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L’uomo che sedeva su sé stesso
Giovedì 10 settembre, dalle 18.30 alle 24, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo festeggia i 20 anni di attività. In occasione dei festeggiamenti, verranno inaugurate tre mostre: “The man who sat on himself / L’uomo che si sedeva su sé stesso”, che conclude la residenza per curatori stranieri; la personale di Pierre Michelon, “Parole e Angurie”; “L’albero della cuccagna” con Sebastian Lloyd Rees, progetto a cura di Achille Bonita Oliva che rientra negli eventi di Expo 2015
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 10 settembre, dalle 18.30 alle 24, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo festeggia i 20 anni di attività.
La Fondazione ha prodotto 118 mostre, ha commissionato e finanziato 581 opere, ha esposto e promosso 3.092 artisti, ha organizzato 3 corsi per curatori italiani e 27 residenze per curatori stranieri.
Insieme ai 20 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo verranno festeggiate anche le 15 edizioni di Club To Club.
In occasione dei festeggiamenti, verranno inaugurate tre mostre: “The man who sat on himself / L’uomo
che si sedeva su sé stesso”, che conclude la residenza per curatori stranieri; la personale di Pierre Michelon, “Parole e Angurie”; “L'albero della cuccagna” con Sebastian Lloyd Rees, progetto a cura di Achille Bonita Oliva che rientra negli eventi di Expo 2015.
Oltre alle tre nuove mostre ci sarà la possibilità di visitare anche Tutttovero, a cura di Francesco Bonami e la personale di Ian Cheng, a cura di Hans Ulrich Obrist
Le mostre chiudono l'11 ottobre.
La festa inizierà alle 18.30 e si concluderà alle 24 (taglio delle torte per il ventennale alle ore 20). Inoltre si terrà il dj set del londinese Danny L Harle (al debutto italiano), e il soundsystem di Giorgio Valletta e di Vaghe Stelle per celebrare i 15 anni di attività di Club To Club.
Mostre
L’uomo che si sedeva su sé stesso / The man who sat on himself
10 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 10 settembre all’11 ottobre, la mostra L’uomo che
sedeva su sé stesso, a cura di Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz.
La mostra conclude il progetto giunto alla nona edizione della Residenza per Giovani Curatori Stranieri,
coordinata da Lorenzo Balbi.
La residenza: La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo promuove annualmente il programma di
Residenze per giovani curatori (organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo). Il progetto si
pone il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e intellettuali di giovani curatori alle prime armi
e quello di promuovere l’arte contemporanea italiana in ambito internazionale.
Ogni anno tre giovani curatori stranieri sono invitati a trascorrere un periodo di ricerca in Italia finalizzato
all’organizzazione di una mostra.
La residenza dura quattro mesi e si conclude con una mostra di artisti italiani presso la Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo. Il programma della residenza è formulato al fine di agevolare la ricerca della
scena artistica italiana. La preparazione della mostra è preceduta da incontri con artisti e galleristi, dallo
studio di materiale bibliografico, da viaggi e visite a musei di Milano, Venezia, Roma, Bologna, Napoli,
Palermo, oltre che a collezioni private.
La mostra: Fin da bambino hai costruito la tua realtà. Hai raccolto frammenti del mondo, costruito castelli di
sabbia e messo in scena le storie della tua immaginazione. Più il tempo passava, meno salda diventava la
tua presa sulla fantasia, e il sottile filo che legava i tuoi sogni alle tue mani si indeboliva e, forse, svaniva.
Oggi la concreta realtà della vita si fa sentire a ogni inciampo. Lo vedi con la massima chiarezza
nell’ambiente urbanizzato, nelle infrastrutture, nelle abitazioni, nelle sedie su cui ti siedi.
Il mondo fisico costringe e recinta. Attraverso il tatto e l’istruzione, ti insegna come stare nel mondo, come
agire, che forma prendere. È il nutrimento della fantasia, ma anche la struttura a cui la tua realtà è ancorata.
Ciascun artista in questa mostra ha trovato il modo di aggirare le colonne di ferro della realtà, facendosi
architetto della propria mitologia.
