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Hans Arp e Alberto Viani
L’opera grafica di due grandi artisti del ‘900
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 18 giugno 2016, alle ore 21.00, a Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo
Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido
Strazza”, si inaugura la mostra dedicata all’opera grafica di Hans Arp e Alberto Viani, che
continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la Storia della grafica europea e
proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso,
Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz,
Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli,
Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter e Viviani.
La opere in mostra, datate 1912-1978, racconteranno, attraverso un dialogo inedito, le assonanze
visive e poetiche fra due grandi artisti del XX° secolo: lo scultore alsaziano, svizzero di adozione,
Jean Arp (Strasburgo, 1886 – Basilea, 1966) e lo scultore italiano Alberto Viani (Quistello, 1906 –
Venezia, 1989), tra i protagonisti del dibattito artistico centro-europeo della prima metà del
Novecento. La sensibilità culturale dei due artisti presenta, infatti, sorprendenti punti di
convergenza: uniti dalla ricerca “dell’elementare”, entrambi rivendicano la necessità di individuare
nell’arte una dimensione spirituale, un momento originario, basato sulla ricerca della forma pura.
Come cofondatore del dadaismo, precursore del surrealismo e figura di artista radicale, Hans Arp
ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo dell’arte moderna. Molto legato a Max Ernst, Kurt
Schwitters e Vassily Kandinsky, la sua influenza si è ripercossa ininterrottamente sulle generazioni
successive. Abbandonata, negli anni giovanili, la figurazione, Arp si è dedicato all’elaborazione di
un linguaggio astratto ispirato alle leggi che presiedono ai fenomeni naturali. La genesi, la crescita,
il deperire delle forme organiche rappresentano la fonte di ispirazione di opere che sono esse stesse
occasioni di indagine sulla natura. Interessante è la definizione che di lui diede la gallerista francese
Denise René: “il più astratto dei surrealisti e il più surrealista degli astratti”, una perfetta sintesi
dell’attitudine di Arp caratterizzata dall’indipendenza di pensiero, dalla mai piena adesione alle
avanguardie a lui coeve. Infatti, al di fuori di ogni presupposto di tendenza, seppe trovare da solo un
mondo di forme organiche, surreali, concrete, sensuali, lasciando lo spirito disponibile per qualsiasi
avventura, ricerca o esperienza che fosse. Il suo merito è quello di aver consacrato una nuova
concezione dell’espressione artistica, valorizzando segni e forme primordiali, simboli universali
presenti nella memoria collettiva condivisa, ripescati attraverso un’analisi introspettiva. Tuttavia,
prima di essere artista, Arp fu soprattutto poeta, esperienza che ha fortemente condizionato il suo
lavoro. La poesia in Arp diventa la chiave di lettura e il filtro per comprendere la sua ricerca
artistica, affidata alla poetica del caso. Scrive: “La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi
e resta a noi incomprensibile come la causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta
soltanto in un completo abbandono all'inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la
vita vera e propria”.
In controcanto, le opere grafiche di Alberto Viani, saranno pronte a chiarire quanto le novità
artistiche internazionali abbiano influenzato, a partire dal primo Novecento, il panorama italiano.
Artista colto e meditativo, in continuo dialogo con le immagini e i differenti aspetti della storia della
scultura, dalle primitive parvenze della plastica protostorica e mediterranea, ai simulacri della
Grecia fino a Canova, Brancusi, Moore, Giacometti, Arp e alle espressioni della più viva
contemporaneità, Viani ha saputo indagare in un vastissimo e sempre rinnovato repertorio di forme,
l'immagine ideale e archetipica dell'uomo, esplorata nelle sue relazioni con il tempo e la totalità
dell'essere. Un'intera carriera, dalle prime ricerche del 1939 segnate dall'influenza profonda del
maestro Arturo Martini, di cui fu assistente all'Accademia di Belle Arti di Venezia, fino alle ultime
pionieristiche sperimentazioni dell'astrattismo negli anni Ottanta. Le sue statue che immortalano
sempre figure isolate, con una devozione per la donna, si concentrano principalmente sull'essenza
del solo torso nudo che diventa immagine simbolo della vita ma anche ideale estetico della bellezza
corporea. Una passione per la forma stilizzata all'inverosimile, non arcaica ma ascetica, dove i
profili appaiono morbidi e flessuosi, sinuosi e spudoratamente sensuali. Elementi che si esaltano nel
confronto con Arp, nella solitudine operosa dell’uno e nella proverbiale riservatezza dell’altro, nelle
impennate sperimentali di entrambi che, complice l’esperienza grafica esercitata in selezionati
paralleli poetici (Tristan Tzara, Gaston Puel, Mallarmé, Petrarca,…), hanno segnato l'arte europea
del Novecento.
