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Faig Ahmed – Points of Perception
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la prima personale italiana presso un museo
dell’artista azero Faig Ahmed (Baku, 1982). Nel padiglione 9A del MACRO Testaccio si svolge
infatti, dal 10 febbraio al 29 marzo 2016, la mostra Points of Perception, a cura di Claudio Libero Pisano, promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, e realizzata in collaborazione
con la galleria Montoro12 Contemporary Art di Roma.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la prima personale italiana presso un museo
dell’artista azero Faig Ahmed (Baku, 1982). Nel padiglione 9A del MACRO Testaccio si svolge
infatti, dal 10 febbraio al 29 marzo 2016, la mostra Points of Perception, a cura di Claudio
Libero Pisano, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, e realizzata in collaborazione
con la galleria Montoro12 Contemporary Art di Roma.
L’artista espone al MACRO Testaccio una serie di opere site-specific che hanno come filo
conduttore il Sufismo. Attraverso questa forma di ricerca mistica, l’artista crea la relazione tra la
coscienza e tutto quanto esiste al di fuori di essa. L’arte è uno strumento per ampliare i sensi, e
l’artista il tramite della condivisione. Sperimentando tecniche diverse e collegandole a pratiche
mistiche, Ahmed trova una sua peculiare soluzione all’interrogativo sulla percezione della verità.
L’arte è una disciplina senza confini e serve a comprendere la storia dell’essere umano, dei suoi
percorsi inerpicati sul confine stretto tra coscienza e percezione. Tra misticismo e realtà.
L’artista, per paradosso, utilizza l’ascetismo Sufi proprio per interpretare la realtà nei suoi aspetti
più concreti. L’arte, secondo Ahmed, è un passepartout eccellente per riconnettere passato e
presente, tradizione e modernità. La sua natura e le sue tecniche non hanno confini, e tutto ciò
che è dentro e fuori la percezione può essere interpretato attraverso i suoi infiniti linguaggi.
L’artista è un esploratore attivo che, come uno sciamano, mette in relazione la mente e il corpo. Le
sue opere sono un messaggio di condivisione che pone interrogativi e sollecita stupore e
meraviglia. L’aspetto estetico ha un ruolo decisivo solo se accostato al processo che l’ha maturato
e reso possibile.
La mostra è composta da numerose opere, tra cui grandi installazioni, video, e i suoi noti “carpet
works”, con i quali l’artista trasforma oggetti dalla tradizione secolare in imponenti opere d’arte
contemporanea, creando manufatti che sembrano proiettati nel futuro grazie a un’estetica
azzardata e fuori dal tempo, nonostante l’esecuzione fedele ad antichissimi procedimenti.
Partendo infatti dal design dei tradizionali tappeti dell'Asia centrale, Ahmed li manomette e li
riprogetta in forma digitale sul computer. Il risultato è trasportato su disegni a grandezza naturale,
che, come nella realizzazione dei tappeti tradizionali, vengono poi realizzati da artigiani locali su
telai tradizionali, dando vita ad oggetti nei quali si è portati a perdersi, dove il segno viene
continuamente spostato, pixellato, liquefatto.
Al centro della sala, è posta una monumentale installazione che sfida le leggi fisiche e dispone il
pavimento tessuto di una moschea in una sorta di onda che travolgere lo spettatore.
Faig Ahmed
Faig Ahmed è nato nel 1982 a Baku (Azerbaijan), dove vive e lavora. Si è laureato nel 2004 presso la facoltà
di scultura dell’Azerbaijan State Academy of Fine Art a Baku. Dal 2003 ha lavorato con diversi media, tra cui
pittura, video e installazioni. Al momento si concentra sullo studio delle qualità artistiche dei tappeti azeri –
scompone la loro struttura tradizionale per poi riassemblare casualmente le componenti dell’oggetto
originario e fornire loro la forma di scultura contemporanea. Nel 2007 ha rappresentato il suo paese nel
padiglione della Biennale di Venezia e nel 2013 ha partecipato all’evento collaterale “Love me, Love Me Not”.
Sempre nel 2013 è entrato nella shortlist del Jameel Prize con opere esposte al Victoria and Albert Museum
di Londra. Una sua opera è presente nella collezione permanente del Seattle Museum of Art, altre sono state
esposte al Boston Museum of Fine Art e in molti altri luoghi istituzionali in tutto il mondo. Ha esposto in
mostre personali nelle principali capitali mondiali dell’arte contemporanea, tra cui Londra, Dubai, New York,
Dheli, Sharjah, Roma.
dell’artista azero Faig Ahmed (Baku, 1982). Nel padiglione 9A del MACRO Testaccio si svolge
infatti, dal 10 febbraio al 29 marzo 2016, la mostra Points of Perception, a cura di Claudio
Libero Pisano, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, e realizzata in collaborazione
con la galleria Montoro12 Contemporary Art di Roma.