Artisti in mostra: Riccardo Arena ci parla di un viaggio epico all’insegna dell’enigma e del mistero,
attraverso il paesaggio della sua metafisica, mentre Matilde Cassani abbassa il soffitto con tralci e tendini
che nascondo e legano allo stesso tempo. Attraverso lo spazio, la composizione di pannelli coreografata
da Tomaso De Luca gioca con l’assenza di un protagonista preciso. In un atto di rimemorazione, la luce
tremolante di una lampadina ci parla delle invenzioni e delle disavventure del nonno di Riccardo Giacconi.
Un metodo per interpretare e riconfigurare le idee dell’artista è quello proposto da Matteo Stocco, che
reimmagina la mostra, visualizzando spettri di spazio alternativi e creando una sequenza potenzialmente
infinita di possibilità digitali.
-----
Parole e Angurie. Pierre Michelon
11 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con L’ENSBA – Lyon – École Nationale
Supérieure des Beaux Artes, presenta dal 10 settembre all'11 ottobre, Parole e Angurie, la prima personale
in Italia di Pierre Michelon, artista partecipante al Postgraduate programme dell’ENSBA – Lyon. Nato a
Nantes nel 1984, Pierre Michelon vive e lavora a Lione e a Nantes.
La mostra è a cura di Lorenzo Balbi.
Come un attento esploratore, Pierre Michelon si addentra nei territori dimenticati dalla società. La sua
riflessione, concentrata sulla ricerca storica e in particolare sulla storia coloniale, è declinata attraverso
differenti media: scritti, film, installazioni e performances.
Parole e Angurie è il titolo della mostra e dell’installazione che l’artista ha concepito e prodotto per gli spazi
della Fondazione, come primo passo di una sua ricerca più ampia intitolata Vanmélé, (una parola creola
della Guyana che significa “straniero” o, poeticamente, “coloro che sono stati creati dai diversi venti”), una
video-cartografia potenzialmente infinita i cui capitoli assumono, di volta in volta, la forma di una
costellazione, di una mappa, di un atlante.
A partire da un lavoro di ricerca svolto negli archivi storici, recuperando testimonianze, video, articoli, lettere,
Pierre Michelon evoca nel suo lavoro le difficili situazioni (la prigionia, l’esilio) dei prigionieri politici deportati
dall’impero coloniale francese, della maggior parte dei quali non rimane più alcuna traccia. Utilizzando
differenti modalità narrative, Vanmélé mappa le loro storie, con particolare attenzione alle violenze subite,
alle ideologie represse (pacifismo, anarchismo, comunismo, anticolonialismo), in modo da disegnare alcuni
dialoghi tra queste lotte e la storia.
I dialoghi tratti dalle lettere sono al centro dell’installazione in mostra, ripresi nel video o incisi sulla scorza di
alcune angurie. L’artista sceglie questo frutto, traendolo dalla leggenda vietnamita di An-Tiem, sesto figlio del
Re Hung Vuong Quinto: esiliato su un’isola deserta per aver disubbidito, An-Tiem scoprì questi strani frutti e,
incidendo il proprio nome e la propria storia sulle angurie e lasciandole in mare, fu raggiunto e liberato,
ottenendo anche la clemenza del re, ammirato dalla sua intelligenza e dalla capacità di uscire dalle difficoltà
contando solo sulle proprie forze.
Mettendo al centro del proprio lavoro la ricerca su coloro che si sono opposti all’imperialismo francese,
Pierre Michelon avvia una profonda rilettura del nostro passato collettivo, offrendoci una nuova angolatura
per osservare la storia della decolonizzazione.
-------
L’albero della Cuccagna. Sebastian Lloyd Rees
10 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 10 settembre all’11 ottobre, la mostra L’Albero
della Cuccagna. Sebastian Lloyd Rees, a cura di Achille Bonito Oliva.
Achille Bonito Oliva chiama a raccolta oltre trenta artisti internazionali per un grande progetto espositivo
diffuso su tutto il territorio italiano, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma
sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT.
