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Paolo Gubinelli – Omaggio a Dante Alighieri
Omaggio a Dante Alighieri da parte dell’artista
Comunicato stampa
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Ho visitato il Monastero della Croce di Fonte Avellana e sono rimasto veramente colpito dal paesaggio e dalla natura delle pendici del Monte Catria; si trova nel comune di Serra Sant'Abbondio, nella provincia di Pesaro e Urbino. Un vero sogno: il silenzio, la meditazione, il profumo degli alberi, il canto degli uccelli come una vera sinfonia che accarezza la nostra anima nella concentrazione a scoprire ogni minuto nuove scenografie circondate da questo spazio suggestivo. Notevole impulso diede all'abbazia l'opera di San Pier Damiani, che qui divenne monaco nel 1035 e Priore dal 1043. “Sono stato ospitato dai monaci per esprimere di nuovo la mia espressione artistica in questo luogo essenziale”. Stimolato dalla fantasia e dalla concentrazione, ho creduto opportuno costruire un progetto per rendere omaggio a Dante Alighieri. L'Eremo viene citato nella Divina Commedia (Paradiso, canto XXI) da Dante Alighieri, il quale sembra che ne sia stato anche ospite.
Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo.
Nel 2013 nella suggestiva cripta installai tre carte tonde con segni in rilievo, sospese sopra l’altare con un filo trasparente agganciato al soffitto. Queste opere possono simboleggiare l’ostia, in un momento di preghiera e di concentrazione, i segni in rilievo accompagnano il nostro sguardo dall’alto per comporre una nota musicale accompagnata dalla parola. Avanti l’altare si trova un leggio con un libro grande di carta a mano e graffi in rilievo per rendere un pensiero a chi sente lo spessore del segno come un vero canto che ci accompagna nel silenzio in uno spazio lirico e profondo.
Nel 2013 nella Sala Giovanni da Lodi invece installai opere su polistirolo trasparente con piegature, incisioni e colori acquerellati, opere verticali che scendono dall’alto come papiri. Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo.
Ho voluto rendere “omaggio a Dante Alighieri” con una cartella, opera originale su carta, incisioni colori sfumati delicati a cera accompagnati da versi del Paradiso, canto XXI (28-45)-(106-111)-(139-142). Quest’opera esposta, a fine mostra, verrà donata alla famosa Biblioteca Moderna ed andrà ad arricchire il patrimonio già famoso per la presenza di tanti importantissimi documenti.
Mentre nel 2015 l’anno delle celebrazioni Dantesche la direttrice dott.ssa Claudia Giuliani organizzò un progetto “omaggio a Dante Alighieri” accompagnato da mie opere su carta “segni per Dante” nella prestigiosa e storica Biblioteca Classense nella suggestiva sala della “Manica Lunga” del Comune di Ravenna.
Nell’anno 2016 sono ospitato per la seconda volta ad esporre la mia opera presso il suggestivo spazio architettonico (lo Sciptorium) del Monastero della Croce di Fonte Avellana. Queste opere possono simboleggiare un momento di preghiera e di concentrazione, i segni dedicati a (Dante) sono graffiati su carta a mano acquerellati che accompagnano i versi di Dante, come un libro dove c’è l’impronta del segno e un vero canto che ci accompagna nel silenzio e nella meditazione in uno spazio lirico e profondo della memoria. Ringrazio i Monaci che hanno accolto con interesse e per la seconda volta ospitato questo importante mio progetto. Paolo Gubinelli, Firenze 2016
SIGNIFICAR PER VERBA (DANTE, PAR.C.I)
BIANCO
Bianco quieto di trasparenze
e di luce
sfoglia i suoi passi
fino a recessi incontaminati.
E’ qui che la mia lotta
s’addensa
e la lama taglia
a scoprire messaggi
al di la.
Sinuosa
e suadente
la mano apre la piaga
ferita ancestrale
necessario varco
alla vita.
