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Corrispondenze d’arte 3. Nuovi orizzonti
Prenderà il via con un OPEN DAY (dalle 10 alle 22) la terza edizione di Corrispondenze d’arte, mostra d’arte contemporanea che, dal 2011, propone un “rigenerante” confronto tra artisti e il museo Revoltella, che non è mai stato solo contenitore bensì linfa vitale per nuovi progetti site specific, installazioni sonore, azioni interdisciplinari.
Comunicato stampa
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TRIESTE
MUSEO REVOLTELLA
CORRISPONDENZE D’ARTE 3
NUOVI ORIZZONTI
mostra a cura di Susanna Gregorat e Lorenzo Michelli
14 LUGLIO 2016
ore 10 -22
presentazione ore 11,30
Prenderà il via con un OPEN DAY (dalle 10 alle 22) la terza edizione di Corrispondenze d'arte, mostra d’arte contemporanea che, dal 2011, propone un “rigenerante” confronto tra artisti e il museo Revoltella, che non è mai stato solo contenitore bensì linfa vitale per nuovi progetti site specific, installazioni sonore, azioni interdisciplinari.
Oltre venti gli artisti che partecipano a questa rassegna.
E' un progetto che si sviluppa in tutto il museo e che suggerisce corrispondenze con le collezioni e con la sua storia, legata alle vicende del proprietario, Pasquale Revoltella, fascinoso ed enigmatico protagonista della città emporiale dell'800 e propugnatore del taglio dell'Istmo di Suez ma anche di Carlo Scarpa, autore della riqualificazione del museo come galleria d'arte moderna.
Storia e contemporaneità, il “c'era una volta” ma soprattutto il qui e ora. La rassegna ruota attorno al concetto di porta e di orizzonte. Porta come simbolo di apertura, di tensione verso la conoscenza, orizzonte come sinonimo di ricerca e di arte di cui il museo stesso è testimone.
Nuovi orizzonti, nuovi modi di avvicinare il museo, le sue collezioni, il suo patrimonio. Nuova edizione per Corrispondenze d’arte, la terza, in cui il percorso espositivo del Museo Revoltella di Trieste viene rigenerato da interventi artistici. Nuove azioni per intervenire su opere delle collezioni che a loro volta raccontano di uomini, di storie, di stili (Elisa Vladilo e Ugo Guarino, la pittura di Thomas Braida e Valerio Nicolai con Aleksander Velišček e Emiliano Troco, i “calchi sonori” di Michele Spanghero ), su spazi trasformati recuperandone l’aura con l’idea di navigare verso il mondo delle idee, per un tragitto verso la conoscenza attraverso l’arte (Luciano Celli, Ludovico Bomben, Michele Tajariol), per ribadire che fare pittura significa ritrovare strade conosciute per aprirne delle nuove (Serse, Massimo Kaufmann, Luigi Carboni). Il museo come luogo di contemplazione attiva e come casa/museo eloquente per un’utopia concretizzata come il taglio dell’Istmo di Suez, ma anche documento di passioni scientifiche, estetiche ed economiche (Stefano Graziani e Carlo Andreasi), come castelli di sabbia in luoghi lontani, labirinti notturni e luogo di desideri (Carlo Bach, Matteo Attruia, Paolo Ravalico Scerri, Barbara Stefani, Marina Cons), come testi e interpretazioni (Corrado Premuda, Sara Alzetta) come porta verso l’altro da sé, lo sconosciuto che genera idee, ricchezze mentali e morali (Marco Covi, Fabrizio Giraldi), come spazio di comunicazione interdisciplinare (Mario Sillani Djerrahian e Furio Bordon, Antonio Sofianopulo e Fabio Nieder, Manuela Sedmach “A casa del barone”). Museo come attivatore di progettualità e di sovrapposizione di stili (Galla Placidia Two, installazione di Anna Lombardi, con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini per N.O.W. Edizioni) e spazio di passepartout, di chiavi d’accesso come la cartella Insicuro Noncurante di Alighiero Boetti.