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Jean (Hans) Arp nasce a Strasburgo, Alsazia-Lorena, il 16 settembre 1886. Nel 1904 dopo aver lasciato
l’Ecole des Arts et Métiers di Strasburgo visita Parigi e pubblica per la prima volta le sue poesie. Dal 1905 al
1907 studia alla Kunstschule di Weimar e nel 1908 all’Académie Julian di Parigi. Nel 1909 si trasferisce in
Svizzera, dove nel 1911 è tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Moderner Bund. L’anno seguente incontra
Robert e Sonia Delaunay a Parigi e Vasily Kandinsky a Monaco. Partecipa nel 1913 all’Erster Deutscher
Herbstsalon alla galleria Der Sturm di Berlino. Ritornato a Parigi, nel 1914 conosce Max Jacob, Pablo
Picasso e Guillaume Apollinaire. Nel 1915 si reca a Zurigo, dove realizza collage e arazzi, spesso in
collaborazione con la futura moglie Sophie Taeuber. Nel 1916, Hugo Ball apre il Cabaret Voltaire, destinato
a diventare il centro delle manifestazioni Dada a Zurigo per un gruppo di artisti e scrittori comprendenti Arp,
Tristan Tzara, Marcel Janco e altri. La partecipazione di Arp al Dadaismo continua anche dopo il suo
trasferimento a Colonia, nel 1919. Poco dopo inizia la collaborazione a diverse riviste, come “Merz”,
“Mécano”, “De Stijl”, ed in seguito “La Révolution Surréaliste”. Nel 1925 partecipa alla prima esposizione
del gruppo surrealista alla Galerie Pierre a Parigi, e l’anno seguente si stabilisce in Francia, a Meudon. Nel
1931 aderisce al gruppo Abstraction-Création e collabora al periodico “Transition”. Durante gli anni ’30, e
fino alla sua morte, continua a scrivere e a pubblicare poesie e saggi. L’artista visita New York nel 1949, in
occasione di una sua personale allestita alla Buchholz Gallery di Curt Valentin. Nel 1954 ottiene il Premio
Internazionale per la Scultura alla Biennale di Venezia. Nel 1958, il Museum of Modern Art di New York, e
nel 1962 il Musée National d’Art Moderne di Parigi, gli dedicano una grande retrospettiva. Arp muore a
Basilea il 7 giugno 1966.
Alberto Viani nasce a Quistello di Mantova nel 1906. Assistente di Arturo Martini, nel 1947 ne eredita la
cattedra di Scultura all'Accademia di Venezia. I torsi maschili e femminili di questo periodo tendono già a
una forte sintesi plastico-costruttiva della forma. Con il “Fronte Nuovo delle Arti” partecipa alla prima
mostra presso la Galleria della Spiga a Milano, e successivamente alla XXIV Biennale di Venezia (dove
tornerà con regolarità dal 1948 in poi) e alla prima Quadriennale di Roma del dopoguerra (poi ancora nel
1955, 1965, 1972, 1986). Dalla seconda metà degli anni Quaranta giungono i primi riconoscimenti
dall'estero: il Museum of Modern Art di New York acquista un suo “Nudo” in gesso, in occasione della
mostra dedicata all'arte italiana; dal 1953 al 1973 è regolarmente invitato alla Biennale di Scultura al Parc du
Middelheim di Anversa, nel 1955 partecipa alla prima edizione di Documenta a Kassel (poi ancora nel
1959). Nel 1952 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Un sensibile assottigliamento delle
forme si nota nelle opere esposte a metà degli anni Cinquanta nell'ambito della Biennale di Venezia del 1958,
per ritornare, dagli anni Sessanta in poi, a una più plastica volumetria delle forme. Con le Bagnanti degli anni
Settanta (Biennale di Venezia, 1972) si discosta dalla produzione precedente per la frontalità e l'estrema
essenzialità della forma. Numerose sono le personali e le antologiche italiane che lo celebrano: a Padova, alla
Biennale del Bronzetto del 1975; a Bergamo, alla Galleria Lorenzelli; a Venezia, nel 1977, presso Ca' Pesaro;
a Prato nel 1980; alla Quadriennale romana del 1986; alla Biennale di Venezia del 1988. Muore l’anno dopo,
il 10 ottobre, a Venezia. L'ultima antologica è del 2006 a Matera, nelle Chiese Rupestri.
La mostra, è corredata da libri d’artista, cataloghi, filmati, immagini e documenti, utili a far capire
il mondo espressivo di Arp e Viani e le loro correlazioni. Rimarrà aperta fino al 26 settembre
2016, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).
Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido
Strazza”, si inaugura la mostra dedicata all’opera grafica di Hans Arp e Alberto Viani, che
continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la Storia della grafica europea e
proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso,
Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz,
Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli,
Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter e Viviani.
