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Rachel Howard – Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian)
La più grande mostra realizzata in Italia dell’artista inglese Rachel Howard: un’installazione composta di dieci dipinti e una scultura con cui la Howard prosegue la sua ricerca sulla religione, la morte e la violenza, in particolare quella violenza calma, controllata, pianificata. La scelta del titolo proviene da una lettura del 1927 di Bertrand Russell, appunto Why I Am Not a Christian, a cui l’artista aggiunge l’aggettivo mere (puro e semplice) dopo aver letto l’opera teologica di C.S. Lewis, Mere Christianity.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 23 settembre al 16 ottobre 2016 il MACRO - Museo d'Arte Contemporanea Roma
presenta Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian), la più grande mostra
realizzata in Italia dell’artista inglese Rachel Howard, promossa da Roma Capitale,
Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
con il supporto della Bohen Foundation.
Con Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian), un’installazione composta di
dieci dipinti e una scultura che sarà esposta nel padiglione 9B del MACRO Testaccio, la
Howard prosegue la sua ricerca sulla religione, la morte e la violenza, in particolare quella
violenza calma, controllata, pianificata. La scelta del titolo proviene da una lettura del 1927
di Bertrand Russell, appunto Why I Am Not a Christian, a cui l’artista aggiunge l’aggettivo
mere (puro e semplice) dopo aver letto l’opera teologica di C.S. Lewis, Mere Christianity.
La Howard ha impiegato cinque lunghi anni, dal 2011 al 2016, per portare a compimento
questi 10 dipinti, ciascuno dei quali riproduce nelle dimensioni l’altezza dell’artista e
l’apertura delle sue braccia. Utilizzando una riga a T, che rievoca un crocifisso, la Howard
lavora con mano salda, facendo scorrere sulla superficie pittorica dall’alto verso il basso uno
strato di colore rosso sangue, macchiando la luminosa superficie pittorica. Questo processo
viene poi ripetuto, inserendo altro colore, facendolo scorrere e tamponadolo. Alla fine
l’artista piega gli asciugamani utilizzati per asciugare la riga a T e li sistema su un piedistallo,
come testimonianza del lungo processo creativo. “L'essenza di questo lavoro,” spiega
Thomas Krens della Fondazione Guggenheim “è la performance: la pittura come danza,
movimento, rigore intellettuale ed estrema parsimonia nell'attuazione di un’intensa,
ripetitiva, stratificata, disciplinata e infinita differenza gestuale”.
La Howard così descrive Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian): “… Non si
tratta di un atto violento da baccanale, quanto invece della mano calma e ferma della
violenza che agisce su ampia scala. È il danno massimo, attentamente pianificato e portato a
termine senza fretta; quindi il lento taglio attraverso il colore a olio cremisi d’alizarina, che fa
emergere il colore sottostante, puro e vulnerabile. E poi la ripetizione, tela dopo tela, in
modo sempre uguale, ma ogni volta diverso”. L’artista si riferisce ad atti di violenza
pianificati in grado di sopraffare chiunque; questi atti di terrore, queste minacce alla stabilità
della vita quotidiana, hanno tutti qualcosa in comune. Sono diversi tra loro ma, per certi
versi, rimangono sempre gli stessi.
Presenti in mostra anche altre opere della Howard: sono dipinti nuovi, recenti, che
riproducono motivi e reticoli. Queste opere esplorano le peculiari qualità della pittura a olio,
sfidando le canoniche regole di fruizione legate a questo mezzo di comunicazione così
tradizionalmente codificato. Nelle tele più grandi, Symptoms and Side Effects (2016) e Wood
for Trees (2016), la Howard analizza il rapporto di continua alternanza tra sfondo e primo
piano. L’artista racconta di aver voluto “far emergere l’aspetto decorativo, dare ad esso una
vita propria, giocare con motivi e reticoli per suggerire, magari, l’esistenza di un lato
immaginario contrapposto ad uno più reale, prosaico”. Questi dipinti, insieme a quelli con
motivi “a griglia”, analizzano i concetti di ordine ed entropia.