A partire da venerdì 25 settembre sino a fine ottobre 2015 si inaugurano le installazioni ambientali che
compongono L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, mostra diffusa sul territorio nazionale con la
collaborazione di numerose istituzioni pubbliche e private, che costruiscono una rete espositiva in progress
nel tempo e nello spazio. Ogni Fondazione/Museo accoglierà un’opera ispirata all’Albero della cuccagna:
soggetto iconografico che ha alle proprie spalle una lunga tradizione e una altrettanto arcaica memoria
popolare, legata all’albero sacro della fertilità di derivazione celtica.
Nell’immaginario collettivo l’albero della cuccagna rappresenta il paese dell’abbondanza e il luogo del
divertimento. Il coinvolgimento di artisti contemporanei permette di realizzare opere interattive, finalmente
non vietate ai minori che sollecitano l’intervento di bambini e giovani dando un accento partecipativo e ludico
all’evento espositivo. Nello stesso tempo diventa anche il monito dell’arte che vuole sollecitare una presa di
coscienza del pubblico nei confronti del tema dell’alimentazione e della fame nel mondo.
La scultura di Sebastian Lloyd Rees (Stavanger, Norvegia, 1986) sarà costituita da 20 scatoloni da
imballaggio, prodotti in alluminio e disposti casualmente l’uno sull’altro in modo da formare una torre
monumentale che rispecchi e la struttura dell’ Albero della cuccagna. Ciascuno scatolone riporterà su un lato
un’immagine stampata in vinile che farà riferimento a specifici contesti socio-economici inerenti la
distribuzione globale del cibo. Il modulo scultoreo rimanda alla comunissima immagine degli scatoloni di
cartone abbandonati, una volta utilizzati per trasportare i prodotti alimentari che riforniscono i sempre ricchi
scaffali dei supermercati. Se questi prodotti sono meticolosamente confezionati, etichettati e disposti
strategicamente in ordine per stimolare e guidare l’acquisto, gli scatoloni vengono messi frettolosamente da
parte, e giacciono in sgraziate e temporanee disposizioni agli incroci delle strade. Ricreando questi
momentanei eppure onnipresenti cumuli di scatoloni nella forma di una monolitica torre d’alluminio, il lavoro
vuole rappresentare i valori complessi e spesso contraddittori che entrano in gioco nei materiali e nei
processi dell’industria alimentare mondiale e della sua logistica. Il cartone pieghevole diventa alluminio
resistente; i cumuli casuali diventano una torre strutturata; le immagini digitali provenienti
dai motori di ricerca vengono materializzate. Se l’Albero della cuccagna è il centro dei festeggiamenti di una
comunità, questi scatoloni vuoti rappresentano un più preoccupante monumento alle paure e alle ansie
legate alla scarsità delle risorse, alle disuguaglianze e allo spreco.
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane 16, Torino
Ingresso: giovedì: 20-23 ingresso gratuito, venerdì-sabato-domenica: 12-19 (5 euro, ridotto 3 euro)
www.fsrr.org
---------
Dj set
Giovedì 10 settembre si terrà un dj set del britannico Danny L Harle (al debutto italiano), che oltre a
essere compositore di classica contemporanea, è uno dei produttori pop più affermati per quella che è da
considerare senza dubbio la label discografica dell’anno, PC MUSIC. PC Music prende ispirazione dalla
Cybercultura, stravolgendo e ironizzando sull’iconografia della cultura pop di massa. Gli artisti di PC Music
non sembrano esseri viventi, ma installazioni d’arte che emettono suono e musica.
Danny L Harle è stato di recente protagonista di uno showcase al MoMA PS1 di New York, oltre ad aver
recentemente remixato Panda Bear degli Animal Collective.
Insieme a lui per questa speciale doppia celebrazione ci sarà il soundsystem di Club To Club al completo
con Giorgio Valletta (cofondatore di Club To Club) e Vaghe Stelle (che ha recentemente firmato un contratto
discografico con la prestigiosa etichetta dell’artista Nicolas Jaar, Other People).
Questo sarà l’unico appuntamento torinese prima del festival Club To Club a novembre.
