quattro linguaggi distinti. Il testo ebraico (Libro aperto, 1977, da cui prende spunto il titolo della mostra) ci suggerisce una realtà che nasce dalla parola: nella Genesi il Signore si esprime e le cose cominciano ad esistere. Anche l’arabo (Scrittura e curve, 1976) rimanda ad un’antica scrittura che messa in connessione con i segni matematici perde il suo carattere di segno autonomo. Con l’invenzione di nuovi caratteri (Galassia Gutenberg, 1978), invece, l’artista sconfina nella sociologia e critica letteraria. Infine, l’uso dell’alfabeto latino (Interferenze, 1979), razionale quanto la matematica, diventa uno strumento di linguaggio atto ad interrogarsi sulla struttura stessa dell’arte.
Questi lavori ci permettono di comprendere l’indagine dell’artista, in cui la dimensione enigmatica dei segni dà luogo ad un sistema complesso che assurge l’arte a mezzo di ricerca e proseguimento di conoscenza.
18
settembre 2016
Paola Levi Montalcini – Libro aperto
Dal 18 settembre al 31 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
MUSEO EBRAICO – TEMPIO MAGGIORE
Roma, Via Catalana, (Roma)
Roma, Via Catalana, (Roma)
Vernissage
18 Settembre 2016, h 12.30
Autore
Curatore