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Pippo Nicoletti – Paesaggio inFame
Il filo conduttore della mostra è quello che il Nicoletti ha definito sporcizia visiva. La sua ricerca fotografico-documentarista presenta infatti un’attenta analisi delle diverse tipologie di aggressione al paesaggio, accuratamente presentate nell’esposizione seguendo un ordine da cui si evince un vero e proprio crescendo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugurazione Mostra Fotografica “paesaggio inFame” di Pippo Nicoletti
Museo Regionale di Caltanissetta - Contrada Santo Spirito
domenica 20 marzo, ore 17,30
Partecipano: Gianluca Miccichè Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociale e del Lavoro,
Giovanni Crisostomo Nucera (Dirigente del Servizio Museo Regionale di Caltanissetta), Lorenzo Guzzardi
(Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta), Nino Giaramidaro (Giornalista), Melo Minnella
(Fotografo), Roberto Strano (Fotografo), Sebastiano Favitta (Curatore del Museo della Fotografia e direttore
della Galleria fotografica “L. Ghirri” di Caltagirone),
Pippo Pappalardo (Critico e Storico della Fotografia).
Domenica 20 marzo 2016 alle ore 17,30, presso il Museo Regionale di Caltanissetta, Contrada Santo Spirito,
avrà luogo l’inaugurazione della mostra e la presentazione del volume “paesaggio inFame” di Pippo Nicoletti.
55 sono le immagini che l’autore ci propone, suddivise in due sezioni:
Paesaggio offeso
Paesaggio goduto
Il filo conduttore della mostra è quello che il Nicoletti ha definito sporcizia visiva. La sua ricerca fotografico-
documentarista presenta infatti un’attenta analisi delle diverse tipologie di aggressione al paesaggio,
accuratamente presentate nell’esposizione seguendo un ordine da cui si evince un vero e proprio crescendo.
Scegliendo di usare le parole del fotografo, la mostra non vuole essere una denuncia, ma un invito a guardare
attraverso le fotografie e cogliere gli elementi dissonanti che la quotidianità rende invisibili, anziché lasciarsi
incantare solo dalla bellezza del paesaggio.
Ben più di un semplice evento, è un vero e proprio momento di confronto su tematiche legate alla tutela del
paesaggio e dell’ambiente.
Ingresso alla mostra gratuito. Maggiori informazioni sono disponibili sull’evento Facebook:
www.facebook.com/events/538536146317272
Contatti autore – Sito web: www.pipponicoletti.it e-mail: pipponicoletti@me.com
Ancora un altro sguardo
“Il paesaggio è politico”. L’affermazione, perentorea, sintetica, decisa, cadde nel contesto di un dibattito fotografico - di
addetti, quindi, ai lavori della percezione e della rappresentazione dell’immagine -; un dibattito che stava, ormai
avvitandosi sui temi soliti della riconoscibilità dell’esperienza paesaggistica, della sua acquisizione, della sua tutela, del
suo sfruttamento come risorsa patrimoniale e culturale e, quindi, delle nuove problematiche della sua rappresentazione
ed espressione.
La frase, l’avrete capito, era stata proferita da Pippo Nicoletti e ora la sento risuonare ad ogni pagina del suo lavoro,
della sua indagine e della sua meditazione. Si materializza nella sua immagine, si riflette nella sua filosofia fotografica.
Per troppo tempo, invero, i filosofi del paesaggio hanno cercato di farci comprendere come questo fosse parte finita di
qualcosa di infinito.
Ci indicavano l’esperienza leopardiana come matrice e misura di una riflessione che muoveva dal particolare, dal
frammento, dal piccolo evento, per arrivare a cogliere, intuire, afferrare quello che in effetti stavamo cercando con ansia,
ovvero uno sguardo rivolto non più all’effimero dello scorcio, della veduta, del panorama ma oltre: quell’infinito dove,
addirittura, era “dolce naufragare”.
Per troppo tempo ci siamo adagiati nella solenne promessa della nostra Carta Costituzionale che impegnava la
Repubblica a riconoscere il paesaggio come realtà ed esperienza da custodire come valore fondante per la nostra
nazione e, nel contempo, abbiamo guardato ad esso come impegno a rivedere il nostro Paese, e, quindi, l’ambiente e il
territorio in cui viviamo, alla luce di un ordine legale, democraticamente definito, liberamente condiviso, possibilmente
nell’arricchimento della memoria comune.
Per troppo tempo abbiamo cercato i depositari di questo impegno: abbiamo interpellato i nostri urbanisti, i nostri
amministratori, i nostri politici affinché volgessero uno sguardo concreto e consapevole alle problematiche
paesaggistiche, anche quelle minute e apparentemente banali del cosidetto “arredo urbano”; poi, ci siamo accorti che
dovevamo interpellare altre categorie civiche ovvero gli operatori concreti del paesaggio come i giardinieri, i contadini, i
netturbini, e, con loro, i poeti e i fotografi.
