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Open studios # 3
Progetto in fieri, coordinato da Gaetano Salerno, che concepisce l’atelier, oltre all’apertura in occasione degli open studios, come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei circuiti commerciali in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance.
Comunicato stampa
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OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO presentano, sabato 19 dicembre 2015, dalle ore 19, presso gli atelier degli artisti Franco Cimitan, Tiziano G Guzzetta, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Paola Volpato di Marghera (Zona Industriale), via della Pila 105, OPEN STUDIOS # 3.
Studi aperti e artisti a confronto, coordinati dal critico d’arte Gaetano Salerno di Segnoperenne, come luogo d’incontri, scambi e sinergie in un ambizioso tentativo di recupero e riqualificazione di un’ex area industriale di Porto Marghera dal forte impatto architettonico e urbanistico post-industrial e segnata dalla vicinanza geografica ed emotiva di Venezia, orizzonte ideale e universale spunto di riflessione estetica.
Gli spazi, inaugurati a maggio 2015, sviluppano infatti un progetto in fieri che, oltre all’apertura al pubblico in occasione degli open studios, concepisce l’atelier come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei canonici circuiti commerciali, in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance.
I cinque artisti di OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO, tre pittori, un fotografo e un artista multimediale, presenteranno al pubblico per l’occasione i loro ultimi lavori: le atmosfere surreali e metafisiche con radici salde nella tradizione dei paesaggisti veneti di Franco Cimitan, gli sguardi sulla realtà contemporanea, sfaccettata e multiforme, degli scatti fotografici di Tiziano G Guzzetta, le figure-icone pop dal forte impatto visivo ed emotivo dell’artista internazionale Michele Tombolini, i linguaggi di matrice espressionista dei quadri di grande formato di Fabrizio Vatta, in cui il colore forma e deforma la realtà sensibile, le tematiche ambientali e l’indagine introspettive sulle connessioni tra uomo-natura-storia di Paola Volpato, sviluppati sinergicamente da un progetto creativo condiviso, radicato nelle quotidiane contaminazioni e scambi biunivoci tra linguaggi e ricerche individuali.
Cinque personalità dunque diverse tra loro apriranno lo spazio tradizionalmente intimo e privato dell’atelier per compartecipare suggestioni, idee, parole e una nuova modalità di presentare la propria produzione artistica, posta in dialogo serrato con quella di artisti esterni ospitati durante gli open studios che si susseguiranno con cadenza trimestrale.
In occasione di questo terzo evento verrà presentata la fotografa e videomaker veneziana Federica Palmarin, presente con alcuni scatti fotografici di reportage realizzati come documentazione di recenti viaggi e osservazione delle realtà sociali e culturali dei molti mondi che costituiscono la realtà odierna, sfaccettata e contraddittoria.
L’artista infatti focalizza da tempo la propria ricerca sullo studio di luoghi-limite, periferie della Terra delle quali rende con nitida lucentezza - utilizzando linguaggi sempre iperbolici, sotto il profilo delle cromie e delle complesse costruzioni dello scatto - uno spaccato teatrale eppure tragicamente oggettivo; creando ambientazioni ricercate in cui coesistono, parallelamente e pacificamente, differenti livelli culturali e differenti livelli di lettura, Federica Palmarin individua (ed evidenzia) inizialmente lo stereotipo del quale ciascun luogo è prigioniero per liberare, successivamente, la verità che l’immagine fotografica attesta quando intraprende, tra i molti dettagli che oltre la patina di superficie descrivono e caratterizzano questo lavoro, digressioni antropologiche e sociologiche, indagando le flore e le faune che abitano e animano questi universi, per determinarne e catalogarne l’esistenza in rapporto alla quotidianità.
Dice Federica Palmarin parlando del proprio lavoro: “Vorrei che le mie fotografie fossero dei monumenti dei soggetti rappresentati. Mi interessa l'antropologia contemporanea, credo di esplorare la relazione che c'è tra l'apparenza esterna e l'essere, la teatralizzazione della realtà.
Eccentricità e banalità degli esseri umani sono talvolta i principali contenuti del mio lavoro”.
