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Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano
Torino, Napoli e Pompei. L’archeologia fa sistema e si organizza. Da Torino a Pompei passando per Napoli una serie di eventi portano in giro per musei affreschi, sculture e testimonianze antiche tutto a favore del pubblico appassionato e non solo.
Comunicato stampa
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Torino, Napoli e Pompei. L’archeologia fa sistema e si organizza. Da Torino a Pompei passando per Napoli una serie di eventi portano in giro per musei affreschi, sculture e testimonianze antiche tutto a favore del pubblico appassionato e non solo.
Dal 5 marzo al 4 settembre al Museo Egizio di Torino la mostra «Il Nilo a Pompei-Visioni d’Egitto nel mondo romano» presenta gli affreschi, i fregi, i culti, e le statue romane che testimoniano l’influenza dell’iconografia dal Paese delle piramidi a confronto con gli originali dei musei di Torino e di Napoli.
Per l’evento, frutto della partnership con la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano, Stabia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann), il Museo Iseo di Benevento e il Polo Museale della Calabria, saranno esposti 40 reperti dal Museo Archeologico di Napoli quasi tutti provenienti dal tempio di Iside di Pompei, lo stesso che ispirò Mozart per il suo «Flauto magico».
Sempre da un tempio di Iside, ma stavolta da quello di Benevento dal linguaggio maggiormente faraonico, arrivano per la mostra torinese un Toro Api, un Falco, una Statua di Domiziano, un Sacerdote con canopo, una Cista mistica, una Barca di Iside Pelagia, un Rilievo in stile egiziano, una Statua del Medio Regno, una Statua di adoratrice di Iside, i reperti erano custoditi presso il Museo Arcos di Benevento, che era però nato come museo di arte contemporanea e che forse ora scopre la sua vera vocazione.
A suggello della collaborazione con il Polo Museale della Calabria, a Torino ci sarà, direttamente dal Museo Archeologico della Sibaritide, anche il Toro cozzante, bronzetto del IV secolo a.C., simbolo della città di Thurii.
Ma i reperti non viaggiano in una sola direzione: la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino si è impegnata a trasferire, a sua volta, due statue isiache a Benevento e a portare a Pompei alcuni reperti egizi che verranno esposti nella Palestra Grande e nella piramide in ferro e legno realizzata dall'architetto Francesco Venezia negli scavi.
Il dialogo con l’Egitto continuerà anche dopo la chiusura della mostra torinese grazie alla riapertura, il prossimo 7 ottobre dopo 5 anni di lavori, della sezione egizia del museo napoletano, la seconda per importanza in Italia. Il progetto di rilancio del Mann, studiato dal nuovo direttore Paolo Giulierini, prevede inoltre la riapertura il 28 giugno della sala dei Culti orientali, e il 16 marzo la mostra «Mito e Natura», con opere provenienti da Vienna, Atene e Parigi, tra cui la lastra della Tomba del Tuffatore, e il recupero botanico e storico di due giardini borbonici presenti nella struttura.
Dal 5 marzo al 4 settembre al Museo Egizio di Torino la mostra «Il Nilo a Pompei-Visioni d’Egitto nel mondo romano» presenta gli affreschi, i fregi, i culti, e le statue romane che testimoniano l’influenza dell’iconografia dal Paese delle piramidi a confronto con gli originali dei musei di Torino e di Napoli.
Per l’evento, frutto della partnership con la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano, Stabia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann), il Museo Iseo di Benevento e il Polo Museale della Calabria, saranno esposti 40 reperti dal Museo Archeologico di Napoli quasi tutti provenienti dal tempio di Iside di Pompei, lo stesso che ispirò Mozart per il suo «Flauto magico».
Sempre da un tempio di Iside, ma stavolta da quello di Benevento dal linguaggio maggiormente faraonico, arrivano per la mostra torinese un Toro Api, un Falco, una Statua di Domiziano, un Sacerdote con canopo, una Cista mistica, una Barca di Iside Pelagia, un Rilievo in stile egiziano, una Statua del Medio Regno, una Statua di adoratrice di Iside, i reperti erano custoditi presso il Museo Arcos di Benevento, che era però nato come museo di arte contemporanea e che forse ora scopre la sua vera vocazione.
A suggello della collaborazione con il Polo Museale della Calabria, a Torino ci sarà, direttamente dal Museo Archeologico della Sibaritide, anche il Toro cozzante, bronzetto del IV secolo a.C., simbolo della città di Thurii.
Ma i reperti non viaggiano in una sola direzione: la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino si è impegnata a trasferire, a sua volta, due statue isiache a Benevento e a portare a Pompei alcuni reperti egizi che verranno esposti nella Palestra Grande e nella piramide in ferro e legno realizzata dall'architetto Francesco Venezia negli scavi.
Il dialogo con l’Egitto continuerà anche dopo la chiusura della mostra torinese grazie alla riapertura, il prossimo 7 ottobre dopo 5 anni di lavori, della sezione egizia del museo napoletano, la seconda per importanza in Italia. Il progetto di rilancio del Mann, studiato dal nuovo direttore Paolo Giulierini, prevede inoltre la riapertura il 28 giugno della sala dei Culti orientali, e il 16 marzo la mostra «Mito e Natura», con opere provenienti da Vienna, Atene e Parigi, tra cui la lastra della Tomba del Tuffatore, e il recupero botanico e storico di due giardini borbonici presenti nella struttura.
04
marzo 2016
Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano
Dal 04 marzo al 02 ottobre 2016
archeologia
arte antica
arte antica
Location
MUSEO EGIZIO
Torino, Via Dell'accademia Delle Scienze, 6, (Torino)
Torino, Via Dell'accademia Delle Scienze, 6, (Torino)
Biglietti
intero € 13, ridotto € 9 da 15 a 18 anni e giornalisti, scuole € 1 / € 4, gratuito under 5 e altre categorie
Vernissage
4 Marzo 2016, h 14 su invito