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Le regole del corpo. Norma e arbitrio
Dalla tradizione di studio nell’Accademia di Belle Arti di Bologna ai contemporanei linguaggi della video arte e della performance
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Calendario degli appuntamenti
Venerdì 20 maggio
ore 18, Inaugurazione della mostra con interventi del Presidente dell’Accademia, Fabio Roversi
Monaco, del Direttore dell’Accademia, Enrico Fornaroli e dei curatori
ore 18.40-19.10, Proiezione delle opere di video arte esposte in mostra e presentazione di
alcuni tra i più significativi video artisti nell'attuale scena internazionale.
Ingresso libero
Sabato 21 maggio, ore 19
Anato-mia. Performance diretta da Sissi con la partecipazione degli studenti del Corso di
Metodologia Progettuale della Comunicazione Visiva e del Corso di Laboratorio di Didattica dei
linguaggi artistici.
Ingresso libero
Sabato 18 giugno, alle ore 21
Dialogo del corpo e della musica. Ritmi e ragionamenti in tre quadri.
Spettacolo musicale de “Il Ruggiero” di e con Emanuela Marcante e Daniele Tonini.
Ingresso libero
Visite guidate
Sabato 21 maggio, ore 10; Sabato 21 maggio, ore 12
Domenica 22 maggio, ore 10; Domenica 22 maggio, ore 12
Le visite sono gratuite e saranno condotte da Valeria Roncuzzi e Ambra D’Atri
Apertura mostra: 20 maggio - 30 giugno 2016.
Orari: lunedì-venerdì: 9-19; sabato: 9-13. Domenica e festivi; chiuso
Ingresso libero
IL CORPO NELLA TRADIZIONE DELL’INSEGNAMENTO ACCADEMICO BOLOGNESE
Il processo di apprendimento della riproduzione della figura umana nell’Accademia Clementina è
ricostruito in mostra con un itinerario visivo tra opere grafiche, volumi della biblioteca storica e
statue della preziosa gipsoteca dell’istituto.
L’esposizione suggerisce un intreccio fra una molteplicità di pezzi di natura e tecnica diversi che
esemplificano il rapporto fra arte e scienza dell’insegnamento nel Settecento e agli inizi del secolo
successivo, ancora in gran parte imperniato sul mantenimento della tradizione classicista, e che
prevedeva diverse fasi: dapprima la copia di stampe, poi gli studi della statuaria classica e
dell’anatomia, per poter giungere infine alla copia dal vero.
Il libro d’arte come strumento pedagogico entrò negli studi accademici anche come veicolo di
circolazione della cultura classicista di cui Luigi Ferdinando Marsili, e poi Giampietro Zanotti,
erano sostenitori in ambito bolognese. Marsili, illuminista, convinto sostenitore del metodo
sperimentale, si adoperò, con una concezione di rara sapienza, e con identico slancio rinnovatore
nella creazione dell’Istituto delle Scienze e dell’Accademia de’ Pittori, Scultori e Architetti, per
l’insegnamento nella quale volle mettere a disposizione una molteplicità di fonti, di documenti, di
strumenti didattici che fornissero ai giovani allievi concreti modelli sui quali formarsi.
In questa prospettiva vanno intese le ingenti donazioni di calchi di antiche statue classiche fatte fra
il 1712 e il 1727, alle quali si aggiunsero poi quelle giunte in dono nel 1757 per la munificenza del
pontefice bolognese Benedetto XIV, Lambertini.
Nel versante anatomico l’Accademia conserva le testimonianze dell’impegno nel campo della
riproduzione miologica e osteologica di Ercole Lelli (Bologna, 1702-1766), singolare figura di
artista e anatomista, e dell’influenza esercitata sulla didattica dai suoi Spellati.
Si affiancano manuali di medici che lavorano sui tavoli sectori insieme agli artisti per tradurre la
loro esperienza in compendi con raffigurazioni, dove talvolta con un singolare sincretismo si
sovrapponeva il mondo mitologico a quello della analisi chirurgica: un nuovo classicismo che si
nutriva di naturalismo e scienza.
CLASSICITÀ E ANATOMIA NEI DISEGNI ACCADEMICI
Le prove grafiche scelte sono conservate nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dell’Accademia
e sono esemplari tematicamente e stilisticamente legati alla ricchezza di riferimenti documentari,
figurativi e scultorei sui quali era imperniato l’insegnamento che aiutava gli artisti ad apprendere e
fare propri tutti i segreti della costruzione dell’immagine umana.