opere, installazioni, interventi di:
Alighiero Boetti, Elisa Vladilo, Ugo Guarino, Michele Spanghero, Marco Covi, Fabrizio Giraldi,
Matteo Attruia, Paolo Ravalico Scerri, Barbara Stefani, Ludovico Bomben, Michele Tajariol, Luciano Celli, Marina Cons, Stefano Graziani, Carlo Andreasi, Carlo Bach, Emiliano Troco, Aleksander Velišček, Thomas Braida, Valerio Nicolaj, Antonio Sofianopulo, Fabio Nieder, Serse, Massimo Kaufmann, Luigi Carboni, Mario Sillani Djerrahian, Furio Bordon
dal pianoterra al quinto piano
Galla Placidia Two
Installazione di Anna A. Lombardi,
con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini
per N.O.W. Edizioni
salotto verde
Guardiana dei sogni
Variazioni su Leonor Fini
Materiali testuali di Corrado Premuda per la drammaturgia di uno spettacolo di Alessandro Marinuzzi
interpretazione di Sara Alzetta
ore 18.00 quinto piano
A casa del barone
di Manuela Sedmach
testo di Fabiano Giovagnoni
voci Lorenzo Acquaviva, Manuela Sedmach
ore 19.00 salone da ballo
___________________________________________________________
Corrispondenze d’arte 3 – Nuovi Orizzonti
Museo Revoltella, Trieste
Alighiero Boetti
Insicuro noncurante
collezione privata
Alighiero Boetti Insicuro noncurante – è il titolo in forma di autoritratto che Alighiero Boetti ha dato alla sua cartella composta di 81 fogli comprendenti i lavori dal 1966 al 1975 e realizzata da Rinaldo Rossi 2R di Genova in 41 esemplari.
Insicuro noncurante di Alighiero Boetti non è esattamente una cartella di grafica perché le tecniche usate per la realizzazione dei singoli fogli sono anche grafiche ma non esclusivamente: ci sono fotografie, stampe, incisioni, ritagli, litografie, interventi manuali, collages, timbrature, ecc.
Non è precisamente una raccolta di opere, ma un’opera composita, costituita di tante particelle quanti sono i fogli che contiene e che si può dispiegare su una parete, foglio accanto a foglio, ma non smembrare estraendone una particella e considerandola parte a se stante. D’altra parte nessun foglio è necessario agli altri e l’insieme non conferisce necessità al particolare se non nella misura difficilmente commensurabile della scelta che l’artista ha compiuto sulle presenze e le esclusioni spesso clamorose delle opere inserite nella cartella, alcune delle quali trovano per la prima volta l’occasione di una vita pubblica non avendo altra possibilità di vedere la luce se non quella fornitagli dalla cartella stessa. Quindi ogni foglio realizzato da Alighiero Boetti ha una sua compiutezza, una sua autonomia interna – e partecipa in modo determinabile del tutt’uno che lo contiene – come autonoma e compiuta può essere considerata la colonna di un tempio; ma a differenza di questa non poggia su uno stilobate e non sorregge un timpano, cioè non è necessario alla cartella nello stesso modo in cui si può dire necessaria la colonna al suo tempio.’
Si ringrazia per la collaborazione l’Archivio Boetti e la Fondazione Alighiero e Boetti.
___________________________________________________________
Corrispondenze d’arte 3 – Nuovi Orizzonti
Museo Revoltella, Trieste
Galla Placidia Two
Installazione di Anna A. Lombardi, con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini per N.O.W. Edizioni.
“Design può essere un termine rinchiuso all’interno di quello che è stato una volta, oppure estendersi a diventare altre cose …” (Alessandro Mendini, Intervista di Leyla Ciagà, Biblioteca del Sapere del Sole 24 Ore, 2011, pag. 106). Queste parole incorniciano un intervento dove molteplici linguaggi si sovrappongono: a partire dalla collocazione dell’installazione, nel salotto ottocentesco del barone Pasquale Revoltella, per finire all’identità degli autori, i cui confini creativi sfumano uno nell’altro.
La Poltrona di Proust, ready made del 1978 di Alessandro Mendini è uno dei suoi progetti più noti. Nel 1981 l’architetto milanese presenta Galla Placidia, stilema elaborato insieme a Anna A. Lombardi e applicato alle più diverse superfici, dal tessuto per la Rifle ai laminati Abet, dalla cassettiera Cetonia della collezione Zabro a una versione decorata del Tea & Coffee Piazza di Alessi. Nel 2016 Pietro Gaeta re-interpreta quel decoro con il suo linguaggio fatto di elementi grafici sovraimpressi, errori di stampa e graffi, creando SENSO UNICO per la collezione “4 mani, sovrascritture” di N.O.W. Edizioni e una nuova versione decorativa della poltrona Magis Proust.
