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Maria Montesissa – Alivolare : sognare il cielo
mostra di sculture
Comunicato stampa
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“La maggior parte dei gabbiani non si dà la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare alla costa dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo” (R. Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston).
La mirabile metafora offerta dal capolavoro di Richard Bach sul desiderio del volo del gabbiano Livingston è forse la miglior presentazione della proposta artistica di Marisa Montesissa alle prese con le ali nella loro molteplice variazione.
Le ali alludono al volo, al viaggio, alla fantasia, alla libertà. Rappresentano il sogno segreto dell’uomo che non ha ali e invidia gli uccelli che solcano i cieli infiniti. La tecnologia ha aiutato gli uomini a realizzare questo sogno, ma non ne ha esaurito le potenzialità perché il volo vuole sempre andare oltre, là dove non ci sono confini e limiti. Il volo è un sogno pericoloso, si rischia sempre di precipitare come nel mito di Icaro.
Il volo è l’archetipo che si combina con quello del Puer di Hillmann, una creatura d’Aria, un archetipo spirituale, che vuole staccarsi dalla gravità della terra e librarsi in cielo alla ricerca del suo lato divino. Sulla terra il Puer è impacciato e il suo andare è claudicante. Vuole salire in verticale perché è a disagio nel mondo orizzontale dello spazio tempo. Non vuole limiti e sogna il volo rapido, veloce, pronto, capace di immediatezza, di leggerezza e di umorismo. Il volo del Puer non conosce la pazienza e non conosce l’attesa e quando non può procedere nel suo modo, si trova “fermo, come se fosse sospeso”.
Montesissa propone questo archetipo del volo nella metafora delle ali, di volta in volta , leggere come quelle della farfalla, inquietanti come quelle del pipistrello, colorate come quelle del colibrì,potenti come quelle dell’albatro. Già in precedenza l’artista aveva proposto il tema delle ali nelle sue donne gestanti, che potevano alludere al viaggio intimo della maternità sospesa tra terra e cielo, tra il mondo che c’è già e mondo che deve ancora venire e di cui la donna sente in anticipo le vibrazioni.
Donne, sirene, ali: un altro viaggio della Montesissa nel mondo del fantastico, che ci permette di sognare il cielo per non morire di sola terra.
Roberto Tagliaferri 2015
La mirabile metafora offerta dal capolavoro di Richard Bach sul desiderio del volo del gabbiano Livingston è forse la miglior presentazione della proposta artistica di Marisa Montesissa alle prese con le ali nella loro molteplice variazione.
Le ali alludono al volo, al viaggio, alla fantasia, alla libertà. Rappresentano il sogno segreto dell’uomo che non ha ali e invidia gli uccelli che solcano i cieli infiniti. La tecnologia ha aiutato gli uomini a realizzare questo sogno, ma non ne ha esaurito le potenzialità perché il volo vuole sempre andare oltre, là dove non ci sono confini e limiti. Il volo è un sogno pericoloso, si rischia sempre di precipitare come nel mito di Icaro.
Il volo è l’archetipo che si combina con quello del Puer di Hillmann, una creatura d’Aria, un archetipo spirituale, che vuole staccarsi dalla gravità della terra e librarsi in cielo alla ricerca del suo lato divino. Sulla terra il Puer è impacciato e il suo andare è claudicante. Vuole salire in verticale perché è a disagio nel mondo orizzontale dello spazio tempo. Non vuole limiti e sogna il volo rapido, veloce, pronto, capace di immediatezza, di leggerezza e di umorismo. Il volo del Puer non conosce la pazienza e non conosce l’attesa e quando non può procedere nel suo modo, si trova “fermo, come se fosse sospeso”.
Montesissa propone questo archetipo del volo nella metafora delle ali, di volta in volta , leggere come quelle della farfalla, inquietanti come quelle del pipistrello, colorate come quelle del colibrì,potenti come quelle dell’albatro. Già in precedenza l’artista aveva proposto il tema delle ali nelle sue donne gestanti, che potevano alludere al viaggio intimo della maternità sospesa tra terra e cielo, tra il mondo che c’è già e mondo che deve ancora venire e di cui la donna sente in anticipo le vibrazioni.
Donne, sirene, ali: un altro viaggio della Montesissa nel mondo del fantastico, che ci permette di sognare il cielo per non morire di sola terra.
Roberto Tagliaferri 2015
14
novembre 2015
Maria Montesissa – Alivolare : sognare il cielo
Dal 14 novembre al 05 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
SPAZIO ROSSO TIZIANO
Piacenza, Via Giuseppe Taverna, 41, (Piacenza)
Piacenza, Via Giuseppe Taverna, 41, (Piacenza)
Biglietti
libero
Orario di apertura
da lunedì a sabato 15.30 19.15
Vernissage
14 Novembre 2015, 17.30
Autore