Questi disegni hanno ottenuto quei riconoscimenti che l’Accademia di Bologna era solita conferire
per spronare e incentivare i migliori allievi.
Fra gli autori di questi fogli vi sono artisti come il giovane Ercole Lelli con una delle sue prime
significative testimonianze come pittore di figura (Premio Marsili-Aldrovandi, 1727); un Pelagio
Palagi insieme a Paolo Bernardi e Bartolomeo Valiani (Premio Fiori, sessioni fra il 1798, 1799 e
1804) con varie splendide prove di nudo con posture simili a statue classiche, eseguite a sanguigna,
carboncino e biacca.
Una decina di altri esemplari di artisti fra cui Bernardino Rosaspina, Ferrante Marconi, Francesco
Spagnoli, sono i vincitori del Piccolo premio di assiduità per la Scuola Elementi di Figura.
I soggetti ricorrenti in questo premio sono quelli ammirati da sempre e valutati fin dal Cinquecento
dall’Armenini come indispensabili sussidi per l’esercizio sulle statue antiche; cercati e acquisiti con
passione da un Marsili per diffonderne la conoscenza e facilitarne la riproduzione grafica, in un
interagire tra speculazione teorica e prassi. Sono i famosissimi pezzi del Laocoonte, il Torso
Belvedere, l’Apollo anch’esso del Belvedere, tutti poi celebrati da Winckelmann nella sua Storia
delle arti del disegno presso gli antichi (1764); seguono altri celebri capolavori: i Lottatori, la
Venere dei Medici, l’Ercole Farnese, il Discobolo.
Alcuni vengono ripresi da visuali diverse o in differenti particolari; resi con tratteggi a chiaroscuro
con una sensibilità quasi pittorica, interpretativa e non meramente imitativa del soggetto; altri sono
delineati a solo contorno seguendo un indirizzo più rigoroso, da disegnatore-copista, più fedele al
reperto.
Non mancano prove emblematiche del confronto fra statua e anatomia, come nelle due “nature
morte con arti” di Carlo Zucchelli, o nella Testa di vecchio di Francesco Bonola, tratta dalla Testa di
Seneca di Guido Reni. Numerose sono poi le copie degli Spellati del Lelli, come quella di Giovan
Battista Sangiorgi o copie di tavole anatomiche miologiche come la Anatomia del capo con fasce
muscolari.
Una convergenza di elementi mutuati dalla statuaria classica compenetrati dalle cognizioni
scientifiche: antichità e attualità del corpo.
LA VIDEO ARTE
Le origini
La video arte nasce sul finire degli anni Cinquanta del XX secolo e si sviluppa rapidamente nel
corso degli anni Sessanta nell’ambito estetico Fluxus, un movimento che, come rivela il nome
stesso, intende l’opera d’arte non come oggetto finito e compiuto, ma come processo. L’opera cioè
corrisponde al fare in sé e non al risultato finale. Famosi sono i totem e le piramidi di televisori di
Nam June Paik e i dé-coll/age di Wolf Vostell che variamente agiscono sia sui televisori, sia sulle
immagini trasmesse, come forma ironica di critica ai contenuti delle trasmissioni dei network tv.
Nascita di un genere
Nei decenni successivi la video arte evolve concentrandosi soprattutto sulla propria autonomia dalla
televisione divenendo un vero e proprio genere.
Parimenti ai media tradizionali – pittura, scultura, allestimenti – la video camera e i dispositivi
correlati, divengono strumenti di indagine sul corpo, sulla identità, sulla relazione con il mondo o
vengono utilizzati nella realizzazione di sofisticate installazioni, anche interattive, che interpretano
simbolicamente brani di realtà, cercando un legame tre percezione e cognizione.
La video arte oggi
La scena attuale è caratterizzata dalla sempre più intima interazione tra ripresa ed elaborazione degli
eventi audiovisivi, grazie alla loro integrazione nel computer. Non solo: tale processo di
integrazione di tutti i mezzi in un’unica piattaforma elaborante, favorisce la fusione dei sottogeneri
nati nell’ambito della video arte – quali la video performance, la video danza, il video teatro –
ponendoli sullo stesso piano tecnologico del cinema, del documentario e della grafica
computerizzata, aprendo di fatto uno scenario quanto mai variegato e gravido di possibili evoluzioni
estetiche e stilistiche, determinate dall’ibridazione di linguaggi un tempo eterogenei.
IL CORPO E LA VIDEO ARTE
Fin dalle prime sperimentazioni, negli anni Sessanta del XX secolo, la video arte si interessa al
corpo in virtù di quel principio meccanico che li avvicina intimamente: il movimento.
