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Massimo Giannoni – Muro del pianto / Massimiliano Pelletti – Atena
Due distinti progetti espositivi realizzati in occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria e in concomitanza con ART CITY Bologna
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione di Art City White Night, la notte bianca dell’arte di Bologna, che quest’anno si svolge sabato 30 gennaio, come di consueto durante i giorni di Arte Fiera, il Museo Ebraico di Bologna presenta l'opera di Massimo Giannoni MURO DEL PIANTO. L'evento è inserito tra quelli ufficiali presenti nel programma istituzionale Art City 2016, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere.
Massimo Giannoni (Empoli, 1954) espone l’olio su tela Muro del Pianto, studio preliminare per lo svolgimento di un Trittico di grandi dimensioni (cm 200x600), realizzato in occasione della mostra personale Four Triptychs – curata da Marco Tonelli – al Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 2012 e dedicata a quattro luoghi significativi della contemporaneità.
Rispetto al grande Trittico, questo studio risulta molto più descrittivo: molte figure che qui appaiono rarefatte ed evanescenti, infatti, nella versione definitiva spariscono, assorbite dalla materia del muro, mentre rimane costante in entrambi i lavori la composizione costruita su una veduta globale centrale e su due pannelli laterali zoomati e compressi.
“Il suo Muro del Pianto è un’onda anomala di una fisicità solenne, un impressionante riparo, vasta consolazione di massi e blocchi risonanti come una sinfonia di pietra” (M.Di Capua, 2015).
A fianco di librerie e biblioteche, piazze e grandi vedute sulla città – tutti soggetti che hanno fatto di Massimo Giannoni un artista tanto riconoscibile quanto conosciuto – questa tematica arricchisce la sua identificabile iconografia.
"...per quanto riguarda il Muro di Gerusalemme, che accoglie preghiere di ogni religione e credo sospendendo magicamente ogni forma di contrasto in nome della fede, inutile soffermarsi sugli infiniti segreti nascosti in quelle crepe. Ecco, queste storie sparite, quei messaggi lasciati nel muro..."
Marco Tonelli
Nato ad Empoli nel 1954, vive e lavora a Firenze. Vincitore del Premio Lubiam (Mantova) nel 1979 assegnato al miglior studente delle Accademia di Belle Arti d'Italia.Nei primi anni '90 vive tra l'Australia e gli Stati Uniti, per ristabilirsi in Italia verso la metà degli anni '90, quando inizia la serie delle librerie e delle borse d'affari. Attualmente è rappresentato dalla Galleria Russo di Roma e dalla Galleria Russo::Asso di Quadri di Milano.
In occasione di Art City White Night, la notte bianca dell’arte di Bologna, che quest’anno si svolge sabato 30 gennaio, come di consueto durante i giorni di Arte Fiera, il Museo Ebraico di Bologna presenta l'opera di Massimiliano Pelletti ATENA. L'evento è inserito tra quelli ufficiali presenti nel programma istituzionale Art City 2016, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere. Inaugurazione: sabato 30 gennaio 2016 | ore 21. Museo Ebraico di Bologna 29 gennaio > 28 febbraio 2016.