Da quando, infatti, non parlo più con gli architetti, con gli agronomi, con i geologi, ma mi rivolgo a coloro che il territorio, il
proprio ambiente, lo spazio insomma, curano, puliscono, vivono, ebbene, da loro ho avuto la risposta concreta civica,
responsabile e condivisa. E dai fotografi ho avuto la rappresentazione precisa, didascalica, dell’ordine dei problemi e
delle relative difficoltà.
Pippo Nicoletti è uno di questi fotografi: alla sua volontà di vivere un’esperienza estetica, ovvero non la necessità di
rispondere alle titaniche domande su cosa sia giusto, bello, buono, ma semplicemente il desiderio di “voler capire”, ha
fatto corrispondere un’acuta osservazione della realtà, una semplice oggettiva “messa a fuoco”, una constatazione.
Quella constatazione ha prodotto, però, un’amara emozione, una dolorosa ricognizione che ha assunto forme e
contenuti di denuncia politica e civile, facendosi espressione del comune sdegno, dello stupore, dello scandalo. E non ha
guardato solo all’aspetto oggettivo del precetto giuridico tradito e non rispettato: ha rivelato, anche, la comune
indifferenza, l’apatico atteggiamento di chi non vuol vedere e trascura il degrado della sua stessa casa; ci ha tirato,
insomma, per le orecchie, portandoci davanti all’evidenza.
Ed ha guardato anche alla responsabilità degli operatori della visione, ai fotografi (come lui è con dignità e competenza)
ricordando a noi tutti, fotografi e no, di non omettere il dato reale quando guardiamo le pietre della nostra storia, di non
tagliare il fotogramma allor quando questo rivela la sgradevolezza di ciò che ci sta davanti, di non volgere gli occhi verso
il lampione finto barocco o verso l’aiuola che ammicca al verde che manca, ma puntare invece, con profondità di campo
e di pensiero, alla coscienza di tutti invitandoli a rimuovere ristrutturazioni, installazioni, che, magari, affermano le idee
degli architetti e dei politici, e magari rispondono a necessità amministrative, ma materialmente cancellano lo spirito dei
luoghi distruggendo ambienti che il tempo aveva reso sacri.
Bufalino, citando Tomasi di Lampedusa, tristemente ricordava “l’irredimibilità” del paesaggio siciliano. Il nostro amico, invece, ci dice: “Adesso basta! Cominciamo a lavorare. E mettiamoci gli occhi e le mani”.
Pippo Pappalardo
Museo Regionale di Caltanissetta - Contrada Santo Spirito
domenica 20 marzo, ore 17,30
Partecipano: Gianluca Miccichè Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociale e del Lavoro,
Giovanni Crisostomo Nucera (Dirigente del Servizio Museo Regionale di Caltanissetta), Lorenzo Guzzardi
(Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta), Nino Giaramidaro (Giornalista), Melo Minnella
(Fotografo), Roberto Strano (Fotografo), Sebastiano Favitta (Curatore del Museo della Fotografia e direttore
della Galleria fotografica “L. Ghirri” di Caltagirone),
Pippo Pappalardo (Critico e Storico della Fotografia).
Domenica 20 marzo 2016 alle ore 17,30, presso il Museo Regionale di Caltanissetta, Contrada Santo Spirito,
avrà luogo l’inaugurazione della mostra e la presentazione del volume “paesaggio inFame” di Pippo Nicoletti.
55 sono le immagini che l’autore ci propone, suddivise in due sezioni:
Paesaggio offeso
Paesaggio goduto
Il filo conduttore della mostra è quello che il Nicoletti ha definito sporcizia visiva. La sua ricerca fotografico-
documentarista presenta infatti un’attenta analisi delle diverse tipologie di aggressione al paesaggio,
accuratamente presentate nell’esposizione seguendo un ordine da cui si evince un vero e proprio crescendo.
Scegliendo di usare le parole del fotografo, la mostra non vuole essere una denuncia, ma un invito a guardare
attraverso le fotografie e cogliere gli elementi dissonanti che la quotidianità rende invisibili, anziché lasciarsi
incantare solo dalla bellezza del paesaggio.
Ben più di un semplice evento, è un vero e proprio momento di confronto su tematiche legate alla tutela del
paesaggio e dell’ambiente.
Ingresso alla mostra gratuito. Maggiori informazioni sono disponibili sull’evento Facebook:
www.facebook.com/events/538536146317272
Contatti autore – Sito web: www.pipponicoletti.it e-mail: pipponicoletti@me.com
Ancora un altro sguardo
“Il paesaggio è politico”. L’affermazione, perentorea, sintetica, decisa, cadde nel contesto di un dibattito fotografico - di
addetti, quindi, ai lavori della percezione e della rappresentazione dell’immagine -; un dibattito che stava, ormai
avvitandosi sui temi soliti della riconoscibilità dell’esperienza paesaggistica, della sua acquisizione, della sua tutela, del
suo sfruttamento come risorsa patrimoniale e culturale e, quindi, delle nuove problematiche della sua rappresentazione
ed espressione.