Nel 2017 Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian) saranno esposti per la prima
volta negli Stati Uniti presso il MASS MoCA, Massachusetts, mentre da fine settembre 2016
sarà disponibile una pubblicazione dedicata a queste opere con tavole a colori e testi di
Thomas Krens, Louisa Elderton e Will Self.
Tra le più recenti mostre personali dell’artista si ricordano: At Sea, Jerwood Gallery, Hastings
(2015); Northern Echo, Blain|Southern, Londra (2014); Folie à Deux, Blain|Southern, Londra
(2011); Repetition is Truth, Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli (2011); Still
Life / Still Here, Rachel Howard, New Paintings, Sala Pelaires, Palma de Mallorca
(2011); Human Shrapnel – oil drawings on paper, Other Criteria, Londra (2010); Der Wald,
Haunch of Venison, Zurigo (2009); Rachel Howard: invited by Philippa van Loon, Museum
van Loon, Amsterdam (2008); How to Disappear Completely, Haunch of Venison, Londra
(2008); e Rachel Howard – New Paintings, Gagosian Gallery, Los Angeles
(2007); Tightrope, Shaheen Modern and Contemporary Art, Ohio (2002) e Painting 2001,
Anne Faggionato, London (2001). Tra le recenti mostre collettive ricordiamo invece:
Daydreaming with Stanley Kubrick, Somerset House, London (2016); Summer Exhibition
2016, Royal Academy of Arts, London (2016); Settle Opere per la Misericordia, quarta
edizione, a cura di Mario Codognato, Pio Monte della Misericordia, Napoli (2016); Sleepless,
Beds in History and Contemporary Art, 21er Haus, Vienna (2015); Invitation to a Beheading,
a cura di Rachel Howard, Marianne Boesky, New York (2013); Freedom Not Genius, a cura
di Elena Geuna, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino (2012), in tour presso il
Multimedia Art Museum, Mosca (2013).
Le opere di Howard sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui
l’Ackland Art Museum, North Carolina, il Museum van Loon di Amsterdam, la David Roberts
Foundation di Londra, la Goss-Michael Foundation di Dallas, l’Olbricht Collection di Berlino e
le collezioni Murderme e Hiscox, Londra. L’artista vive e lavora a Londra.
presenta Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian), la più grande mostra
realizzata in Italia dell’artista inglese Rachel Howard, promossa da Roma Capitale,
Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
con il supporto della Bohen Foundation.
Con Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian), un’installazione composta di
dieci dipinti e una scultura che sarà esposta nel padiglione 9B del MACRO Testaccio, la
Howard prosegue la sua ricerca sulla religione, la morte e la violenza, in particolare quella
violenza calma, controllata, pianificata. La scelta del titolo proviene da una lettura del 1927
di Bertrand Russell, appunto Why I Am Not a Christian, a cui l’artista aggiunge l’aggettivo
mere (puro e semplice) dopo aver letto l’opera teologica di C.S. Lewis, Mere Christianity.
La Howard ha impiegato cinque lunghi anni, dal 2011 al 2016, per portare a compimento
questi 10 dipinti, ciascuno dei quali riproduce nelle dimensioni l’altezza dell’artista e
l’apertura delle sue braccia. Utilizzando una riga a T, che rievoca un crocifisso, la Howard
lavora con mano salda, facendo scorrere sulla superficie pittorica dall’alto verso il basso uno
strato di colore rosso sangue, macchiando la luminosa superficie pittorica. Questo processo
viene poi ripetuto, inserendo altro colore, facendolo scorrere e tamponadolo. Alla fine
l’artista piega gli asciugamani utilizzati per asciugare la riga a T e li sistema su un piedistallo,
come testimonianza del lungo processo creativo. “L'essenza di questo lavoro,” spiega
Thomas Krens della Fondazione Guggenheim “è la performance: la pittura come danza,
movimento, rigore intellettuale ed estrema parsimonia nell'attuazione di un’intensa,
ripetitiva, stratificata, disciplinata e infinita differenza gestuale”.
