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Maurizio Galimberti – Mythographie
Il nuovo spazio romano dedicato all’arte contemporanea e all’architettura inaugura la sua programmazione con il progetto espositivo sulla fotografia polaroid di Maurizio Galimberti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SPAZIOMR arte e architettura presenta Mythographie Polaroid by Maurizio Galimberti il
primo progetto espositivo che apre i battenti della nuova galleria ideata dall’arch. Marco
Riccardi e dedicata al contemporaneo sotto la curatela di Alessia Carlino.
Mythographie è il racconto in polaroid di tre importanti città mondiali: Roma, Parigi, New
York che divengono nella fotografia di Galimberti non solo la rappresentazione di un
immaginario collettivo, bensì la visione creativa di un artista che con la sua particolare
tecnica compositiva ha saputo coniugare la ricerca del movimento, tipico dell’avanguardia
futurista, al racconto narrativo di matrice sperimentale.
La fotografia di Galimberti registra l’istantaneità dello sguardo, i suoi mosaici costruiti
attraverso l’utilizzo di polaroid rispecchiano la volontà di voler narrare allo spettatore una
storia: la verità di un incontro, l’interiorità di una persona, le prospettive ardimentose di
un paesaggio. In questo procedimento tecnico ed estetico l’artista mantiene in vita la
poeticità del mondo circostante attraverso la testimonianza di chi è stato soggetto delle sue
opere, un lirismo che lascia spazio al sentimento di indefinito, a una sorta di sospensione
che accompagna le immagini e che investe l’osservatore di un piacere latente, di un tessuto
emozionale che si basa anche sulla ricerca di brandelli di assenza. Un maestro della
fotografia contemporanea, un artista che ha costruito il proprio linguaggio attraverso la
sperimentazione visiva ed estetica.
Scrive Roland Barthes nel suo celebre saggio intitolato La Camera chiara: “Un dettaglio
viene a sconvolgere tutta la mia lettura; è un mutamento vivo del mio interesse, una
folgorazione. A causa dell’impronta di qualcosa, la foto non è più una foto qualunque.
Questo qualcosa ha fatto tilt, mi ha trasmesso una leggera vibrazione, il passaggio d’un
vuoto. Malizia del vocabolario: si dice ‘sviluppare una foto’, ma ciò che l’azione chimica
sviluppa è l’insviluppabile, è un’essenza di ferita, è ciò che non può trasformarsi, ma solo
ripetersi in forma di insistenza”.
Si potrebbe parlare del lavoro di Galimberti come la narrazione di un’immobilità viva, le
sue immagini, frutto di molteplici contaminazioni e della personale volontà di donare ad
ogni scatto l’immortalità di un tempo futuribile, si appropriano di un contesto familiare,
noto ai più, ma che inevitabilmente allude a una nuova prospettiva, ad un’inedita
declinazione dello sguardo.
Mythographie è la celebrazione figurativa di un’estetica post moderna, il linguaggio
dell’artista si manifesta nello sviluppo di un originale corollario rappresentativo: nelle
architetture metropolitane, come nell’intimità di un ritratto, Galimberti costruisce
un’immagine “scenotecnica”, capace di accompagnare lo spettatore all’interno di uno
spazio illusorio che contiene in sé elementi visuali di fascinazione.
Un corpus di opere dell’artista, dedicato a Roma e realizzato ad hoc per la mostra,
presenterà al pubblico la compagine astratta del suo lavoro. Grazie alla tecnica di
manipolazione della polaroid, Galimberti plasma la pellicola attraverso una gestualità
puramente pittorica, ogni scatto delinea l’assenza di coordinate specificatamente formali;
l’accuratezza del segno, la sua trasfigurazione oggettuale ne definiscono l’essenza e la
concreta appropriazione. Galimberti opera nei tessuti rappresentativi dell’avanguardia del
Novecento, donando al concetto dadaista originali sfumature descrittive, suggellando nella
decostruzione poetica l’esecuzione di un nuovo simbolismo.
