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Artisti in difesa delle Librerie
Mostra collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sono anni che nelle nostre città assistiamo alla chiusura di troppe librerie, tanto che avvertiamo che qualcosa
stia ormai mutando in peggio. Avere sempre meno librerie vuol dire avere sempre meno possibilità di
accedere ai libri, contenitori per eccellenza di cultura, conoscenza e sapere.
Il libro stampato è l’unico strumento capace di sopravvivere al tempo – proprio perché oggetto –
conservando e tramandando la conoscenza che contiene alle generazioni future; il libro è fonte e documento
di riferimento di quella stessa conoscenza che racchiude. Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili
Johannes Gutenberg aprì le porte della Modernità, aumentando la riproduzione dei libri favorì e sviluppò di
fatto la divulgazione della conoscenza e del sapere.
Non lasciamo che oggi la chiusura delle librerie operi quella distruzione dei libri e quel regresso che Ray
Bradbury teorizzò e raccontò nel romanzo Fahrenheit 451.
E se un potere occulto oggi lavorasse per costruire una società distopica operando un complotto per
giungere a quel rogo di libri raccontato nel romanzo non tanto con l’istituzione di un articolo di un codice
penale che considera reato leggere e/o possedere libri ma favorendo, o non impedendo, la chiusura del luogo
dove si possono acquistare i libri, le librerie?
Un libro stampato, di carta, sopravvive per centinaia di anni, diventa documento e fonte, grazie alle sue
peculiarità anche di oggetto. Un libro di carta lo puoi leggere sempre.
Internet? E se domani qualcuno eliminasse o rendesse non disponibili certi contenuti? O se staccasse la
spina? I nostri computer risulterebbero soltanto dei terminali dove “ricevere” quello che ci viene inviato – e
da chi? –, senza possibilità di scelta, o addirittura, potrebbero venir spenti...
Per questo gli artisti si sono impegnati, con il proprio pensiero e presenza in difesa delle librerie.
Le librerie sono degli accessi alla cultura, delle “porte” fondamentali, la possibilità per molte persone di
acquisire conoscenza e di intraprendere così una crescita. Continuare a tacere mentre viviamo la continua
chiusura di questi luoghi vorrebbe dire accettare la privazione di accesso alla cultura, libertà d’espressione ed
opinione che stiamo subendo.
Se un giorno tutte le librerie venissero definitivamente chiuse, come potremmo venire in possesso dei libri? E
se di conseguenza la produzione editoriale si fermasse e non venissero più stampati libri, come potremmo
conservare e tramandare la nostra cultura, la nostra conoscenza ed il nostro sapere? Ed inoltre, come
potremmo documentare, raccontare e divulgare i nuovi progressi e sviluppi?
Delle città senza più librerie equivarrebbero al trionfo dell’ignoranza e della conservazione del potere.
Le vecchie idee sopravvivrebbero oltre ai limiti imposti dalle epoche, impedirebbero il progresso e la naturale
rotazione con le generazioni più giovani, fino ad arrivare ad avere vecchi che non saranno più in grado di
distinguere il passato dal presente, vecchi che impediranno il nascere di nuove idee e che finiranno con il
bloccare inesorabilmente ogni sorta di progresso.
Gli uomini chiudendo le librerie causeranno la fine della divulgazione del sapere e della conoscenza,
l’allungarsi della idee passate ed il ritardo della circolazione delle nuove porterà alla fine del progresso ed il
mondo regredirà giorno dopo giorno. Persino un folle capirebbe che tutto questo segnerebbe la fine.
Roberto Savi
stia ormai mutando in peggio. Avere sempre meno librerie vuol dire avere sempre meno possibilità di
accedere ai libri, contenitori per eccellenza di cultura, conoscenza e sapere.
Il libro stampato è l’unico strumento capace di sopravvivere al tempo – proprio perché oggetto –
conservando e tramandando la conoscenza che contiene alle generazioni future; il libro è fonte e documento
di riferimento di quella stessa conoscenza che racchiude. Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili
Johannes Gutenberg aprì le porte della Modernità, aumentando la riproduzione dei libri favorì e sviluppò di
fatto la divulgazione della conoscenza e del sapere.
Non lasciamo che oggi la chiusura delle librerie operi quella distruzione dei libri e quel regresso che Ray
Bradbury teorizzò e raccontò nel romanzo Fahrenheit 451.
E se un potere occulto oggi lavorasse per costruire una società distopica operando un complotto per
giungere a quel rogo di libri raccontato nel romanzo non tanto con l’istituzione di un articolo di un codice
penale che considera reato leggere e/o possedere libri ma favorendo, o non impedendo, la chiusura del luogo
dove si possono acquistare i libri, le librerie?
Un libro stampato, di carta, sopravvive per centinaia di anni, diventa documento e fonte, grazie alle sue
peculiarità anche di oggetto. Un libro di carta lo puoi leggere sempre.
Internet? E se domani qualcuno eliminasse o rendesse non disponibili certi contenuti? O se staccasse la
spina? I nostri computer risulterebbero soltanto dei terminali dove “ricevere” quello che ci viene inviato – e
da chi? –, senza possibilità di scelta, o addirittura, potrebbero venir spenti...
Per questo gli artisti si sono impegnati, con il proprio pensiero e presenza in difesa delle librerie.
Le librerie sono degli accessi alla cultura, delle “porte” fondamentali, la possibilità per molte persone di
acquisire conoscenza e di intraprendere così una crescita. Continuare a tacere mentre viviamo la continua
chiusura di questi luoghi vorrebbe dire accettare la privazione di accesso alla cultura, libertà d’espressione ed
opinione che stiamo subendo.
Se un giorno tutte le librerie venissero definitivamente chiuse, come potremmo venire in possesso dei libri? E
se di conseguenza la produzione editoriale si fermasse e non venissero più stampati libri, come potremmo
conservare e tramandare la nostra cultura, la nostra conoscenza ed il nostro sapere? Ed inoltre, come
potremmo documentare, raccontare e divulgare i nuovi progressi e sviluppi?
Delle città senza più librerie equivarrebbero al trionfo dell’ignoranza e della conservazione del potere.
Le vecchie idee sopravvivrebbero oltre ai limiti imposti dalle epoche, impedirebbero il progresso e la naturale
rotazione con le generazioni più giovani, fino ad arrivare ad avere vecchi che non saranno più in grado di
distinguere il passato dal presente, vecchi che impediranno il nascere di nuove idee e che finiranno con il
bloccare inesorabilmente ogni sorta di progresso.
Gli uomini chiudendo le librerie causeranno la fine della divulgazione del sapere e della conoscenza,
l’allungarsi della idee passate ed il ritardo della circolazione delle nuove porterà alla fine del progresso ed il
mondo regredirà giorno dopo giorno. Persino un folle capirebbe che tutto questo segnerebbe la fine.
Roberto Savi
24
ottobre 2015
Artisti in difesa delle Librerie
Dal 24 ottobre al 14 novembre 2015
arte contemporanea
Location
LIBRERIA MUSICALE UT ORPHEUS
Bologna, Via Marsala, 31/e, (Bologna)
Bologna, Via Marsala, 31/e, (Bologna)
Orario di apertura
Lunedì-Venerdì 9:30-13:00 / 15:30-19:00 Sabato 9:30-13:00
Vernissage
24 Ottobre 2015, ore 18
Autore
Curatore