Pelletti Massimiliano - Atena 1Massimiliano Pelletti prima di essere un artista è un appassionato cercatore di cimeli antichi, un viscerale amante dell’arte scultorea, in particolare di quella classica. Nato a Pietrasanta, piccola cittadina ai piedi delle Alpi Apuane – anche nota come Piccola Atene per i numerosi atelier che tutt’oggi ospitano artisti di fama internazionale – ha sempre vissuto a contatto con abili maestranze capaci di lavorare il marmo e la pietra con notevole abilità. Anche suo nonno ha gestito per anni un laboratorio che oggi è divenuto il suo studio, un luogo che emana sensazioni di sacralità nei confronti della scultura, stipato fino al soffitto di antichi calchi in gesso, blocchi di marmo di epoche remote, cimeli vintage dal fascino straniante e kitsch. In questo ambiente si è alimentata la consapevolezza intellettuale di Pelletti, affiancando studi in letteratura e filosofia a sempre più costanti incursioni nel mondo dell’arte. Sono certamente queste sue origini a convincerlo di vivere in un tempo estremamente ricco di immagini e significati, tanto da ritenere inutile, o addirittura impossibile, aggiungere altro; meglio allora fare un salto nel passato, affrontarlo con l’intento di selezionarne in estrema libertà le immagini che ritiene più interessanti, ricercando una ibridazione col suo tempo, fornendo di fatto nuovi ed evidenti significati. Atena è la scultura che dà il titolo alla mostra, una sola opera che dialoga in rispettoso silenzio con lo spazio della Sala del Memoriale del Museo Ebraico di Bologna in cui è inserita, cercando di mantenerne intatta l’atmosfera raccolta e sommessa, nel tentativo di preservarne per intero la propria connotazione intimistica e riflessiva. Il soggetto scelto richiama inevitabilmente alla Dea greca simbolo di saggezza, giustizia e civiltà. Non sovrapponibile con Ares – emblema degli aspetti più violenti della guerra – la Atena scolpita da Pelletti, per l’unicità del materiale scelto, presenta dei turbamenti e delle erosioni naturali sulla superficie che leniscono, ma non distruggono, la bellezza e la purezza delle linee classiche. L’opera, installata frontalmente rispetto al punto di vista dello spettatore, sembra volgere lo sguardo a terra dove sono riportati i nomi degli ebrei di origine emiliana e romagnola che persero la vita nei campi di sterminio.
Con questo progetto, e con quest’opera in particolare, l’artista invita tutti ad una riflessione più attenta, intima e silenziosa sui tragici fatti della Shoah. Atena è in questo caso l’emblema della distruzione da parte del nazismo dei concetti di giustizia e civiltà che appartengono alla Dea greca: il permanere di una qualità estetica nel busto di essa, nonostante la pietra irregolare usata da Pelletti, rende ancora più evidente il contrasto tra bellezza, giustizia e civiltà da una parte e orrore, sopruso e barbarie dall’altra. All’interno di questo conflitto, l’opera perde le sue caratteristiche materiali e si trasforma in una sorta di epifania per chi la osserva: siamo in una situazione di non-ritorno, dove reminiscenze sepolte da molto tempo all’improvviso tornano in superficie dando luogo ad un lungo e spesso doloroso processo mentale che deve necessariamente portare a riconsiderare la figura dell’uomo a partire dalle tragiche vicende della Shoah.
Niccolò Bonechi
Massimiliano PellettiMassimiliano Pelletti vive e lavora a Pietrasanta, terra di nobili radici scultoree che tanto dà all’arte contemporanea. Si forma tecnicamente nello studio del nonno, lo scultore Mario Pelletti. Esordisce come artista nel 2006 vincendo la partecipazione alla XII Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, da li susseguono una serie di mostre collettive e personali, italiane ed estere, come la Biennale d’Alessandria d’Egitto e la partecipazione al Padiglione Italia della 54 Biennale di Venezia.
Fin dagli esordi utilizza il marmo ma anche il bronzo, il legno e la ceramica. Coerente con gli umori creativi di quel territorio Pelletti sperimenta la forma con rigorosa attenzione compositiva. Ottiene diverse pubblicazioni su vari volumi e magazine di arte contemporanea, vince la partecipazioni hai premi più importanti in italia come Premio Terna. Nel 2013 ha un importante mostra personale dal titolo Omnia Opera nel Fortino di Forte dei marmi con pubblicazione di un catalogo che raccoglie il suo lavoro a tutto tondo. Espone in vari musei come Villa Madre e Sant’Agostino di Genova, all’abbazia di San Zeno a Pisa, al Tempio di Adriano di Roma a Castel S. Elmo di Napoli, all’Università della Sapienza di Roma, al Museo Pecci di Prato al Museo Civico Paolo Giovio di Como, al Museo civico Palazzo D’Avalos di Vasto e a Palazzo RISO Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia.