Un’ultima sezione del percorso espositivo sarà dedicata al ritratto. Durante la sua carriera
l’artista ha fotografato i più grandi rappresentanti del mondo del cinema, della cultura,
della musica, della letteratura, il ritratto è un segno distintivo di Galimberti, l’intimità che
il fotografo riesce ad instaurare e a trasmettere nelle fisionomie silenziose immortalate nei
mosaici di polaroid, costituiscono un percorso introspettivo mai univoco, laddove il mito e
la sua aurea svaniscono cedendo il passo all’aspetto umano e privato del personaggio
effigiato. La mitografia si rivela come pura esegesi stilistica, la fotografia di Galimberti
squarcia il velo dell’icona e offre allo sguardo la mirabile eloquenza del reale nella forma di
un oggetto unico, irriducibile e irrefutabile.
Un ringraziamento speciale per l’organizzazione e la realizzazione del progetto espositivo
Mythographie a Benedetta Donato, Paolo Cerù, Federica Ragni e Luca Molducci.
MAURIZIO GALIMBERTI NOTA BIOGRAFICA
Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956. Si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora.
Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l'utilizzo di una fotocamera ad
obbiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e
definitiva, sulla Polaroid.
Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto testimonial
ufficiale realizzando il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, divenuto vero oggetto
di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale. Viene nominato "Instant Artist"
ed è ideatore della "Polaroid Collection Italiana"
Nel 1992 ottiene il prestigioso "Gran Prix Kodak Pubblicità Italia". Per KODAK ITALIA, realizza nel
2000 una mostra itinerante della serie I Maestri.
Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del "Mosaico Fotografico" che
inizialmente adatta ai ritratti. Il primo esperimento risale al 1989 quando ritrae suo figlio Giorgio.
Seguiranno i ritratti di Michele Trussardi, Carla Fracci e Mimmo Rotella dai quali è evidente il
richiamo al fotodinamismo dei Bragaglia e la ricerca del ritmo, del movimento. Numerosi
divengono i ritratti eseguiti nel mondo del cinema, dell'arte e della cultura. La popolarità e il
successo con cui vengono accolte queste rappresentazioni di volti lo portano a partecipare come
ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia.
Nel 1999 viene indicato dalla rivista italiana "CLASS" come primo fotografo-ritrattista italiano
all'interno delle classifiche di merito stilate dal mensile.
Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l'edizione del Festival del Cinema di Venezia
del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del prestigioso
Times Magazine.
Il "Mosaico" diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi,
architetture e città. Con equilibrio Galimberti alterna l'emozione per la composizione, in cui si fa
più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una propensione verso il
particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è rappresentata da un unico
scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che
caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di
raccontare una stessa realtà.
Tra il 1997 e il 1999 realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona, da qui
comincia la riflessione sull'importanza di saper raccontare la storia, la musica, il vissuto di un luogo
attraverso le immagini.
Nel 2003 dedicherà il suo lavoro alla realizzazione del volume Viaggio in Italia, un racconto di
alcuni luoghi del nostro paese attraverso le singole polaroid.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce, sull'energia
ispirata da questa nuova città che per l'artista diviene la rappresentazione ideale del mondo
contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010 realizzando un'importante
corpus di Polaroid Singole e di Mosaici, alternando storie di particolari, immagini di intimità
umane a scatti che si prestano allo studio, eseguito con rigore matematico, delle diverse armonie
compositive: espresse nelle imponenti immagini dei grattacieli, del cielo, della luce, delle strade di
New York.
A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli.
Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle stesse realtà
e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di rendere attuale le cose,
gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana
ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione.
Parallelamente, cresce l'apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui
sviluppate, suscitando l'interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste
collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi.
Per conto della Società Calcio A.C. Milan, ha realizzato un lavoro di ritratti denominato Il Milan
del Centenario, presentato in una mostra al palazzo della Triennale di Milano nel marzo del
2000.
Con Jaeger LeCoultre, ha realizzato le immagini del prestigioso volume della manifattura a cura di
Franco Cologni.
Per FIAT Auto ha realizzato il calendario omonimo nel 2006 e il volume Viaggio in Italia.
Nuova Fiat 500.
Per KERAKOLL DESIGN ha realizzato il volume New York Matericomovimentosa.
In collaborazione con la Fondazione delle Arti e dei Mestieri Cologni ha realizzato il volume IL
FOTOGRAFO, MESTIERE D'ARTE a cura di Giuliana Scimè.
