Guardando le esili figure di Cinzia Balsamo, vengono in mente i colli lunghi di Amedeo Modigliani, che a loro volta nascevano da un intreccio di riferimenti. Dal Parmigianino al Manierismo fino alla Belle Époche di Boldini, si sviluppa uno stile originale che fa della Francia un banco di prova dell’esperienza estetica di un artista. E così per queste opere, il gusto per il design si affaccia su una moda rococò che richiama il Pop Surrealism gotico-visuale di emergenti come Lori Earley. L’attenzione per il corpo onirico che Hernan Bas ha portato all’estremo nei suoi innamoramenti puramente cromatici è un aspetto che spicca, ma si potrebbero raccontare altre storie, perché qui è soprattutto la linea a dominare, con il valore assoluto e grafico di un fumetto o la valenza aleatoria di un’astrazione. Non si tratta di una corrispondenza figurativa tra referente e mezzo, quanto di una trasposizione soggettiva d’immagini emotive. Ciascuna di esse deriva da un dato di realtà, ma viene trasfigurata da una lettura personale. Unica concessione al colore viene dal riflesso naturalistico che prede spunto dai motivi nipponici e da una nuova forma di Street Art che utilizza l’origami come elemento modulare ripetuto. Marumiyan insegna l’arte della pazienza e amore per il dettaglio che si scopre nell’osservazione: il protagonista è il risultato dall’insieme, che a sua volta è dato dai pensieri. Se la fotografia trasforma l’ambiente in dinamismo, le illustrazioni si spingono in un territorio atemporale in cui ogni dettaglio è il frammento di una poesia sulla creazione e la crescita psico-fisica dell’essere umano. Sempre in Giappone, si narra di diversi fantasmi con il collo lunghissimo e le geisha portano il colletto del kimono lievemente scostato per mostrare una porzione di pelle bianca sulla nuca: il collo è quasi il cardine che connette significati carnali e spirituali, incarnando al contempo una bellezza istintiva – forse ancora acerba – che è sinonimo di purezza e di sospensione lirica.