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Gravitazione / Juryoku
per la prima volta nella sede della galleria, il lavoro delle artiste giapponesi – da anni residenti in Europa – Akiko Kurihara, Ayumi Kudo e Kyoko Dufaux nella mostra intitolata Gravitazione. Juryoku. 重力.
Comunicato stampa
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La Galleria Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili è lieta di presentare, per la prima volta nella propria sede, il lavoro delle artiste giapponesi – da anni residenti in Europa – Akiko Kurihara, Ayumi Kudo e Kyoko Dufaux nella mostra intitolata Gravitazione. Juryoku. 重力. Da tempo queste artiste sono impegnate in una ricerca molto personale che spazia dal design all’illustrazione, dalla scultura alla pittura, avvalorata da numerosi e importanti esposizioni in Italia, Europa e Giappone.
La mostra, come suggerisce il titolo, è l’esito di un confronto di tre personalità sull’originale tema della gravità, il quale rimanda immediatamente alla nozione fisica che ci spiega questo concetto come quella peculiare forza di attrazione che attira i corpi verso il centro della Terra e, al contempo, è anche l’invisibile interazione che si manifesta tra due qualsiasi masse qualsiasi. Teorizzata da Newton nel 1666 e approfondita da Einstein all’inizio del ‘900, la “gravità” è applicabile a tutti i corpi e in ogni sistema e quindi fu da subito definita universale.
La radice della parola latina gravitas rimanda, invece, a grave inteso come peso, sia in senso fisico che figurato. La gravitas romana, in epoca arcaica o repubblicana, ad esempio, era un valore costitutivo della società del tempo e si riferiva a un atteggiamento di serietà, presenza e autocontrollo dinnanzi alle avversità. Un buon cittadino romano doveva mostrarsi imperturbabile nelle disgrazie, evitando atteggiamenti leggeri e versatili, restando fermo e saldo nelle emozioni. Tale inclinazione sembra trovare un ideale collegamento con i concetti buddisti di sati e appamāda, dove il primo significa stato di coscienza illuminata e il secondo, simile a gravitas, designa la continuità dello stato di sati, ma perpetrata senza requie. Gravitas e appamāda sembrano avere un punto in comune nei valori di persistenza e resistenza di uno stato di coscienza o di attenzione illimitati nel tempo. Queste diverse accezioni semantiche del concetto di gravità hanno determinato interpretazioni artistiche che ciascuna delle tre protagoniste di Gravitazione. Juryoku. 重力 ha interpretato in modo individuale.
Il lavoro di Kurihara gioca sull’aspetto ironico della gravità in quanto forza fisica. Il corpus di gioielli presentato in questa occasione, e denominato Thinking about the gravity, comprende una serie di collane, orecchini, anelli, ciondoli in materiali preziosi differenti che interpretano la realtà utilizzando espedienti magici e inaspettati, ci obbligano nella loro piccola essenza a porre maggior attenzione alle differenti letture del reale. È il caso, ad esempio, degli orecchini di perle Self-righting earrings o degli anelli in argento Self-righting rings, dotati al loro interno di accorgimenti per cui, se sollecitati sul piano di appoggio da forze esterne, ri-trovano sempre la posizione originaria, quasi avessero costantemente una percezione di sé. In maniera analoga, ma giocata sulla categoria degli opposti, il girocollo Upside down sfida il senso delle comuni leggi fisiche orientando il peso apparentemente maggiore del pendente verso l’alto e non verso il basso come la gravità dovrebbe imporre.
Le opere di Ayumi Kudo, che comprendono disegni e sculture, si propongono secondo l’usuale cifra dell’artista che accompagna l’opera illustrata con un breve testo che orienta, definisce e amplifica il significato suggerito dal lavoro. Parte delle opere, sono state pensate riflettendo, come per Kurihara, sulla gravità nell’accezione fisica del termine. È questo il caso di Tracce di vita, piccolissime sculture in marmo dal peso e dalla forma variabili. Essendo il nostro pianeta sferoidale, la gravità è relativa al punto geografico in cui ci si trova determinando per ognuno di noi un peso diverso a seconda del differente luogo del pianeta in cui ci troviamo. Seguendo questo ragionamento, Kudo calcola la differenza tra il suo peso in Italia e il suo peso in Giappone. Ciò che risulta è l’opera, la “traccia di gravitazione”, che in senso figurato allude al peso dell’esperienza acquisita viaggiando e incontrando nuove culture, persone e storie.
Kyoko Dufaux, che, dopo una parentesi di due anni come volontaria in Cambogia per conto del Ministero dell’Educazione Giapponese, risiede da diverso tempo in Francia, è conosciuta per il suo lavoro di illustratrice. Qui presenta una serie di tele il cui filo rosso è la leggerezza. Protagonisti abituali delle scene oniriche e fiabesche sono animali “antropizzati”, che vivono in spazi e ambienti a noi noti, ma dove loro sono, spesso, chiamati a vivere eventi straordinari. L’attenzione è maggiormente giocata sull’assenza di gravità, ricorrendo all’idea di levità quale tema conduttore. Secondo Dufaux, infatti, solo lasciandoci alle spalle il peso degli eventi possiamo spiccare il volo per realizzare i nostri sogni. Emblematiche, in questo senso, sono le opere L'acquazzone improvviso, La scimmia e il pino o La faraona galleggiante.