In linea con l’estetica concettuale, dominante fino alla fine degli anni Settanta, la video arte tende a
descrivere il corpo per come è, ma a partire dal decennio successivo, e ancor di più in tempi recenti,
fino ad oggi, la sensibilità postmoderna, relativista ed ermeneutica, indica il corpo per come
potrebbe diventare.
Oggi la video arte sta evolvendo allontanandosi sempre più dal suo linguaggio tradizionale.
All’integrazione dei software dedicati alla post produzione è corrisposta l’ibridazione dei temi
e delle poetiche, rendendo incerti i confini tra i generi. Così come l’interesse per il corpo, da
sempre al centro delle opere di video arte, da analitico diviene allegorico, inserendo elementi di
narrazione in un contesto simbolico.
Le opere qui proposte offrono una panoramica di questo sviluppo linguistico dove il corpo viene
indagato e rappresentato su più versanti:
memorie private che si sommano ad archetipi e descrizioni scientifiche (Amaducci,
Manca);
la relazione di coppia e il mito dell'androgino (Leoni, Mastrangelo);
la percezione del sé corporeo in relazione allo spazio (APOTROPIA, Insana);
morte e rinascita (Pires, De Feo);
la medicina intesa come accanimento sperimentale disumanizzante (Lunardi).
Temi che rientrano nel più vasto ambito dell’attuale dibattito culturale sul ruolo dell’uomo su questo
pianeta.
LA SCUOLA DI RESTAURO DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Nel gennaio 2012 l’Accademia di Belle Arti di Bologna ha ottenuto dalla Commissione tecnica per
le attività istruttorie finalizzate all’accreditamento delle Istituzioni formative e per la vigilanza
sull’insegnamento del restauro parere di conformità sull’istituzione e attivazione del Corso di
diploma accademico di secondo livello in Restauro, abilitante alla professione di Restauratore di
beni culturali secondo la normativa MIUR-MIBAC per i seguenti Percorsi Formativi
Professionalizzanti:
- PFP 1: Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura
- PFP 2: Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e
strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti
- PFP 5: Materiale librario e archivistico; manufatti cartacei e pergamenacei; materiale
fotografico, cinematografico e digitale.
Questo significa che a Bologna è presente e attiva nel territorio una realtà parificata alle Scuole di
Alta Formazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quali l’Opificio delle Pietre Dure di
Firenze e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma
La scuola di restauro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ogni anno effettua numerosi restauri
e interventi di manutenzione sotto la sorveglianza delle Soprintendenze competenti sia sul
patrimonio di proprietà dell'Accademia, sia per enti pubblici e fondazioni con i quali ha stipulato
specifiche convenzioni.
In occasione della mostra “Le regole del corpo. Norma e arbitrio”, nello spirito di una sempre più
stretta collaborazione con gli altri Dipartimenti, la Scuola ha visto i tre profili attivati coinvolti in
interventi sulle sculture, sui volumi antichi, i disegni, le stampe e sul prezioso dipinto a olio
attribuito a Bartolomeo Cesi. Gli interventi sono stati condotti fin dall’inizio anno accademico, allo
scopo di far fronte alle complesse operazioni di restauro, dando, come sempre, massima priorità alle
esigenze didattiche.
SABATO 21 MAGGIO, ORE 19, AULA MAGNA DELL’ACCADEMIA
ANATO-MIA. PERFORMANCE diretta da Sissi con la partecipazione degli studenti del Corso di
Metodologia Progettuale della Comunicazione Visiva e del Corso di Laboratorio di Didattica dei
linguaggi artistici.
L'artista e i suoi allievi dell’Accademia offriranno un approccio alla visione poetica del corpo
attraverso un’azione performativa, che partendo da una riflessione e un’analisi del tessuto epiteliale
ci condurrà a una sua ricreazione-rigenerazione mediante il tessuto sartoriale. Una sfilata anatomica
condotta nella forma di una lezione di medicina: dai tòpoi classici ai modelli anatomici inventati e
indossati dagli studenti.
Come racconta l’artista «dopo un ciclo di lezioni in cui gli studenti hanno individuato un organo da
studiare e capolarizzare, ovvero re-intitolare capovolgendolo verso nuovi poli, abbiamo ottenuto il
risultato di una anato-mia. Il lavoro che abbiamo condiviso nasce dalla mia opera Anatomia
Parallela. In una delle sue parti, intitolata Analisi del lembo scucito, si definisce la pelle come una
frontiera abitativa, dove gli impulsi si fanno stile per vestirci di emozioni, traslando così la
geografia fisica del corpo in una geografia politica sociale.
