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Saskia – Idle Speed
Lo show nasce dal desiderio dell’artista di fare luce attraverso una produzione di Robodroidi, su quei robot che attraverso le fattezze umane si sono dati la possibilità di acquisire il difetto, tipico dell’essere vivente. Questo contenuto prende forma dall’idea di portare avanti un’analisi di cosa significa andare a un regime minimo per dei robot, macchine costruite per andare al massimo dei giri, e la risposta che emerge dai caratteri delle opere in esposizione è che questo rallentamento da modo di sviluppare una sorta di presa di coscienza. Queste macchine smettono di esistere per il motivo per cui sono state create e decidono di fare altro
Comunicato stampa
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Lo show nasce dal desiderio dell’artista di fare luce attraverso una produzione di Robodroidi, su quei robot che attraverso le fattezze umane si sono dati la possibilità di acquisire il difetto, tipico dell’essere vivente. Questo contenuto prende forma dall’idea di portare avanti un’analisi di cosa significa andare a un regime minimo per dei robot, macchine costruite per andare al massimo dei giri, e la risposta che emerge dai caratteri delle opere in esposizione è che questo rallentamento da modo di sviluppare una sorta di presa di coscienza. Queste macchine smettono di esistere per il motivo per cui sono state create e decidono di fare altro.
Lo spettatore avrà a che fare con diversi Robodroidi, tali perché hanno deciso di andare ad Idle Speed, cioè con il motore al minimo dei giri, al minimo della loro potenza e questa modalità li mette nella condizione di intraprendere percorsi inaspettati, grazie a una ritrovata personalità e a uno spiccato individualismo. Le creature di Saskia scoprono che quanto per il sistema di produzione è considerato difetto, per loro è una nota caratteriale, il difetto umano è la qualità, porta a essere se stessi e per questo unici. I Robodroidi si iniziano a misurare con l’imprevisto: l’ozio, la fantasia, l’immaginazione e con un’ottica di vita diversa da quella legata solamente al prodotto in serie, in un momento storico come questo, dove la crisi e la disoccupazione continuano a crescere, le persone hanno più tempo per loro e spesso questo intervallo non si trasforma in tempo liberato, ma piuttosto diventa un tempo paranoico.
Il risultato che esce dalle tonalità narrative in mostra è che il tempo liberato dall’occupazione, può trasformarsi, se ci concentriamo su noi stessi, in uno spazio per capire come auto-produrre nuovamente la nostra esistenza.
I Robodroidi riflettono quell’idea di organo che smette di esistere per il sistema, e inizia ad essere per come si sente spontaneamente, questa metamorfosi è legata a una disamina sulla possibilità di ognuno di riprendersi il proprio tempo, così da essere in grado di riprendersi autonomamente la propria vita.
BIO
Saskia Corso nasce a Roma nel 1974 da padre romano e madre olandese, che le permette di crescere in entrambe le nazioni.
Dopo aver completato gli studi classici inizia il suo viaggio con tappe che hanno contribuito alla sua formazione; entra in contatto con gli ambienti underground di città come Bologna, Amsterdam, Firenze, Roma, vivendo tra squat e scatole di cartone.
Il 2000 si apre con un anno di lavoro a Hong Kong, seguito da un anno nelle Filippine; ritorna a Roma per poco, prima di trasferirsi tre anni a Londra, dove ha lavorato in call center e ha frequentato corsi di fotografia e video editing.
Torna a Roma nel 2005, inizia a lavorare in una scuola di fotografia, per ripartire dopo poco per un lungo viaggio attraverso l’Europa.
Oggi vive e lavora a Roma, la sua produzione artistica si anima di artigianato tradizionale, una vera e propria passione per il riciclo, sviluppata in venti anni di esperienza in tutto il mondo.
Grande lettrice, amante del fumetto, del cinema, del design. Saskia non esisterebbe senza sesso, droga, rock’n roll, figlia e partner, scopre la gioia della creazione con la maternità.
