Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Cotte crude terre
Una mostra di scultura in terracotta.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
cotte crude terre
Una mostra di scultura all’insegna della terracotta, materia primigenia, elementare e basilare. Antichissima, utilizzata in termini diffusi e capillari dagli Etruschi, nostri diretti antenati, anche per quanto riguarda l’arte. La scultura in terracotta diversamente da quella realizzata nel pregiato marmo, può essere concepita in aggiunta o in “levare”, nel senso di togliere o aggiungere materia. Subisce, inoltre, una metamorfosi che può essere assecondata o determinata sia in fase di lavorazione che in fase di cottura. E’ concepita nella manipolazione della materia in uno stato ancora plasmabile, e per tutti tali motivi, come opera d’arte finita, può dare vita a sempre inaspettate e inedite forme e sostanze. La terracotta è stata molto usata in passato ma anche nel XX secolo ha costituito, ad esempio per Arturo Martini, uno dei più prestigiosi scultori italiani di tutti i tempi, il medium per eccellenza più utile per modellare la forma e concepire lo spazio, anche in termini intellettuali e poetici, rientrando a pieno titolo nello specifico della scultura. Pur in considerazione del grande contributo offerto da questo maestro, veneto di nascita ma romagnolo di origine per parte di madre nata a Bagnacavallo, con questa esposizione si vuole riunire il gruppo ferrarese/faentino composto dai più tenaci e rappresentativi artisti attivi in tale ambito di ricerca d’espressione quali Gianni Guidi, Giovanni Scardovi, Sergio Monari, gli iraniani Amir Sharif e Sima Shafti, questi ultimi due presenti a Bologna e ora soprattutto a Ferrara, Ilaria Ciardi, Sergio Zanni e Maurizio Bonora. Poi ci sarà Ampelio Zappalorto, artista a tutto tondo ma prevalentemente pittore, ultimamente però assai prolifico nell’utilizzo della terracotta di Nove, Sarah Marconato e il più giovane Lorenzo Rumonato. Certa anche la partecipazione di Albertini e Moioli, docenti di scultura a Brera con interessi e approfondimenti nel multimediale ma già autori di splendide opere realizzate utilizzando la terra refrattaria, in particolare quella di Albissola. A questi artisti da anni dediti a una ricerca sulla terracotta e che pure rappresentano tre tra le principali “sorgenti” più qualificate dell’argilla in Italia, si abbiamo voluto affiancare altri giovani esempi che in questo caso provengono dalla Cina con Zhongqi Geng ( in tal senso non si può non ricordare la grande tradizione cinese o perlomeno indicare l’esercito di terracotta di Xian), dalla Serbia con Marija Markovic, o dalla Croazia con Valter Cerneka. Venezia ancora come esemplare “porta” di arte e cultura aperta al mondo con tutte le sue analogie e le sue differenze in una prospettiva di un civile, costruttivo e sempre più indispensabile rapporto interculturale utile per una comune crescita tra innovazione e tradizione.
Saverio Simi de Burgis
Una mostra di scultura all’insegna della terracotta, materia primigenia, elementare e basilare. Antichissima, utilizzata in termini diffusi e capillari dagli Etruschi, nostri diretti antenati, anche per quanto riguarda l’arte. La scultura in terracotta diversamente da quella realizzata nel pregiato marmo, può essere concepita in aggiunta o in “levare”, nel senso di togliere o aggiungere materia. Subisce, inoltre, una metamorfosi che può essere assecondata o determinata sia in fase di lavorazione che in fase di cottura. E’ concepita nella manipolazione della materia in uno stato ancora plasmabile, e per tutti tali motivi, come opera d’arte finita, può dare vita a sempre inaspettate e inedite forme e sostanze. La terracotta è stata molto usata in passato ma anche nel XX secolo ha costituito, ad esempio per Arturo Martini, uno dei più prestigiosi scultori italiani di tutti i tempi, il medium per eccellenza più utile per modellare la forma e concepire lo spazio, anche in termini intellettuali e poetici, rientrando a pieno titolo nello specifico della scultura. Pur in considerazione del grande contributo offerto da questo maestro, veneto di nascita ma romagnolo di origine per parte di madre nata a Bagnacavallo, con questa esposizione si vuole riunire il gruppo ferrarese/faentino composto dai più tenaci e rappresentativi artisti attivi in tale ambito di ricerca d’espressione quali Gianni Guidi, Giovanni Scardovi, Sergio Monari, gli iraniani Amir Sharif e Sima Shafti, questi ultimi due presenti a Bologna e ora soprattutto a Ferrara, Ilaria Ciardi, Sergio Zanni e Maurizio Bonora. Poi ci sarà Ampelio Zappalorto, artista a tutto tondo ma prevalentemente pittore, ultimamente però assai prolifico nell’utilizzo della terracotta di Nove, Sarah Marconato e il più giovane Lorenzo Rumonato. Certa anche la partecipazione di Albertini e Moioli, docenti di scultura a Brera con interessi e approfondimenti nel multimediale ma già autori di splendide opere realizzate utilizzando la terra refrattaria, in particolare quella di Albissola. A questi artisti da anni dediti a una ricerca sulla terracotta e che pure rappresentano tre tra le principali “sorgenti” più qualificate dell’argilla in Italia, si abbiamo voluto affiancare altri giovani esempi che in questo caso provengono dalla Cina con Zhongqi Geng ( in tal senso non si può non ricordare la grande tradizione cinese o perlomeno indicare l’esercito di terracotta di Xian), dalla Serbia con Marija Markovic, o dalla Croazia con Valter Cerneka. Venezia ancora come esemplare “porta” di arte e cultura aperta al mondo con tutte le sue analogie e le sue differenze in una prospettiva di un civile, costruttivo e sempre più indispensabile rapporto interculturale utile per una comune crescita tra innovazione e tradizione.
Saverio Simi de Burgis
05
ottobre 2015
Cotte crude terre
Dal 05 al 25 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
ATELIER 3+10
Venezia, Via Alipio Cappelletto, 20, (Venezia)
Venezia, Via Alipio Cappelletto, 20, (Venezia)
Orario di apertura
10 - 17
Vernissage
5 Ottobre 2015, h 18:00
Autore
Curatore