Ufficio stampa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Silvio Salvo silvio.salvo@fsrr.org | 011 3797632 | 328 4226697
La Fondazione ha prodotto 118 mostre, ha commissionato e finanziato 581 opere, ha esposto e promosso 3.092 artisti, ha organizzato 3 corsi per curatori italiani e 27 residenze per curatori stranieri.
Insieme ai 20 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo verranno festeggiate anche le 15 edizioni di Club To Club.
In occasione dei festeggiamenti, verranno inaugurate tre mostre: “The man who sat on himself / L’uomo
che si sedeva su sé stesso”, che conclude la residenza per curatori stranieri; la personale di Pierre Michelon, “Parole e Angurie”; “L'albero della cuccagna” con Sebastian Lloyd Rees, progetto a cura di Achille Bonita Oliva che rientra negli eventi di Expo 2015.
Oltre alle tre nuove mostre ci sarà la possibilità di visitare anche Tutttovero, a cura di Francesco Bonami e la personale di Ian Cheng, a cura di Hans Ulrich Obrist
Le mostre chiudono l'11 ottobre.
La festa inizierà alle 18.30 e si concluderà alle 24 (taglio delle torte per il ventennale alle ore 20). Inoltre si terrà il dj set del londinese Danny L Harle (al debutto italiano), e il soundsystem di Giorgio Valletta e di Vaghe Stelle per celebrare i 15 anni di attività di Club To Club.
Mostre
L’uomo che si sedeva su sé stesso / The man who sat on himself
10 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 10 settembre all’11 ottobre, la mostra L’uomo che
sedeva su sé stesso, a cura di Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz.
La mostra conclude il progetto giunto alla nona edizione della Residenza per Giovani Curatori Stranieri,
coordinata da Lorenzo Balbi.
La residenza: La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo promuove annualmente il programma di
Residenze per giovani curatori (organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo). Il progetto si
pone il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e intellettuali di giovani curatori alle prime armi
e quello di promuovere l’arte contemporanea italiana in ambito internazionale.
Ogni anno tre giovani curatori stranieri sono invitati a trascorrere un periodo di ricerca in Italia finalizzato
all’organizzazione di una mostra.
La residenza dura quattro mesi e si conclude con una mostra di artisti italiani presso la Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo. Il programma della residenza è formulato al fine di agevolare la ricerca della
scena artistica italiana. La preparazione della mostra è preceduta da incontri con artisti e galleristi, dallo
studio di materiale bibliografico, da viaggi e visite a musei di Milano, Venezia, Roma, Bologna, Napoli,
Palermo, oltre che a collezioni private.
La mostra: Fin da bambino hai costruito la tua realtà. Hai raccolto frammenti del mondo, costruito castelli di
sabbia e messo in scena le storie della tua immaginazione. Più il tempo passava, meno salda diventava la
tua presa sulla fantasia, e il sottile filo che legava i tuoi sogni alle tue mani si indeboliva e, forse, svaniva.
Oggi la concreta realtà della vita si fa sentire a ogni inciampo. Lo vedi con la massima chiarezza
nell’ambiente urbanizzato, nelle infrastrutture, nelle abitazioni, nelle sedie su cui ti siedi.
Il mondo fisico costringe e recinta. Attraverso il tatto e l’istruzione, ti insegna come stare nel mondo, come
agire, che forma prendere. È il nutrimento della fantasia, ma anche la struttura a cui la tua realtà è ancorata.
Ciascun artista in questa mostra ha trovato il modo di aggirare le colonne di ferro della realtà, facendosi
architetto della propria mitologia.
Artisti in mostra: Riccardo Arena ci parla di un viaggio epico all’insegna dell’enigma e del mistero,
attraverso il paesaggio della sua metafisica, mentre Matilde Cassani abbassa il soffitto con tralci e tendini
che nascondo e legano allo stesso tempo. Attraverso lo spazio, la composizione di pannelli coreografata
da Tomaso De Luca gioca con l’assenza di un protagonista preciso. In un atto di rimemorazione, la luce
tremolante di una lampadina ci parla delle invenzioni e delle disavventure del nonno di Riccardo Giacconi.