La opere in mostra, datate 1912-1978, racconteranno, attraverso un dialogo inedito, le assonanze
visive e poetiche fra due grandi artisti del XX° secolo: lo scultore alsaziano, svizzero di adozione,
Jean Arp (Strasburgo, 1886 – Basilea, 1966) e lo scultore italiano Alberto Viani (Quistello, 1906 –
Venezia, 1989), tra i protagonisti del dibattito artistico centro-europeo della prima metà del
Novecento. La sensibilità culturale dei due artisti presenta, infatti, sorprendenti punti di
convergenza: uniti dalla ricerca “dell’elementare”, entrambi rivendicano la necessità di individuare
nell’arte una dimensione spirituale, un momento originario, basato sulla ricerca della forma pura.
Come cofondatore del dadaismo, precursore del surrealismo e figura di artista radicale, Hans Arp
ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo dell’arte moderna. Molto legato a Max Ernst, Kurt
Schwitters e Vassily Kandinsky, la sua influenza si è ripercossa ininterrottamente sulle generazioni
successive. Abbandonata, negli anni giovanili, la figurazione, Arp si è dedicato all’elaborazione di
un linguaggio astratto ispirato alle leggi che presiedono ai fenomeni naturali. La genesi, la crescita,
il deperire delle forme organiche rappresentano la fonte di ispirazione di opere che sono esse stesse
occasioni di indagine sulla natura. Interessante è la definizione che di lui diede la gallerista francese
Denise René: “il più astratto dei surrealisti e il più surrealista degli astratti”, una perfetta sintesi
dell’attitudine di Arp caratterizzata dall’indipendenza di pensiero, dalla mai piena adesione alle
avanguardie a lui coeve. Infatti, al di fuori di ogni presupposto di tendenza, seppe trovare da solo un
mondo di forme organiche, surreali, concrete, sensuali, lasciando lo spirito disponibile per qualsiasi
avventura, ricerca o esperienza che fosse. Il suo merito è quello di aver consacrato una nuova
concezione dell’espressione artistica, valorizzando segni e forme primordiali, simboli universali
presenti nella memoria collettiva condivisa, ripescati attraverso un’analisi introspettiva. Tuttavia,
prima di essere artista, Arp fu soprattutto poeta, esperienza che ha fortemente condizionato il suo
lavoro. La poesia in Arp diventa la chiave di lettura e il filtro per comprendere la sua ricerca
artistica, affidata alla poetica del caso. Scrive: “La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi
e resta a noi incomprensibile come la causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta
soltanto in un completo abbandono all'inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la
vita vera e propria”.
In controcanto, le opere grafiche di Alberto Viani, saranno pronte a chiarire quanto le novità
artistiche internazionali abbiano influenzato, a partire dal primo Novecento, il panorama italiano.
Artista colto e meditativo, in continuo dialogo con le immagini e i differenti aspetti della storia della
scultura, dalle primitive parvenze della plastica protostorica e mediterranea, ai simulacri della
Grecia fino a Canova, Brancusi, Moore, Giacometti, Arp e alle espressioni della più viva
contemporaneità, Viani ha saputo indagare in un vastissimo e sempre rinnovato repertorio di forme,
l'immagine ideale e archetipica dell'uomo, esplorata nelle sue relazioni con il tempo e la totalità
dell'essere. Un'intera carriera, dalle prime ricerche del 1939 segnate dall'influenza profonda del
maestro Arturo Martini, di cui fu assistente all'Accademia di Belle Arti di Venezia, fino alle ultime
pionieristiche sperimentazioni dell'astrattismo negli anni Ottanta. Le sue statue che immortalano
sempre figure isolate, con una devozione per la donna, si concentrano principalmente sull'essenza
del solo torso nudo che diventa immagine simbolo della vita ma anche ideale estetico della bellezza
corporea. Una passione per la forma stilizzata all'inverosimile, non arcaica ma ascetica, dove i
profili appaiono morbidi e flessuosi, sinuosi e spudoratamente sensuali. Elementi che si esaltano nel
confronto con Arp, nella solitudine operosa dell’uno e nella proverbiale riservatezza dell’altro, nelle
impennate sperimentali di entrambi che, complice l’esperienza grafica esercitata in selezionati
paralleli poetici (Tristan Tzara, Gaston Puel, Mallarmé, Petrarca,…), hanno segnato l'arte europea
del Novecento.
