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Pier Giorgio De Pinto / Valter Luca Signorile – Fraught
Doppia personale
Comunicato stampa
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Il MACT/CACT chiude l’anno 2015 con la mostra dal titolo FRAUGHT, ideata e concepita nel 2014. I protagonisti di questo progetto anomalo sono PIER GIORGIO DE PINTO e VALTER LUCA SIGNORILE, che – in questa occasione – si uniscono per dare vita a un progetto tematico comune a quattro mani.
FRAUGHT (frɔ:t) è termine antico, dalle origini nord-europee, che riassume diversi significati, tra cui quello di ‘carico’, ‘gravido’, ‘pieno’, ‘denso’, ‘pregno’ di archetipi. Ed è attorno a questo termine che i due artisti sviluppano tutto il loro progetto site specific, che si estende sulle 4 sale espositive a disposizione. Ogni sala è denominata con il neologismo ‘FRAUGHTIANA’ e ognuna di esse porta un numero, seguendo la sequenza matematica di Fibonacci; quindi 1, 1, 2, 3: sequenza che Leonardo Pisano, detto il Fibonacci (1175-1235), teorizzò osservando la natura e il loro sviluppo progressivo per indicare l’aumento esponenziale del numero. Per gli artisti, che riflettono sull’esistenza dell’uomo, dalla nascita alla morte, tale successione numerica rappresenta la deflagrazione e la liberazione dopo la stratificazione dell’esperienza umana, dal dolore per la nascita alla consapevolezza della perdita di un mondo possibile e ideale. Ecco che l’artista, nella sua dimensione irreale, si colloca nuovamente al centro di un possibilismo esistenziale e/o altro. DE PINTO e SIGNORILE giocano con i diversi piani, con le stratificazioni temporali legate al loro vissuto individuale nella società, quasi come se tutto assumesse un’atemporalità quasi Joyciana, dove i protagonisti di questa mostra rimangono in bilico tra l’incoscienza fetale e la presa di coscienza nell’esperienza metaforica della vita.
Nelle sale non ci sono opere particolari, né la loro esistenza sarebbe per noi importante, ma un invito alla percezione immanente, giocato tra installazioni contestuali e ambientali, ed evocative installazioni sonore. Cerchio, rotondità, ciclicità e sfericità sono gli elementi di FRAUGHT, ove si manifestano stati d’animo duali e dualistici, a tratti contrastanti e complementari contemporaneamente.
Ogni percorso di FRAUGHT conduce verso un momento, una riflessione, un’azione o una stasi, ma comunque il moto dell’uomo verso l’universo, passeggiando tra allegorie e simbologie. Ogni opera all’interno delle sale reca il nome della sala stessa e come in un climax ascendente, l’ultima tappa raggiunge quel pathos e quella energia simbolica che ci unisce all’universale. Video, installazioni plastiche e sonore, elementi – appunto – simbolici danno vita a questo grande magma, che definisce l’uomo attraverso la sua indefinibilità o la sua perseverante fascinazione per il doppio e per il duale, per l’inafferrabile ineluttabile.
Come detto, le opere, se così si possono definire, realizzate dai due artisti sono a carattere contestuale, dove trovano collocazione – tra gli altri – anche un ‘Bolero’ di Ravel modificato musicalmente per quanto riguarda il tempo, e ricreato secondo la successione di Fibonacci, oppure, passando da una sala per accedere alla successiva, si attraversa il tempo della instabilità e della costruzione/decostruzione infinita… Fino ad arrivare all’ultima delle sale – FRAUGHTIANA 3 –, laddove uno spazio costruito in un altro spazio suggerisce la catarsi quasi esoterica del canto degli uccelli o la simbolica massonica attraverso l’elemento della luce.
Mario Casanova, 2015
FRAUGHT (frɔ:t) è termine antico, dalle origini nord-europee, che riassume diversi significati, tra cui quello di ‘carico’, ‘gravido’, ‘pieno’, ‘denso’, ‘pregno’ di archetipi. Ed è attorno a questo termine che i due artisti sviluppano tutto il loro progetto site specific, che si estende sulle 4 sale espositive a disposizione. Ogni sala è denominata con il neologismo ‘FRAUGHTIANA’ e ognuna di esse porta un numero, seguendo la sequenza matematica di Fibonacci; quindi 1, 1, 2, 3: sequenza che Leonardo Pisano, detto il Fibonacci (1175-1235), teorizzò osservando la natura e il loro sviluppo progressivo per indicare l’aumento esponenziale del numero. Per gli artisti, che riflettono sull’esistenza dell’uomo, dalla nascita alla morte, tale successione numerica rappresenta la deflagrazione e la liberazione dopo la stratificazione dell’esperienza umana, dal dolore per la nascita alla consapevolezza della perdita di un mondo possibile e ideale. Ecco che l’artista, nella sua dimensione irreale, si colloca nuovamente al centro di un possibilismo esistenziale e/o altro. DE PINTO e SIGNORILE giocano con i diversi piani, con le stratificazioni temporali legate al loro vissuto individuale nella società, quasi come se tutto assumesse un’atemporalità quasi Joyciana, dove i protagonisti di questa mostra rimangono in bilico tra l’incoscienza fetale e la presa di coscienza nell’esperienza metaforica della vita.
Nelle sale non ci sono opere particolari, né la loro esistenza sarebbe per noi importante, ma un invito alla percezione immanente, giocato tra installazioni contestuali e ambientali, ed evocative installazioni sonore. Cerchio, rotondità, ciclicità e sfericità sono gli elementi di FRAUGHT, ove si manifestano stati d’animo duali e dualistici, a tratti contrastanti e complementari contemporaneamente.
Ogni percorso di FRAUGHT conduce verso un momento, una riflessione, un’azione o una stasi, ma comunque il moto dell’uomo verso l’universo, passeggiando tra allegorie e simbologie. Ogni opera all’interno delle sale reca il nome della sala stessa e come in un climax ascendente, l’ultima tappa raggiunge quel pathos e quella energia simbolica che ci unisce all’universale. Video, installazioni plastiche e sonore, elementi – appunto – simbolici danno vita a questo grande magma, che definisce l’uomo attraverso la sua indefinibilità o la sua perseverante fascinazione per il doppio e per il duale, per l’inafferrabile ineluttabile.
Come detto, le opere, se così si possono definire, realizzate dai due artisti sono a carattere contestuale, dove trovano collocazione – tra gli altri – anche un ‘Bolero’ di Ravel modificato musicalmente per quanto riguarda il tempo, e ricreato secondo la successione di Fibonacci, oppure, passando da una sala per accedere alla successiva, si attraversa il tempo della instabilità e della costruzione/decostruzione infinita… Fino ad arrivare all’ultima delle sale – FRAUGHTIANA 3 –, laddove uno spazio costruito in un altro spazio suggerisce la catarsi quasi esoterica del canto degli uccelli o la simbolica massonica attraverso l’elemento della luce.
Mario Casanova, 2015
28
novembre 2015
Pier Giorgio De Pinto / Valter Luca Signorile – Fraught
Dal 28 novembre 2015 al 14 febbraio 2016
arte contemporanea
Location
CACT – CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA DEL TICINO
Bellinzona, Via Tamaro, 3, (Bellinzona)
Bellinzona, Via Tamaro, 3, (Bellinzona)
Orario di apertura
Ve-sa-do dalle 14:00 alle 18:00 (Chiuso dal 21 dicembre 2015 all’8 gennaio 2016)
Vernissage
28 Novembre 2015, h 17.30
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