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Sense Sound / Sound Sense
Progetto espositivo dedicato alle partiture musicali, ai dischi e al rapporto con la musica del movimento Fluxus
Comunicato stampa
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Sense Sound / Sound Sense è un progetto espositivo dedicato alle partiture musicali, ai dischi e al rapporto con la musica del movimento Fluxus, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Bonotto e la Fondazione Musica per Roma.
Il progetto Sense Sound / Sound Sense, a cura di Patrizio Peterlini e Walter Rovere con la collaborazione di Giorgio Maffei, si terrà a Roma dal 7 maggio al 2 luglio 2016, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
La mostra intende proporre un primo ragionamento sulle partiture e la notazione musicale in ambito Fluxus. La questione della notazione della nuova metodologia performativa e della nuova musica non riguarda certamente solo Fluxus, Zaj e tutte le sperimentazioni nate dalla lezione di Cage. Essa, infatti, inizia ben prima e si espande, con diverse diatribe, per gran parte del secolo scorso.
Fluxus tuttavia, riconosciuto col tempo come uno dei più influenti movimenti artistici del Novecento, anticipatore di intere correnti artistiche successive (dal concettuale alla performance alla video-art), ebbe la particolarità di dedicare un’enorme importanza alla produzione musicale, presentando tutte le proprie manifestazioni pubbliche come “concerti”, concerti che però demolivano sistematicamente ogni nozione accettata di forma e contenuto in musica, prendendo di mira le convenzioni d’ascolto e i valori culturali ormai obsoleti della musica classica, ma anche le pretese “scientifiche” e intellettualistiche delle più avanzate coeve esperienze classico-contemporanee europee.
Non a caso venne coniato il termine Intermedia per definire l’aggressione alle categorie separate dell’arte, le singolari fusioni tra poesia, arte concettuale e scultura e l’annullamento della distanza tra performance “musicale” e “teatrale” rappresentate da molti “Eventi” Fluxus.
Le partiture del movimento seguirono un approccio egualmente radicale, svincolandosi dalla necessità di “rappresentare” i suoni mediante simboli specializzati, e trascinando la notazione nei campi della grafica, della poesia e delle arti visive, fino a poter assumere uno status di opere d’arte autonome e concluse, perfettamente sovrapponibili alle ricerche artistiche puramente “visuali” dell’epoca.
Le notazioni grafiche, che rispondevano meglio alle esigenze della nuova musica e cercavano di ostacolare nei musicisti i condizionamenti dell’educazione musicale, e ancor più la configurazione di brevissimi enunciati scritti che assunsero molte partiture Fluxus, rispondevano inoltre all’esigenza primaria del movimento di avvicinare il più possibile Arte e Vita, de-professionalizzando e democratizzando l’esperienza artistica.
Le partiture di “Drip Music” di George Brecht (“Fai gocciolare acqua in un recipiente”), la “Disappearing Music for Face” di Mieko Shiomi (“Passa gradualmente dal sorriso al non sorriso”), i poetici suggerimenti di Yoko Ono (“Ascolta il suono della Terra che ruota”), o le istruzioni di Ben Patterson sui vari modi di produrre suoni con pezzi di carta, una volta pubblicate in periodici a basso costo, divennero un invito rivolto al lettore a “eseguirle” lui stesso, e a scoprire che l’esperienza estetica non necessita di una preparazione specialistica, e che può scaturire da qualsiasi banale azione quotidiana.
Nel 1969, John Cage, in collaborazione con l’artista Fluxus Alison Knowles, pubblicò “Notations”, un poderoso compendio sulle innovazioni apportate dalla musica sperimentale internazionale alle funzioni e ai metodi della notazione (costituito da una grande collezione di partiture grafiche di 269 autori provenienti dalla Foundation for Contemporary Performance Art), che è stato individuato come il punto di partenza del progetto Sense Sound / Sound Sense.
La mostra avrà una forte componente interattiva tecnologica per cui di ogni partitura sarà possibile ascoltarne o vederne una esecuzione storica. Saranno inoltre esposte sculture sonore e concettuali, strumenti autocostruiti, poster e documenti originali, dischi e libri d’artista ad argomento musicale.
La mostra si estende inoltre al Foyer della Sala Petrassi dove verranno esposte le 7 grandi tele dell’installazione dei “Sette quartetti. L’oublie de Métamorphoses” (2009) di Gianni Emilio Simonetti.
L’intera mostra sarà allestita con i materiali provenienti dalla Collezione Luigi Bonotto.
Durante l’inaugurazione il 6 maggio verranno eseguite alcune performances tra cui “Natura Morta” di Walter Marchetti.
A integrazione del progetto espositivo è prevista la pubblicazione del catalogo, Sense Sound / Sound Sense, coordinato dai curatori del progetto, contenente le riproduzioni delle opere esposte e arricchito da saggi redatti per l’occasione.
