I due artisti, invitati a realizzare un progetto inedito, individuano un’armonia sintattica nel concetto complesso di articolazione superficiale del media e nella convergenza comune verso una palette cromatica, desaturata e asciutta, dai caratteri minimalisti; disegno, densità e spessore sono le variabili sulle quali la mostra trova il suo incipit e il suo equilibrio.

Chris Succo, realizza tre dipinti di medie dimensioni, concepiti come “Text Paintings” astratti, nei quali la gestualità dell’artista, energica e tattile, è accentuata dall’utilizzo di un bi-tonalismo deciso che riempie lo spazio della tela: uno scontro serrato tra grigi e bianchi che non lascia spazio al ripensamento e prevarica la bidimensionalità del supporto.

Anna-Bella Papp elabora l’argilla cruda come un’architettura e la superficie del supporto è il campo in cui la sommatoria delle forze trova il proprio zero. Le sei composizioni, di piccole dimensioni e adagiate su tavoli, legano elementi di fragilità e stabilità allo stesso tempo e ribaltano la visone della mostra dalla parete ad un piano orizzontale immaginario.

Il dialogo si apre ad una smisurata riflessione sul segno: un organo dinamico che basa il suo vigore sull’interpolazione di costrutti geometrici e ideologici.