Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Carlo Venturi – Il Piccolo Alchimista
La Stamperia del Tevere presenta la personale di Carlo Venturi. La mostra parte dall’idea di presentare, attraverso le illustrazioni dell’artista marchigiano, “Il Piccolo Alchimista” un testo inedito di Marcello D’Angelo (che fu coadiutore di Andrea Pazie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nel segno della biro nera di Venturi è riconoscibile la natura gestuale del tratto deciso di una mano abituata ad usare il bulino. Una cifra stilistica che tradisce esplicitamente le origini della sua formazione inserendosi a pieno nel mood della galleria.
Il tratto regolare della penna dà vita a figure losche che si palesano nel chiaroscuro di foglio e inchiostro: corpi nei corpi, volti nei volti. Nelle membra quasi umane visualizziamo mondi paralleli: demoni gotici abitano gli arti e sono le allegorie del corpo che riflette, mostrando le viscere, il travaglio mentale dell’uomo in un gioco tra l’onirico e il carnale. Nessun corpo è armonico, piuttosto è grottesco, mostruoso. I personaggi mostrano spavaldi il loro lato oscuro evidenziato dalla dicotomia cromatica del bianco/nero.
Il peggiore incubo a cui si può assistere non è quello che ci fa svegliare di soprassalto durante la notte con il cuore in gola, ma è ritrovarsi a vivere una realtà nella quale non ci si riconosce più. È questa la materia della favola torbida di Marcello D’Angelo. Siamo di fronte ad una fiaba moderna: la città puzza di percolato e mondezza e i protagonisti inghiottiti dalla crisi economica, dalla pigrizia e dal tedio vivono di espedienti e credono di gabbare il mondo finendo per ingannare solamente loro stessi. Avranno a disposizione un unico tentativo, “eroico” ed estremo, per uscire finalmente dall’anonimato: compiere un attentato per essere ricordati dal mondo. Un gesto eclatante si trasformerà nell’ennesimo fallimento anti-eroico.
Questi scenari fiabeschi prendono vita anche attraverso le sculture di Carlo Venturi. La sua mano sapiente lavora il legno e costruisce marchingegni da artigiano. Nell’automatismo del processo lavorativo si rivela dunque quell’aura pungente d’ artista che passa in rassegna tutta una serie di influenze novecentesche: cubismo, informale e metafisica sulle quali risalta la sua identità fortemente dadaista che svela, anche nelle opere più cupe, un elemento caratteristico di gioco infantile.
Il tratto regolare della penna dà vita a figure losche che si palesano nel chiaroscuro di foglio e inchiostro: corpi nei corpi, volti nei volti. Nelle membra quasi umane visualizziamo mondi paralleli: demoni gotici abitano gli arti e sono le allegorie del corpo che riflette, mostrando le viscere, il travaglio mentale dell’uomo in un gioco tra l’onirico e il carnale. Nessun corpo è armonico, piuttosto è grottesco, mostruoso. I personaggi mostrano spavaldi il loro lato oscuro evidenziato dalla dicotomia cromatica del bianco/nero.
Il peggiore incubo a cui si può assistere non è quello che ci fa svegliare di soprassalto durante la notte con il cuore in gola, ma è ritrovarsi a vivere una realtà nella quale non ci si riconosce più. È questa la materia della favola torbida di Marcello D’Angelo. Siamo di fronte ad una fiaba moderna: la città puzza di percolato e mondezza e i protagonisti inghiottiti dalla crisi economica, dalla pigrizia e dal tedio vivono di espedienti e credono di gabbare il mondo finendo per ingannare solamente loro stessi. Avranno a disposizione un unico tentativo, “eroico” ed estremo, per uscire finalmente dall’anonimato: compiere un attentato per essere ricordati dal mondo. Un gesto eclatante si trasformerà nell’ennesimo fallimento anti-eroico.
Questi scenari fiabeschi prendono vita anche attraverso le sculture di Carlo Venturi. La sua mano sapiente lavora il legno e costruisce marchingegni da artigiano. Nell’automatismo del processo lavorativo si rivela dunque quell’aura pungente d’ artista che passa in rassegna tutta una serie di influenze novecentesche: cubismo, informale e metafisica sulle quali risalta la sua identità fortemente dadaista che svela, anche nelle opere più cupe, un elemento caratteristico di gioco infantile.
20
febbraio 2016
Carlo Venturi – Il Piccolo Alchimista
Dal 20 febbraio al primo aprile 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
STAMPERIA DEL TEVERE
Roma, Via Di San Francesco A Ripa, 69, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco A Ripa, 69, (Roma)
Orario di apertura
da Lunedì a sabato 14.00/19.30 - domenica su appuntamento
Vernissage
20 Febbraio 2016, ore 18.30
Autore