Per Polaroid ha realizzato il volume MADE IN ITALY viaggio con Polaroid nel 2003.
Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial
ufficiale alla fiera della fotografia di Hong Kong , di Las Vegas e al Tribeca Film Festival,
realizzando portraits performance con Lady Gaga, Chuck Close e Robert de Niro.
Nel 2010, IMPOSSIBLE, nuovo brand produttore di instant film, gli dedicato un instant film in
bianco e nero dal titolo IMPOSSIBLE MAURIZIO GALIMBERTI SPECIAL EDITION.
Diviene protagonista del documentario monografico MAURIZIO GALIMBERTI, film
appartenente alla collana “I MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA” prodotto da Giart e distribuito da
Contrasto.
Nel 2013 presenta a Venezia il progetto PAESAGGIO ITALIA/ITALYSCAPES, a cura di
Benedetta Donato, la prima mostra antologica dedicata alla ricerca dell'autore sul paesaggio da cui
è stata tratta l'omonima pubblicazione edita da Marsilio Editori. La mostra è divenuta progetto
itinerante, esposto in varie sedi istituzionali e conclusosi a New York.
In occasione di EXPO2015, ha presentato la pubblicazione dal titolo Milano by Maurizio
Galimberti (MBP Gruppo Editoriale) e la mostra METAMORFOSI. LA CITTA' CHE SALE.
Nel corso della sua carriera hanno scritto per lui critici e personaggi della cultura contemporanea,
come: Nicola Piovani, Davide Oldani, Michele De Lucchi e molti altri ancora.
In occasione dell'anniversario del CNA di Bologna, è stato chiamato a reinterpretare i valori
dell'artigianato italiano per un'installazione realizzata con i suoi celebri mosaici che a luglio del
2015 ha invaso i portici della città.
Galimberti è inoltre visiting professor alla Domus Academy e all'Istituto Italiano di fotografia di
Milano. Tiene regolarmente workshop di fotografia creativa nelle più importanti manifestazioni di
settore.
Attualmente è in preparazione la pubblicazione PORTRAITS, il libro antologico sui ritratti.
Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia.
primo progetto espositivo che apre i battenti della nuova galleria ideata dall’arch. Marco
Riccardi e dedicata al contemporaneo sotto la curatela di Alessia Carlino.
Mythographie è il racconto in polaroid di tre importanti città mondiali: Roma, Parigi, New
York che divengono nella fotografia di Galimberti non solo la rappresentazione di un
immaginario collettivo, bensì la visione creativa di un artista che con la sua particolare
tecnica compositiva ha saputo coniugare la ricerca del movimento, tipico dell’avanguardia
futurista, al racconto narrativo di matrice sperimentale.
La fotografia di Galimberti registra l’istantaneità dello sguardo, i suoi mosaici costruiti
attraverso l’utilizzo di polaroid rispecchiano la volontà di voler narrare allo spettatore una
storia: la verità di un incontro, l’interiorità di una persona, le prospettive ardimentose di
un paesaggio. In questo procedimento tecnico ed estetico l’artista mantiene in vita la
poeticità del mondo circostante attraverso la testimonianza di chi è stato soggetto delle sue
opere, un lirismo che lascia spazio al sentimento di indefinito, a una sorta di sospensione
che accompagna le immagini e che investe l’osservatore di un piacere latente, di un tessuto
emozionale che si basa anche sulla ricerca di brandelli di assenza. Un maestro della
fotografia contemporanea, un artista che ha costruito il proprio linguaggio attraverso la
sperimentazione visiva ed estetica.
Scrive Roland Barthes nel suo celebre saggio intitolato La Camera chiara: “Un dettaglio
viene a sconvolgere tutta la mia lettura; è un mutamento vivo del mio interesse, una
folgorazione. A causa dell’impronta di qualcosa, la foto non è più una foto qualunque.
Questo qualcosa ha fatto tilt, mi ha trasmesso una leggera vibrazione, il passaggio d’un
vuoto. Malizia del vocabolario: si dice ‘sviluppare una foto’, ma ciò che l’azione chimica
sviluppa è l’insviluppabile, è un’essenza di ferita, è ciò che non può trasformarsi, ma solo
ripetersi in forma di insistenza”.
