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Olaf Otto Becker – Ilulissat
Ilulissat è un villaggio di 4,533 abitanti della Baia di Disko, in Groenlandia; che appartiene al comune di Qaasuitsup, il cui nome significa iceberg in Kalaallisut (lingua groenlandese). Da più di venticinque anni la fotografia di paesaggio rappresenta l’interesse principale del lavoro di ricerca di Becker. In modo particolare è interessato a documentare le tracce visibili della sovrapopolazione umana in aree abbandonate nella natura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Anteprima D’Arte Contemporanea è lieta di presentare Ilulissat la prima mostra in Italia
del fotografo Olaf Otto Becker curata da Camilla Boemio.
Ilulissat è un villaggio di 4,533 abitanti della Baia di Disko, in Groenlandia; che appartiene al
comune di Qaasuitsup, il cui nome significa iceberg in Kalaallisut (lingua groenlandese).
Da più di venticinque anni la fotografia di paesaggio rappresenta l’interesse principale del lavoro di
ricerca di Becker. In modo particolare è interessato a documentare le tracce visibili della sovra-
popolazione umana in aree abbandonate nella natura.
Riferendosi alla storia dell’arte l'imbatto sul paesaggio romantico dato da Caspar David Friedrich
ha forgiato un determinato pensiero estetico come ineluttabile opera divina con le sue
raffigurazioni come: 'Il Mare di ghiaccio (Il Naufragio della Speranza )‘ del 1823, allineando un
osservazione della natura profondamente legata a un introspezione personale ed un immaginario
dei ghiacci ben preciso.
Le Regioni artiche sono diventate preponderanti nel nostro immaginario, anche grazie, alla
pubblicazione di William Bradford 'The Arctic Regions: Illustrated with Photographs Taken on an
Art Expedition to Greenland', pubblicato a Londra nel 1873 dalla celebre casa editrice Sampson
Low, Marston, Low e Searle.
E 'stato uno dei libri fotografici più sontuosi del XIX secolo, parte dell'immagini scattate con una
macchina fotografica che aveva una dimensione negativa di circa il 46 per 30 centimetri.
Le fotografie della serie Ilulissat di Olaf Otto Becker sono il risultato dei suoi viaggi lungo la costa
occidentale della Groenlandia, non in un piroscafo con una spedizione e un equipaggio, ma da
solo, in un piccolo gommone Zodiac. Entrambi i viaggi, citando nuovamente Bradford, hanno
raggiunto approssimativamente la stessa posizione sulla mappa, intorno a settantacinque gradi a
nord, nella baia di Melville. Ancora più importante, come quelle nella spedizione Bradford, le
intenzioni di Becker sono sia artistiche che scientifiche.
Il suo lavoro documentaristico ha una profonda lirica e poetica;anche se la sua preoccupazione
principale è l'immagine. La sua visione personale è fondamentale, le sue fotografie devono
funzionare efficacemente come documenti del paesaggio.
Nel corso degli ultimi anni, Becker ha fotografato l'Islanda e la Groenlandia, prima in bianco e nero
e successivamente a colori. Gli piace fotografare nell'estremo nord perché l’esposizione solare
rimane per un lungo periodo di tempo, ribadendo: "Sono interessato alla luce. Sono
profondamente interessato ai paesaggi con l'acqua, ai paesaggi primordiali ".
Olaf Otto Becker (nato nel 1959, a Lübeck-Travemünde, Germany). Influenzato inizialmente da
Josef Koudelka, Henri-Cartier Bresson e dala fotografia russa; per poi avvicinarsi ai fotografi
Americani come Meyerowitz, Misrach, Paul Graham, Stephen Shore, Lewis Baltz, Robert Adams,
tra gli altri. Attualmente non ha più dei veri e propri confini di influenze, se non i suoi confini
personali; diventando un viaggiatore del mondo ed un abile narratore del paesaggio.
Sostiene la fotografia abbia un ruolo basilare per potere documentare il paesaggio “Sono questi
resti che manifestano esattamente come trattiamo il nostro pianeta.” A seguito di un’accurata
ricerca, egli lavora un paio di anni su una tematica specifica, per poi pubblicarne i risultati in un
libro. Una singola immagine è per lui di grande importanza, ma sono le sequenze che gli
permettono di raccontare la storia in modo esauriente. Olaf dice “Io penso a me stesso come a
un’artista così come a un testimone oculare dei cambiamenti del nostro tempo che sono
importanti per me. Interpreto il paesaggio e documento quello che trovo essere veramente
eccezionale.”