Il mio intento è quello di condividere con lo studente l’idea che la pelle si rinnova continuamente,
cellule, epiteli, tessuti, che infine sono abiti. Affrontato lo studio del tessuto epiteliale in una
trasformazione verso il tessuto sartoriale.
Ho trovato sicurezza pensando a questa parte di noi che esce e diventa una veste estranea
indipendente “I corpi sono diventati corpi di stoffa da piegare e ripiegare uno sull’altro, sicché
finalmente si può procedere a stabilire un nuovo ordine facendo stare sete con sete, lane con lane,
tele con tele. La lingua che mi pervade e mi indossa, la bocca che mi succhia e mi spoglia, tutto è
metafora vestimentale. Gli organi sono abiti cui saltano bottoni e cuciture, e che ritornano nella
condizione di pezzi di stoffa…” aperti per essere sentiti come una pelle perduta (Mario Perniola, Il
sex appeal dell’inorganico,Torino, Einaudi, 2004).
Allo stesso modo le emozioni sono nude ma ancora di più senza corpo, sono organi intangibili che
cercano, penetrando nel paesaggio interno, una casa da occupare vestendo altre forme. Bottoni e
arterie per una nuova circolazione (circola-vita).
Alla conclusione dell’attività didattica ogni studente ha creato una sua teoria su come questo mondo
emotivo ci attraversa e ci cambia, visualizzandola in un organo da vestire, un abito scultura.
L’insieme dei lavori sulle parti anatomiche inventate si è evoluto in una performance in cui gli
studenti sfilano indossando le loro ricerche».
SABATO 18 GIUGNO, ORE 21, AULA MAGNA DELL’ACCADEMIA
SPETTACOLO MUSICALE DE IL RUGGIERO
Dialogo del corpo e della musica
Ritmi, racconti straordinari e ragionamenti in tre quadri e un prologo
di e con Emanuela Marcante e Daniele Tonini
La musica e il corpo, il tempo e la condizione umana si confrontano con dialoghi incalzanti, toccati
dall'ironia, che mettono in campo Sant'Agostino e Lacan come le figure del Modello e dello
Scorticato, del Culturista Anabolizzato e della Ballerina, dell'Alieno Ibridato e dell'Uomo
tecnologico e del Robot. La poesia, la danza, il discorrere del corpo come voce e come mente, i temi
del godimento e della sublimazione, come dell'eccesso distruttore e del rimedio guaritore e della
musica come medicina, si intrecciano ai momenti musicali e ad un percorso di rimandi visivi che
dal corpo classico arriva al corpo fotografico, al video e al fumetto. Con musiche che vanno dal
Seicento di Emilio del Cavaliere (La Rappresentazione di Anima et Corpo, 1600) e Monteverdi fino
a Rossini, a Irving Berlin e al contemporaneo, con irruzioni nel mondo della danza del Novecento.
Voci recitanti, canto, flauto, clavicembalo, pianoforte: Emanuela Marcante e Daniele Tonini
_ _ _ _ _ _ _ _
Il Ruggiero/Farbelehre: www.ilruggiero.it
Il Ruggiero, progetto artistico e di ricerca per musica, storie, poesia, arte è stato fondato nel 1993 a Bologna
da Emanuela Marcante e Daniele Tonini. Il lavoro sulla narrazione, la poesia, la voce, la musica, il teatro,
il visivo è alla base del progetto e del nome, che collega il Rinascimento del cantar ottave dell’Orlando
Furioso alla contemporaneità.
Il Ruggiero è stato attivo in tutta Europa e in Nord/Sudamerica con produzioni musicali e teatrali in
collaborazione con istituzioni, teatri e università, con il sostegno del comune di Bologna, della Regione
Emilia Romagna e del Ministero degli Affari Esteri. Il rapporto artistico e didattico con University of British
Columbia di Vancouver (UBC) e l'Istituto Superior de Arte (ISA) de L’Avana (Cuba) e la collaborazione con
University of California-Los Angeles (UCLA) ha condotto a spettacoli e collaborazioni a partire da Il
Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi ( drammaturgia, testi, regia ed elaborazione per ensemble
di strumenti antichi, elettronica, improvvisazioni libere a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini) nato
per Bologna 2000, Capitale europea della cultura. Ha dedicato tour internazionali alla musica e al teatro
ebraici.
