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Vilfrido Paggiaro – Dall’astrazione alla figurazione
La mostra antologica propone un percorso di ricerca attraverso una selezione di opere che va dai primi anni Settanta ad oggi.
Comunicato stampa
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La mostra antologica dell’artista Vilfrido Paggiaro “Dall’astrazione alla figurazione”, realizzata alla Galleria Arianna Sartori di Mantova (Via Ippolito Nievo 10) dal 2 al 15 Luglio 2016, propone un percorso di ricerca attra-verso una selezione di opere che va dai primi anni Settanta ad oggi.
Il primo nucleo è costituito da alcune opere astratte databili 1973-79 realizzate ad aerografo, prevalentemente a mo-nocromo; in quegli anni l’autore sta portando a termine gli studi di architettura e, contemporaneamente, frequenta lo studio dello scultore Toni Benetton: “Paggiaro l’ho conosciuto come allievo all’Accademia Internazionale del Ferro e durante i frequenti incontri ho avuto modo di apprezzare il suo discorso formale sulle esperienze del linguaggio dei segni significanti. Elaborazione, la sua, a motivi semplici che data la loro particolare struttura e collocazione voglio-no coinvolgere ambiente ed osservatore con il loro carattere a volte ambiguo e provocatorio”.
Emerge da queste ricerche un forte interesse per gli aspetti strutturali e compositivi della creazione artistica; carattere che rimane una costante anche in seguito, quando l’autore sente l’esigenza di partire dall’oggetto, anche di uso co-mune, utilizzato come pretesto per la definizione di uno spazio peraltro ancora tutto teorico ed astratto.
Databili agli anni Ottanta alcuni lavori su carta a tecnica mista che segnano una decisa svolta. L’urgenza di confron-tarsi con soggetti che lo coinvolgano anche su un piano emotivo spinge infatti l’autore verso la figurazione; rispetto alle scelte tematiche riveste tuttavia maggiore importanza il linguaggio, il modo di affrontare un soggetto, di metterlo in relazione con la superficie del quadro, con l’ambiente, con l’osservatore. “Nei disegni si confermano le stesse doti del dipingere. Nel complesso, vi si può riconoscere una cifra aperta a contributi formali, semiologici e strutturali che non trascurano alcune reciprocità fondamentali: la disinvolta e precisa disposizione segnico-formale-cromatica, i piani, i volumi” (G. Gasparotti).
Il nucleo più cospicuo è costituito dai lavori ad olio realizzati a partire dagli anni Novanta. All’interno di quello che può essere definito un ritorno all’ordine l’autore riscopre le tecniche quattrocentesche che gli consentono di consoli-dare il rigore compositivo e la solidità costruttiva della forma. Nella consapevolezza, tuttavia, che la visione del mon-do razionale e misurata degli antichi è oggi irripetibile, Paggiaro lascia spazio all’ironia e al caso: tanto nella fase di progettazione che di esecuzione, la superficie dipinta diventa il luogo di un reciproco scambio tra l’idea iniziale e ciò che accade sulla tela; il pensiero produce delle forme che a loro volta influenzano il pensiero.
Si tratta quindi di soluzioni premeditate che non escludono affatto l’imprevisto; “Paggiaro esprime un inconsueto mondo poetico. Vi è in lui un iperrealismo che ha un’originalità indiscussa ed è prodromo di fantasie inquietanti (…), frammenti ed allarmi di una situazione al limite e paradossale” (M. Stefani).
Questa, in conclusione, la cifra stilistica di un artista cui, di fronte alla disgregazione del senso logico e alla perdita di orientamento che sembrano privare oggi l’uomo di qualsiasi prospettiva, la ricerca artistica appare una positiva spin-ta alla vita.