Tra le numerose esposizioni internazionali alle quail ha partecipato: El Paso Museum of Art, Texas; Tufts
University Art Gallery, Boston; Whatcom Museum, Bellingham, Washington; Nevada Museum of Art, Reno,
Nevada; Al Alt + 1000 festival de photographie de montagne, Rossinière, Switzerland; al The 2nd
International Festival for Photography, Gallery Iang, Seoul; all' Ulsan International Photo Festival, South
Korea; The National Museum of Photography, Copenhagen; nel 2008 a un Solo Project, con la Gallery f 5,6 a
ART Basel.
Camilla Boemioè un curatore, un critico d'arte contemporanea, ed un consulente di progetti Universitari di
ricerca la cui pratica di analisi tratta le politiche di partecipazione della curatela ed il filone arte-scienza.
Boemio ha co-fondato e diretto la piattaforma AAC ed è curatore associato di APT-Artist Pension Trust.
È stata Deputy Curator del Padiglione Nazionale delle Maldive alla 55. International Art Exhibition La
Biennale di Venezia. Ha curato la mostra 'My Vietnam' per il 14. Festival Internazionale della Fotografia di
Roma, al MACRO. È stata una dei relatori della conferenza ‘BEYOND EVIDENCE – An incomplete narratology
of photographic truths’, organizzata dall'Università di Derby, del più importante festival di fotografia del
Regno Unito: FORMAT15 al museo QUAD, di Derby.
I suoi scritti e le sue interviste sono apparse in varie pubblicazioni, riviste di settore e cataloghi. Ha co-
realizzato 'Portable Nation' pubblicato da Maretti editore e supportato dal Berkeley Center of New Media;
sta lavorando a una nuova pubblicazione con l'università di Derby, Inghilterra; e ad un capitolo della
pubblicazione 'Territories of Trauma and Decay' con la Punctum Books.
del fotografo Olaf Otto Becker curata da Camilla Boemio.
Ilulissat è un villaggio di 4,533 abitanti della Baia di Disko, in Groenlandia; che appartiene al
comune di Qaasuitsup, il cui nome significa iceberg in Kalaallisut (lingua groenlandese).
Da più di venticinque anni la fotografia di paesaggio rappresenta l’interesse principale del lavoro di
ricerca di Becker. In modo particolare è interessato a documentare le tracce visibili della sovra-
popolazione umana in aree abbandonate nella natura.
Riferendosi alla storia dell’arte l'imbatto sul paesaggio romantico dato da Caspar David Friedrich
ha forgiato un determinato pensiero estetico come ineluttabile opera divina con le sue
raffigurazioni come: 'Il Mare di ghiaccio (Il Naufragio della Speranza )‘ del 1823, allineando un
osservazione della natura profondamente legata a un introspezione personale ed un immaginario
dei ghiacci ben preciso.
Le Regioni artiche sono diventate preponderanti nel nostro immaginario, anche grazie, alla
pubblicazione di William Bradford 'The Arctic Regions: Illustrated with Photographs Taken on an
Art Expedition to Greenland', pubblicato a Londra nel 1873 dalla celebre casa editrice Sampson
Low, Marston, Low e Searle.
E 'stato uno dei libri fotografici più sontuosi del XIX secolo, parte dell'immagini scattate con una
macchina fotografica che aveva una dimensione negativa di circa il 46 per 30 centimetri.
Le fotografie della serie Ilulissat di Olaf Otto Becker sono il risultato dei suoi viaggi lungo la costa
occidentale della Groenlandia, non in un piroscafo con una spedizione e un equipaggio, ma da
solo, in un piccolo gommone Zodiac. Entrambi i viaggi, citando nuovamente Bradford, hanno
raggiunto approssimativamente la stessa posizione sulla mappa, intorno a settantacinque gradi a
nord, nella baia di Melville. Ancora più importante, come quelle nella spedizione Bradford, le
intenzioni di Becker sono sia artistiche che scientifiche.
