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Il resto è rumore
L’attenzione per la dimensione musicale ha caratterizzato la pratica pittorica di alcuni tra i più significativi rappresentanti dell’avanguardia artistica primo-novecentesca. Negli artisti della contemporaneità, la musica e la sua storia culturale restano un forte elemento d’interesse e ispirazione.
Comunicato stampa
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La galleria C+N Canepaneri è lieta di presentare la collettiva dal titolo Il resto è rumore.
L'attenzione per la dimensione musicale ha caratterizzato la riflessione teorica e la pratica pittorica di alcuni tra i più significativi rappresentanti dell'avanguardia artistica primo-novecentesca. Basti pensare a Vasilij Kandinskij, che individua nella specificità dei linguaggi e delle forme musicali gli stimoli per una rielaborazione innovativa della forma pittorica e dei suoi linguaggi espressivi. Pur non occupandosi in maniera esclusiva di musica, Kandinskij se ne serve, nella quasi totalità dei suoi scritti teorici, come modello cui richiamarsi nel faticoso processo di definizione di un'arte pittorica totalmente indipendente dalla dimensione naturalistica. L'interesse per la musica è così importante nella pratica artistica e teorica di Vasilij Kandinskij da comparire anche nei titoli di molti dei suoi quadri astratti: impressioni, improvvisazioni, composizioni, oppure a servire per distinguere tra strutture figurative melodiche e sinfoniche.
Nel Novecento il filo rosso che lega tra loro arte e musica diviene ricerca di un linguaggio comune, ed è un pioniere di nuove sperimentazioni come John Cage a d avere contatti scambi e collaborazioni con diversi artisti, come Max Ernst, Andrè Breton, Jackson Pollock, Marcel Duchamp, Mark Tobey, ma anche a incontrare il mondo delle coreografie di Merce Cunningham e la sua interpretazione del corpo come veicolo di armonia, espressività e condivisione.
Negli artisti degli ultimi anni sino alla contemporaneità, la musica e la sua storia culturale rimangono un forte elemento d'interesse, ispirazione e suggestione. E' così nell'opera concettuale di Joseph Kosuth E poi? che, posto su un ideale spartito musicale, sembra riecheggiare l'interrogativo di Lenin del 1902 Che fare? e ripreso da una celebre opera di Mario Merz.
Il suono, declinato nella dimensione della vita quotidiana di una metropoli, è invece al centro dell'opera di Alberto Garutti. Saranno le parole delle persone e i rumori della città a dare vita all’opera e a far sì che questa, come un grande strumento musicale nel cuore dell’architettura, possa caricare di nuovo senso lo spazio tecnico dell’edificio.
Inoltre alla mostra collettiva “Il resto è rumore“ saranno esposte opere di Mario Airò, Stefano Arienti, Elizabeth Aro, Arman, Giuseppe Chiari, Claudio Costa, Silvia Giambrone,
Nam June Paik, Giulio Paolini e Traslochi Emotivi, di cui verrà proposto un lavoro del progetto presentato a Manifesta 11 a Zurigo.
L'attenzione per la dimensione musicale ha caratterizzato la riflessione teorica e la pratica pittorica di alcuni tra i più significativi rappresentanti dell'avanguardia artistica primo-novecentesca. Basti pensare a Vasilij Kandinskij, che individua nella specificità dei linguaggi e delle forme musicali gli stimoli per una rielaborazione innovativa della forma pittorica e dei suoi linguaggi espressivi. Pur non occupandosi in maniera esclusiva di musica, Kandinskij se ne serve, nella quasi totalità dei suoi scritti teorici, come modello cui richiamarsi nel faticoso processo di definizione di un'arte pittorica totalmente indipendente dalla dimensione naturalistica. L'interesse per la musica è così importante nella pratica artistica e teorica di Vasilij Kandinskij da comparire anche nei titoli di molti dei suoi quadri astratti: impressioni, improvvisazioni, composizioni, oppure a servire per distinguere tra strutture figurative melodiche e sinfoniche.
Nel Novecento il filo rosso che lega tra loro arte e musica diviene ricerca di un linguaggio comune, ed è un pioniere di nuove sperimentazioni come John Cage a d avere contatti scambi e collaborazioni con diversi artisti, come Max Ernst, Andrè Breton, Jackson Pollock, Marcel Duchamp, Mark Tobey, ma anche a incontrare il mondo delle coreografie di Merce Cunningham e la sua interpretazione del corpo come veicolo di armonia, espressività e condivisione.
Negli artisti degli ultimi anni sino alla contemporaneità, la musica e la sua storia culturale rimangono un forte elemento d'interesse, ispirazione e suggestione. E' così nell'opera concettuale di Joseph Kosuth E poi? che, posto su un ideale spartito musicale, sembra riecheggiare l'interrogativo di Lenin del 1902 Che fare? e ripreso da una celebre opera di Mario Merz.
Il suono, declinato nella dimensione della vita quotidiana di una metropoli, è invece al centro dell'opera di Alberto Garutti. Saranno le parole delle persone e i rumori della città a dare vita all’opera e a far sì che questa, come un grande strumento musicale nel cuore dell’architettura, possa caricare di nuovo senso lo spazio tecnico dell’edificio.
Inoltre alla mostra collettiva “Il resto è rumore“ saranno esposte opere di Mario Airò, Stefano Arienti, Elizabeth Aro, Arman, Giuseppe Chiari, Claudio Costa, Silvia Giambrone,
Nam June Paik, Giulio Paolini e Traslochi Emotivi, di cui verrà proposto un lavoro del progetto presentato a Manifesta 11 a Zurigo.
22
settembre 2016
Il resto è rumore
Dal 22 settembre al 16 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
C+N Gallery CANEPANERI
Milano, Foro Buonaparte, 48, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 48, (Milano)
Orario di apertura
lunedì – venerdì: 10/13 – 15/19
sabato su appuntamento
Vernissage
22 Settembre 2016, h 18.00
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