Un metodo per interpretare e riconfigurare le idee dell’artista è quello proposto da Matteo Stocco, che
reimmagina la mostra, visualizzando spettri di spazio alternativi e creando una sequenza potenzialmente
infinita di possibilità digitali.
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Parole e Angurie. Pierre Michelon
11 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con L’ENSBA – Lyon – École Nationale
Supérieure des Beaux Artes, presenta dal 10 settembre all'11 ottobre, Parole e Angurie, la prima personale
in Italia di Pierre Michelon, artista partecipante al Postgraduate programme dell’ENSBA – Lyon. Nato a
Nantes nel 1984, Pierre Michelon vive e lavora a Lione e a Nantes.
La mostra è a cura di Lorenzo Balbi.
Come un attento esploratore, Pierre Michelon si addentra nei territori dimenticati dalla società. La sua
riflessione, concentrata sulla ricerca storica e in particolare sulla storia coloniale, è declinata attraverso
differenti media: scritti, film, installazioni e performances.
Parole e Angurie è il titolo della mostra e dell’installazione che l’artista ha concepito e prodotto per gli spazi
della Fondazione, come primo passo di una sua ricerca più ampia intitolata Vanmélé, (una parola creola
della Guyana che significa “straniero” o, poeticamente, “coloro che sono stati creati dai diversi venti”), una
video-cartografia potenzialmente infinita i cui capitoli assumono, di volta in volta, la forma di una
costellazione, di una mappa, di un atlante.
A partire da un lavoro di ricerca svolto negli archivi storici, recuperando testimonianze, video, articoli, lettere,
Pierre Michelon evoca nel suo lavoro le difficili situazioni (la prigionia, l’esilio) dei prigionieri politici deportati
dall’impero coloniale francese, della maggior parte dei quali non rimane più alcuna traccia. Utilizzando
differenti modalità narrative, Vanmélé mappa le loro storie, con particolare attenzione alle violenze subite,
alle ideologie represse (pacifismo, anarchismo, comunismo, anticolonialismo), in modo da disegnare alcuni
dialoghi tra queste lotte e la storia.
I dialoghi tratti dalle lettere sono al centro dell’installazione in mostra, ripresi nel video o incisi sulla scorza di
alcune angurie. L’artista sceglie questo frutto, traendolo dalla leggenda vietnamita di An-Tiem, sesto figlio del
Re Hung Vuong Quinto: esiliato su un’isola deserta per aver disubbidito, An-Tiem scoprì questi strani frutti e,
incidendo il proprio nome e la propria storia sulle angurie e lasciandole in mare, fu raggiunto e liberato,
ottenendo anche la clemenza del re, ammirato dalla sua intelligenza e dalla capacità di uscire dalle difficoltà
contando solo sulle proprie forze.
Mettendo al centro del proprio lavoro la ricerca su coloro che si sono opposti all’imperialismo francese,
Pierre Michelon avvia una profonda rilettura del nostro passato collettivo, offrendoci una nuova angolatura
per osservare la storia della decolonizzazione.
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L’albero della Cuccagna. Sebastian Lloyd Rees
10 settembre – 11 ottobre 2015
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 10 settembre all’11 ottobre, la mostra L’Albero
della Cuccagna. Sebastian Lloyd Rees, a cura di Achille Bonito Oliva.
Achille Bonito Oliva chiama a raccolta oltre trenta artisti internazionali per un grande progetto espositivo
diffuso su tutto il territorio italiano, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma
sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT.
A partire da venerdì 25 settembre sino a fine ottobre 2015 si inaugurano le installazioni ambientali che
compongono L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, mostra diffusa sul territorio nazionale con la
collaborazione di numerose istituzioni pubbliche e private, che costruiscono una rete espositiva in progress
nel tempo e nello spazio. Ogni Fondazione/Museo accoglierà un’opera ispirata all’Albero della cuccagna:
soggetto iconografico che ha alle proprie spalle una lunga tradizione e una altrettanto arcaica memoria
popolare, legata all’albero sacro della fertilità di derivazione celtica.