Il progetto Sense Sound / Sound Sense, a cura di Patrizio Peterlini e Walter Rovere con la collaborazione di Giorgio Maffei, si terrà a Roma dal 7 maggio al 2 luglio 2016, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
La mostra intende proporre un primo ragionamento sulle partiture e la notazione musicale in ambito Fluxus. La questione della notazione della nuova metodologia performativa e della nuova musica non riguarda certamente solo Fluxus, Zaj e tutte le sperimentazioni nate dalla lezione di Cage. Essa, infatti, inizia ben prima e si espande, con diverse diatribe, per gran parte del secolo scorso.
Fluxus tuttavia, riconosciuto col tempo come uno dei più influenti movimenti artistici del Novecento, anticipatore di intere correnti artistiche successive (dal concettuale alla performance alla video-art), ebbe la particolarità di dedicare un’enorme importanza alla produzione musicale, presentando tutte le proprie manifestazioni pubbliche come “concerti”, concerti che però demolivano sistematicamente ogni nozione accettata di forma e contenuto in musica, prendendo di mira le convenzioni d’ascolto e i valori culturali ormai obsoleti della musica classica, ma anche le pretese “scientifiche” e intellettualistiche delle più avanzate coeve esperienze classico-contemporanee europee.
Non a caso venne coniato il termine Intermedia per definire l’aggressione alle categorie separate dell’arte, le singolari fusioni tra poesia, arte concettuale e scultura e l’annullamento della distanza tra performance “musicale” e “teatrale” rappresentate da molti “Eventi” Fluxus.
Le partiture del movimento seguirono un approccio egualmente radicale, svincolandosi dalla necessità di “rappresentare” i suoni mediante simboli specializzati, e trascinando la notazione nei campi della grafica, della poesia e delle arti visive, fino a poter assumere uno status di opere d’arte autonome e concluse, perfettamente sovrapponibili alle ricerche artistiche puramente “visuali” dell’epoca.
Le notazioni grafiche, che rispondevano meglio alle esigenze della nuova musica e cercavano di ostacolare nei musicisti i condizionamenti dell’educazione musicale, e ancor più la configurazione di brevissimi enunciati scritti che assunsero molte partiture Fluxus, rispondevano inoltre all’esigenza primaria del movimento di avvicinare il più possibile Arte e Vita, de-professionalizzando e democratizzando l’esperienza artistica.
Le partiture di “Drip Music” di George Brecht (“Fai gocciolare acqua in un recipiente”), la “Disappearing Music for Face” di Mieko Shiomi (“Passa gradualmente dal sorriso al non sorriso”), i poetici suggerimenti di Yoko Ono (“Ascolta il suono della Terra che ruota”), o le istruzioni di Ben Patterson sui vari modi di produrre suoni con pezzi di carta, una volta pubblicate in periodici a basso costo, divennero un invito rivolto al lettore a “eseguirle” lui stesso, e a scoprire che l’esperienza estetica non necessita di una preparazione specialistica, e che può scaturire da qualsiasi banale azione quotidiana.
Nel 1969, John Cage, in collaborazione con l’artista Fluxus Alison Knowles, pubblicò “Notations”, un poderoso compendio sulle innovazioni apportate dalla musica sperimentale internazionale alle funzioni e ai metodi della notazione (costituito da una grande collezione di partiture grafiche di 269 autori provenienti dalla Foundation for Contemporary Performance Art), che è stato individuato come il punto di partenza del progetto Sense Sound / Sound Sense.
La mostra avrà una forte componente interattiva tecnologica per cui di ogni partitura sarà possibile ascoltarne o vederne una esecuzione storica. Saranno inoltre esposte sculture sonore e concettuali, strumenti autocostruiti, poster e documenti originali, dischi e libri d’artista ad argomento musicale.
La mostra si estende inoltre al Foyer della Sala Petrassi dove verranno esposte le 7 grandi tele dell’installazione dei “Sette quartetti. L’oublie de Métamorphoses” (2009) di Gianni Emilio Simonetti.
L’intera mostra sarà allestita con i materiali provenienti dalla Collezione Luigi Bonotto.
Durante l’inaugurazione il 6 maggio verranno eseguite alcune performances tra cui “Natura Morta” di Walter Marchetti.
A integrazione del progetto espositivo è prevista la pubblicazione del catalogo, Sense Sound / Sound Sense, coordinato dai curatori del progetto, contenente le riproduzioni delle opere esposte e arricchito da saggi redatti per l’occasione.
06
maggio 2016
Sense Sound / Sound Sense
Dal 06 maggio al 02 luglio 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Orario di apertura
Dal martedì a venerdì: 17.00 – 21.00 Sabato e domenica, 11.00 – 21.00
Vernissage
6 Maggio 2016, ore 19
Sito web
www.fondazionebonotto.org
Autore
Curatore