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Adriano Castelli – Luci padane
In mostra, Passaggio e paesaggi nuovi, legami con il futuribile, forse il mistero di sempre che attraverso un varco fa scorrere le radici di ogni incantamento.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Filippo Capperucci, Mimì Buffelli, Giuseppe Patanè, Adriano Castelli, Eugenia Serafini, Franca Maria Catri.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Per l'occhio ciò che conta è la luce, quel possibile sempiternum con cui introduce la favola. Quella, appunto, di Adriano Castelli che si porta e s'apre al meraviglioso, allo stupore dello svelamento. Il gusto della percezione nel tracciato tipicamente padano è tra gli infiniti presagi dell'artista, che contorna, ritaglia, approfondisce, misura e valorizza. L’amore per il paesaggio italiano è quanto Castelli offre al destino di questo genere con cui colloquia con naturale ossessione da sempre. Eppure, si badi bene che nel paesaggio e nella grande pittura di questo artista italiano c’è tutta una lezione pittorica di forte rilevanza che trae umore da artisti che hanno iniziato la pittura moderna tra Ottocento e Novecento, che concede ad esso non una semplice rappresentazione dal vero, quanto una serie di vibrazioni sottili, capaci di svelare un sentimento lirico e meditativo, un immaginario fantastico che solleva il racconto nel colore, legandolo ad una condizione emotiva ed esistenziale. La natura tutta vive così di eccitati chiarori, di tensioni visive, di racconti sempre in relazione con il carattere dei luoghi di accensioni luminose, di nuclei e macchie che impostano il diverso livello compositivo, e ancora le mutazioni degli stati di luce che si aggrappano al colore giocando sulla densità e sulle atmosfere. Con Adriano Castelli va in frantumi l'immaginario classico e si scoprono le tracce di piccoli mondi che rielaborano la scena artistica e la qualità di certi riti. L’occhio cattura la nostalgia del postmoderno, con quell'invisibile e delicata polvere di colori che interagisce con il grido e l'eco dello spettacolo totale ,capace di dialogare con il cielo, quasi liete apparenze, con le spoglie di un silenzio che inquieta dinanzi ad argomenti inattesi. Passaggio e paesaggi nuovi, legami con il futuribile, forse il mistero di sempre che attraverso un varco fa scorrere le radici di ogni incantamento”.
Biografia dell’artista
Adriano Castelli nasce ad Asola nel 1955 e si diploma all'Istituto d'Arte di Guidizzolo. Dopo un lungo periodo dedicato alla grafica in bianco e nero dal 1977 inizia ad usare il colore con una valenza simbolica d'arte romantico nordica che si traduce nella serie delle porte, del 1982, dove i passaggi tonali dall'ombra alla luce alludono metaforicamente al ciclo e ai transiti dell'esistenza. Negli anni Ottanta Castelli accelera gli impegni espositivi anche in Germania. Gli scenari che ora i suoi pastelli costruiscono con calcolata misura trasportano in una dimensione aurorale le vedute monumentali piranesiane, liberate dalla potenza delle tenebre, per la decantazione nella materia-luce di un sogno di concordia e di pace. Con la personale del 1998 "...Am ende des sommers" ancora in Germania l'artista conclude una serie di opere ispirate all'estate. I paesaggi di Castelli sembrano anche recuperare il chiarore delle luci lombarde, iscrivendosi nella tradizione del paesaggio padano con suggestioni metafisiche e astrazioni liriche del tutto autonome. Il risultato di questo percorso è visibile nel ciclo "Le luci della sera" del 1990 a Palazzo Ducale di Mantova e successivamente, nel 1994, a Sirmione con la mostra "Harmonices Mundi" con opere ispirate allo scienziato Keplero con le quali continua l'indagine sui ritmi e la misura dell'universo. Del 2000 è la mostra antologica "Sulle ali del vento" al Museo d'Arte Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti che segna il passaggio verso il sogno e l'anima nell'indagine iconografica sui temi del Novecento. Nel 2006 la grande esposizione di New York"In the Shadow of the Moon"con trentatre opere di sapore autobiografico sui grandi temi dell'esistenza e sulla contemporaneità. Sulle stesse tematiche è la collettiva, con due scultori mantovani: Andrea Iori e Nicola Biondani realizzata realizzata nella primavera del 2007 in Francia. Nel 2011 è invitato a esporre due lavori alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Torino),”L’arte non è cosa nostra” a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2012,a Mantova, la mostra “Il paesaggio dell’Alto Mantovano” allestita alla Casa del Mantegna a cura di Gianfranco Ferlisi. Nel 2016 la collettiva “Quattro storie”: storie simmetriche tra i due mari,quattro artisti, due italiani e due americani (Adriano Castelli, Stefano Spagnoli, Paulette Long e Michael Rizza) a cura di Mary Serventi Steiner al Museo Italo-Americano Fort Mason Center di S.Francisco in California. Nell’aprile 2016 l’illustre Prof. Carlo Franza lo invita e gli cura la mostra personale dal titolo “Luci Padane” al Plus Florence di Firenze, nel Progetto “Scenari”.