Il suo lavoro documentaristico ha una profonda lirica e poetica;anche se la sua preoccupazione
principale è l'immagine. La sua visione personale è fondamentale, le sue fotografie devono
funzionare efficacemente come documenti del paesaggio.
Nel corso degli ultimi anni, Becker ha fotografato l'Islanda e la Groenlandia, prima in bianco e nero
e successivamente a colori. Gli piace fotografare nell'estremo nord perché l’esposizione solare
rimane per un lungo periodo di tempo, ribadendo: "Sono interessato alla luce. Sono
profondamente interessato ai paesaggi con l'acqua, ai paesaggi primordiali ".
Olaf Otto Becker (nato nel 1959, a Lübeck-Travemünde, Germany). Influenzato inizialmente da
Josef Koudelka, Henri-Cartier Bresson e dala fotografia russa; per poi avvicinarsi ai fotografi
Americani come Meyerowitz, Misrach, Paul Graham, Stephen Shore, Lewis Baltz, Robert Adams,
tra gli altri. Attualmente non ha più dei veri e propri confini di influenze, se non i suoi confini
personali; diventando un viaggiatore del mondo ed un abile narratore del paesaggio.
Sostiene la fotografia abbia un ruolo basilare per potere documentare il paesaggio “Sono questi
resti che manifestano esattamente come trattiamo il nostro pianeta.” A seguito di un’accurata
ricerca, egli lavora un paio di anni su una tematica specifica, per poi pubblicarne i risultati in un
libro. Una singola immagine è per lui di grande importanza, ma sono le sequenze che gli
permettono di raccontare la storia in modo esauriente. Olaf dice “Io penso a me stesso come a
un’artista così come a un testimone oculare dei cambiamenti del nostro tempo che sono
importanti per me. Interpreto il paesaggio e documento quello che trovo essere veramente
eccezionale.”
Tra le numerose esposizioni internazionali alle quail ha partecipato: El Paso Museum of Art, Texas; Tufts
University Art Gallery, Boston; Whatcom Museum, Bellingham, Washington; Nevada Museum of Art, Reno,
Nevada; Al Alt + 1000 festival de photographie de montagne, Rossinière, Switzerland; al The 2nd
International Festival for Photography, Gallery Iang, Seoul; all' Ulsan International Photo Festival, South
Korea; The National Museum of Photography, Copenhagen; nel 2008 a un Solo Project, con la Gallery f 5,6 a
ART Basel.
Camilla Boemioè un curatore, un critico d'arte contemporanea, ed un consulente di progetti Universitari di
ricerca la cui pratica di analisi tratta le politiche di partecipazione della curatela ed il filone arte-scienza.
Boemio ha co-fondato e diretto la piattaforma AAC ed è curatore associato di APT-Artist Pension Trust.
È stata Deputy Curator del Padiglione Nazionale delle Maldive alla 55. International Art Exhibition La
Biennale di Venezia. Ha curato la mostra 'My Vietnam' per il 14. Festival Internazionale della Fotografia di
Roma, al MACRO. È stata una dei relatori della conferenza ‘BEYOND EVIDENCE – An incomplete narratology
of photographic truths’, organizzata dall'Università di Derby, del più importante festival di fotografia del
Regno Unito: FORMAT15 al museo QUAD, di Derby.
I suoi scritti e le sue interviste sono apparse in varie pubblicazioni, riviste di settore e cataloghi. Ha co-
realizzato 'Portable Nation' pubblicato da Maretti editore e supportato dal Berkeley Center of New Media;
sta lavorando a una nuova pubblicazione con l'università di Derby, Inghilterra; e ad un capitolo della
pubblicazione 'Territories of Trauma and Decay' con la Punctum Books.
10
dicembre 2015
Olaf Otto Becker – Ilulissat
Dal 10 dicembre 2015 al 05 marzo 2016
fotografia
Location
ANTEPRIMA GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Piazza Giuseppe Mazzini, 27, (Roma)
Roma, Piazza Giuseppe Mazzini, 27, (Roma)
Orario di apertura
Da Martedì a Venerdì – Sabato solo su appuntamento
Vernissage
10 Dicembre 2015, ore 19
Autore
Curatore