L’artista espone al MACRO Testaccio una serie di opere site-specific che hanno come filo
conduttore il Sufismo. Attraverso questa forma di ricerca mistica, l’artista crea la relazione tra la
coscienza e tutto quanto esiste al di fuori di essa. L’arte è uno strumento per ampliare i sensi, e
l’artista il tramite della condivisione. Sperimentando tecniche diverse e collegandole a pratiche
mistiche, Ahmed trova una sua peculiare soluzione all’interrogativo sulla percezione della verità.
L’arte è una disciplina senza confini e serve a comprendere la storia dell’essere umano, dei suoi
percorsi inerpicati sul confine stretto tra coscienza e percezione. Tra misticismo e realtà.
L’artista, per paradosso, utilizza l’ascetismo Sufi proprio per interpretare la realtà nei suoi aspetti
più concreti. L’arte, secondo Ahmed, è un passepartout eccellente per riconnettere passato e
presente, tradizione e modernità. La sua natura e le sue tecniche non hanno confini, e tutto ciò
che è dentro e fuori la percezione può essere interpretato attraverso i suoi infiniti linguaggi.
L’artista è un esploratore attivo che, come uno sciamano, mette in relazione la mente e il corpo. Le
sue opere sono un messaggio di condivisione che pone interrogativi e sollecita stupore e
meraviglia. L’aspetto estetico ha un ruolo decisivo solo se accostato al processo che l’ha maturato
e reso possibile.
La mostra è composta da numerose opere, tra cui grandi installazioni, video, e i suoi noti “carpet
works”, con i quali l’artista trasforma oggetti dalla tradizione secolare in imponenti opere d’arte
contemporanea, creando manufatti che sembrano proiettati nel futuro grazie a un’estetica
azzardata e fuori dal tempo, nonostante l’esecuzione fedele ad antichissimi procedimenti.
Partendo infatti dal design dei tradizionali tappeti dell'Asia centrale, Ahmed li manomette e li
riprogetta in forma digitale sul computer. Il risultato è trasportato su disegni a grandezza naturale,
che, come nella realizzazione dei tappeti tradizionali, vengono poi realizzati da artigiani locali su
telai tradizionali, dando vita ad oggetti nei quali si è portati a perdersi, dove il segno viene
continuamente spostato, pixellato, liquefatto.
Al centro della sala, è posta una monumentale installazione che sfida le leggi fisiche e dispone il
pavimento tessuto di una moschea in una sorta di onda che travolgere lo spettatore.
Faig Ahmed
Faig Ahmed è nato nel 1982 a Baku (Azerbaijan), dove vive e lavora. Si è laureato nel 2004 presso la facoltà
di scultura dell’Azerbaijan State Academy of Fine Art a Baku. Dal 2003 ha lavorato con diversi media, tra cui
pittura, video e installazioni. Al momento si concentra sullo studio delle qualità artistiche dei tappeti azeri –
scompone la loro struttura tradizionale per poi riassemblare casualmente le componenti dell’oggetto
originario e fornire loro la forma di scultura contemporanea. Nel 2007 ha rappresentato il suo paese nel
padiglione della Biennale di Venezia e nel 2013 ha partecipato all’evento collaterale “Love me, Love Me Not”.
Sempre nel 2013 è entrato nella shortlist del Jameel Prize con opere esposte al Victoria and Albert Museum
di Londra. Una sua opera è presente nella collezione permanente del Seattle Museum of Art, altre sono state
esposte al Boston Museum of Fine Art e in molti altri luoghi istituzionali in tutto il mondo. Ha esposto in
mostre personali nelle principali capitali mondiali dell’arte contemporanea, tra cui Londra, Dubai, New York,
Dheli, Sharjah, Roma.
09
febbraio 2016
Faig Ahmed – Points of Perception
Dal 09 febbraio al 29 marzo 2016
arte contemporanea
Location
MACRO TESTACCIO
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, (Roma)
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, (Roma)
Biglietti
Tariffa intera: non residenti 8,50 €, residenti 7,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 7,50 €, residenti 6,50 €.
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 14.00-20.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Vernissage
9 Febbraio 2016, h 18
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore