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Mettiamoci la faccia § secondo. Artisti della città al museo
Quanto lo studio ci racconta del lavoro di un artista e viceversa come l’artista si racconta all’interno del suo studio? Al via il secondo capitolo della mappatura degli studi artistici attivi in città.
Comunicato stampa
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Gustave Courbet, maestro del realismo francese, rappresentò il suo ne L’atelier dell’artista (1854/55) – opera di grandi dimensioni oggi conservata al Musée d'Orsay di Parigi – in un dipinto che ne fotografa ‘l’esistenza’ nello scorrere del tempo. Significativo il fatto che il titolo originale dell'opera sia Allegoria reale che fissa una fase di sette anni della mia vita artistica e morale in cui l’artista identifica nell’atelier non solo un luogo ma un processo creativo e produttivo di una crescita non solo artistica ma anche personale.
Ideato dall’Assessorato alla Cultura del Comune della Spezia, Mettiamoci la faccia. Artisti della città al museo fa parte di un più ampio progetto di mappatura degli atelier presenti in città nella volontà di mettere a sistema il ricco ecosistema culturale del territorio – attivato non solo dalle istituzioni ma anche da iniziative private – nella direzione di una regia unica.
Giunto qui alla sua seconda edizione, Mettiamoci la faccia ripropone il suo format che prevede il racconto dell’artista attraverso tre scatti: il ritratto, un lavoro e lo studio. “Faccia” che è dunque non solo il viso dell’autore ma anche, e soprattutto, il luogo più intimo di creazione – l’atelier appunto – e l’opera, ‘figlia’ dell’ingegno. Gli artisti hanno aperto i propri studi, luoghi privati e generalmente inaccessibili, a dieci giovani fotografi che, raccontando questi spazi, hanno anche attivato momenti di dialogo e confronto informale sulle pratiche artistiche contemporanee.
Tra la prima e la seconda edizione diciassette i fotografi che vi hanno lavorato e cinquanta le presenze degli artisti documentati per una mappatura tutto’ora in divenire.
Con una selezione di autori nati tra gli anni ’20 e gli anni ’80, il progetto traccia anche un’ampia panoramica sulle ricerche artistiche cittadine: scultura, pittura, incisione, fotografia, video, installazioni, performance fino a interventi di arte pubblica e street art. Il progetto si pone come interfaccia tra la produzione artistica del territorio, i suoi abitanti e gli operatori del settore generando connessioni con il network del contemporaneo.
La commissione scientifica del progetto formata da Eleonora Acerbi, Luca Basile, Cinzia Compalati (curatore della mostra), Valerio P. Cremolini, Enrico Formica, Marzia Ratti, Federigo Salvadori, Francesco Vaccarone ha selezionato un nuovo gruppo di giovani fotografi – Pietro Benelli, Hans Burger j., Beatrice Buticchi, Chiara Picariello, Andrea Piotto, Erica Portunato, Francesco Scontrini, Roberto Vendasi, Alessandro Trapezio, Matteo Trombello – che ha documentato l’atelier di altri 25 artisti attivi sul territorio: Alfio Antonietti, Federico Anselmi, Franca Battistella, Anna Bettarini, Marco Casentini, Catia Castellani, Daniela Cesino, Walter Coggio, Michele De Luca, Giulietta Gamberini, Silvia Garzonotti, Gloria Giuliano, Claudia Guastini, Stefano Lanzardo, Alessio Manfredi, Francesco Martera, Beppe Mecconi, Roberto Pertile, Franca Puliti, Mirella Raggi, Roberta Signani, Alberto Sordi, Emilio Voglino, Bruno Zoppi, Paola Zucchello.
Inoltre CAMeC piano 0 – lo spazio inclusivo e partecipativo del Centro rivolto principalmente ai giovani e alla relazione con il territorio – ospita Social Wall, un muro che – in maniera ossimorica – abbatte le barriere e funge da diaframma permeabile tra la città e il suo museo d’arte contemporanea. Fil rouge che collega i progetti che si avvicendano in questo spazio è Fermata CAMeC, l’immaginario bus stop all’interno del Centro. Lì una panchina permette al visitatore di osservare di volta in volta i manifesti da affissione pubblicitaria che via via – come nelle strade reali – si sovrappongono l’uno all’altro con il susseguirsi delle mostre. In questa occasione Social Wall ospita le uniche ‘facce’ che non vediamo mai, quelle che stanno dietro all’obiettivo, i fotografi che hanno lavorato a questa seconda edizione.