Anche oggi t’ho strappata
una parola.
e i miei segni
mi scrivono canti
che tocco
con mano leggera.
Paolo Gubinelli, 1980
Paolo Gubinelli: l’omaggio a Dante
alla Biblioteca Classense di Ravenna
L'artista Paolo Gubinelli, la cui lunga e fortunata carriera si è espressa con immutata intensità nelle esposizioni realizzate in tanti luoghi d'Italia e all’estero, e spesso nelle biblioteche, si propone ora a Ravenna, non per la prima volta, e lo fa nel mese di Dante, settembre, in cui si ricorda la morte del poeta, la cui presenza, sempre viva, si fa più acuta e percepita. E nell'approdare a Ravenna ed alla Biblioteca Classense, il maestro marchigiano, poeta della pittura, noto per il suo rapporto di sperimentazione artistica con e sulla carta, nel proporci lirici acquerelli di intensa e assieme delicata suggestione emotiva, accosta il suo lavoro ai versi danteschi. Perchè la biblioteca abbia parola, una parola che non può che passare attraverso i suoi oggetti, abbiamo scelto quale testimone della Commedia da affiancare al lavoro di Gubinelli il più antico manoscritto di Dante posseduto dalla Classense, quel manoscritto classense 6 copiato da un copista padano, Bettino de’ Pili, alla fine degli anni Sessanta del Trecento, a cinquant'anni dalla morte del poeta. Un manoscritto che è frutto di lavoro su di un supporto scrittorio, la pergamena, e che silenziosamente si è compiuto in circostanze che ci restano ignote, sulle tracce di modelli che, da uno all'altro, a ritroso, si avvicinano al lavoro di scrittura del poeta Dante.
Sulla carta, o sulla pergamena, il poeta prima, il copista poi, tracciano il testo, gli conferiscono quella materialità che noi percepiamo nella coinvolgente esperienza personale della lettura del testo poetico.
Scegliendo i versi di Dante dedicati a Ravenna, estrapolandoli dal contesto del canto di cui fanno parte, ma lasciandoli nella forma che il copista, l'inchiostro, il supporto scrittorio, hanno dato al testo dantesco, abbiamo instaurato un dialogo fra segni, quei Segni per Dante, in omaggio a Dante, che l'artista Gubinelli ha voluto come titolo per la sua mostra, e i versi manoscritti della Commedia. Fra i versi di Dante sono state scelte le parole di Francesca da Polenta, nel canto quinto dell'Inferno, che si definisce in rapporto alla sua originaria città, quella Ravenna stabilmente sotto il potere dei Polentani, di cui Dante riferisce a Guido da Montefeltro nel XXVII dell’Inferno; i versi 121-123 del canto XXI del Paradiso riferiti probabilmente all’insediamento monastico di Santa Maria in Porto fuori presso Ravenna dal pure ravennate san Pier Damiani, identificato con Pietro Peccatore, o Pietro degli Onesti, infine i versi di Purgatorio XXIV in cui il dantesco Paradiso Terrestre trova nella pineta di Classe una reale fonte di ispirazione. Sono versi molto amati e fra i più conosciuti dai lettori, proposti, va ribadito, nella materialità dell'antico manoscritto ravennate. Paolo Gubinelli è un artista lirico, che si rapporta alla poesia nella costante ricerca del verso poetico come fonte e finalità di creazione artistica; a lui tanti poeti, spesso contemporanei, e fra i maggiori, hanno dedicato loro versi in dialogo con la sua opera.
Oggi egli propone, in questo omaggio a Dante, una scelta di lavori in cui le pennellate conferiscono forme astratte ai colori sulla carta, attraversata dagli accumuli di materia pittorica che riempiono le incisioni che la solcano, i graffi che la incidono, percepibili come rilievi, al tatto negli originali, all'occhio nelle riproduzioni del catalogo.