Nell’immaginario collettivo l’albero della cuccagna rappresenta il paese dell’abbondanza e il luogo del
divertimento. Il coinvolgimento di artisti contemporanei permette di realizzare opere interattive, finalmente
non vietate ai minori che sollecitano l’intervento di bambini e giovani dando un accento partecipativo e ludico
all’evento espositivo. Nello stesso tempo diventa anche il monito dell’arte che vuole sollecitare una presa di
coscienza del pubblico nei confronti del tema dell’alimentazione e della fame nel mondo.
La scultura di Sebastian Lloyd Rees (Stavanger, Norvegia, 1986) sarà costituita da 20 scatoloni da
imballaggio, prodotti in alluminio e disposti casualmente l’uno sull’altro in modo da formare una torre
monumentale che rispecchi e la struttura dell’ Albero della cuccagna. Ciascuno scatolone riporterà su un lato
un’immagine stampata in vinile che farà riferimento a specifici contesti socio-economici inerenti la
distribuzione globale del cibo. Il modulo scultoreo rimanda alla comunissima immagine degli scatoloni di
cartone abbandonati, una volta utilizzati per trasportare i prodotti alimentari che riforniscono i sempre ricchi
scaffali dei supermercati. Se questi prodotti sono meticolosamente confezionati, etichettati e disposti
strategicamente in ordine per stimolare e guidare l’acquisto, gli scatoloni vengono messi frettolosamente da
parte, e giacciono in sgraziate e temporanee disposizioni agli incroci delle strade. Ricreando questi
momentanei eppure onnipresenti cumuli di scatoloni nella forma di una monolitica torre d’alluminio, il lavoro
vuole rappresentare i valori complessi e spesso contraddittori che entrano in gioco nei materiali e nei
processi dell’industria alimentare mondiale e della sua logistica. Il cartone pieghevole diventa alluminio
resistente; i cumuli casuali diventano una torre strutturata; le immagini digitali provenienti
dai motori di ricerca vengono materializzate. Se l’Albero della cuccagna è il centro dei festeggiamenti di una
comunità, questi scatoloni vuoti rappresentano un più preoccupante monumento alle paure e alle ansie
legate alla scarsità delle risorse, alle disuguaglianze e allo spreco.
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane 16, Torino
Ingresso: giovedì: 20-23 ingresso gratuito, venerdì-sabato-domenica: 12-19 (5 euro, ridotto 3 euro)
www.fsrr.org
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Dj set
Giovedì 10 settembre si terrà un dj set del britannico Danny L Harle (al debutto italiano), che oltre a
essere compositore di classica contemporanea, è uno dei produttori pop più affermati per quella che è da
considerare senza dubbio la label discografica dell’anno, PC MUSIC. PC Music prende ispirazione dalla
Cybercultura, stravolgendo e ironizzando sull’iconografia della cultura pop di massa. Gli artisti di PC Music
non sembrano esseri viventi, ma installazioni d’arte che emettono suono e musica.
Danny L Harle è stato di recente protagonista di uno showcase al MoMA PS1 di New York, oltre ad aver
recentemente remixato Panda Bear degli Animal Collective.
Insieme a lui per questa speciale doppia celebrazione ci sarà il soundsystem di Club To Club al completo
con Giorgio Valletta (cofondatore di Club To Club) e Vaghe Stelle (che ha recentemente firmato un contratto
discografico con la prestigiosa etichetta dell’artista Nicolas Jaar, Other People).
Questo sarà l’unico appuntamento torinese prima del festival Club To Club a novembre.
Ufficio stampa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Silvio Salvo silvio.salvo@fsrr.org | 011 3797632 | 328 4226697
10
settembre 2015
L’uomo che sedeva su sé stesso
Dal 10 settembre all'undici ottobre 2015
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Biglietti
5 euro, ridotto 3 euro. giovedì 20-23 ingresso gratuito
Orario di apertura
giovedì: 20-23 ingresso gratuito, venerdì-sabato-domenica: 12-19
Vernissage
10 Settembre 2015, h 18.30
Autore
Curatore