Vilfrido Paggiaro
Nato a Mogliano Veneto (TV) nel 1952. Fin dagli anni Settanta ha partecipato alle attività del Centro Artistico Cul-turale G. B. Piranesi della sua città. Nel 1974-75 ha seguito i corsi di scultura dell’Accademia Internazionale del Fer-ro di Toni Benetton. Nel 1976 ha conseguito la laurea in architettura presso l’IUAV a Venezia. Ha esercitato per ol-tre un trentennio la professione di architetto nonché di insegnante di Disegno e Storia dell’Arte nei licei. Dagli anni Settanta ha, inoltre, esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia.
Mostre personali:
Centro Artistico Piranesi, Mogliano Veneto (TV); Galleria Arte e Arredamenti, Milano; Libreria Ed.ce Cafoscarina, Venezia; Galleria La cella, Carpenedo (VE).
Mostre collettive:
Ca’ dei Ricchi, Treviso; Sala Comunale di Mestre; Sala San Leonardo, Venezia; Sala Fenzi, Conegliano (TV); Casa dei Carraresi, Treviso; Brolo, Mogliano Veneto (TV); 15ª Mostra Mercato d’Arte Contemporanea, Padova; Galleria d’arte Anacapri, Capri (NA); Pinacoteca d’arte moderna Le porte, Napoli; Caffè storico Giubbe Rosse, Firenze; Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN); Palazzo Bastogi, Firenze.
Bibliografia essenziale:
1992 - Censimento artisti triveneti. Edizioni Arte Triveneta
1993 - Annuario Comed. Guida ragionata delle Belle Arti. Edizioni Comed, Milano
1998 - Catalogo “La cella” a cura di Giulio Gasparotti. Editrice Carpinetum, Mestre - Venezia
2009 - Catalogo del Centro Artistico Culturale G. B. Piranesi. Editore Centro Piranesi, Mogliano Veneto.
2013 - “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea 2014”, a cura di Arianna Sartori, Archivio Sartori Editore, Mantova.
2015 - “L’arte italiana dalla terra alla tavola” a cura di Arianna Sartori, testo di Maria Gabriella Savoia, Archivio Sar-tori Editore, Mantova.
2016 - “di Fiore in Fiore” a cura di Arianna Sartori, testo di Maria Gabriella Savoia, Archivio Sartori Editore, Man-tova.
Il primo nucleo è costituito da alcune opere astratte databili 1973-79 realizzate ad aerografo, prevalentemente a mo-nocromo; in quegli anni l’autore sta portando a termine gli studi di architettura e, contemporaneamente, frequenta lo studio dello scultore Toni Benetton: “Paggiaro l’ho conosciuto come allievo all’Accademia Internazionale del Ferro e durante i frequenti incontri ho avuto modo di apprezzare il suo discorso formale sulle esperienze del linguaggio dei segni significanti. Elaborazione, la sua, a motivi semplici che data la loro particolare struttura e collocazione voglio-no coinvolgere ambiente ed osservatore con il loro carattere a volte ambiguo e provocatorio”.
Emerge da queste ricerche un forte interesse per gli aspetti strutturali e compositivi della creazione artistica; carattere che rimane una costante anche in seguito, quando l’autore sente l’esigenza di partire dall’oggetto, anche di uso co-mune, utilizzato come pretesto per la definizione di uno spazio peraltro ancora tutto teorico ed astratto.
Databili agli anni Ottanta alcuni lavori su carta a tecnica mista che segnano una decisa svolta. L’urgenza di confron-tarsi con soggetti che lo coinvolgano anche su un piano emotivo spinge infatti l’autore verso la figurazione; rispetto alle scelte tematiche riveste tuttavia maggiore importanza il linguaggio, il modo di affrontare un soggetto, di metterlo in relazione con la superficie del quadro, con l’ambiente, con l’osservatore. “Nei disegni si confermano le stesse doti del dipingere. Nel complesso, vi si può riconoscere una cifra aperta a contributi formali, semiologici e strutturali che non trascurano alcune reciprocità fondamentali: la disinvolta e precisa disposizione segnico-formale-cromatica, i piani, i volumi” (G. Gasparotti).