Con lo stesso intento l’artista realizzerà, nel prossimo periodo, un reportage fotografico sulla metamorfosi in atto del non-luogo Marghera, analizzando le specificità e le potenzialità (ciò che è stato, ciò che è, ciò che potrebbe essere), tra realtà e utopia, di un’area urbana un tempo ricca e viva ma oggi depotenziata e abbandonata, in attesa di una sua ri-semantizzazione e di una nuova intuizione-funzione per (giustificare) la sua rinascita.
La ricerca fotografica di Federica Palmarin tradurrà così in immagini gli intenti del PROGETTO DI RESIDENZA BELLEVUE MARGHERA, coordinato dal critico d’arte Gaetano Salerno e presentato ufficialmente in occasione del precedente open studios, nato dall’esigenza di riflettere, attraverso l’arte, sulla specificità del luogo e intuire, nel fare arte, nuove formule di recupero sociale, culturale e urbanistico dell’intera area industriale ormai dismessa.
Il programma di residenza, le cui modalità organizzative e realizzative verranno adattate, a partire già dal prossimo anno, alle specificità del luogo e le cui metodologie di studio e osservazione saranno declinate e attuate in funzione delle differenti realtà culturali che parteciperanno al progetto, nasce dalla sinergia tra SEGNOPERENNE (progetto-azione culturale, ideato e diretto da Gaetano Salerno, come tentativo di esportare l’arte in spazi impropri, esterni ai circuiti espositivi ortodossi museali o di galleria, per contaminare macro-aree, estenderne la fruizione a gruppi allargati ed eterogenei, ridefinire il valore autoreferenziale dell’oggetto artistico in relazione al luogo e al tempo) e B&A (progetto nato dall'idea di un gruppo di professionisti e creativi come reazione al processo di abbandono d’intere porzioni dei centri storici delle città in cui lavoriamo e viviamo e mira a costruire una rete di atelier per artisti/viaggiatori, realizzati recuperando spazi dismessi o inutilizzati delle nostre città, in particolare negozi dei centri storici ed ex aree produttive) e si ripropone di studiare nuove energie per una rinascita e una nuova definizione delle potenzialità latenti di contesti urbani sui quali verrà chiesto agli artisti (coinvolti attraverso progetti di residenza) di posare lo sguardo e intervenire concettualmente per fornire, muovendo da punti di vista esterni e non pregiudizievoli, potenziali forme di recupero finalizzate alla realizzazione, nel futuro prossimo, di un vero e proprio DISTRETTO DELL’ARTE.
Nel corso della serata sono previsti inoltre due interventi performativi, ospitati nei due atelier, degli artisti Samuela Barbieri e Daniele Principato, invitati dal curatore a creare nuove forme d’interazione con Marghera e la sua specifica realtà artistica e culturale attuale e, attraverso la danza e la musica sperimentale, esplorare e dialogare con il luogo espositivo, inteso come contenitore potenziale di nuove forme emozionali multisensoriali.
Samuela Barbieri, danzatrice e performer, presenterà una sperimentazione di danza minima dal titolo In_naturale. Dice l’artista a proposito del proprio lavoro: “È la ricerca di uno spazio tutto proprio che non assomiglia a nulla, che non c'è mai stato prima, una geometria umana che parte dalla terra/madre come zona di accoglienza e va verso l'innaturale, verso ciò che cristallizza ogni cosa. Il corpo cade nell'attesa di poter parlare, di poter esprimersi nella semplicità del gesto. Vi è l'accettazione del non fare nulla, un nulla che contiene tutto il non detto”.
Daniele Principato, musicista che da tempo affianca lo studio della chitarra al mondo dell'elettronica sperimentando l'uso di campionatori, sintetizzatori, drum machine, effetti audio di varie tipologie, presenterà invece un intervento audio d’improvvisazione musicale elettronica. Così descrive l’artista il proprio lavoro: “Esibizione solistica basata su suoni provenienti da chitarra elettrica processata in tempo reale al fine di creare tessiture sonore, soundscape Gltch sound. Costruzione step by step di loop e improvvisazioni, utilizzando la chitarra come sorgente sonora in vari aspetti possibili – percussione, melodia, rumore, armonia – ispirato al genere contemporaneo solistico norvegese”.
