16 febbraio 2009

fino al 28.II.2009 Marco Colazzo Roma, Galleria Maniero

 
Marionette, robot e pupazzi sono i protagonisti di grandi dipinti. Dove velocità di segno e essenzialità di colore e materiali sono le dominanti. Un fantastico mondo, in cui l’errore è accettato con benevolenza...

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Buona la prima” è il motto con cui Marco Colazzo (Roma, 1963) ama sintetizzare i suoi recenti dipinti. Risultati da un progetto nuovo, sembrano rappresentare, di primo impatto, una radicale svolta. In realtà, molte delle caratteristiche del suo lavoro sono mantenute e facilmente rintracciabili. A partire dall’impianto generale del dipinto, nonché dai soggetti prescelti.
Le figure, sempre poste al centro, emergono da uno sfondo indefinito e astratto, con un radicale rifiuto della prospettiva, a favore di un ricercato e volontario appiattimento. I soggetti sembrano usciti da un circo o da un libro di fiabe o da una saga televisiva, dove finzione e realtà si compenetrano e si confondono e tutto diventa possibile; dov’è normale che un clown si spari nel cielo su un missile, che un principe galoppi un meraviglioso cavallo meccanico, che un robot abbia per compare un burattino e Lord Darth Vader faccia il filo a una bambola.
Sono, infatti, questi i singoli e solitari protagonisti della dozzina di dipinti esposti. NMarco Colazzo - Senza titolo - 2008 - tecnica mista su carta - cm 180x115on quindi personaggi ripescati dal mondo dell’infanzia, ma recuperati dall’immaginario collettivo, che tutti riconoscono perché entrati nel quotidiano. Finora Colazzo aveva realizzato i suoi lavori con una rappresentazione minuziosa, dettagliata, “fotografica”, per usare un aggettivo vuoto e abusato. Ora, padrone ormai della tecnica, si sente libero di giocarci, di sperimentarla, di portarla alle sue estreme conseguenze.
Realizzati su un supporto povero, la carta da spolvero, e con modesti materiali, colori ad acqua – come altrettanto limitata è la tavolozza di colori -, questi lavori danno un senso d’immediatezza e semplicità ricercato. Con un procedere per velature, le figure si stagliano da uno s-fondo ora quasi compatto ora striato, che non nasconde affatto il movimento e l’intensità della pennellata. Su questa base, in un secondo momento sono dipinti i soggetti. Con una marcata linea di contorno, a china o carboncino, si stagliano o si confondono fra le trame del colore di base. Il tiro viene assestato durante la realizzazione, a seconda del risultato ottenuto, e la colatura, l’errore o il ripensamento entrano a pieno diritto a far parte dell’insieme; anzi, ne diventano un carattere distintivo.
Continuando a sperimentare, è come se Colazzo giocasse con Photoshop, provando lo sfondo in primo o in secondo piano. Così talvolta può essere effettuato un ulteriore passaggio, può essere proposta una nuova stesura di colore su tutta la superficie, al fine di creare altri effetti cromatici e porre in secondo piano il soggetto. Questo è il senso generale del nuovo progetto: cercare di evocare e provocare effetti audio-fono-visivi.

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dal 16 gennaio al 28 febbraio 2009
Marco Colazzo – Audiofonovisivi
Galleria Maniero
Via dell’Arancio, 79 (zona Campo Marzio) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo con testi di Lorenzo Canova e Marco Meneguzzo
Info: tel./fax +39 0668807116; galleriamaniero@fastwebnet.it; www.galleriamaniero.it

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