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“La mia maniera è guardare; le cose sono tutte diverse e io voglio rappresentarle nella loro diversità” . Lo ha detto lui, Mario Schifano, inafferrabile artista, che quasi sembrava abbracciare quella realtà sfaccettata, per poi rappresentarla. Il segno negligente poteva diventare il perimetro della scritta Esso o Coca-Cola o tracciare un paesaggio o qualsiasi altra forma, e l’impasto di colore poteva essere denso, opaco, trasparente, terroso, acido… comunque reagiva, trasferendo sul supporto quella “diversità” delle cose, che somiglia un po’ all’essenza della vita.
A tre anni dalla morte (l’artista è scomparso prematuramente del 1998), un lungometraggio prova a raccontare tutto Mario Schifano. Lo ha diretto Luca Ronchi, collaboratore dell’artista negli anni ’70, lo ha prodotto Nova Films (Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt) in collaborazione con Mediatrade e la Fondazione Mario Schifano.
Materiale inedito e tante testimonianze: un’autobiografia postuma, hanno azzardato (e speriamo non si tratti piuttosto di un’agiografia postuma…), forse un ritratto, non a tutto tondo, ma procedendo per incastro di tasselli; tra gli altri, lo ricordano Alberto Moravia (”Penso che un intellettuale debba essere sempre estremo, è l’unica qualità che ha l’arte, deve andare in fondo alle cose”), mentre visita il suo studio a Trastevere, il gallerista Plinio de Martiis, il critico Achille Bonito Oliva, lo scrittore Fulvio Abbate, che tratteggia un enfant terrible viziato e capriccioso, ma aggiunge “tutti avrebbero voluto vivere come lui. E poi, se n’e’ andato con grande stile. Diceva sempre: ‘Mi raccomando lo stile!’. Parlano di lui anche due “signore” del rock americano, Marianne Faithfull (che si lascia andare con un “I suoi occhi erano di fuoco e aveva uno sguardo che mi consumava”) e Anita Pallenberg, rievocando gli anni della cultura beat e del soggiorno newyorchese.
In arrivo a Roma, a novembre, l’attesa grande mostra, interamente dedicata all’artista: avrà lo stesso titolo e sarà allestita presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. Ne parlerà a Venezia, il sindaco della capitale, Walter Veltroni; pare sia prevista un’ampia sezione tecnologica e virtuale.
Maria Cristina Bastante
[exibart]
Siamo alle solite!!! Il cadavere è ancora caldo anzi…Contemporaneo…E gli avvoltoi già aleggiano e olezzano copiosi.Già,ma Ausonia possiede tutti i giocattoli del Villaggio Globale!!!A cosa possono mai servire i contemporanei vivi? Meglio i cadaveri,da gestire…Non contraddicono mai nessuno e ingrassano i poveri avvoltoi affamati.Auguri!!!
Al grande Mario Schifano i miei omaggi.