Studi aperti e artisti a confronto, coordinati dal critico d’arte Gaetano Salerno di Segnoperenne, come luogo d’incontri, scambi e sinergie in un ambizioso tentativo di recupero e riqualificazione di un’ex area industriale di Porto Marghera dal forte impatto architettonico e urbanistico post-industrial e segnata dalla vicinanza geografica ed emotiva di Venezia, orizzonte ideale e universale spunto di riflessione estetica.
Gli spazi, inaugurati a maggio 2015, sviluppano infatti un progetto in fieri che, oltre all’apertura al pubblico in occasione degli open studios, concepisce l’atelier come cantiere creativo, luogo-altro al di fuori dei canonici circuiti commerciali, in cui ospitare artisti, promuovere eventi culturali, mostre, installazioni, performance.
I cinque artisti di OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO, tre pittori, un fotografo e un artista multimediale, presenteranno al pubblico per l’occasione i loro ultimi lavori: le atmosfere surreali e metafisiche con radici salde nella tradizione dei paesaggisti veneti di Franco Cimitan, gli sguardi sulla realtà contemporanea, sfaccettata e multiforme, degli scatti fotografici di Tiziano G Guzzetta, le figure-icone pop dal forte impatto visivo ed emotivo dell’artista internazionale Michele Tombolini, i linguaggi di matrice espressionista dei quadri di grande formato di Fabrizio Vatta, in cui il colore forma e deforma la realtà sensibile, le tematiche ambientali e l’indagine introspettive sulle connessioni tra uomo-natura-storia di Paola Volpato, sviluppati sinergicamente da un progetto creativo condiviso, radicato nelle quotidiane contaminazioni e scambi biunivoci tra linguaggi e ricerche individuali.
Cinque personalità dunque diverse tra loro apriranno lo spazio tradizionalmente intimo e privato dell’atelier per compartecipare suggestioni, idee, parole e una nuova modalità di presentare la propria produzione artistica, posta in dialogo serrato con quella di artisti esterni ospitati durante gli open studios che si susseguiranno con cadenza trimestrale.
In occasione di questo terzo evento verrà presentata la fotografa e videomaker veneziana Federica Palmarin, presente con alcuni scatti fotografici di reportage realizzati come documentazione di recenti viaggi e osservazione delle realtà sociali e culturali dei molti mondi che costituiscono la realtà odierna, sfaccettata e contraddittoria.
L’artista infatti focalizza da tempo la propria ricerca sullo studio di luoghi-limite, periferie della Terra delle quali rende con nitida lucentezza - utilizzando linguaggi sempre iperbolici, sotto il profilo delle cromie e delle complesse costruzioni dello scatto - uno spaccato teatrale eppure tragicamente oggettivo; creando ambientazioni ricercate in cui coesistono, parallelamente e pacificamente, differenti livelli culturali e differenti livelli di lettura, Federica Palmarin individua (ed evidenzia) inizialmente lo stereotipo del quale ciascun luogo è prigioniero per liberare, successivamente, la verità che l’immagine fotografica attesta quando intraprende, tra i molti dettagli che oltre la patina di superficie descrivono e caratterizzano questo lavoro, digressioni antropologiche e sociologiche, indagando le flore e le faune che abitano e animano questi universi, per determinarne e catalogarne l’esistenza in rapporto alla quotidianità.
Dice Federica Palmarin parlando del proprio lavoro: “Vorrei che le mie fotografie fossero dei monumenti dei soggetti rappresentati. Mi interessa l'antropologia contemporanea, credo di esplorare la relazione che c'è tra l'apparenza esterna e l'essere, la teatralizzazione della realtà.
Eccentricità e banalità degli esseri umani sono talvolta i principali contenuti del mio lavoro”.
Con lo stesso intento l’artista realizzerà, nel prossimo periodo, un reportage fotografico sulla metamorfosi in atto del non-luogo Marghera, analizzando le specificità e le potenzialità (ciò che è stato, ciò che è, ciò che potrebbe essere), tra realtà e utopia, di un’area urbana un tempo ricca e viva ma oggi depotenziata e abbandonata, in attesa di una sua ri-semantizzazione e di una nuova intuizione-funzione per (giustificare) la sua rinascita.