Si potrebbe parlare del lavoro di Galimberti come la narrazione di un’immobilità viva, le
sue immagini, frutto di molteplici contaminazioni e della personale volontà di donare ad
ogni scatto l’immortalità di un tempo futuribile, si appropriano di un contesto familiare,
noto ai più, ma che inevitabilmente allude a una nuova prospettiva, ad un’inedita
declinazione dello sguardo.
Mythographie è la celebrazione figurativa di un’estetica post moderna, il linguaggio
dell’artista si manifesta nello sviluppo di un originale corollario rappresentativo: nelle
architetture metropolitane, come nell’intimità di un ritratto, Galimberti costruisce
un’immagine “scenotecnica”, capace di accompagnare lo spettatore all’interno di uno
spazio illusorio che contiene in sé elementi visuali di fascinazione.
Un corpus di opere dell’artista, dedicato a Roma e realizzato ad hoc per la mostra,
presenterà al pubblico la compagine astratta del suo lavoro. Grazie alla tecnica di
manipolazione della polaroid, Galimberti plasma la pellicola attraverso una gestualità
puramente pittorica, ogni scatto delinea l’assenza di coordinate specificatamente formali;
l’accuratezza del segno, la sua trasfigurazione oggettuale ne definiscono l’essenza e la
concreta appropriazione. Galimberti opera nei tessuti rappresentativi dell’avanguardia del
Novecento, donando al concetto dadaista originali sfumature descrittive, suggellando nella
decostruzione poetica l’esecuzione di un nuovo simbolismo.
Un’ultima sezione del percorso espositivo sarà dedicata al ritratto. Durante la sua carriera
l’artista ha fotografato i più grandi rappresentanti del mondo del cinema, della cultura,
della musica, della letteratura, il ritratto è un segno distintivo di Galimberti, l’intimità che
il fotografo riesce ad instaurare e a trasmettere nelle fisionomie silenziose immortalate nei
mosaici di polaroid, costituiscono un percorso introspettivo mai univoco, laddove il mito e
la sua aurea svaniscono cedendo il passo all’aspetto umano e privato del personaggio
effigiato. La mitografia si rivela come pura esegesi stilistica, la fotografia di Galimberti
squarcia il velo dell’icona e offre allo sguardo la mirabile eloquenza del reale nella forma di
un oggetto unico, irriducibile e irrefutabile.
Un ringraziamento speciale per l’organizzazione e la realizzazione del progetto espositivo
Mythographie a Benedetta Donato, Paolo Cerù, Federica Ragni e Luca Molducci.
MAURIZIO GALIMBERTI NOTA BIOGRAFICA
Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956. Si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora.
Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l'utilizzo di una fotocamera ad
obbiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e
definitiva, sulla Polaroid.
Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto testimonial
ufficiale realizzando il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, divenuto vero oggetto
di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale. Viene nominato "Instant Artist"
ed è ideatore della "Polaroid Collection Italiana"
Nel 1992 ottiene il prestigioso "Gran Prix Kodak Pubblicità Italia". Per KODAK ITALIA, realizza nel
2000 una mostra itinerante della serie I Maestri.
Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del "Mosaico Fotografico" che
inizialmente adatta ai ritratti. Il primo esperimento risale al 1989 quando ritrae suo figlio Giorgio.
Seguiranno i ritratti di Michele Trussardi, Carla Fracci e Mimmo Rotella dai quali è evidente il
richiamo al fotodinamismo dei Bragaglia e la ricerca del ritmo, del movimento. Numerosi
divengono i ritratti eseguiti nel mondo del cinema, dell'arte e della cultura. La popolarità e il
successo con cui vengono accolte queste rappresentazioni di volti lo portano a partecipare come
ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia.
Nel 1999 viene indicato dalla rivista italiana "CLASS" come primo fotografo-ritrattista italiano
all'interno delle classifiche di merito stilate dal mensile.
Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l'edizione del Festival del Cinema di Venezia
del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del prestigioso
Times Magazine.
Il "Mosaico" diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi,
architetture e città. Con equilibrio Galimberti alterna l'emozione per la composizione, in cui si fa
più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una propensione verso il
particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è rappresentata da un unico
scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che
caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di
raccontare una stessa realtà.