Massimo Giannoni (Empoli, 1954) espone l’olio su tela Muro del Pianto, studio preliminare per lo svolgimento di un Trittico di grandi dimensioni (cm 200x600), realizzato in occasione della mostra personale Four Triptychs – curata da Marco Tonelli – al Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 2012 e dedicata a quattro luoghi significativi della contemporaneità.
Rispetto al grande Trittico, questo studio risulta molto più descrittivo: molte figure che qui appaiono rarefatte ed evanescenti, infatti, nella versione definitiva spariscono, assorbite dalla materia del muro, mentre rimane costante in entrambi i lavori la composizione costruita su una veduta globale centrale e su due pannelli laterali zoomati e compressi.
“Il suo Muro del Pianto è un’onda anomala di una fisicità solenne, un impressionante riparo, vasta consolazione di massi e blocchi risonanti come una sinfonia di pietra” (M.Di Capua, 2015).
A fianco di librerie e biblioteche, piazze e grandi vedute sulla città – tutti soggetti che hanno fatto di Massimo Giannoni un artista tanto riconoscibile quanto conosciuto – questa tematica arricchisce la sua identificabile iconografia.
"...per quanto riguarda il Muro di Gerusalemme, che accoglie preghiere di ogni religione e credo sospendendo magicamente ogni forma di contrasto in nome della fede, inutile soffermarsi sugli infiniti segreti nascosti in quelle crepe. Ecco, queste storie sparite, quei messaggi lasciati nel muro..."
Marco Tonelli
Nato ad Empoli nel 1954, vive e lavora a Firenze. Vincitore del Premio Lubiam (Mantova) nel 1979 assegnato al miglior studente delle Accademia di Belle Arti d'Italia.Nei primi anni '90 vive tra l'Australia e gli Stati Uniti, per ristabilirsi in Italia verso la metà degli anni '90, quando inizia la serie delle librerie e delle borse d'affari. Attualmente è rappresentato dalla Galleria Russo di Roma e dalla Galleria Russo::Asso di Quadri di Milano.
In occasione di Art City White Night, la notte bianca dell’arte di Bologna, che quest’anno si svolge sabato 30 gennaio, come di consueto durante i giorni di Arte Fiera, il Museo Ebraico di Bologna presenta l'opera di Massimiliano Pelletti ATENA. L'evento è inserito tra quelli ufficiali presenti nel programma istituzionale Art City 2016, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere. Inaugurazione: sabato 30 gennaio 2016 | ore 21. Museo Ebraico di Bologna 29 gennaio > 28 febbraio 2016.
Pelletti Massimiliano - Atena 1Massimiliano Pelletti prima di essere un artista è un appassionato cercatore di cimeli antichi, un viscerale amante dell’arte scultorea, in particolare di quella classica. Nato a Pietrasanta, piccola cittadina ai piedi delle Alpi Apuane – anche nota come Piccola Atene per i numerosi atelier che tutt’oggi ospitano artisti di fama internazionale – ha sempre vissuto a contatto con abili maestranze capaci di lavorare il marmo e la pietra con notevole abilità. Anche suo nonno ha gestito per anni un laboratorio che oggi è divenuto il suo studio, un luogo che emana sensazioni di sacralità nei confronti della scultura, stipato fino al soffitto di antichi calchi in gesso, blocchi di marmo di epoche remote, cimeli vintage dal fascino straniante e kitsch. In questo ambiente si è alimentata la consapevolezza intellettuale di Pelletti, affiancando studi in letteratura e filosofia a sempre più costanti incursioni nel mondo dell’arte. Sono certamente queste sue origini a convincerlo di vivere in un tempo estremamente ricco di immagini e significati, tanto da ritenere inutile, o addirittura impossibile, aggiungere altro; meglio allora fare un salto nel passato, affrontarlo con l’intento di selezionarne in estrema libertà le immagini che ritiene più interessanti, ricercando una ibridazione col suo tempo, fornendo di fatto nuovi ed evidenti significati. Atena è la scultura che dà il titolo alla mostra, una sola opera che dialoga in rispettoso silenzio con lo spazio della Sala del Memoriale del Museo Ebraico di Bologna in cui è inserita, cercando di mantenerne intatta l’atmosfera raccolta e sommessa, nel tentativo di preservarne per intero la propria connotazione intimistica e riflessiva. Il soggetto scelto richiama inevitabilmente alla Dea greca simbolo di saggezza, giustizia e civiltà. Non sovrapponibile con Ares – emblema degli aspetti più violenti della guerra – la Atena scolpita da Pelletti, per l’unicità del materiale scelto, presenta dei turbamenti e delle erosioni naturali sulla superficie che leniscono, ma non distruggono, la bellezza e la purezza delle linee classiche. L’opera, installata frontalmente rispetto al punto di vista dello spettatore, sembra volgere lo sguardo a terra dove sono riportati i nomi degli ebrei di origine emiliana e romagnola che persero la vita nei campi di sterminio.
