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12
febbraio 2009
fino al 21.III.2009 Francesco Vezzoli Roma, Larry Gagosian
roma
Un nuovo profumo di Francesco Vezzoli? No, non è nuovo e non c’è neanche il profumo. Eppure lo si vede in una pubblicità, bella come un film di Polanski. Forse perché è di Polanski e forse perché tutto questo è un’operazione artistica...
Come per ogni evento che si rispetti, la cosa più importante è l’attesa, l’economia del desiderio, il compiersi di un rito. Di tutti questi intricati e delicati equilibri, Francesco Vezzoli (Brescia, 1971; vive a Milano) è indubbiamente uno dei più abili e sofisticati interpreti.
Come nei suoi precedenti progetti, l’artista lombardo ha coinvolto in quest’occasione star e vedette del mondo del cinema e della cultura, scegliendo il regista Roman Polanski come autore di un perfetto spot pubblicitario per reclamizzare un profumo, Greed, che non esiste. E di cui Vezzoli è ideatore e icona, comparendo en travesti sull’elegante etichetta del flacone, come a suo tempo fece Marcel Duchamp sulla boccetta di Belle Haleine eau de violette (1921), il finto profumo, gioco surrealista che promuoveva l’alter ego femminile Rose Sélavy.
David Lynch, Wong Kar Wai e Baz Luhrmann sono solo alcuni dei grandi registi accomunati dall’aver girato spot per (vere) fragranze griffate. Vezzoli, conscio di questa presunta smitizzazione, imbriglia Polanski – uno degli autori più riconosciuti dalla critica – nella sua rete di riferimenti insieme a due fra le attrici più glamorous di Hollywood, Natalie Portman e Michelle Williams, che in un sontuoso boudoir si accapigliano per possedere il prezioso flacone di Greed, metaforico e oscuro oggetto del desiderio, della rapacità (il riferimento a Von Stroheim non è casuale) di possedere la merce più fatua per eccellenza.
Lo spot, divertente e graffiante, ancora una volta celebra la figura d’artista e di incantatore di Vezzoli, che viralmente s’insinua nelle contraddizioni e nelle virtù dell’arte e dei suoi sistemi.
Nella grande sala ovale dell’imponente galleria (drappeggiata per l’occasione in rosso vermiglio), come in un pantheon troneggiano dieci broccati dal titolo Enjoy the New Fragrance, con altrettante muse elevate dall’artista a testimonial della fantasmagorica fragranza. Artiste e intellettuali come Louise Nevelson, Meret Oppenheim, Georgia O’Keefe e Leonor Fini, che lacrimano ricami e vengono così dissacrate e insieme erotizzate dal processo di avvicinamento a un mondo di muse senza qualità, al quale solitamente siamo abituati nelle pubblicità dei “veri” profumi.
Nel momento stesso in cui alle aste parigine di Christie’s andrà all’incanto proprio una delle originali boccette di Belle Haleine, appartenuta a un maestro assoluto della moda come Yves Saint Laurent, a Roma nella galleria-brand del lusso artistico più potente del mondo, Vezzoli, l’artista italiano più ambizioso e cosciente, porta avanti e celebra l’ironia e la poetica duchampiana aggiornata all’era Obama.
Ma laddove anche le pubblicità dei supermercati hanno ormai metabolizzato i meccanismi surrealisti e dada, l’operazione di Vezzoli riesce nuovamente a innescare importanti interrogativi sulla figura dell’artista. Che, rimanendo tuttavia inevasi, rendono ciò che molti considerano semplicemente come un raffinatissimo divertissement il tratteggiarsi puntuale della contemporaneità e della sua possibile rappresentazione.
Come nei suoi precedenti progetti, l’artista lombardo ha coinvolto in quest’occasione star e vedette del mondo del cinema e della cultura, scegliendo il regista Roman Polanski come autore di un perfetto spot pubblicitario per reclamizzare un profumo, Greed, che non esiste. E di cui Vezzoli è ideatore e icona, comparendo en travesti sull’elegante etichetta del flacone, come a suo tempo fece Marcel Duchamp sulla boccetta di Belle Haleine eau de violette (1921), il finto profumo, gioco surrealista che promuoveva l’alter ego femminile Rose Sélavy.
David Lynch, Wong Kar Wai e Baz Luhrmann sono solo alcuni dei grandi registi accomunati dall’aver girato spot per (vere) fragranze griffate. Vezzoli, conscio di questa presunta smitizzazione, imbriglia Polanski – uno degli autori più riconosciuti dalla critica – nella sua rete di riferimenti insieme a due fra le attrici più glamorous di Hollywood, Natalie Portman e Michelle Williams, che in un sontuoso boudoir si accapigliano per possedere il prezioso flacone di Greed, metaforico e oscuro oggetto del desiderio, della rapacità (il riferimento a Von Stroheim non è casuale) di possedere la merce più fatua per eccellenza.
Lo spot, divertente e graffiante, ancora una volta celebra la figura d’artista e di incantatore di Vezzoli, che viralmente s’insinua nelle contraddizioni e nelle virtù dell’arte e dei suoi sistemi.
Nella grande sala ovale dell’imponente galleria (drappeggiata per l’occasione in rosso vermiglio), come in un pantheon troneggiano dieci broccati dal titolo Enjoy the New Fragrance, con altrettante muse elevate dall’artista a testimonial della fantasmagorica fragranza. Artiste e intellettuali come Louise Nevelson, Meret Oppenheim, Georgia O’Keefe e Leonor Fini, che lacrimano ricami e vengono così dissacrate e insieme erotizzate dal processo di avvicinamento a un mondo di muse senza qualità, al quale solitamente siamo abituati nelle pubblicità dei “veri” profumi.
Nel momento stesso in cui alle aste parigine di Christie’s andrà all’incanto proprio una delle originali boccette di Belle Haleine, appartenuta a un maestro assoluto della moda come Yves Saint Laurent, a Roma nella galleria-brand del lusso artistico più potente del mondo, Vezzoli, l’artista italiano più ambizioso e cosciente, porta avanti e celebra l’ironia e la poetica duchampiana aggiornata all’era Obama.
Ma laddove anche le pubblicità dei supermercati hanno ormai metabolizzato i meccanismi surrealisti e dada, l’operazione di Vezzoli riesce nuovamente a innescare importanti interrogativi sulla figura dell’artista. Che, rimanendo tuttavia inevasi, rendono ciò che molti considerano semplicemente come un raffinatissimo divertissement il tratteggiarsi puntuale della contemporaneità e della sua possibile rappresentazione.
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dal 6 febbraio al 21 marzo 2009
Francesco Vezzoli – Greed. A New Fragrance
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi, 16 (centro storico) – 00187 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0642746429; fax +39 0642014765; roma@gagosian.com; www.gagosian.com
[exibart]
che vergogna. mi imbarazza
Il 6 ho visitato Vezzoli da Gagosian e sono uscita sconcertata ma soprattutto puzzolente.
Il 7 ho visitato Tv Boy da Co2, in entrambi i casi si trattava di rielaborazioni del passato, come a dire che la contemporaneità oggi non esiste.
Devo dirvi che tra uno che ha preso parte alla Biennale di Venezia e uno che la Biennale per il momento la vede solo in cartolina, ho reputato più interessante quest’ultima, nonostante il budget investito suppongo sia stato nettamente inferiore a quello di Vezzoli, Polanski e la Portman messi insieme.