Ideato dall’Assessorato alla Cultura del Comune della Spezia, Mettiamoci la faccia. Artisti della città al museo fa parte di un più ampio progetto di mappatura degli atelier presenti in città nella volontà di mettere a sistema il ricco ecosistema culturale del territorio – attivato non solo dalle istituzioni ma anche da iniziative private – nella direzione di una regia unica.
Giunto qui alla sua seconda edizione, Mettiamoci la faccia ripropone il suo format che prevede il racconto dell’artista attraverso tre scatti: il ritratto, un lavoro e lo studio. “Faccia” che è dunque non solo il viso dell’autore ma anche, e soprattutto, il luogo più intimo di creazione – l’atelier appunto – e l’opera, ‘figlia’ dell’ingegno. Gli artisti hanno aperto i propri studi, luoghi privati e generalmente inaccessibili, a dieci giovani fotografi che, raccontando questi spazi, hanno anche attivato momenti di dialogo e confronto informale sulle pratiche artistiche contemporanee.
Tra la prima e la seconda edizione diciassette i fotografi che vi hanno lavorato e cinquanta le presenze degli artisti documentati per una mappatura tutto’ora in divenire.
Con una selezione di autori nati tra gli anni ’20 e gli anni ’80, il progetto traccia anche un’ampia panoramica sulle ricerche artistiche cittadine: scultura, pittura, incisione, fotografia, video, installazioni, performance fino a interventi di arte pubblica e street art. Il progetto si pone come interfaccia tra la produzione artistica del territorio, i suoi abitanti e gli operatori del settore generando connessioni con il network del contemporaneo.
La commissione scientifica del progetto formata da Eleonora Acerbi, Luca Basile, Cinzia Compalati (curatore della mostra), Valerio P. Cremolini, Enrico Formica, Marzia Ratti, Federigo Salvadori, Francesco Vaccarone ha selezionato un nuovo gruppo di giovani fotografi – Pietro Benelli, Hans Burger j., Beatrice Buticchi, Chiara Picariello, Andrea Piotto, Erica Portunato, Francesco Scontrini, Roberto Vendasi, Alessandro Trapezio, Matteo Trombello – che ha documentato l’atelier di altri 25 artisti attivi sul territorio: Alfio Antonietti, Federico Anselmi, Franca Battistella, Anna Bettarini, Marco Casentini, Catia Castellani, Daniela Cesino, Walter Coggio, Michele De Luca, Giulietta Gamberini, Silvia Garzonotti, Gloria Giuliano, Claudia Guastini, Stefano Lanzardo, Alessio Manfredi, Francesco Martera, Beppe Mecconi, Roberto Pertile, Franca Puliti, Mirella Raggi, Roberta Signani, Alberto Sordi, Emilio Voglino, Bruno Zoppi, Paola Zucchello.
Inoltre CAMeC piano 0 – lo spazio inclusivo e partecipativo del Centro rivolto principalmente ai giovani e alla relazione con il territorio – ospita Social Wall, un muro che – in maniera ossimorica – abbatte le barriere e funge da diaframma permeabile tra la città e il suo museo d’arte contemporanea. Fil rouge che collega i progetti che si avvicendano in questo spazio è Fermata CAMeC, l’immaginario bus stop all’interno del Centro. Lì una panchina permette al visitatore di osservare di volta in volta i manifesti da affissione pubblicitaria che via via – come nelle strade reali – si sovrappongono l’uno all’altro con il susseguirsi delle mostre. In questa occasione Social Wall ospita le uniche ‘facce’ che non vediamo mai, quelle che stanno dietro all’obiettivo, i fotografi che hanno lavorato a questa seconda edizione.
24
giugno 2016
Mettiamoci la faccia § secondo. Artisti della città al museo
Dal 24 giugno al 18 settembre 2016
fotografia
Location
CAMEC – CENTRO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
Biglietti
intero € 5
Orario di apertura
da martedì a domenica 11.00 - 18.00
Vernissage
24 Giugno 2016, ore 18.00
Autore
Curatore