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Francesco Cabras – Urban icons. The Democracy of the Wall
Il progetto fotografico è stato elaborato attraverso sei anni di viaggi tra Israele, Palestina e Libano. Durante questi tour Cabras ha ritratto i cartelloni di attentatori suicidi, leader politici, vittime di attentati, Hezbollah, cristiani, combattenti e civili, ponendosi così tra il Nouveau Realisme di Jacques Villegle, Raymond Hains, Mimmo Rotella e i manifesti strappati a Tokio di William Klein, tra ricerca artistica e progettazione fotografica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Urban Icons. The Democracy of the Wall" di Francesco Cabras,
fotografo e regista, inaugura lunedì 1 febbraio alle ore 17. Ospite del
Castel dell'Ovo a Napoli, la personale dell'artista a cura di Patrizia
Varone, nella città di Partenope propone un progetto fotografico
sviluppato dall'artista attraverso il Libano, la Palestina e Israele.
Dall'osservazione dei manifesti affissi al muro che ritraevano
politici locali o noti globalmente insieme a persone sconosciute ai
più ma assurti a gloria o condanna estemporanea per essere stati
vittime o aggressori dei conflitti nazionali, Cabras notava che la
sovrapposizione, la vicinanza dei personaggi ritratti e la deperibilità
nel tempo dei manifesti stessi, rendevano presente e passato,
anonimità e celebrità al pari livello.
"Soprattutto struggente - racconta Francesco Cabras - era il potere
democratico e pietoso che il muro restituiva loro dopo una vita da
combattenti, da dominatori o da dominati. Una pietà e una sorta di
uguaglianza marchiata dall'affissione e dal decadimento del tempo davanti
agli occhi di ognuno poiché la strada si trasformava di fatto in un corridoio
pubblico dove tutti diventavano uguali sotto i colpi della pioggia, degli
strappi e degli spray. Allora ho pensato che valesse la pena trovare, fermare
e interpretare quei manifesti cioè quegli uomini, prima che scomparissero
per sempre dalla vista per far spazio ad altri probabilmente“.
Ponendosi tra il Nouveau Realisme di Jacques Villegle, Raymond
Hains, Mimmo Rotella e i manifesti strappati a Tokio di William
Klein, tra la ricerca artistica e la progettazione fotografica, Cabras
ha ritratto i cartelloni di attentatori suicidi, leader politici, vittime di
attentati, Hezbollah, cristiani, combattenti e civili. Tra questi si
riconoscono immagini evanescenti di Bashar Al Assad il presidente
della Siria e di Giovanni Paolo II, di Arafat e di Ahmed Yassin il
fondatore di Hamas, volti di Madonne e di ignoti.
Con questo progetto fotografico Francesco Cabras ridona al muro
l'essenza di puro supporto d'allestimento di una immaginaria
esposizione pubblica dove la strada è il contenitore/galleria di
manifesti, che ritraggono persone sconosciute o famose, che il
tempo corrode e intacca, vanificando e annullando il concetto di
simbolo. Un muro/supporto che diventa non più divisorio, ma
aggregante e unificante almeno sotto l'aspetto dell'uguaglianza
riconsegnata dal tempo e dagli interventi umani ai personaggi dei
cartelloni.
"Urban Icon. The Democracy of the Wall" fotografie di Francesco
Cabras è ospitata dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e
al Turismo, al Castel dell'Ovo.
fotografo e regista, inaugura lunedì 1 febbraio alle ore 17. Ospite del
Castel dell'Ovo a Napoli, la personale dell'artista a cura di Patrizia
Varone, nella città di Partenope propone un progetto fotografico
sviluppato dall'artista attraverso il Libano, la Palestina e Israele.
Dall'osservazione dei manifesti affissi al muro che ritraevano
politici locali o noti globalmente insieme a persone sconosciute ai
più ma assurti a gloria o condanna estemporanea per essere stati
vittime o aggressori dei conflitti nazionali, Cabras notava che la
sovrapposizione, la vicinanza dei personaggi ritratti e la deperibilità
nel tempo dei manifesti stessi, rendevano presente e passato,
anonimità e celebrità al pari livello.
"Soprattutto struggente - racconta Francesco Cabras - era il potere
democratico e pietoso che il muro restituiva loro dopo una vita da
combattenti, da dominatori o da dominati. Una pietà e una sorta di
uguaglianza marchiata dall'affissione e dal decadimento del tempo davanti
agli occhi di ognuno poiché la strada si trasformava di fatto in un corridoio
pubblico dove tutti diventavano uguali sotto i colpi della pioggia, degli
strappi e degli spray. Allora ho pensato che valesse la pena trovare, fermare
e interpretare quei manifesti cioè quegli uomini, prima che scomparissero
per sempre dalla vista per far spazio ad altri probabilmente“.
Ponendosi tra il Nouveau Realisme di Jacques Villegle, Raymond
Hains, Mimmo Rotella e i manifesti strappati a Tokio di William
Klein, tra la ricerca artistica e la progettazione fotografica, Cabras
ha ritratto i cartelloni di attentatori suicidi, leader politici, vittime di
attentati, Hezbollah, cristiani, combattenti e civili. Tra questi si
riconoscono immagini evanescenti di Bashar Al Assad il presidente
della Siria e di Giovanni Paolo II, di Arafat e di Ahmed Yassin il
fondatore di Hamas, volti di Madonne e di ignoti.
Con questo progetto fotografico Francesco Cabras ridona al muro
l'essenza di puro supporto d'allestimento di una immaginaria
esposizione pubblica dove la strada è il contenitore/galleria di
manifesti, che ritraggono persone sconosciute o famose, che il
tempo corrode e intacca, vanificando e annullando il concetto di
simbolo. Un muro/supporto che diventa non più divisorio, ma
aggregante e unificante almeno sotto l'aspetto dell'uguaglianza
riconsegnata dal tempo e dagli interventi umani ai personaggi dei
cartelloni.
"Urban Icon. The Democracy of the Wall" fotografie di Francesco
Cabras è ospitata dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e
al Turismo, al Castel dell'Ovo.
01
febbraio 2016
Francesco Cabras – Urban icons. The Democracy of the Wall
Dal primo al 09 febbraio 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CASTEL DELL’OVO
Napoli, Via Luculliana, (Napoli)
Napoli, Via Luculliana, (Napoli)
Orario di apertura
- dal lunedì al sabato ore 11/17
Domenica ore 10/13,30
Vernissage
1 Febbraio 2016, h 17
Autore
Curatore