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Aporie
Aporie si riferisce a un libro di Jacques Derrida sul concetto di Finis, di un attendersi ai limiti della verità. La mostra è stata pensata dunque come una disgiunzione, dubbio quasi insolubile, ostacolo insuperabile che blocca il ragionamento, quasi un conflitto fra linguaggi. Ed in effetti la scelta degli artisti ha proprio questo senso del dubbio e del conflitto ma anche del rimando costante ad una possibilità di disseminazione
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo Aporie segue quella dedicata a Maurice Blanchot dal titolo “Per sottrazione” presso lo
Spazio Brentano a Milano. Entrambe hanno come linea di riferimento la riflessione su un libro che ha
tracciato un’impronta sulle vicende dell’arte contemporanea. In particolare Aporie si riferisce a un libro di
Jacques Derrida sul concetto di Finis, di un attendersi ai limiti della verità. Il libro, nonostante la sua
importanza sia da un punto di vista filosofico, sia da quello del pensiero sull’arte, non è stato più
ripubblicato. Nel segnalarlo come riferimento e argomento di una mostra è intenzione di ZONE di riportarlo
non solo alla memoria ma di trovare una linea di congiunzione con quel pensiero di Derrida. Il pensiero
secondo l’aporia, ci dice Derrida, è un pensiero paziente che non sa dove andare, sa però dove sostare in
quell’assenza di passaggio che nasce dallo sfilacciarsi dei confini e dalla indistinzione che ciò comporta.
Questo sostare in un confine poroso si mostra come un sostare inquieto, come l’impossibilità stessa di stare
nella sicurezza dell’evidenza. Aporie, oltre ad essere il titolo di questa mostra, è dunque una riflessione sul
concetto di instabilità che pervade tutta l’arte moderna e contemporanea, ma anche sul concetto
confinario di limite nella sua doppia opposizione di apertura e chiusura.
La mostra è stata pensata dunque come una disgiunzione, dubbio quasi insolubile, ostacolo insuperabile
che blocca il ragionamento, quasi un conflitto fra linguaggi. Ed in effetti la scelta degli artisti ha proprio
questo senso del dubbio e del conflitto ma anche del rimando costante ad una possibilità di
disseminazione. Essi sono stati invitati più per le loro esperienze differenti e non per un procedere comune.
Nel non poter risolvere l’aporia sta anche l’inaccessibile ma là volano anche le farfalle che fra le vette degli
alberi muovono i pensieri degli uomini che le osservano.
La mostra è accompagnata da un testo di Francesco Correggia.
Spazio Brentano a Milano. Entrambe hanno come linea di riferimento la riflessione su un libro che ha
tracciato un’impronta sulle vicende dell’arte contemporanea. In particolare Aporie si riferisce a un libro di
Jacques Derrida sul concetto di Finis, di un attendersi ai limiti della verità. Il libro, nonostante la sua
importanza sia da un punto di vista filosofico, sia da quello del pensiero sull’arte, non è stato più
ripubblicato. Nel segnalarlo come riferimento e argomento di una mostra è intenzione di ZONE di riportarlo
non solo alla memoria ma di trovare una linea di congiunzione con quel pensiero di Derrida. Il pensiero
secondo l’aporia, ci dice Derrida, è un pensiero paziente che non sa dove andare, sa però dove sostare in
quell’assenza di passaggio che nasce dallo sfilacciarsi dei confini e dalla indistinzione che ciò comporta.
Questo sostare in un confine poroso si mostra come un sostare inquieto, come l’impossibilità stessa di stare
nella sicurezza dell’evidenza. Aporie, oltre ad essere il titolo di questa mostra, è dunque una riflessione sul
concetto di instabilità che pervade tutta l’arte moderna e contemporanea, ma anche sul concetto
confinario di limite nella sua doppia opposizione di apertura e chiusura.
La mostra è stata pensata dunque come una disgiunzione, dubbio quasi insolubile, ostacolo insuperabile
che blocca il ragionamento, quasi un conflitto fra linguaggi. Ed in effetti la scelta degli artisti ha proprio
questo senso del dubbio e del conflitto ma anche del rimando costante ad una possibilità di
disseminazione. Essi sono stati invitati più per le loro esperienze differenti e non per un procedere comune.
Nel non poter risolvere l’aporia sta anche l’inaccessibile ma là volano anche le farfalle che fra le vette degli
alberi muovono i pensieri degli uomini che le osservano.
La mostra è accompagnata da un testo di Francesco Correggia.
24
febbraio 2016
Aporie
Dal 24 febbraio al 03 marzo 2016
arte contemporanea
Location
SPAZIO BRENTANO
Milano, Via Giuseppe Brentano, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Brentano, (Milano)
Orario di apertura
ore 11,00 – 13,00 e 16,30 – 20,00
Vernissage
24 Febbraio 2016, ore 18.30
Sito web
www.zoneculturavisuale.com
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