Il nucleo più cospicuo è costituito dai lavori ad olio realizzati a partire dagli anni Novanta. All’interno di quello che può essere definito un ritorno all’ordine l’autore riscopre le tecniche quattrocentesche che gli consentono di consoli-dare il rigore compositivo e la solidità costruttiva della forma. Nella consapevolezza, tuttavia, che la visione del mon-do razionale e misurata degli antichi è oggi irripetibile, Paggiaro lascia spazio all’ironia e al caso: tanto nella fase di progettazione che di esecuzione, la superficie dipinta diventa il luogo di un reciproco scambio tra l’idea iniziale e ciò che accade sulla tela; il pensiero produce delle forme che a loro volta influenzano il pensiero.
Si tratta quindi di soluzioni premeditate che non escludono affatto l’imprevisto; “Paggiaro esprime un inconsueto mondo poetico. Vi è in lui un iperrealismo che ha un’originalità indiscussa ed è prodromo di fantasie inquietanti (…), frammenti ed allarmi di una situazione al limite e paradossale” (M. Stefani).
Questa, in conclusione, la cifra stilistica di un artista cui, di fronte alla disgregazione del senso logico e alla perdita di orientamento che sembrano privare oggi l’uomo di qualsiasi prospettiva, la ricerca artistica appare una positiva spin-ta alla vita.
Vilfrido Paggiaro
Nato a Mogliano Veneto (TV) nel 1952. Fin dagli anni Settanta ha partecipato alle attività del Centro Artistico Cul-turale G. B. Piranesi della sua città. Nel 1974-75 ha seguito i corsi di scultura dell’Accademia Internazionale del Fer-ro di Toni Benetton. Nel 1976 ha conseguito la laurea in architettura presso l’IUAV a Venezia. Ha esercitato per ol-tre un trentennio la professione di architetto nonché di insegnante di Disegno e Storia dell’Arte nei licei. Dagli anni Settanta ha, inoltre, esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia.
Mostre personali:
Centro Artistico Piranesi, Mogliano Veneto (TV); Galleria Arte e Arredamenti, Milano; Libreria Ed.ce Cafoscarina, Venezia; Galleria La cella, Carpenedo (VE).
Mostre collettive:
Ca’ dei Ricchi, Treviso; Sala Comunale di Mestre; Sala San Leonardo, Venezia; Sala Fenzi, Conegliano (TV); Casa dei Carraresi, Treviso; Brolo, Mogliano Veneto (TV); 15ª Mostra Mercato d’Arte Contemporanea, Padova; Galleria d’arte Anacapri, Capri (NA); Pinacoteca d’arte moderna Le porte, Napoli; Caffè storico Giubbe Rosse, Firenze; Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN); Palazzo Bastogi, Firenze.
Bibliografia essenziale:
1992 - Censimento artisti triveneti. Edizioni Arte Triveneta
1993 - Annuario Comed. Guida ragionata delle Belle Arti. Edizioni Comed, Milano
1998 - Catalogo “La cella” a cura di Giulio Gasparotti. Editrice Carpinetum, Mestre - Venezia
2009 - Catalogo del Centro Artistico Culturale G. B. Piranesi. Editore Centro Piranesi, Mogliano Veneto.
2013 - “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea 2014”, a cura di Arianna Sartori, Archivio Sartori Editore, Mantova.
2015 - “L’arte italiana dalla terra alla tavola” a cura di Arianna Sartori, testo di Maria Gabriella Savoia, Archivio Sar-tori Editore, Mantova.
2016 - “di Fiore in Fiore” a cura di Arianna Sartori, testo di Maria Gabriella Savoia, Archivio Sartori Editore, Man-tova.
02
luglio 2016
Vilfrido Paggiaro – Dall’astrazione alla figurazione
Dal 02 al 15 luglio 2016
arte contemporanea
Location
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
2 Luglio 2016, ore 17.00
Autore
Curatore