Lorenzo Michelli
michelli@comunicarte.info
MUSEO REVOLTELLA
CORRISPONDENZE D’ARTE 3
NUOVI ORIZZONTI
mostra a cura di Susanna Gregorat e Lorenzo Michelli
14 LUGLIO 2016
ore 10 -22
presentazione ore 11,30
Prenderà il via con un OPEN DAY (dalle 10 alle 22) la terza edizione di Corrispondenze d'arte, mostra d’arte contemporanea che, dal 2011, propone un “rigenerante” confronto tra artisti e il museo Revoltella, che non è mai stato solo contenitore bensì linfa vitale per nuovi progetti site specific, installazioni sonore, azioni interdisciplinari.
Oltre venti gli artisti che partecipano a questa rassegna.
E' un progetto che si sviluppa in tutto il museo e che suggerisce corrispondenze con le collezioni e con la sua storia, legata alle vicende del proprietario, Pasquale Revoltella, fascinoso ed enigmatico protagonista della città emporiale dell'800 e propugnatore del taglio dell'Istmo di Suez ma anche di Carlo Scarpa, autore della riqualificazione del museo come galleria d'arte moderna.
Storia e contemporaneità, il “c'era una volta” ma soprattutto il qui e ora. La rassegna ruota attorno al concetto di porta e di orizzonte. Porta come simbolo di apertura, di tensione verso la conoscenza, orizzonte come sinonimo di ricerca e di arte di cui il museo stesso è testimone.
Nuovi orizzonti, nuovi modi di avvicinare il museo, le sue collezioni, il suo patrimonio. Nuova edizione per Corrispondenze d’arte, la terza, in cui il percorso espositivo del Museo Revoltella di Trieste viene rigenerato da interventi artistici. Nuove azioni per intervenire su opere delle collezioni che a loro volta raccontano di uomini, di storie, di stili (Elisa Vladilo e Ugo Guarino, la pittura di Thomas Braida e Valerio Nicolai con Aleksander Velišček e Emiliano Troco, i “calchi sonori” di Michele Spanghero ), su spazi trasformati recuperandone l’aura con l’idea di navigare verso il mondo delle idee, per un tragitto verso la conoscenza attraverso l’arte (Luciano Celli, Ludovico Bomben, Michele Tajariol), per ribadire che fare pittura significa ritrovare strade conosciute per aprirne delle nuove (Serse, Massimo Kaufmann, Luigi Carboni). Il museo come luogo di contemplazione attiva e come casa/museo eloquente per un’utopia concretizzata come il taglio dell’Istmo di Suez, ma anche documento di passioni scientifiche, estetiche ed economiche (Stefano Graziani e Carlo Andreasi), come castelli di sabbia in luoghi lontani, labirinti notturni e luogo di desideri (Carlo Bach, Matteo Attruia, Paolo Ravalico Scerri, Barbara Stefani, Marina Cons), come testi e interpretazioni (Corrado Premuda, Sara Alzetta) come porta verso l’altro da sé, lo sconosciuto che genera idee, ricchezze mentali e morali (Marco Covi, Fabrizio Giraldi), come spazio di comunicazione interdisciplinare (Mario Sillani Djerrahian e Furio Bordon, Antonio Sofianopulo e Fabio Nieder, Manuela Sedmach “A casa del barone”). Museo come attivatore di progettualità e di sovrapposizione di stili (Galla Placidia Two, installazione di Anna Lombardi, con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini per N.O.W. Edizioni) e spazio di passepartout, di chiavi d’accesso come la cartella Insicuro Noncurante di Alighiero Boetti.