Il rimando alla poesia verbale rimane criptico, affidato allo sguardo del fruitore-lettore, alle sue intuizioni, alle sue scelte, alla sua preziosa ed insostituibile performance percettiva e critica.
Claudia Giuliani
Direttrice dell’Istituzione Biblioteca Classense Ravenna, 2015
Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo.
Nel 2013 nella suggestiva cripta installai tre carte tonde con segni in rilievo, sospese sopra l’altare con un filo trasparente agganciato al soffitto. Queste opere possono simboleggiare l’ostia, in un momento di preghiera e di concentrazione, i segni in rilievo accompagnano il nostro sguardo dall’alto per comporre una nota musicale accompagnata dalla parola. Avanti l’altare si trova un leggio con un libro grande di carta a mano e graffi in rilievo per rendere un pensiero a chi sente lo spessore del segno come un vero canto che ci accompagna nel silenzio in uno spazio lirico e profondo.
Nel 2013 nella Sala Giovanni da Lodi invece installai opere su polistirolo trasparente con piegature, incisioni e colori acquerellati, opere verticali che scendono dall’alto come papiri. Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo.
Ho voluto rendere “omaggio a Dante Alighieri” con una cartella, opera originale su carta, incisioni colori sfumati delicati a cera accompagnati da versi del Paradiso, canto XXI (28-45)-(106-111)-(139-142). Quest’opera esposta, a fine mostra, verrà donata alla famosa Biblioteca Moderna ed andrà ad arricchire il patrimonio già famoso per la presenza di tanti importantissimi documenti.
Mentre nel 2015 l’anno delle celebrazioni Dantesche la direttrice dott.ssa Claudia Giuliani organizzò un progetto “omaggio a Dante Alighieri” accompagnato da mie opere su carta “segni per Dante” nella prestigiosa e storica Biblioteca Classense nella suggestiva sala della “Manica Lunga” del Comune di Ravenna.
Nell’anno 2016 sono ospitato per la seconda volta ad esporre la mia opera presso il suggestivo spazio architettonico (lo Sciptorium) del Monastero della Croce di Fonte Avellana. Queste opere possono simboleggiare un momento di preghiera e di concentrazione, i segni dedicati a (Dante) sono graffiati su carta a mano acquerellati che accompagnano i versi di Dante, come un libro dove c’è l’impronta del segno e un vero canto che ci accompagna nel silenzio e nella meditazione in uno spazio lirico e profondo della memoria. Ringrazio i Monaci che hanno accolto con interesse e per la seconda volta ospitato questo importante mio progetto. Paolo Gubinelli, Firenze 2016
SIGNIFICAR PER VERBA (DANTE, PAR.C.I)
BIANCO
Bianco quieto di trasparenze
e di luce
sfoglia i suoi passi
fino a recessi incontaminati.
E’ qui che la mia lotta
s’addensa
e la lama taglia
a scoprire messaggi
al di la.
Sinuosa
e suadente
la mano apre la piaga
ferita ancestrale
necessario varco
alla vita.
Anche oggi t’ho strappata
una parola.
e i miei segni
mi scrivono canti
che tocco
con mano leggera.
Paolo Gubinelli, 1980
Paolo Gubinelli: l’omaggio a Dante
alla Biblioteca Classense di Ravenna
L'artista Paolo Gubinelli, la cui lunga e fortunata carriera si è espressa con immutata intensità nelle esposizioni realizzate in tanti luoghi d'Italia e all’estero, e spesso nelle biblioteche, si propone ora a Ravenna, non per la prima volta, e lo fa nel mese di Dante, settembre, in cui si ricorda la morte del poeta, la cui presenza, sempre viva, si fa più acuta e percepita. E nell'approdare a Ravenna ed alla Biblioteca Classense, il maestro marchigiano, poeta della pittura, noto per il suo rapporto di sperimentazione artistica con e sulla carta, nel proporci lirici acquerelli di intensa e assieme delicata suggestione emotiva, accosta il suo lavoro ai versi danteschi. Perchè la biblioteca abbia parola, una parola che non può che passare attraverso i suoi oggetti, abbiamo scelto quale testimone della Commedia da affiancare al lavoro di Gubinelli il più antico manoscritto di Dante posseduto dalla Classense, quel manoscritto classense 6 copiato da un copista padano, Bettino de’ Pili, alla fine degli anni Sessanta del Trecento, a cinquant'anni dalla morte del poeta. Un manoscritto che è frutto di lavoro su di un supporto scrittorio, la pergamena, e che silenziosamente si è compiuto in circostanze che ci restano ignote, sulle tracce di modelli che, da uno all'altro, a ritroso, si avvicinano al lavoro di scrittura del poeta Dante.