La mostra, come suggerisce il titolo, è l’esito di un confronto di tre personalità sull’originale tema della gravità, il quale rimanda immediatamente alla nozione fisica che ci spiega questo concetto come quella peculiare forza di attrazione che attira i corpi verso il centro della Terra e, al contempo, è anche l’invisibile interazione che si manifesta tra due qualsiasi masse qualsiasi. Teorizzata da Newton nel 1666 e approfondita da Einstein all’inizio del ‘900, la “gravità” è applicabile a tutti i corpi e in ogni sistema e quindi fu da subito definita universale.
La radice della parola latina gravitas rimanda, invece, a grave inteso come peso, sia in senso fisico che figurato. La gravitas romana, in epoca arcaica o repubblicana, ad esempio, era un valore costitutivo della società del tempo e si riferiva a un atteggiamento di serietà, presenza e autocontrollo dinnanzi alle avversità. Un buon cittadino romano doveva mostrarsi imperturbabile nelle disgrazie, evitando atteggiamenti leggeri e versatili, restando fermo e saldo nelle emozioni. Tale inclinazione sembra trovare un ideale collegamento con i concetti buddisti di sati e appamāda, dove il primo significa stato di coscienza illuminata e il secondo, simile a gravitas, designa la continuità dello stato di sati, ma perpetrata senza requie. Gravitas e appamāda sembrano avere un punto in comune nei valori di persistenza e resistenza di uno stato di coscienza o di attenzione illimitati nel tempo. Queste diverse accezioni semantiche del concetto di gravità hanno determinato interpretazioni artistiche che ciascuna delle tre protagoniste di Gravitazione. Juryoku. 重力 ha interpretato in modo individuale.
Il lavoro di Kurihara gioca sull’aspetto ironico della gravità in quanto forza fisica. Il corpus di gioielli presentato in questa occasione, e denominato Thinking about the gravity, comprende una serie di collane, orecchini, anelli, ciondoli in materiali preziosi differenti che interpretano la realtà utilizzando espedienti magici e inaspettati, ci obbligano nella loro piccola essenza a porre maggior attenzione alle differenti letture del reale. È il caso, ad esempio, degli orecchini di perle Self-righting earrings o degli anelli in argento Self-righting rings, dotati al loro interno di accorgimenti per cui, se sollecitati sul piano di appoggio da forze esterne, ri-trovano sempre la posizione originaria, quasi avessero costantemente una percezione di sé. In maniera analoga, ma giocata sulla categoria degli opposti, il girocollo Upside down sfida il senso delle comuni leggi fisiche orientando il peso apparentemente maggiore del pendente verso l’alto e non verso il basso come la gravità dovrebbe imporre.
Le opere di Ayumi Kudo, che comprendono disegni e sculture, si propongono secondo l’usuale cifra dell’artista che accompagna l’opera illustrata con un breve testo che orienta, definisce e amplifica il significato suggerito dal lavoro. Parte delle opere, sono state pensate riflettendo, come per Kurihara, sulla gravità nell’accezione fisica del termine. È questo il caso di Tracce di vita, piccolissime sculture in marmo dal peso e dalla forma variabili. Essendo il nostro pianeta sferoidale, la gravità è relativa al punto geografico in cui ci si trova determinando per ognuno di noi un peso diverso a seconda del differente luogo del pianeta in cui ci troviamo. Seguendo questo ragionamento, Kudo calcola la differenza tra il suo peso in Italia e il suo peso in Giappone. Ciò che risulta è l’opera, la “traccia di gravitazione”, che in senso figurato allude al peso dell’esperienza acquisita viaggiando e incontrando nuove culture, persone e storie.
Kyoko Dufaux, che, dopo una parentesi di due anni come volontaria in Cambogia per conto del Ministero dell’Educazione Giapponese, risiede da diverso tempo in Francia, è conosciuta per il suo lavoro di illustratrice. Qui presenta una serie di tele il cui filo rosso è la leggerezza. Protagonisti abituali delle scene oniriche e fiabesche sono animali “antropizzati”, che vivono in spazi e ambienti a noi noti, ma dove loro sono, spesso, chiamati a vivere eventi straordinari. L’attenzione è maggiormente giocata sull’assenza di gravità, ricorrendo all’idea di levità quale tema conduttore. Secondo Dufaux, infatti, solo lasciandoci alle spalle il peso degli eventi possiamo spiccare il volo per realizzare i nostri sogni. Emblematiche, in questo senso, sono le opere L'acquazzone improvviso, La scimmia e il pino o La faraona galleggiante.
03
dicembre 2015
Gravitazione / Juryoku
Dal 03 dicembre 2015 al 30 gennaio 2016
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
JAPANESE SCREENS
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì 15-19
Mar/Sab 11-13, 14-19
Vernissage
3 Dicembre 2015, h 18.30
Autore
Curatore