La frase, l’avrete capito, era stata proferita da Pippo Nicoletti e ora la sento risuonare ad ogni pagina del suo lavoro,
della sua indagine e della sua meditazione. Si materializza nella sua immagine, si riflette nella sua filosofia fotografica.
Per troppo tempo, invero, i filosofi del paesaggio hanno cercato di farci comprendere come questo fosse parte finita di
qualcosa di infinito.
Ci indicavano l’esperienza leopardiana come matrice e misura di una riflessione che muoveva dal particolare, dal
frammento, dal piccolo evento, per arrivare a cogliere, intuire, afferrare quello che in effetti stavamo cercando con ansia,
ovvero uno sguardo rivolto non più all’effimero dello scorcio, della veduta, del panorama ma oltre: quell’infinito dove,
addirittura, era “dolce naufragare”.
Per troppo tempo ci siamo adagiati nella solenne promessa della nostra Carta Costituzionale che impegnava la
Repubblica a riconoscere il paesaggio come realtà ed esperienza da custodire come valore fondante per la nostra
nazione e, nel contempo, abbiamo guardato ad esso come impegno a rivedere il nostro Paese, e, quindi, l’ambiente e il
territorio in cui viviamo, alla luce di un ordine legale, democraticamente definito, liberamente condiviso, possibilmente
nell’arricchimento della memoria comune.
Per troppo tempo abbiamo cercato i depositari di questo impegno: abbiamo interpellato i nostri urbanisti, i nostri
amministratori, i nostri politici affinché volgessero uno sguardo concreto e consapevole alle problematiche
paesaggistiche, anche quelle minute e apparentemente banali del cosidetto “arredo urbano”; poi, ci siamo accorti che
dovevamo interpellare altre categorie civiche ovvero gli operatori concreti del paesaggio come i giardinieri, i contadini, i
netturbini, e, con loro, i poeti e i fotografi.
Da quando, infatti, non parlo più con gli architetti, con gli agronomi, con i geologi, ma mi rivolgo a coloro che il territorio, il
proprio ambiente, lo spazio insomma, curano, puliscono, vivono, ebbene, da loro ho avuto la risposta concreta civica,
responsabile e condivisa. E dai fotografi ho avuto la rappresentazione precisa, didascalica, dell’ordine dei problemi e
delle relative difficoltà.
Pippo Nicoletti è uno di questi fotografi: alla sua volontà di vivere un’esperienza estetica, ovvero non la necessità di
rispondere alle titaniche domande su cosa sia giusto, bello, buono, ma semplicemente il desiderio di “voler capire”, ha
fatto corrispondere un’acuta osservazione della realtà, una semplice oggettiva “messa a fuoco”, una constatazione.
Quella constatazione ha prodotto, però, un’amara emozione, una dolorosa ricognizione che ha assunto forme e
contenuti di denuncia politica e civile, facendosi espressione del comune sdegno, dello stupore, dello scandalo. E non ha
guardato solo all’aspetto oggettivo del precetto giuridico tradito e non rispettato: ha rivelato, anche, la comune
indifferenza, l’apatico atteggiamento di chi non vuol vedere e trascura il degrado della sua stessa casa; ci ha tirato,
insomma, per le orecchie, portandoci davanti all’evidenza.
Ed ha guardato anche alla responsabilità degli operatori della visione, ai fotografi (come lui è con dignità e competenza)
ricordando a noi tutti, fotografi e no, di non omettere il dato reale quando guardiamo le pietre della nostra storia, di non
tagliare il fotogramma allor quando questo rivela la sgradevolezza di ciò che ci sta davanti, di non volgere gli occhi verso
il lampione finto barocco o verso l’aiuola che ammicca al verde che manca, ma puntare invece, con profondità di campo
e di pensiero, alla coscienza di tutti invitandoli a rimuovere ristrutturazioni, installazioni, che, magari, affermano le idee
degli architetti e dei politici, e magari rispondono a necessità amministrative, ma materialmente cancellano lo spirito dei
luoghi distruggendo ambienti che il tempo aveva reso sacri.
Bufalino, citando Tomasi di Lampedusa, tristemente ricordava “l’irredimibilità” del paesaggio siciliano. Il nostro amico, invece, ci dice: “Adesso basta! Cominciamo a lavorare. E mettiamoci gli occhi e le mani”.
Pippo Pappalardo
20
marzo 2016
Pippo Nicoletti – Paesaggio inFame
Dal 20 marzo al 22 aprile 2016
fotografia
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO
Caltanissetta, Via Santo Spirito, (Caltanissetta)
Caltanissetta, Via Santo Spirito, (Caltanissetta)
Vernissage
20 Marzo 2016, ore 17,30
Sito web
www.pipponicoletti.it
Autore