Venerdì 20 maggio
ore 18, Inaugurazione della mostra con interventi del Presidente dell’Accademia, Fabio Roversi
Monaco, del Direttore dell’Accademia, Enrico Fornaroli e dei curatori
ore 18.40-19.10, Proiezione delle opere di video arte esposte in mostra e presentazione di
alcuni tra i più significativi video artisti nell'attuale scena internazionale.
Ingresso libero
Sabato 21 maggio, ore 19
Anato-mia. Performance diretta da Sissi con la partecipazione degli studenti del Corso di
Metodologia Progettuale della Comunicazione Visiva e del Corso di Laboratorio di Didattica dei
linguaggi artistici.
Ingresso libero
Sabato 18 giugno, alle ore 21
Dialogo del corpo e della musica. Ritmi e ragionamenti in tre quadri.
Spettacolo musicale de “Il Ruggiero” di e con Emanuela Marcante e Daniele Tonini.
Ingresso libero
Visite guidate
Sabato 21 maggio, ore 10; Sabato 21 maggio, ore 12
Domenica 22 maggio, ore 10; Domenica 22 maggio, ore 12
Le visite sono gratuite e saranno condotte da Valeria Roncuzzi e Ambra D’Atri
Apertura mostra: 20 maggio - 30 giugno 2016.
Orari: lunedì-venerdì: 9-19; sabato: 9-13. Domenica e festivi; chiuso
Ingresso libero
IL CORPO NELLA TRADIZIONE DELL’INSEGNAMENTO ACCADEMICO BOLOGNESE
Il processo di apprendimento della riproduzione della figura umana nell’Accademia Clementina è
ricostruito in mostra con un itinerario visivo tra opere grafiche, volumi della biblioteca storica e
statue della preziosa gipsoteca dell’istituto.
L’esposizione suggerisce un intreccio fra una molteplicità di pezzi di natura e tecnica diversi che
esemplificano il rapporto fra arte e scienza dell’insegnamento nel Settecento e agli inizi del secolo
successivo, ancora in gran parte imperniato sul mantenimento della tradizione classicista, e che
prevedeva diverse fasi: dapprima la copia di stampe, poi gli studi della statuaria classica e
dell’anatomia, per poter giungere infine alla copia dal vero.
Il libro d’arte come strumento pedagogico entrò negli studi accademici anche come veicolo di
circolazione della cultura classicista di cui Luigi Ferdinando Marsili, e poi Giampietro Zanotti,
erano sostenitori in ambito bolognese. Marsili, illuminista, convinto sostenitore del metodo
sperimentale, si adoperò, con una concezione di rara sapienza, e con identico slancio rinnovatore
nella creazione dell’Istituto delle Scienze e dell’Accademia de’ Pittori, Scultori e Architetti, per
l’insegnamento nella quale volle mettere a disposizione una molteplicità di fonti, di documenti, di
strumenti didattici che fornissero ai giovani allievi concreti modelli sui quali formarsi.
In questa prospettiva vanno intese le ingenti donazioni di calchi di antiche statue classiche fatte fra
il 1712 e il 1727, alle quali si aggiunsero poi quelle giunte in dono nel 1757 per la munificenza del
pontefice bolognese Benedetto XIV, Lambertini.
Nel versante anatomico l’Accademia conserva le testimonianze dell’impegno nel campo della
riproduzione miologica e osteologica di Ercole Lelli (Bologna, 1702-1766), singolare figura di
artista e anatomista, e dell’influenza esercitata sulla didattica dai suoi Spellati.
Si affiancano manuali di medici che lavorano sui tavoli sectori insieme agli artisti per tradurre la
loro esperienza in compendi con raffigurazioni, dove talvolta con un singolare sincretismo si
sovrapponeva il mondo mitologico a quello della analisi chirurgica: un nuovo classicismo che si
nutriva di naturalismo e scienza.
CLASSICITÀ E ANATOMIA NEI DISEGNI ACCADEMICI
Le prove grafiche scelte sono conservate nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dell’Accademia
e sono esemplari tematicamente e stilisticamente legati alla ricchezza di riferimenti documentari,
figurativi e scultorei sui quali era imperniato l’insegnamento che aiutava gli artisti ad apprendere e
fare propri tutti i segreti della costruzione dell’immagine umana.
Questi disegni hanno ottenuto quei riconoscimenti che l’Accademia di Bologna era solita conferire
per spronare e incentivare i migliori allievi.
Fra gli autori di questi fogli vi sono artisti come il giovane Ercole Lelli con una delle sue prime
significative testimonianze come pittore di figura (Premio Marsili-Aldrovandi, 1727); un Pelagio
Palagi insieme a Paolo Bernardi e Bartolomeo Valiani (Premio Fiori, sessioni fra il 1798, 1799 e
1804) con varie splendide prove di nudo con posture simili a statue classiche, eseguite a sanguigna,
carboncino e biacca.