La Howard così descrive Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian): “… Non si
tratta di un atto violento da baccanale, quanto invece della mano calma e ferma della
violenza che agisce su ampia scala. È il danno massimo, attentamente pianificato e portato a
termine senza fretta; quindi il lento taglio attraverso il colore a olio cremisi d’alizarina, che fa
emergere il colore sottostante, puro e vulnerabile. E poi la ripetizione, tela dopo tela, in
modo sempre uguale, ma ogni volta diverso”. L’artista si riferisce ad atti di violenza
pianificati in grado di sopraffare chiunque; questi atti di terrore, queste minacce alla stabilità
della vita quotidiana, hanno tutti qualcosa in comune. Sono diversi tra loro ma, per certi
versi, rimangono sempre gli stessi.
Presenti in mostra anche altre opere della Howard: sono dipinti nuovi, recenti, che
riproducono motivi e reticoli. Queste opere esplorano le peculiari qualità della pittura a olio,
sfidando le canoniche regole di fruizione legate a questo mezzo di comunicazione così
tradizionalmente codificato. Nelle tele più grandi, Symptoms and Side Effects (2016) e Wood
for Trees (2016), la Howard analizza il rapporto di continua alternanza tra sfondo e primo
piano. L’artista racconta di aver voluto “far emergere l’aspetto decorativo, dare ad esso una
vita propria, giocare con motivi e reticoli per suggerire, magari, l’esistenza di un lato
immaginario contrapposto ad uno più reale, prosaico”. Questi dipinti, insieme a quelli con
motivi “a griglia”, analizzano i concetti di ordine ed entropia.
Nel 2017 Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian) saranno esposti per la prima
volta negli Stati Uniti presso il MASS MoCA, Massachusetts, mentre da fine settembre 2016
sarà disponibile una pubblicazione dedicata a queste opere con tavole a colori e testi di
Thomas Krens, Louisa Elderton e Will Self.
Tra le più recenti mostre personali dell’artista si ricordano: At Sea, Jerwood Gallery, Hastings
(2015); Northern Echo, Blain|Southern, Londra (2014); Folie à Deux, Blain|Southern, Londra
(2011); Repetition is Truth, Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli (2011); Still
Life / Still Here, Rachel Howard, New Paintings, Sala Pelaires, Palma de Mallorca
(2011); Human Shrapnel – oil drawings on paper, Other Criteria, Londra (2010); Der Wald,
Haunch of Venison, Zurigo (2009); Rachel Howard: invited by Philippa van Loon, Museum
van Loon, Amsterdam (2008); How to Disappear Completely, Haunch of Venison, Londra
(2008); e Rachel Howard – New Paintings, Gagosian Gallery, Los Angeles
(2007); Tightrope, Shaheen Modern and Contemporary Art, Ohio (2002) e Painting 2001,
Anne Faggionato, London (2001). Tra le recenti mostre collettive ricordiamo invece:
Daydreaming with Stanley Kubrick, Somerset House, London (2016); Summer Exhibition
2016, Royal Academy of Arts, London (2016); Settle Opere per la Misericordia, quarta
edizione, a cura di Mario Codognato, Pio Monte della Misericordia, Napoli (2016); Sleepless,
Beds in History and Contemporary Art, 21er Haus, Vienna (2015); Invitation to a Beheading,
a cura di Rachel Howard, Marianne Boesky, New York (2013); Freedom Not Genius, a cura
di Elena Geuna, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino (2012), in tour presso il
Multimedia Art Museum, Mosca (2013).
Le opere di Howard sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui
l’Ackland Art Museum, North Carolina, il Museum van Loon di Amsterdam, la David Roberts
Foundation di Londra, la Goss-Michael Foundation di Dallas, l’Olbricht Collection di Berlino e
le collezioni Murderme e Hiscox, Londra. L’artista vive e lavora a Londra.
22
settembre 2016
Rachel Howard – Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian)
Dal 22 settembre al 18 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
MATTATOIO
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, 4, (Roma)
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, 4, (Roma)
Biglietti
Tariffa intera: non residenti 6,00 €, residenti 5,00 €.
Tariffa ridotta: non residenti 5,00 €, residenti 4,00 €.
Vernissage
22 Settembre 2016, ore 19.00
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore