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Augustus Ruth / Giuseppe Chiari
Doppia personale dell’artista concettuale australiano Augustus Ruth e dell’artista concettuale italiano Giuseppe Chiari scomparso nel 2007. La mostra è un progetto di Ruth per aprire una riflessione sullo stato dell’arte attuale attraverso un omaggio al maestro del movimento Fluxus degli anni ’60.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
08.06.2016_09.06.2016
Opening: Mercoledi 8 Giugno ore 22
Cocktail: Giovedì 9 Giugno ore 18
Closing: Giovedi 9 Giugno ore 22
Io non esisto, non posso spiegare ora, seguitemi.
Parole che arrivano dallo spazio, come quella vettura dalle forme aliene.
Ascoltate l’esistenza attraverso alcuni oggetti che mi sostituiscono per convenienza.
Sono qui, ma sono anche altrove. Non esisto.
Assaggiate l’ultimo frutto del mondo umano.
L’odore in giro, sono quel profumo, quel silenzio.
Augustus Ruth (1991, Kangaroo Island, AU) è un artista e performer australiano che utilizza il linguaggio dell’arte per creare una forte relazione con l’attualità. La sua attenzione è focalizzata su concetti basici utilizzati dagli individui per raccontare se stessi e la propria vita. Tutta la sua ricerca è dunque un’estensione della sua vita privata che coinvolge gli usi della comunità australiana nella maggior parte delle sue opere.
Per la sua prima mostra in Italia, si presenta al pubblico attraverso l’opera Please drop my baby at home (Cornucopia), 2016, un’autovettura utilitaria di marca giapponese, posizionata all’interno della galleria (ex garage) che tiene sospesa una scultura di ceramica con frutta, per ricondurre il visitatore al piano urbano e al metodo di utilizzo dei mezzi di trasporto nella sua generazione. Allo stesso tempo all’interno della vettura sono stati abbandonati oggetti, dipinti, preservativi e bottiglie di alcolici utilizzati dalla maggior parte delle persone nei loro tragitti, come compagni della routine quotidiana nonostante la legge vieti drasticamente l’utilizzo dell’alcol, riscontrando all’interno della comunità australiana un problema di alcolismo per circa il 90% della popolazione.
Giuseppe Chiari (1927 – 2007, Firenze, IT) compositore e artista concettuale, attivo a Firenze negli anni ‘60, dove si è dedicato all’arte e alla musica studiando pianoforte e composizione. Attratto in particolare dalle esperienze di John Cage, ha cominciato a interessarsi a ricerche sperimentali di musica e poesia visiva, promuovendo nel 1961, con Pietro Grossi, l’associazione ‘Vita musicale contemporanea’. Importanti per il suo sviluppo artistico furono, nei primi anni sessanta, l’incontro con Sylvano Bussotti, il confronto con le ricerche di poesia concreta del Gruppo 70, e infine i contatti con gli esponenti newyorkesi del movimento internazionale Fluxus, al quale l’artista aderì partecipando, nel 1962, al Fluxus internationale Festspiele neuester Musik di Wiesbaden. Ha partecipato a significative rassegne internazionali, da Documenta 5 di Kassel (1972) alla Biennale di Venezia (1972; 1976; 1978) e alla Biennale di Sidney (1990). Giuseppe Chiari ha sviluppato il suo percorso artistico attraverso numerosi concerti e performances in Europa e negli Stati Uniti.
In questa occasione viene ripresentato il manifesto originale del 1974, stampato per un atto urbano di poesia visiva. Il manifesto, che riporta la celebre frase “L’arte è finita, smettiamo tutti insieme”, aveva avuto una seconda edizione nella quale la frase era completata dalle parole “Guttuso anche.”, ed era rivolto a tutti gli artisti dell’epoca che avevano rapporti diretti con gli ambienti politici, mettendo la loro arte alla mercé del messaggio politico.
Opening: Mercoledi 8 Giugno ore 22
Cocktail: Giovedì 9 Giugno ore 18
Closing: Giovedi 9 Giugno ore 22
Io non esisto, non posso spiegare ora, seguitemi.
Parole che arrivano dallo spazio, come quella vettura dalle forme aliene.
Ascoltate l’esistenza attraverso alcuni oggetti che mi sostituiscono per convenienza.
Sono qui, ma sono anche altrove. Non esisto.
Assaggiate l’ultimo frutto del mondo umano.
L’odore in giro, sono quel profumo, quel silenzio.
Augustus Ruth (1991, Kangaroo Island, AU) è un artista e performer australiano che utilizza il linguaggio dell’arte per creare una forte relazione con l’attualità. La sua attenzione è focalizzata su concetti basici utilizzati dagli individui per raccontare se stessi e la propria vita. Tutta la sua ricerca è dunque un’estensione della sua vita privata che coinvolge gli usi della comunità australiana nella maggior parte delle sue opere.
Per la sua prima mostra in Italia, si presenta al pubblico attraverso l’opera Please drop my baby at home (Cornucopia), 2016, un’autovettura utilitaria di marca giapponese, posizionata all’interno della galleria (ex garage) che tiene sospesa una scultura di ceramica con frutta, per ricondurre il visitatore al piano urbano e al metodo di utilizzo dei mezzi di trasporto nella sua generazione. Allo stesso tempo all’interno della vettura sono stati abbandonati oggetti, dipinti, preservativi e bottiglie di alcolici utilizzati dalla maggior parte delle persone nei loro tragitti, come compagni della routine quotidiana nonostante la legge vieti drasticamente l’utilizzo dell’alcol, riscontrando all’interno della comunità australiana un problema di alcolismo per circa il 90% della popolazione.
Giuseppe Chiari (1927 – 2007, Firenze, IT) compositore e artista concettuale, attivo a Firenze negli anni ‘60, dove si è dedicato all’arte e alla musica studiando pianoforte e composizione. Attratto in particolare dalle esperienze di John Cage, ha cominciato a interessarsi a ricerche sperimentali di musica e poesia visiva, promuovendo nel 1961, con Pietro Grossi, l’associazione ‘Vita musicale contemporanea’. Importanti per il suo sviluppo artistico furono, nei primi anni sessanta, l’incontro con Sylvano Bussotti, il confronto con le ricerche di poesia concreta del Gruppo 70, e infine i contatti con gli esponenti newyorkesi del movimento internazionale Fluxus, al quale l’artista aderì partecipando, nel 1962, al Fluxus internationale Festspiele neuester Musik di Wiesbaden. Ha partecipato a significative rassegne internazionali, da Documenta 5 di Kassel (1972) alla Biennale di Venezia (1972; 1976; 1978) e alla Biennale di Sidney (1990). Giuseppe Chiari ha sviluppato il suo percorso artistico attraverso numerosi concerti e performances in Europa e negli Stati Uniti.
In questa occasione viene ripresentato il manifesto originale del 1974, stampato per un atto urbano di poesia visiva. Il manifesto, che riporta la celebre frase “L’arte è finita, smettiamo tutti insieme”, aveva avuto una seconda edizione nella quale la frase era completata dalle parole “Guttuso anche.”, ed era rivolto a tutti gli artisti dell’epoca che avevano rapporti diretti con gli ambienti politici, mettendo la loro arte alla mercé del messaggio politico.
08
giugno 2016
Augustus Ruth / Giuseppe Chiari
Dall'otto al 09 giugno 2016
arte contemporanea
Location
GIORGIO GALOTTI (sede definitivamente chiusa)
Torino, Via Beinasco, 16, (Torino)
Torino, Via Beinasco, 16, (Torino)
Orario di apertura
la mostra dura 24 ore
Vernissage
8 Giugno 2016, h 22
Autore