Sulla carta, o sulla pergamena, il poeta prima, il copista poi, tracciano il testo, gli conferiscono quella materialità che noi percepiamo nella coinvolgente esperienza personale della lettura del testo poetico.
Scegliendo i versi di Dante dedicati a Ravenna, estrapolandoli dal contesto del canto di cui fanno parte, ma lasciandoli nella forma che il copista, l'inchiostro, il supporto scrittorio, hanno dato al testo dantesco, abbiamo instaurato un dialogo fra segni, quei Segni per Dante, in omaggio a Dante, che l'artista Gubinelli ha voluto come titolo per la sua mostra, e i versi manoscritti della Commedia. Fra i versi di Dante sono state scelte le parole di Francesca da Polenta, nel canto quinto dell'Inferno, che si definisce in rapporto alla sua originaria città, quella Ravenna stabilmente sotto il potere dei Polentani, di cui Dante riferisce a Guido da Montefeltro nel XXVII dell’Inferno; i versi 121-123 del canto XXI del Paradiso riferiti probabilmente all’insediamento monastico di Santa Maria in Porto fuori presso Ravenna dal pure ravennate san Pier Damiani, identificato con Pietro Peccatore, o Pietro degli Onesti, infine i versi di Purgatorio XXIV in cui il dantesco Paradiso Terrestre trova nella pineta di Classe una reale fonte di ispirazione. Sono versi molto amati e fra i più conosciuti dai lettori, proposti, va ribadito, nella materialità dell'antico manoscritto ravennate. Paolo Gubinelli è un artista lirico, che si rapporta alla poesia nella costante ricerca del verso poetico come fonte e finalità di creazione artistica; a lui tanti poeti, spesso contemporanei, e fra i maggiori, hanno dedicato loro versi in dialogo con la sua opera.
Oggi egli propone, in questo omaggio a Dante, una scelta di lavori in cui le pennellate conferiscono forme astratte ai colori sulla carta, attraversata dagli accumuli di materia pittorica che riempiono le incisioni che la solcano, i graffi che la incidono, percepibili come rilievi, al tatto negli originali, all'occhio nelle riproduzioni del catalogo.
Il rimando alla poesia verbale rimane criptico, affidato allo sguardo del fruitore-lettore, alle sue intuizioni, alle sue scelte, alla sua preziosa ed insostituibile performance percettiva e critica.
Claudia Giuliani
Direttrice dell’Istituzione Biblioteca Classense Ravenna, 2015
07
agosto 2016
Paolo Gubinelli – Omaggio a Dante Alighieri
Dal 07 agosto al 05 settembre 2016
arte contemporanea
Location
MONASTERO DELLA CROCE DI FONTE AVELLANA
Serra Sant'abbondio, Via Fonte Avellana, 1, (Pesaro E Urbino)
Serra Sant'abbondio, Via Fonte Avellana, 1, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
La mostra è visitabile negli orari delle visite guidate al Monastero dal
lunedì al sabato, ore 10,00 - 11,00 – 15,00 – 16,00 – 17,00
festivi, visite ogni 30 minuti, dalle 10,00 – 12,00 – 15,00 – 17,30
Autore
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