Tra il 1997 e il 1999 realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona, da qui
comincia la riflessione sull'importanza di saper raccontare la storia, la musica, il vissuto di un luogo
attraverso le immagini.
Nel 2003 dedicherà il suo lavoro alla realizzazione del volume Viaggio in Italia, un racconto di
alcuni luoghi del nostro paese attraverso le singole polaroid.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce, sull'energia
ispirata da questa nuova città che per l'artista diviene la rappresentazione ideale del mondo
contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010 realizzando un'importante
corpus di Polaroid Singole e di Mosaici, alternando storie di particolari, immagini di intimità
umane a scatti che si prestano allo studio, eseguito con rigore matematico, delle diverse armonie
compositive: espresse nelle imponenti immagini dei grattacieli, del cielo, della luce, delle strade di
New York.
A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli.
Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle stesse realtà
e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di rendere attuale le cose,
gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana
ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione.
Parallelamente, cresce l'apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui
sviluppate, suscitando l'interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste
collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi.
Per conto della Società Calcio A.C. Milan, ha realizzato un lavoro di ritratti denominato Il Milan
del Centenario, presentato in una mostra al palazzo della Triennale di Milano nel marzo del
2000.
Con Jaeger LeCoultre, ha realizzato le immagini del prestigioso volume della manifattura a cura di
Franco Cologni.
Per FIAT Auto ha realizzato il calendario omonimo nel 2006 e il volume Viaggio in Italia.
Nuova Fiat 500.
Per KERAKOLL DESIGN ha realizzato il volume New York Matericomovimentosa.
In collaborazione con la Fondazione delle Arti e dei Mestieri Cologni ha realizzato il volume IL
FOTOGRAFO, MESTIERE D'ARTE a cura di Giuliana Scimè.
Per Polaroid ha realizzato il volume MADE IN ITALY viaggio con Polaroid nel 2003.
Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial
ufficiale alla fiera della fotografia di Hong Kong , di Las Vegas e al Tribeca Film Festival,
realizzando portraits performance con Lady Gaga, Chuck Close e Robert de Niro.
Nel 2010, IMPOSSIBLE, nuovo brand produttore di instant film, gli dedicato un instant film in
bianco e nero dal titolo IMPOSSIBLE MAURIZIO GALIMBERTI SPECIAL EDITION.
Diviene protagonista del documentario monografico MAURIZIO GALIMBERTI, film
appartenente alla collana “I MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA” prodotto da Giart e distribuito da
Contrasto.
Nel 2013 presenta a Venezia il progetto PAESAGGIO ITALIA/ITALYSCAPES, a cura di
Benedetta Donato, la prima mostra antologica dedicata alla ricerca dell'autore sul paesaggio da cui
è stata tratta l'omonima pubblicazione edita da Marsilio Editori. La mostra è divenuta progetto
itinerante, esposto in varie sedi istituzionali e conclusosi a New York.
In occasione di EXPO2015, ha presentato la pubblicazione dal titolo Milano by Maurizio
Galimberti (MBP Gruppo Editoriale) e la mostra METAMORFOSI. LA CITTA' CHE SALE.
Nel corso della sua carriera hanno scritto per lui critici e personaggi della cultura contemporanea,
come: Nicola Piovani, Davide Oldani, Michele De Lucchi e molti altri ancora.
In occasione dell'anniversario del CNA di Bologna, è stato chiamato a reinterpretare i valori
dell'artigianato italiano per un'installazione realizzata con i suoi celebri mosaici che a luglio del
2015 ha invaso i portici della città.
Galimberti è inoltre visiting professor alla Domus Academy e all'Istituto Italiano di fotografia di
Milano. Tiene regolarmente workshop di fotografia creativa nelle più importanti manifestazioni di
settore.
Attualmente è in preparazione la pubblicazione PORTRAITS, il libro antologico sui ritratti.
Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia.
10
marzo 2016
Maurizio Galimberti – Mythographie
Dal 10 marzo al 10 aprile 2016
fotografia
Location
SPAZIO MR ARTE E ARCHITETTURA
Roma, Via Del Babuino, 144, (Roma)
Roma, Via Del Babuino, 144, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 16- 19 su appuntamento ad info@spaziomr.com
Vernissage
10 Marzo 2016, ore 19
Autore
Curatore