La ricerca fotografica di Federica Palmarin tradurrà così in immagini gli intenti del PROGETTO DI RESIDENZA BELLEVUE MARGHERA, coordinato dal critico d’arte Gaetano Salerno e presentato ufficialmente in occasione del precedente open studios, nato dall’esigenza di riflettere, attraverso l’arte, sulla specificità del luogo e intuire, nel fare arte, nuove formule di recupero sociale, culturale e urbanistico dell’intera area industriale ormai dismessa.
Il programma di residenza, le cui modalità organizzative e realizzative verranno adattate, a partire già dal prossimo anno, alle specificità del luogo e le cui metodologie di studio e osservazione saranno declinate e attuate in funzione delle differenti realtà culturali che parteciperanno al progetto, nasce dalla sinergia tra SEGNOPERENNE (progetto-azione culturale, ideato e diretto da Gaetano Salerno, come tentativo di esportare l’arte in spazi impropri, esterni ai circuiti espositivi ortodossi museali o di galleria, per contaminare macro-aree, estenderne la fruizione a gruppi allargati ed eterogenei, ridefinire il valore autoreferenziale dell’oggetto artistico in relazione al luogo e al tempo) e B&A (progetto nato dall'idea di un gruppo di professionisti e creativi come reazione al processo di abbandono d’intere porzioni dei centri storici delle città in cui lavoriamo e viviamo e mira a costruire una rete di atelier per artisti/viaggiatori, realizzati recuperando spazi dismessi o inutilizzati delle nostre città, in particolare negozi dei centri storici ed ex aree produttive) e si ripropone di studiare nuove energie per una rinascita e una nuova definizione delle potenzialità latenti di contesti urbani sui quali verrà chiesto agli artisti (coinvolti attraverso progetti di residenza) di posare lo sguardo e intervenire concettualmente per fornire, muovendo da punti di vista esterni e non pregiudizievoli, potenziali forme di recupero finalizzate alla realizzazione, nel futuro prossimo, di un vero e proprio DISTRETTO DELL’ARTE.
Nel corso della serata sono previsti inoltre due interventi performativi, ospitati nei due atelier, degli artisti Samuela Barbieri e Daniele Principato, invitati dal curatore a creare nuove forme d’interazione con Marghera e la sua specifica realtà artistica e culturale attuale e, attraverso la danza e la musica sperimentale, esplorare e dialogare con il luogo espositivo, inteso come contenitore potenziale di nuove forme emozionali multisensoriali.
Samuela Barbieri, danzatrice e performer, presenterà una sperimentazione di danza minima dal titolo In_naturale. Dice l’artista a proposito del proprio lavoro: “È la ricerca di uno spazio tutto proprio che non assomiglia a nulla, che non c'è mai stato prima, una geometria umana che parte dalla terra/madre come zona di accoglienza e va verso l'innaturale, verso ciò che cristallizza ogni cosa. Il corpo cade nell'attesa di poter parlare, di poter esprimersi nella semplicità del gesto. Vi è l'accettazione del non fare nulla, un nulla che contiene tutto il non detto”.
Daniele Principato, musicista che da tempo affianca lo studio della chitarra al mondo dell'elettronica sperimentando l'uso di campionatori, sintetizzatori, drum machine, effetti audio di varie tipologie, presenterà invece un intervento audio d’improvvisazione musicale elettronica. Così descrive l’artista il proprio lavoro: “Esibizione solistica basata su suoni provenienti da chitarra elettrica processata in tempo reale al fine di creare tessiture sonore, soundscape Gltch sound. Costruzione step by step di loop e improvvisazioni, utilizzando la chitarra come sorgente sonora in vari aspetti possibili – percussione, melodia, rumore, armonia – ispirato al genere contemporaneo solistico norvegese”.
19
dicembre 2015
Open studios # 3
19 dicembre 2015
arte contemporanea
performance - happening
incontro - conferenza
serata - evento
performance - happening
incontro - conferenza
serata - evento
Location
OFFICINA QUINDICI + MAGAZZINO BRUNO
Venezia, Via Della Pila, 105, (Venezia)
Venezia, Via Della Pila, 105, (Venezia)
Orario di apertura
19.00 - 23.00
Vernissage
19 Dicembre 2015, h 19.00
Autore
Curatore