Produce sculture che lei chiama giocattoli, Robot con una forte personalità, spesso modelli di progetti più grandi che prendono forma negli spazi pubblici, sulle vie delle città. Questi giocattoli sono un mucchio di, cosiddetti, Robodroidi ed esprimono i desideri e la paura di coloro che sono nati senza un cuore, ma che hanno imparato a costruirsene uno e a trovare un meccanismo per farlo funzionare.
Lo spettatore avrà a che fare con diversi Robodroidi, tali perché hanno deciso di andare ad Idle Speed, cioè con il motore al minimo dei giri, al minimo della loro potenza e questa modalità li mette nella condizione di intraprendere percorsi inaspettati, grazie a una ritrovata personalità e a uno spiccato individualismo. Le creature di Saskia scoprono che quanto per il sistema di produzione è considerato difetto, per loro è una nota caratteriale, il difetto umano è la qualità, porta a essere se stessi e per questo unici. I Robodroidi si iniziano a misurare con l’imprevisto: l’ozio, la fantasia, l’immaginazione e con un’ottica di vita diversa da quella legata solamente al prodotto in serie, in un momento storico come questo, dove la crisi e la disoccupazione continuano a crescere, le persone hanno più tempo per loro e spesso questo intervallo non si trasforma in tempo liberato, ma piuttosto diventa un tempo paranoico.
Il risultato che esce dalle tonalità narrative in mostra è che il tempo liberato dall’occupazione, può trasformarsi, se ci concentriamo su noi stessi, in uno spazio per capire come auto-produrre nuovamente la nostra esistenza.
I Robodroidi riflettono quell’idea di organo che smette di esistere per il sistema, e inizia ad essere per come si sente spontaneamente, questa metamorfosi è legata a una disamina sulla possibilità di ognuno di riprendersi il proprio tempo, così da essere in grado di riprendersi autonomamente la propria vita.
BIO
Saskia Corso nasce a Roma nel 1974 da padre romano e madre olandese, che le permette di crescere in entrambe le nazioni.
Dopo aver completato gli studi classici inizia il suo viaggio con tappe che hanno contribuito alla sua formazione; entra in contatto con gli ambienti underground di città come Bologna, Amsterdam, Firenze, Roma, vivendo tra squat e scatole di cartone.
Il 2000 si apre con un anno di lavoro a Hong Kong, seguito da un anno nelle Filippine; ritorna a Roma per poco, prima di trasferirsi tre anni a Londra, dove ha lavorato in call center e ha frequentato corsi di fotografia e video editing.
Torna a Roma nel 2005, inizia a lavorare in una scuola di fotografia, per ripartire dopo poco per un lungo viaggio attraverso l’Europa.
Oggi vive e lavora a Roma, la sua produzione artistica si anima di artigianato tradizionale, una vera e propria passione per il riciclo, sviluppata in venti anni di esperienza in tutto il mondo.
Grande lettrice, amante del fumetto, del cinema, del design. Saskia non esisterebbe senza sesso, droga, rock’n roll, figlia e partner, scopre la gioia della creazione con la maternità.
Produce sculture che lei chiama giocattoli, Robot con una forte personalità, spesso modelli di progetti più grandi che prendono forma negli spazi pubblici, sulle vie delle città. Questi giocattoli sono un mucchio di, cosiddetti, Robodroidi ed esprimono i desideri e la paura di coloro che sono nati senza un cuore, ma che hanno imparato a costruirsene uno e a trovare un meccanismo per farlo funzionare.
07
novembre 2015
Saskia – Idle Speed
Dal 07 novembre al 05 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
NERO GALLERY
Roma, Via Castruccio Castracane, 9, (Roma)
Roma, Via Castruccio Castracane, 9, (Roma)
Orario di apertura
Martedi - Domenica: 16.00 / 20.00
Vernissage
7 Novembre 2015, ore 19
Autore
Curatore