Una decina di altri esemplari di artisti fra cui Bernardino Rosaspina, Ferrante Marconi, Francesco
Spagnoli, sono i vincitori del Piccolo premio di assiduità per la Scuola Elementi di Figura.
I soggetti ricorrenti in questo premio sono quelli ammirati da sempre e valutati fin dal Cinquecento
dall’Armenini come indispensabili sussidi per l’esercizio sulle statue antiche; cercati e acquisiti con
passione da un Marsili per diffonderne la conoscenza e facilitarne la riproduzione grafica, in un
interagire tra speculazione teorica e prassi. Sono i famosissimi pezzi del Laocoonte, il Torso
Belvedere, l’Apollo anch’esso del Belvedere, tutti poi celebrati da Winckelmann nella sua Storia
delle arti del disegno presso gli antichi (1764); seguono altri celebri capolavori: i Lottatori, la
Venere dei Medici, l’Ercole Farnese, il Discobolo.
Alcuni vengono ripresi da visuali diverse o in differenti particolari; resi con tratteggi a chiaroscuro
con una sensibilità quasi pittorica, interpretativa e non meramente imitativa del soggetto; altri sono
delineati a solo contorno seguendo un indirizzo più rigoroso, da disegnatore-copista, più fedele al
reperto.
Non mancano prove emblematiche del confronto fra statua e anatomia, come nelle due “nature
morte con arti” di Carlo Zucchelli, o nella Testa di vecchio di Francesco Bonola, tratta dalla Testa di
Seneca di Guido Reni. Numerose sono poi le copie degli Spellati del Lelli, come quella di Giovan
Battista Sangiorgi o copie di tavole anatomiche miologiche come la Anatomia del capo con fasce
muscolari.
Una convergenza di elementi mutuati dalla statuaria classica compenetrati dalle cognizioni
scientifiche: antichità e attualità del corpo.
LA VIDEO ARTE
Le origini
La video arte nasce sul finire degli anni Cinquanta del XX secolo e si sviluppa rapidamente nel
corso degli anni Sessanta nell’ambito estetico Fluxus, un movimento che, come rivela il nome
stesso, intende l’opera d’arte non come oggetto finito e compiuto, ma come processo. L’opera cioè
corrisponde al fare in sé e non al risultato finale. Famosi sono i totem e le piramidi di televisori di
Nam June Paik e i dé-coll/age di Wolf Vostell che variamente agiscono sia sui televisori, sia sulle
immagini trasmesse, come forma ironica di critica ai contenuti delle trasmissioni dei network tv.
Nascita di un genere
Nei decenni successivi la video arte evolve concentrandosi soprattutto sulla propria autonomia dalla
televisione divenendo un vero e proprio genere.
Parimenti ai media tradizionali – pittura, scultura, allestimenti – la video camera e i dispositivi
correlati, divengono strumenti di indagine sul corpo, sulla identità, sulla relazione con il mondo o
vengono utilizzati nella realizzazione di sofisticate installazioni, anche interattive, che interpretano
simbolicamente brani di realtà, cercando un legame tre percezione e cognizione.
La video arte oggi
La scena attuale è caratterizzata dalla sempre più intima interazione tra ripresa ed elaborazione degli
eventi audiovisivi, grazie alla loro integrazione nel computer. Non solo: tale processo di
integrazione di tutti i mezzi in un’unica piattaforma elaborante, favorisce la fusione dei sottogeneri
nati nell’ambito della video arte – quali la video performance, la video danza, il video teatro –
ponendoli sullo stesso piano tecnologico del cinema, del documentario e della grafica
computerizzata, aprendo di fatto uno scenario quanto mai variegato e gravido di possibili evoluzioni
estetiche e stilistiche, determinate dall’ibridazione di linguaggi un tempo eterogenei.
IL CORPO E LA VIDEO ARTE
Fin dalle prime sperimentazioni, negli anni Sessanta del XX secolo, la video arte si interessa al
corpo in virtù di quel principio meccanico che li avvicina intimamente: il movimento.
In linea con l’estetica concettuale, dominante fino alla fine degli anni Settanta, la video arte tende a
descrivere il corpo per come è, ma a partire dal decennio successivo, e ancor di più in tempi recenti,
fino ad oggi, la sensibilità postmoderna, relativista ed ermeneutica, indica il corpo per come
potrebbe diventare.
