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Giovanni Ozzola – Cercando nella notte persa
Cercando nella notte persa, una mostra di Giovanni Ozzola che include due fotografie e sei sculture recenti, è il racconto di viaggi in luoghi periferici e di involontari cambiamenti di rotta, di cose trovate nell’imprevisto e nell’oscurità.
Comunicato stampa
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Cercando nella notte persa, una mostra di Giovanni Ozzola che include due fotografie e sei sculture recenti, è il racconto di viaggi in luoghi periferici e di involontari cambiamenti di rotta, di cose trovate nell’imprevisto e nell’oscurità. L’oscurità per Ozzola non è solo un dato atmosferico - passaggio dal giorno alla notte, dal buio alla luce (mai risolto nelle sue immagini nei termini di un violento contrasto) - ma una condizione del vedere, la descrizione di uno stato di lieve spossatezza e abbandono.
Cercando nella notte persa sembra dunque una dichiarazione di poetica: è solo al di fuori di una dimensione progettuale, programmata, che le cose emergono come fragili epifanie. Come la scritta al neon di un hotel che illumina flebilmente una porzione di spazio, un punto di osservazione su un paesaggio sconfinato; o la sabbia che ricopre il pavimento di un interno di casa di un villaggio disabitato e abbandonato da molti anni, nel deserto del Nabim.
Le sei sculture in mostra, invece, sono la riproduzione in scala 1:1 di oggetti visti in un luogo dimenticato, marginale. Si tratta di una serie di strumenti di lavoro – una fresa, un martello, un sergente, una longarina, un'armatura e una catena - su cui il tempo, la lunga inattività, ha lasciato si depositassero alcune chiocciole. Il contrasto tra le superfici e la diversa consistenza degli elementi in rapporto – la durezza e la freddezza degli oggetti da lavoro e la fragilità dei gusci – è uniformato dal bronzo, ma è tenuto in vita dal diverso trattamento del materiale, da una lieve patinatura che fa emergere le chiocciole nel metallo come bagliori nell’oscurità.
Cercando nella notte persa sembra dunque una dichiarazione di poetica: è solo al di fuori di una dimensione progettuale, programmata, che le cose emergono come fragili epifanie. Come la scritta al neon di un hotel che illumina flebilmente una porzione di spazio, un punto di osservazione su un paesaggio sconfinato; o la sabbia che ricopre il pavimento di un interno di casa di un villaggio disabitato e abbandonato da molti anni, nel deserto del Nabim.
Le sei sculture in mostra, invece, sono la riproduzione in scala 1:1 di oggetti visti in un luogo dimenticato, marginale. Si tratta di una serie di strumenti di lavoro – una fresa, un martello, un sergente, una longarina, un'armatura e una catena - su cui il tempo, la lunga inattività, ha lasciato si depositassero alcune chiocciole. Il contrasto tra le superfici e la diversa consistenza degli elementi in rapporto – la durezza e la freddezza degli oggetti da lavoro e la fragilità dei gusci – è uniformato dal bronzo, ma è tenuto in vita dal diverso trattamento del materiale, da una lieve patinatura che fa emergere le chiocciole nel metallo come bagliori nell’oscurità.
30
gennaio 2016
Giovanni Ozzola – Cercando nella notte persa
Dal 30 gennaio al 31 marzo 2016
arte contemporanea
Location
SPAZIO9 APOSA
Bologna, Via Val d'Aposa, 1c, (Bologna)
Bologna, Via Val d'Aposa, 1c, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11-13 e 15.30-18.30
sabato su appuntamento
Vernissage
30 Gennaio 2016, ore 18.30
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