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Per l'occhio ciò che conta è la luce, quel possibile sempiternum con cui introduce la favola. Quella, appunto, di Adriano Castelli che si porta e s'apre al meraviglioso, allo stupore dello svelamento. Il gusto della percezione nel tracciato tipicamente padano è tra gli infiniti presagi dell'artista, che contorna, ritaglia, approfondisce, misura e valorizza. L’amore per il paesaggio italiano è quanto Castelli offre al destino di questo genere con cui colloquia con naturale ossessione da sempre. Eppure, si badi bene che nel paesaggio e nella grande pittura di questo artista italiano c’è tutta una lezione pittorica di forte rilevanza che trae umore da artisti che hanno iniziato la pittura moderna tra Ottocento e Novecento, che concede ad esso non una semplice rappresentazione dal vero, quanto una serie di vibrazioni sottili, capaci di svelare un sentimento lirico e meditativo, un immaginario fantastico che solleva il racconto nel colore, legandolo ad una condizione emotiva ed esistenziale. La natura tutta vive così di eccitati chiarori, di tensioni visive, di racconti sempre in relazione con il carattere dei luoghi di accensioni luminose, di nuclei e macchie che impostano il diverso livello compositivo, e ancora le mutazioni degli stati di luce che si aggrappano al colore giocando sulla densità e sulle atmosfere. Con Adriano Castelli va in frantumi l'immaginario classico e si scoprono le tracce di piccoli mondi che rielaborano la scena artistica e la qualità di certi riti. L’occhio cattura la nostalgia del postmoderno, con quell'invisibile e delicata polvere di colori che interagisce con il grido e l'eco dello spettacolo totale ,capace di dialogare con il cielo, quasi liete apparenze, con le spoglie di un silenzio che inquieta dinanzi ad argomenti inattesi. Passaggio e paesaggi nuovi, legami con il futuribile, forse il mistero di sempre che attraverso un varco fa scorrere le radici di ogni incantamento”.
Biografia dell’artista
Adriano Castelli nasce ad Asola nel 1955 e si diploma all'Istituto d'Arte di Guidizzolo. Dopo un lungo periodo dedicato alla grafica in bianco e nero dal 1977 inizia ad usare il colore con una valenza simbolica d'arte romantico nordica che si traduce nella serie delle porte, del 1982, dove i passaggi tonali dall'ombra alla luce alludono metaforicamente al ciclo e ai transiti dell'esistenza. Negli anni Ottanta Castelli accelera gli impegni espositivi anche in Germania. Gli scenari che ora i suoi pastelli costruiscono con calcolata misura trasportano in una dimensione aurorale le vedute monumentali piranesiane, liberate dalla potenza delle tenebre, per la decantazione nella materia-luce di un sogno di concordia e di pace. Con la personale del 1998 "...Am ende des sommers" ancora in Germania l'artista conclude una serie di opere ispirate all'estate. I paesaggi di Castelli sembrano anche recuperare il chiarore delle luci lombarde, iscrivendosi nella tradizione del paesaggio padano con suggestioni metafisiche e astrazioni liriche del tutto autonome. Il risultato di questo percorso è visibile nel ciclo "Le luci della sera" del 1990 a Palazzo Ducale di Mantova e successivamente, nel 1994, a Sirmione con la mostra "Harmonices Mundi" con opere ispirate allo scienziato Keplero con le quali continua l'indagine sui ritmi e la misura dell'universo. Del 2000 è la mostra antologica "Sulle ali del vento" al Museo d'Arte Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti che segna il passaggio verso il sogno e l'anima nell'indagine iconografica sui temi del Novecento. Nel 2006 la grande esposizione di New York"In the Shadow of the Moon"con trentatre opere di sapore autobiografico sui grandi temi dell'esistenza e sulla contemporaneità. Sulle stesse tematiche è la collettiva, con due scultori mantovani: Andrea Iori e Nicola Biondani realizzata realizzata nella primavera del 2007 in Francia. Nel 2011 è invitato a esporre due lavori alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Torino),”L’arte non è cosa nostra” a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2012,a Mantova, la mostra “Il paesaggio dell’Alto Mantovano” allestita alla Casa del Mantegna a cura di Gianfranco Ferlisi. Nel 2016 la collettiva “Quattro storie”: storie simmetriche tra i due mari,quattro artisti, due italiani e due americani (Adriano Castelli, Stefano Spagnoli, Paulette Long e Michael Rizza) a cura di Mary Serventi Steiner al Museo Italo-Americano Fort Mason Center di S.Francisco in California. Nell’aprile 2016 l’illustre Prof. Carlo Franza lo invita e gli cura la mostra personale dal titolo “Luci Padane” al Plus Florence di Firenze, nel Progetto “Scenari”.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte.
09
aprile 2016
Adriano Castelli – Luci padane
Dal 09 aprile al 21 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica, su appuntamento.
Vernissage
9 Aprile 2016, ore 18.00
Autore
Curatore