Oggi la video arte sta evolvendo allontanandosi sempre più dal suo linguaggio tradizionale.
All’integrazione dei software dedicati alla post produzione è corrisposta l’ibridazione dei temi
e delle poetiche, rendendo incerti i confini tra i generi. Così come l’interesse per il corpo, da
sempre al centro delle opere di video arte, da analitico diviene allegorico, inserendo elementi di
narrazione in un contesto simbolico.
Le opere qui proposte offrono una panoramica di questo sviluppo linguistico dove il corpo viene
indagato e rappresentato su più versanti:
memorie private che si sommano ad archetipi e descrizioni scientifiche (Amaducci,
Manca);
la relazione di coppia e il mito dell'androgino (Leoni, Mastrangelo);
la percezione del sé corporeo in relazione allo spazio (APOTROPIA, Insana);
morte e rinascita (Pires, De Feo);
la medicina intesa come accanimento sperimentale disumanizzante (Lunardi).
Temi che rientrano nel più vasto ambito dell’attuale dibattito culturale sul ruolo dell’uomo su questo
pianeta.
LA SCUOLA DI RESTAURO DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Nel gennaio 2012 l’Accademia di Belle Arti di Bologna ha ottenuto dalla Commissione tecnica per
le attività istruttorie finalizzate all’accreditamento delle Istituzioni formative e per la vigilanza
sull’insegnamento del restauro parere di conformità sull’istituzione e attivazione del Corso di
diploma accademico di secondo livello in Restauro, abilitante alla professione di Restauratore di
beni culturali secondo la normativa MIUR-MIBAC per i seguenti Percorsi Formativi
Professionalizzanti:
- PFP 1: Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura
- PFP 2: Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e
strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti
- PFP 5: Materiale librario e archivistico; manufatti cartacei e pergamenacei; materiale
fotografico, cinematografico e digitale.
Questo significa che a Bologna è presente e attiva nel territorio una realtà parificata alle Scuole di
Alta Formazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quali l’Opificio delle Pietre Dure di
Firenze e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma
La scuola di restauro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ogni anno effettua numerosi restauri
e interventi di manutenzione sotto la sorveglianza delle Soprintendenze competenti sia sul
patrimonio di proprietà dell'Accademia, sia per enti pubblici e fondazioni con i quali ha stipulato
specifiche convenzioni.
In occasione della mostra “Le regole del corpo. Norma e arbitrio”, nello spirito di una sempre più
stretta collaborazione con gli altri Dipartimenti, la Scuola ha visto i tre profili attivati coinvolti in
interventi sulle sculture, sui volumi antichi, i disegni, le stampe e sul prezioso dipinto a olio
attribuito a Bartolomeo Cesi. Gli interventi sono stati condotti fin dall’inizio anno accademico, allo
scopo di far fronte alle complesse operazioni di restauro, dando, come sempre, massima priorità alle
esigenze didattiche.
SABATO 21 MAGGIO, ORE 19, AULA MAGNA DELL’ACCADEMIA
ANATO-MIA. PERFORMANCE diretta da Sissi con la partecipazione degli studenti del Corso di
Metodologia Progettuale della Comunicazione Visiva e del Corso di Laboratorio di Didattica dei
linguaggi artistici.
L'artista e i suoi allievi dell’Accademia offriranno un approccio alla visione poetica del corpo
attraverso un’azione performativa, che partendo da una riflessione e un’analisi del tessuto epiteliale
ci condurrà a una sua ricreazione-rigenerazione mediante il tessuto sartoriale. Una sfilata anatomica
condotta nella forma di una lezione di medicina: dai tòpoi classici ai modelli anatomici inventati e
indossati dagli studenti.
Come racconta l’artista «dopo un ciclo di lezioni in cui gli studenti hanno individuato un organo da
studiare e capolarizzare, ovvero re-intitolare capovolgendolo verso nuovi poli, abbiamo ottenuto il
risultato di una anato-mia. Il lavoro che abbiamo condiviso nasce dalla mia opera Anatomia
Parallela. In una delle sue parti, intitolata Analisi del lembo scucito, si definisce la pelle come una
frontiera abitativa, dove gli impulsi si fanno stile per vestirci di emozioni, traslando così la
geografia fisica del corpo in una geografia politica sociale.
Il mio intento è quello di condividere con lo studente l’idea che la pelle si rinnova continuamente,
cellule, epiteli, tessuti, che infine sono abiti. Affrontato lo studio del tessuto epiteliale in una
trasformazione verso il tessuto sartoriale.