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Jean (Hans) Arp nasce a Strasburgo, Alsazia-Lorena, il 16 settembre 1886. Nel 1904 dopo aver lasciato
l’Ecole des Arts et Métiers di Strasburgo visita Parigi e pubblica per la prima volta le sue poesie. Dal 1905 al
1907 studia alla Kunstschule di Weimar e nel 1908 all’Académie Julian di Parigi. Nel 1909 si trasferisce in
Svizzera, dove nel 1911 è tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Moderner Bund. L’anno seguente incontra
Robert e Sonia Delaunay a Parigi e Vasily Kandinsky a Monaco. Partecipa nel 1913 all’Erster Deutscher
Herbstsalon alla galleria Der Sturm di Berlino. Ritornato a Parigi, nel 1914 conosce Max Jacob, Pablo
Picasso e Guillaume Apollinaire. Nel 1915 si reca a Zurigo, dove realizza collage e arazzi, spesso in
collaborazione con la futura moglie Sophie Taeuber. Nel 1916, Hugo Ball apre il Cabaret Voltaire, destinato
a diventare il centro delle manifestazioni Dada a Zurigo per un gruppo di artisti e scrittori comprendenti Arp,
Tristan Tzara, Marcel Janco e altri. La partecipazione di Arp al Dadaismo continua anche dopo il suo
trasferimento a Colonia, nel 1919. Poco dopo inizia la collaborazione a diverse riviste, come “Merz”,
“Mécano”, “De Stijl”, ed in seguito “La Révolution Surréaliste”. Nel 1925 partecipa alla prima esposizione
del gruppo surrealista alla Galerie Pierre a Parigi, e l’anno seguente si stabilisce in Francia, a Meudon. Nel
1931 aderisce al gruppo Abstraction-Création e collabora al periodico “Transition”. Durante gli anni ’30, e
fino alla sua morte, continua a scrivere e a pubblicare poesie e saggi. L’artista visita New York nel 1949, in
occasione di una sua personale allestita alla Buchholz Gallery di Curt Valentin. Nel 1954 ottiene il Premio
Internazionale per la Scultura alla Biennale di Venezia. Nel 1958, il Museum of Modern Art di New York, e
nel 1962 il Musée National d’Art Moderne di Parigi, gli dedicano una grande retrospettiva. Arp muore a
Basilea il 7 giugno 1966.
Alberto Viani nasce a Quistello di Mantova nel 1906. Assistente di Arturo Martini, nel 1947 ne eredita la
cattedra di Scultura all'Accademia di Venezia. I torsi maschili e femminili di questo periodo tendono già a
una forte sintesi plastico-costruttiva della forma. Con il “Fronte Nuovo delle Arti” partecipa alla prima
mostra presso la Galleria della Spiga a Milano, e successivamente alla XXIV Biennale di Venezia (dove
tornerà con regolarità dal 1948 in poi) e alla prima Quadriennale di Roma del dopoguerra (poi ancora nel
1955, 1965, 1972, 1986). Dalla seconda metà degli anni Quaranta giungono i primi riconoscimenti
dall'estero: il Museum of Modern Art di New York acquista un suo “Nudo” in gesso, in occasione della
mostra dedicata all'arte italiana; dal 1953 al 1973 è regolarmente invitato alla Biennale di Scultura al Parc du
Middelheim di Anversa, nel 1955 partecipa alla prima edizione di Documenta a Kassel (poi ancora nel
1959). Nel 1952 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Un sensibile assottigliamento delle
forme si nota nelle opere esposte a metà degli anni Cinquanta nell'ambito della Biennale di Venezia del 1958,
per ritornare, dagli anni Sessanta in poi, a una più plastica volumetria delle forme. Con le Bagnanti degli anni
Settanta (Biennale di Venezia, 1972) si discosta dalla produzione precedente per la frontalità e l'estrema
essenzialità della forma. Numerose sono le personali e le antologiche italiane che lo celebrano: a Padova, alla
Biennale del Bronzetto del 1975; a Bergamo, alla Galleria Lorenzelli; a Venezia, nel 1977, presso Ca' Pesaro;
a Prato nel 1980; alla Quadriennale romana del 1986; alla Biennale di Venezia del 1988. Muore l’anno dopo,
il 10 ottobre, a Venezia. L'ultima antologica è del 2006 a Matera, nelle Chiese Rupestri.
La mostra, è corredata da libri d’artista, cataloghi, filmati, immagini e documenti, utili a far capire
il mondo espressivo di Arp e Viani e le loro correlazioni. Rimarrà aperta fino al 26 settembre
2016, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).
18
giugno 2016
Hans Arp e Alberto Viani
Dal 18 giugno al 26 settembre 2016
arte moderna e contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MIG MUSEO INTERNAZIONALE DELLA GRAFICA – BIBLIOTECA COMUNALE
Castronuovo Di Sant'andrea, Piazza Guglielmo Marconi, 3, (Potenza)
Castronuovo Di Sant'andrea, Piazza Guglielmo Marconi, 3, (Potenza)
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento)
Vernissage
18 Giugno 2016, h 21
Autore