opere, installazioni, interventi di:
Alighiero Boetti, Elisa Vladilo, Ugo Guarino, Michele Spanghero, Marco Covi, Fabrizio Giraldi,
Matteo Attruia, Paolo Ravalico Scerri, Barbara Stefani, Ludovico Bomben, Michele Tajariol, Luciano Celli, Marina Cons, Stefano Graziani, Carlo Andreasi, Carlo Bach, Emiliano Troco, Aleksander Velišček, Thomas Braida, Valerio Nicolaj, Antonio Sofianopulo, Fabio Nieder, Serse, Massimo Kaufmann, Luigi Carboni, Mario Sillani Djerrahian, Furio Bordon
dal pianoterra al quinto piano
Galla Placidia Two
Installazione di Anna A. Lombardi,
con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini
per N.O.W. Edizioni
salotto verde
Guardiana dei sogni
Variazioni su Leonor Fini
Materiali testuali di Corrado Premuda per la drammaturgia di uno spettacolo di Alessandro Marinuzzi
interpretazione di Sara Alzetta
ore 18.00 quinto piano
A casa del barone
di Manuela Sedmach
testo di Fabiano Giovagnoni
voci Lorenzo Acquaviva, Manuela Sedmach
ore 19.00 salone da ballo
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Corrispondenze d’arte 3 – Nuovi Orizzonti
Museo Revoltella, Trieste
Alighiero Boetti
Insicuro noncurante
collezione privata
Alighiero Boetti Insicuro noncurante – è il titolo in forma di autoritratto che Alighiero Boetti ha dato alla sua cartella composta di 81 fogli comprendenti i lavori dal 1966 al 1975 e realizzata da Rinaldo Rossi 2R di Genova in 41 esemplari.
Insicuro noncurante di Alighiero Boetti non è esattamente una cartella di grafica perché le tecniche usate per la realizzazione dei singoli fogli sono anche grafiche ma non esclusivamente: ci sono fotografie, stampe, incisioni, ritagli, litografie, interventi manuali, collages, timbrature, ecc.
Non è precisamente una raccolta di opere, ma un’opera composita, costituita di tante particelle quanti sono i fogli che contiene e che si può dispiegare su una parete, foglio accanto a foglio, ma non smembrare estraendone una particella e considerandola parte a se stante. D’altra parte nessun foglio è necessario agli altri e l’insieme non conferisce necessità al particolare se non nella misura difficilmente commensurabile della scelta che l’artista ha compiuto sulle presenze e le esclusioni spesso clamorose delle opere inserite nella cartella, alcune delle quali trovano per la prima volta l’occasione di una vita pubblica non avendo altra possibilità di vedere la luce se non quella fornitagli dalla cartella stessa. Quindi ogni foglio realizzato da Alighiero Boetti ha una sua compiutezza, una sua autonomia interna – e partecipa in modo determinabile del tutt’uno che lo contiene – come autonoma e compiuta può essere considerata la colonna di un tempio; ma a differenza di questa non poggia su uno stilobate e non sorregge un timpano, cioè non è necessario alla cartella nello stesso modo in cui si può dire necessaria la colonna al suo tempio.’
Si ringrazia per la collaborazione l’Archivio Boetti e la Fondazione Alighiero e Boetti.
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Corrispondenze d’arte 3 – Nuovi Orizzonti
Museo Revoltella, Trieste
Galla Placidia Two
Installazione di Anna A. Lombardi, con interventi di Pietro Gaeta e Alessandro Mendini per N.O.W. Edizioni.
“Design può essere un termine rinchiuso all’interno di quello che è stato una volta, oppure estendersi a diventare altre cose …” (Alessandro Mendini, Intervista di Leyla Ciagà, Biblioteca del Sapere del Sole 24 Ore, 2011, pag. 106). Queste parole incorniciano un intervento dove molteplici linguaggi si sovrappongono: a partire dalla collocazione dell’installazione, nel salotto ottocentesco del barone Pasquale Revoltella, per finire all’identità degli autori, i cui confini creativi sfumano uno nell’altro.
La Poltrona di Proust, ready made del 1978 di Alessandro Mendini è uno dei suoi progetti più noti. Nel 1981 l’architetto milanese presenta Galla Placidia, stilema elaborato insieme a Anna A. Lombardi e applicato alle più diverse superfici, dal tessuto per la Rifle ai laminati Abet, dalla cassettiera Cetonia della collezione Zabro a una versione decorata del Tea & Coffee Piazza di Alessi. Nel 2016 Pietro Gaeta re-interpreta quel decoro con il suo linguaggio fatto di elementi grafici sovraimpressi, errori di stampa e graffi, creando SENSO UNICO per la collezione “4 mani, sovrascritture” di N.O.W. Edizioni e una nuova versione decorativa della poltrona Magis Proust.
Lorenzo Michelli
michelli@comunicarte.info
14
luglio 2016
Corrispondenze d’arte 3. Nuovi orizzonti
Dal 14 luglio al 09 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
CIVICO MUSEO REVOLTELLA – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Trieste, Via Armando Diaz, 27, (Trieste)
Trieste, Via Armando Diaz, 27, (Trieste)
Vernissage
14 Luglio 2016, ore 10 -22
Autore
Curatore