Ho trovato sicurezza pensando a questa parte di noi che esce e diventa una veste estranea
indipendente “I corpi sono diventati corpi di stoffa da piegare e ripiegare uno sull’altro, sicché
finalmente si può procedere a stabilire un nuovo ordine facendo stare sete con sete, lane con lane,
tele con tele. La lingua che mi pervade e mi indossa, la bocca che mi succhia e mi spoglia, tutto è
metafora vestimentale. Gli organi sono abiti cui saltano bottoni e cuciture, e che ritornano nella
condizione di pezzi di stoffa…” aperti per essere sentiti come una pelle perduta (Mario Perniola, Il
sex appeal dell’inorganico,Torino, Einaudi, 2004).
Allo stesso modo le emozioni sono nude ma ancora di più senza corpo, sono organi intangibili che
cercano, penetrando nel paesaggio interno, una casa da occupare vestendo altre forme. Bottoni e
arterie per una nuova circolazione (circola-vita).
Alla conclusione dell’attività didattica ogni studente ha creato una sua teoria su come questo mondo
emotivo ci attraversa e ci cambia, visualizzandola in un organo da vestire, un abito scultura.
L’insieme dei lavori sulle parti anatomiche inventate si è evoluto in una performance in cui gli
studenti sfilano indossando le loro ricerche».
SABATO 18 GIUGNO, ORE 21, AULA MAGNA DELL’ACCADEMIA
SPETTACOLO MUSICALE DE IL RUGGIERO
Dialogo del corpo e della musica
Ritmi, racconti straordinari e ragionamenti in tre quadri e un prologo
di e con Emanuela Marcante e Daniele Tonini
La musica e il corpo, il tempo e la condizione umana si confrontano con dialoghi incalzanti, toccati
dall'ironia, che mettono in campo Sant'Agostino e Lacan come le figure del Modello e dello
Scorticato, del Culturista Anabolizzato e della Ballerina, dell'Alieno Ibridato e dell'Uomo
tecnologico e del Robot. La poesia, la danza, il discorrere del corpo come voce e come mente, i temi
del godimento e della sublimazione, come dell'eccesso distruttore e del rimedio guaritore e della
musica come medicina, si intrecciano ai momenti musicali e ad un percorso di rimandi visivi che
dal corpo classico arriva al corpo fotografico, al video e al fumetto. Con musiche che vanno dal
Seicento di Emilio del Cavaliere (La Rappresentazione di Anima et Corpo, 1600) e Monteverdi fino
a Rossini, a Irving Berlin e al contemporaneo, con irruzioni nel mondo della danza del Novecento.
Voci recitanti, canto, flauto, clavicembalo, pianoforte: Emanuela Marcante e Daniele Tonini
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Il Ruggiero/Farbelehre: www.ilruggiero.it
Il Ruggiero, progetto artistico e di ricerca per musica, storie, poesia, arte è stato fondato nel 1993 a Bologna
da Emanuela Marcante e Daniele Tonini. Il lavoro sulla narrazione, la poesia, la voce, la musica, il teatro,
il visivo è alla base del progetto e del nome, che collega il Rinascimento del cantar ottave dell’Orlando
Furioso alla contemporaneità.
Il Ruggiero è stato attivo in tutta Europa e in Nord/Sudamerica con produzioni musicali e teatrali in
collaborazione con istituzioni, teatri e università, con il sostegno del comune di Bologna, della Regione
Emilia Romagna e del Ministero degli Affari Esteri. Il rapporto artistico e didattico con University of British
Columbia di Vancouver (UBC) e l'Istituto Superior de Arte (ISA) de L’Avana (Cuba) e la collaborazione con
University of California-Los Angeles (UCLA) ha condotto a spettacoli e collaborazioni a partire da Il
Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi ( drammaturgia, testi, regia ed elaborazione per ensemble
di strumenti antichi, elettronica, improvvisazioni libere a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini) nato
per Bologna 2000, Capitale europea della cultura. Ha dedicato tour internazionali alla musica e al teatro
ebraici.
20
maggio 2016
Le regole del corpo. Norma e arbitrio
Dal 20 maggio al 30 giugno 2016
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Bologna, Via Delle Belle Arti, 54, (Bologna)
Orario di apertura
lun-ven 9-19
Sab 9-13, dom e festivi chiuso
Vernissage
20 Maggio 2016, h 18 - ore 18.40-19.10, Proiezione delle opere di video arte esposte in mostra e presentazione di alcuni tra i più significativi video artisti nell'attuale scena internazionale
Curatore