Con questo progetto, e con quest’opera in particolare, l’artista invita tutti ad una riflessione più attenta, intima e silenziosa sui tragici fatti della Shoah. Atena è in questo caso l’emblema della distruzione da parte del nazismo dei concetti di giustizia e civiltà che appartengono alla Dea greca: il permanere di una qualità estetica nel busto di essa, nonostante la pietra irregolare usata da Pelletti, rende ancora più evidente il contrasto tra bellezza, giustizia e civiltà da una parte e orrore, sopruso e barbarie dall’altra. All’interno di questo conflitto, l’opera perde le sue caratteristiche materiali e si trasforma in una sorta di epifania per chi la osserva: siamo in una situazione di non-ritorno, dove reminiscenze sepolte da molto tempo all’improvviso tornano in superficie dando luogo ad un lungo e spesso doloroso processo mentale che deve necessariamente portare a riconsiderare la figura dell’uomo a partire dalle tragiche vicende della Shoah.
Niccolò Bonechi
Massimiliano PellettiMassimiliano Pelletti vive e lavora a Pietrasanta, terra di nobili radici scultoree che tanto dà all’arte contemporanea. Si forma tecnicamente nello studio del nonno, lo scultore Mario Pelletti. Esordisce come artista nel 2006 vincendo la partecipazione alla XII Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, da li susseguono una serie di mostre collettive e personali, italiane ed estere, come la Biennale d’Alessandria d’Egitto e la partecipazione al Padiglione Italia della 54 Biennale di Venezia.
Fin dagli esordi utilizza il marmo ma anche il bronzo, il legno e la ceramica. Coerente con gli umori creativi di quel territorio Pelletti sperimenta la forma con rigorosa attenzione compositiva. Ottiene diverse pubblicazioni su vari volumi e magazine di arte contemporanea, vince la partecipazioni hai premi più importanti in italia come Premio Terna. Nel 2013 ha un importante mostra personale dal titolo Omnia Opera nel Fortino di Forte dei marmi con pubblicazione di un catalogo che raccoglie il suo lavoro a tutto tondo. Espone in vari musei come Villa Madre e Sant’Agostino di Genova, all’abbazia di San Zeno a Pisa, al Tempio di Adriano di Roma a Castel S. Elmo di Napoli, all’Università della Sapienza di Roma, al Museo Pecci di Prato al Museo Civico Paolo Giovio di Como, al Museo civico Palazzo D’Avalos di Vasto e a Palazzo RISO Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia.
30
gennaio 2016
Massimo Giannoni – Muro del pianto / Massimiliano Pelletti – Atena
Dal 30 gennaio al 28 febbraio 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO EBRAICO
Bologna, Via Valdonica, 1/5, (Bologna)
Bologna, Via Valdonica, 1/5, (Bologna)
Vernissage
30 Gennaio 2016, h 21
Autore
Curatore