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Transizioni. Di casa in casa
di casa in casa distanziamenti come memoria attraversano il tempo. usomagazzino estrapola dalla collezione di casa Rosato alcuni lavori di autori, abruzzesi e non, tra i più significativi del novecento che ricercano tensioni tra colore e forma, concetto e materia
Comunicato stampa
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usomagazzino per altre architetture continua a non chiudere lo sguardo alla memoria estrapolando dalla collezione di casa Rosato alcuni lavori di autori, abruzzesi e non, tra i più significativi del novecento che ricercano tensioni tra colore e forma intrecciando concettualità e materia
di casa in casa / distanziamenti / come memoria / attraversano il tempo
di casa in casa, perché questi lavori hanno accompagnato gli spostamenti della famiglia Rosato tra la residenza di Pescara e la casa in corso Roma a Lanciano (quella casa documentata dalle foto di Iacopo Pasqui nel piccolo libro le stanze di Tonia edito da Libria nel 2012 in occasione di quelli che sarebbero stati gli 80 anni di Tonia Giansante) donando alle stanze la loro materica poesia e assorbendo da esse la luce, il calore, l’atmosfera dei giorni
il percorso espositivo è modulato e risolto in avvicinamenti e distanze, e se i due studi di Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 - Francavilla al mare 1929) si accostano fino a spegnere nel contatto il contrasto tra la purezza dell’acqua di un'ansa di fiume e il dramma degli uomini che si sospingono in un bozzetto per la processione degli storpi, il lavoro di Luciano Di Bernardo (Penne 1940 – vive e lavora a Bologna) collocato all’estremo della parete costringe le sue figure oniriche a dialogare a distanza con le sagome brune di un bozzetto per la predicazione di San Pietro del 1924 di Emilio Sobrero (Torino 1890 – Roma 1964) che conclude il fuoco della sua costruzione prospettica nello spazio lasciato bianco tra i due lavori sulla parete di usomagazzino
ecco che l'ape, un piccolo ma definito e raffinato bronzo di Pietro Cascella (Pescara 1921 – Pietrasanta 2008) del 1976, provvisoriamente poggiata, è pronta per prendere il volo e di fiore in fiore toccare e pungere e pungersi nella terracotta acuminata irradiante vitalità di Antonio Di Tommaso (Frisa 1945 – vive e lavora a Firenze), per poi immergersi e perdersi e rigenerarsi insieme ai colori materici in diluizioni trascendentali, una felice e rasserenante tela dove Federico Spoltore (Lanciano 1902 -1988) cerca di superare i limiti dell'esperienza sensibile
lo spazio si dilata nell'orizzonte di mare che definisce la scena nella stanza degli amanti con uno studio di Concetto Pozzati (Vò di Padova 1935) del 1963, certamente il più significativo e fecondo periodo della sua attività, per concludersi al fine con una natura morta, tra le ultime ma sempre misurate, di Giovanni Pittoni (Catignano 1905 – Giulianova 1986)
non solo un viaggio nella memoria quello che Lúcio Rosato propone accostando a questo prezioso patrimonio di vissuto domestico due suoi lavori di altra architettura, ma anche la costruzione di una possibilità altra in discontinuità continua: sul tavolo della riflessione (un lavoro del 2011 composto da una coppia di tavoli uguali segnati l’uno da un foro, frammento di assenza, e l’altro come da una presenza che ricalca in positivo la geometria e la misura di quel vuoto relazionando il riflesso in una possibile compenetrazione) sono poggiate, come un reliquiario, otto piccole case in pietra nera di Tunisi, un marmo grigio che se lucidato diventa nero, come a testimoniare la definizione di un racconto che potrà riprendere di casa in casa in altre case sotto altri sguardi
di casa in casa / distanziamenti / come memoria / attraversano il tempo
di casa in casa, perché questi lavori hanno accompagnato gli spostamenti della famiglia Rosato tra la residenza di Pescara e la casa in corso Roma a Lanciano (quella casa documentata dalle foto di Iacopo Pasqui nel piccolo libro le stanze di Tonia edito da Libria nel 2012 in occasione di quelli che sarebbero stati gli 80 anni di Tonia Giansante) donando alle stanze la loro materica poesia e assorbendo da esse la luce, il calore, l’atmosfera dei giorni
il percorso espositivo è modulato e risolto in avvicinamenti e distanze, e se i due studi di Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 - Francavilla al mare 1929) si accostano fino a spegnere nel contatto il contrasto tra la purezza dell’acqua di un'ansa di fiume e il dramma degli uomini che si sospingono in un bozzetto per la processione degli storpi, il lavoro di Luciano Di Bernardo (Penne 1940 – vive e lavora a Bologna) collocato all’estremo della parete costringe le sue figure oniriche a dialogare a distanza con le sagome brune di un bozzetto per la predicazione di San Pietro del 1924 di Emilio Sobrero (Torino 1890 – Roma 1964) che conclude il fuoco della sua costruzione prospettica nello spazio lasciato bianco tra i due lavori sulla parete di usomagazzino
ecco che l'ape, un piccolo ma definito e raffinato bronzo di Pietro Cascella (Pescara 1921 – Pietrasanta 2008) del 1976, provvisoriamente poggiata, è pronta per prendere il volo e di fiore in fiore toccare e pungere e pungersi nella terracotta acuminata irradiante vitalità di Antonio Di Tommaso (Frisa 1945 – vive e lavora a Firenze), per poi immergersi e perdersi e rigenerarsi insieme ai colori materici in diluizioni trascendentali, una felice e rasserenante tela dove Federico Spoltore (Lanciano 1902 -1988) cerca di superare i limiti dell'esperienza sensibile
lo spazio si dilata nell'orizzonte di mare che definisce la scena nella stanza degli amanti con uno studio di Concetto Pozzati (Vò di Padova 1935) del 1963, certamente il più significativo e fecondo periodo della sua attività, per concludersi al fine con una natura morta, tra le ultime ma sempre misurate, di Giovanni Pittoni (Catignano 1905 – Giulianova 1986)
non solo un viaggio nella memoria quello che Lúcio Rosato propone accostando a questo prezioso patrimonio di vissuto domestico due suoi lavori di altra architettura, ma anche la costruzione di una possibilità altra in discontinuità continua: sul tavolo della riflessione (un lavoro del 2011 composto da una coppia di tavoli uguali segnati l’uno da un foro, frammento di assenza, e l’altro come da una presenza che ricalca in positivo la geometria e la misura di quel vuoto relazionando il riflesso in una possibile compenetrazione) sono poggiate, come un reliquiario, otto piccole case in pietra nera di Tunisi, un marmo grigio che se lucidato diventa nero, come a testimoniare la definizione di un racconto che potrà riprendere di casa in casa in altre case sotto altri sguardi
29
aprile 2016
Transizioni. Di casa in casa
Dal 29 aprile al 14 maggio 2016
arte moderna e contemporanea
Location
USOMAGAZZINO PER ALTRE ARCHITETTURE
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 18.00-20.00
Vernissage
29 Aprile 2016, h 19.00
Autore
Curatore